Your Love Is Forever

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Your Love Is Forever
ArtistaGeorge Harrison
Autore/iGeorge Harrison
GenerePop rock
Soft rock
Pubblicazione originale
IncisioneGeorge Harrison
Datafebbraio 1979
EtichettaWarner Bros./Dark Horse Records
Durata3:43

Your Love Is Forever è una canzone del cantautore britannico George Harrison del suo eponimo album del 1979.

La canzone[modifica | modifica wikitesto]

Storia, composizione e registrazione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1976, George Harrison pubblicò il suo primo album per la sua nuova etichetta personale, la Dark Horse Records[1]; l'LP, Thirty-Three & 1/3, riscosse un buon successo[2], ma ciò nonostante passarono poco meno di tre anni prima di un nuovo album per il chitarrista, pubblicato nel febbraio 1979[3].

Alla fine degli Anni Settanta, il musicista era particolarmente stanco del business musicale, per cui aveva avuto altre occupazioni[4]. Nel 1978 aveva sposato Olivia Arias, che gli diede, lo stesso anno, un bambino, Dhani Harrison[4], aveva seguito il Gran Premio di Formula 1 in giro per il mondo, ed inoltre era andato nelle Hawaii tra la fine 1977 e l'inizio dell'anno seguente[5]. Il secondo matrimonio, la nascita del figlio e la velocità furono i temi conduttori del nuovo LP, in cui sono contenute varie canzoni d'amore per la Arias, Soft Touch, dedicata al bambino, ed il singolo Faster, che inizia con i suoni di macchine da corsa in partenza[5]. Your Love Is Forever è tra quelle dedicate alla nuova moglie[5].

Your Love Is Forever è una ballata, sullo stesso stile di Something, pubblicata dai Beatles sul finire degli Anni Sessanta[6]. Le parti di chitarra, che comprendono anche un breve assolo, sembrano dimostrare la sincerità del pezzo[6]; anche le sobrie parti di batteria, ad opera di Andy Newmark, sono prominenti nel mixaggio[6].

La canzone venne registrato al F.P.S.H.O.T.[5], lo studio di registrazione privato dell'ex-beatle, collocato in un'ala del suo castello ad Henley-on-Thames[7]. Oltre ad Harrison ed al sopraccitato Newmark, non è noto esattamente chi partecipò all'incisione del brano, ma la più probabile line up comprende anche Willie Weeks[5], che aveva collaborato con George anche su 33 & 1/3[1], al basso, Neil Larsen e/o Stevie Winwood alle tastiere e Ray Cooper e/o Emil Richards alle percussioni[5].

Pubblicazione ed accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

L'album George Harrison venne pubblicato il 14 febbraio 1979 negli USA[8] e due giorni dopo nel Regno Unito[5]. Non ricevette una particolare accoglienza né critica[4] né commerciale, tanto che per poco entrò nella Top 40 britannica[5], probabilmente a causa della forte presenza di brani a ritmo moderato[4]. Poco dopo, la carriera del musicista fece una pessima svolta, con la pubblicazione, nei primi Anni Ottanta, di due LP, Somewhere in England (1981) e Gone Troppo (1982), due flop dal punto di vista dei recensori, ed, almeno nel secondo caso, anche per le vendite[9].

Nell'LP, Your Love Is Forever è la terza traccia del lato B, e l'ottava in toto[5]. È posta tra Dark Sweet Lady e Soft Touch, dedicate rispettivamente ad Olivia ed a Dhani[5]. Secondo Linsday Planer, critica del sito AllMusic, la "canzone-lamento" dimostra la maturità del cantautore rispetto ai primi tentativi di composizione, ed è stata abbinata con Something, essendo entrambe state dedicate alla signora Harrison del periodo[6]. La traccia è stata rimasterizzata su CD nel 2004 assieme a tutto l'album, incluso nel box-set The Dark Horse Years 1976-1992[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Graham Calkin, Thirty Three and 1/3, su jpgr.co.uk, JPGR. URL consultato il 15 novembre 2014.
  2. ^ Bourhis, pag. 125.
  3. ^ Bourhis, pag. 130.
  4. ^ a b c d Bouris, pag. 129.
  5. ^ a b c d e f g h i j k (EN) Graham Calkin, George Harrison, su jpgr.co.uk, JPGR. URL consultato il 15 novembre 2014.
  6. ^ a b c d (EN) Lindsay Planer, Your Love Is Forever - George Harrison, su allmusic.com, AllMusic. URL consultato il 15 novembre 2014.
  7. ^ Bourhis, pag. 120.
  8. ^ (EN) Richard S. Ginell, George Harrison - George Harrison, su allmusic.com, AllMusic. URL consultato il 15 novembre 2014.
  9. ^ Bourhis, pag. 136 - 137.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Hervé Bourhis, Il Piccolo Libro dei Beatles, Blackvelvet, 2012.
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