Villa di Poggio Gherardo

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Villa di Poggio Gherardo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàFiesole
Indirizzovia di Poggio Gherardo
Coordinate43°46′59.89″N 11°18′17.64″E / 43.783303°N 11.304899°E43.783303; 11.304899
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Veduta da Firenze

La Villa di Poggio Gherardo si trova sulla collina di Coverciano, in via di Poggio Gherardo (Fiesole).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Anticamente era chiamato Palagio di Coverciano e comprendeva una torre che fu dei Mancini, famiglia della Parte Guelfa. Dopo la Battaglia di Montaperti del 1260 la famiglia fuggì da Firenze la torre venne presa dai Malagotti. Nel 1331 l'acquistarono i Baroncelli, che pochi anni dopo furono coinvolti nel fallimento del banco degli Acciaiuoli. Fu così che Poggio Gherardo fu acquistato dagli Albizzi, ai quali seguirono i Magalotti e gli Zati, finché nel 1433 giunse nelle mani dei Gherardi che lo tennero per più di quattro secoli, fino al 1888. Furono loro a dare il nome all'intera collina

In quell'anno fu acquistato da Henry James Ross e sua moglie Janet, che rimisero in evidenza la torre, recuperando la posizione dominante del complesso. Tutta la villa fu coronata da merli, in ossequio al gothic revival allora dominante e a quell'epoca i due coniugi animarono la vita culturale del luogo ospitando eminenti personalità, come George Meredith, Edward Hutton e Mark Twain. All'inizio della seconda guerra mondiale la fiorente comunità anglosassone fiorentina si spopolò e anche i Ross tornarono in Inghilterra. Il Poggio Gherardo fu allora occupato dai soldati tedeschi e poi dalle forze alleate.

Oggi è sede dell'Istituto Antoniano Maschile dei Padri Rogazionisti.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La villa ha una torre con mura merlate e solidi bastioni da ogni parte che formano terrapieni. Vi si accede da un grandioso cancello ottocentesco, in ferro battuto. Sulla facciata si trova lo stemma dei Gherardi.

All'interno l'atrio ha conservato le antiche colonne e i soffitti.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Lumachi Firenze - Nuova guida illustrata storica-artistica-aneddotica della città e dintorni, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 1929
  • Ovidio Guaita, Le ville di Firenze, Newton Compton editori, Roma 1996.
  • Kinta Beevor, A Tuscan Childhood, Viking, 1993.

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