Vuoto del Bootes

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Il Vuoto del Boötes, o Grande Vuoto, è un'enorme regione dello spazio, di forma vagamente sferica, quasi vuota e priva di galassie.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Con i suoi 250 milioni di anni luce di diametro, il vuoto del Boötes è uno dei vuoti più estesi dell'universo, ed è per questo che viene chiamato supervuoto. Fu scoperto nel 1981 da Robert Kirshner, Augustus Oemler, Jr., Paul Schechter e Stephen Shectam durante un'indagine di redshifts galattici.

Altri astronomi iniziarono a studiare questo vuoto e vi scoprirono alcune galassie, le prime otto nel 1987 da parte J. Moody, Robert Kirshner, G. MacAlpine e S. Gregory.[1] M. Strauss e John Huchra annunciarono la scoperta di altre tre galassie nel 1988 e Greg Aldering, G. Bothun, Robert P. Kirshner e Ron Marzke annunciarono la scoperta di altre quindici nel 1989. Nuove galassie continuano ad essere scoperte, e dal 1997 il numero è salito a 60.

Secondo l'astronomo Greg Aldering,[2] la dimensione del Vuoto del Boötes è tale che

«If the Milky Way had been in the center of the Boötes void, we wouldn't have known there were other galaxies until the 1960s.

(Se la Via Lattea fosse stata al centro del Vuoto di Boötes, non avremmo saputo che c'erano altre galassie fino agli anni '60)»

Il Vuoto del Boötes

Nomi[modifica | modifica wikitesto]

Il suo primo nome, Vuoto del Boötes, è dovuto al fatto che nelle vicinanze di questo supervuoto si trova la costellazione di Boötes. Il suo secondo nome, Grande Vuoto, è invece dovuto al fatto che, con i suoi 250 milioni di anni luce circa di diametro, era al tempo della scoperta il più grande vuoto conosciuto nell'universo, dunque un supervuoto.

Teorie[modifica | modifica wikitesto]

Si è teorizzato che il vuoto del Boötes si sia formato dall'unione di vuoti più piccoli, come le bolle di sapone creano, insieme, bolle più grandi. Questo spiegherebbe il piccolissimo numero di galassie che popolano una regione vagamente cilindrica situato nel mezzo del vuoto.

Nei libri[modifica | modifica wikitesto]

Il Vuoto del Boötes è nominato in alcuni libri:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Emission-line galaxies in the Bootes void, su adsabs.harvard.edu, marzo 1987. URL consultato il 21 gennaio 2008.
  2. ^ Filling the void - understanding the formation of the Bootes void in intergalactic space - Brief Article, in Discover magazine, agosto 1995. URL consultato il 2 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2007).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Kirshner, R. P., Oemler, A., Schechter, P. L. & Shectman, S. A. (1981) "A million cubic megaparsec void in Boötes," Astrophysics Journal 248: L57-L60.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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