Anselm Kiefer

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Glaube, Hoffnung, Liebe (fede, speranza, carità), 1984-86

Anselm Kiefer (Donaueschingen, 8 marzo 1945) è un pittore e scultore tedesco.

Figlio di Albert e Cilly Kiefer, dopo il liceo si iscrive a Legge, ma nel 1966 lascia il corso per iscriversi a Pittura. Vive a Friburgo e frequenta lo studio di Peter Dreher poi si trasferisce a Karlsruhe dove avvicina il pittore Horst Antes, che considererà il suo primo e vero maestro. Nel 1972 incontra Joseph Beuys.

Sono gli anni in cui Kiefer inizia una serie di azioni artistiche che definirà "Besetzungen" (Occupazioni). Egli, provocatoriamente, si fa fotografare mentre effettua il saluto nazista davanti ad una serie di luoghi della Germania Ovest e della Germania Est che per lui hanno significato dal punto di vista mitologico e storico.

Da una parte della critica tedesca è tacciato quale neo-nazista, e per molti anni tale etichetta lo accompagnerà creandogli non pochi problemi dal punto di vista espositivo e quindi economico, mentre, altri critici, sempre tedeschi, ne esaltano il coraggio, cioè il come "egli mette il dito nella piaga in quello che è stato l'incubo della Germania nazista".[1]

Ne ha scritto Andrea Bonavoglia:

Dal 1969, Kiefer creò una sua revisione personale del periodo hitleriano, con quadri-fotografie in cui lui stesso interpretava un nazista col braccio alzato [...] Negli anni Ottanta, Kiefer approda invece al monumento, all’opera colossale che esce dalle pareti, dagli schemi, che invade gli spazi e li occupa come una mostruosa metafora della vergogna, o del senso di colpa, o del dolore.[2]

Nel 1973, dopo aver sposato Julia, sua amica ai tempi dell'università, apre studio a Ornbach e inizia una serie di grandi opere pittoriche titolate "Deutschlands Geisteshelden" (Germania Eroica). Ancora additato da una certa critica tedesca come nostalgico e nazionalista, sebbene nel 1977 venga chiamato ad esporre a dOCUMENTA di Kassel, preferisce iniziare a esporre all'estero, dove, invece, la sua arte viene esaltata sia per la grande capacità tecnica, che Kiefer sempre dimostra, sia per i soggetti rappresentati. Nei suoi quadri, per lo più di grande formato, comincia ad applicare sue xilografie e a incollare suoi disegni, che poi amalgama, col resto del rappresentato, ricorrendo a vari espedienti materici di estrazione per lo più povera. Alla fine degli anni settanta comincia a frequentare l'Italia e i maggiori artisti del momento.

Nel 1980 la Biennale di Venezia gli dedica una mostra personale titolata "Verbrennen-Verholzen-Versenken-Versanden". Nel 1982, a seguito del successo ottenuto dalle prime mostre tenute negli USA, viene di nuovo invitato a dOCUMENTA di Kassel, scatenando, ancora, le critiche negative di molti intellettuali tedeschi. In effetti narrare la storia, in particolare quella scomoda, è da sempre l'interesse principale di Anselm Kiefer, autore di sensibilità e artista che ha fatto del passato dell'Europa quindi, negli ultimi anni, dell'intero pianeta e, soprattutto, delle ombre che ne hanno oscurato le vicende socio-politiche-religiose, i suoi princìpi di studio e i suoi motivi di rappresentazione. Nella seconda metà degli anni ottanta, Kiefer dedica tutta una serie di opere alla storia ebraica, e in particolare alle donne ebree, quelle che hanno perduto la vita nei campi di stermino hitleriani.

Nei quadri di Kiefer non appaiono quasi mai figure umane, egli, infatti, predilige dipingere i luoghi, i paesaggi, gli ambienti dove le tragedie della storia si sono consumate. Gli esseri umani paiono essere fagocitati dal vortice buio del male che hanno fatto a sé stessi e al loro prossimo. Sempre alla fine degli anni ottanta comincia una seconda e vasta tournée di mostre ed esposizioni negli USA: a Chicago, a Filadelfia, a Los Angeles e a New York. E ancora in Italia, al Museo Correr di Venezia, nel 1997, alla GAM di Bologna, con un'enorme personale, nel 1999. Dagli anni novanta Kiefer possiede uno studio a Buchen e a Gerusalemme e una casa in Francia. Fra le ultime mostre di rilievo internazionale: "Anselm Kiefer" al Museo Guggenheim di Bilbao, e "Salt of the Earth" alla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova contemporaneamente alla LIV Biennale di Venezia. È Accademico Corrispondente dell'Accademia delle arti del disegno nella Classe di Pittura.

Ha realizzato appositamente l'opera Die Grosse Fracht ("Il grande carico") per la Biblioteca San Giorgio di Pistoia[3] e l'installazione permanente I Sette Palazzi Celesti presso l'HangarBicocca di Milano. Nel 2024 ha presentato l'esposizione Angeli caduti allestita dalla Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze.[4]

Nel 2023 il regista tedesco Wim Wenders ha realizzato il docu-film Anselm, incentrato sulla vita e le opere dell'artista[5].

Onorificenze tedesche

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Croce al Merito di I Classe dell'Ordine di Germania - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere

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Medaglia per le scienze e per le arti (Austria) - nastrino per uniforme ordinaria
  1. ^ (EN) Heiner Stachelhaus, Joseph Beuys, Perseus Distribution Services, 1º gennaio 1991, p. 162, ISBN 9781558591073. URL consultato il 6 dicembre 2016.
  2. ^ Azioni Parallele - Kiefer e Richter, dopo Auschwitz, su azioniparallele.it. URL consultato il 17 febbraio 2022.
  3. ^ Biblioteca San Giorgio, Pistoia - Il grande carico, di Anselm Kiefer
  4. ^ Anselm Kiefer. Angeli caduti, su Arte.it, 22 marzo 2024.
  5. ^ Anselm, su MyMovies.it[1]

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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