Villa Tedeschi

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Villa Tedeschi
La Villa nel 2020, durante i lavori di ristrutturazione
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàPozzallo
IndirizzoVia Scaro, 79
Informazioni generali
Condizioniin uso
CostruzioneXIX secolo
StileNeoclassico
UsoBiblioteca comunale
Piani2
Realizzazione
ProprietarioComune di Pozzallo
CommittenteFamiglie Lorefice, Polara e Tedeschi

La Villa Tedeschi, anche chiamata Villa dello Scaro, è una villa ubicata nel centro urbano di Pozzallo, nel quartiere Scaro.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'ingresso della villa in una foto d'epoca.
La cappella di Santa Rosalia.

Nel 1565 il conte Luis Enríquez de Cabrera concesse "le terre vocate dello Scaro seu Puzzallo, aut Centobucari, confinanti con trazzera di Sancte Marie Fucalli, vignalibus di Comitini, via pubblica che va ad Turrim Puzzalli, Litore Maris ed altri confini",dove sorge la villa, al nobile Don Vito Cultrera Restivo, che nel 1602 lo rivenderà alla famiglia Bonanno.

Nel 1641 Giambattista Bonanno donò il feudo al cognato Antonio Salemi, che lo cedette al figlio Biagio nel 1687. Egli lo donò nel 1691 al genero Francesco Cuella ed Aparo, il quale ne fu investito col titolo di Barone nel 1702[2]; nel 1717 lo permutò con la baronessa Anna Lorefice in cambio di una tenuta in Modica. Il feudo divenne proprietà, nel 1779, di un nipote della stessa, Don Romualdo Mattia Lorefice Platamone, Barone di Mortilla, in seguito insignito del titolo di I Marchese dello Scaro[2], che ivi costruì una casa commerciale.

Nel 1829, alla morte di Romualdo, la casa passò al nipote Giuseppe Polara Lorefice[3], che la donò nel 1840 al figlio Giorgio; questi sposò la nobile Domenica Tedeschi Impellizzeri, la quale lo abbandonò per fuggire con il patriota garibaldino Francesco Giardina; rimasto solo, sposò in seconde nozze Agata Galazzo, figlia di un pescatore locale.

In una dichiaratoria del 5 giugno 1852, così sottoscrissero Giorgio Polara Lorefice e Domenica Tedeschi riguardo ai benefatti ed ai confini:

«Casina a più corpi incompleta di fabbrica e di mobilia, con magazzini, cavallerizzo, pagliarolo, case di palmenti, case di massaria, tegolara con pozzi nella contrada Bue Marino, confinante con terre degli eredi di Don Saverio Nicastro, via pubblica, Pantanelli di Pietre Nere, terre di Vaccaro, acqua di mare e altri confini.»

Giorgio Lorefice apportò le seguenti migliorie:

«Nella casina fece costruire le volte tutte del piano superiore principale. Più intieri i piccoli quartini del secondo piano dei quali prima della donazione non esistevano che le sole basi delle gradinate. Inoltre l‘intero quarto superiore continente Cucina, Camera da mangiare, passetto di comunicazione della camera da mangiare, e tutti i riposti e ripostini annessi al cennato quarto, nonché la scala privata che serve per portarsi nella cucina le persone di servizio. Più tutto l'intonaco, gli stucchi e le pitture di ogni sorta ne' piani superiori. Più la pittura di quarti e le officine basse. Più la Chiesetta piccola, e lo incominciamento della Chiesa grande. La rimessa più un'altra stalla contigua alla rimessa con sua pagliera e camerino per comodo del cocchiere. Due camere inferiori per uso della servitù. Altra stalla grande con sua pagliera contigua a dette camere, ed una casa di frasche contigua alla detta stalla, ed all'entrata della scala che conduce alla cucina. La casa di mandra e case di abitazione per gli uomini addetti alla coltura. Due porticali che immettono nella strada di Spaccaforno. Nell'ex feudo il suddetto signor Don Giorgio ha fatto costruire di nuova pianta tutti i muri tanto esterni, che quelli di tutte le divisioni interne che esistono nell'ex feudo… quali migliorie le parti dichiarono di averle verificate.»

Durante la sua vita Giorgio Polara apportò numerose migliorie alla struttura, donandole l'aspetto attuale. Per atto dotale la proprietà passò alla figlia Concetta Polara Galazzo, che sposò il senatore Michele Tedeschi Rizzone, il quale abbellì notevolmente la villa; a lui si deve la costruzione della cappella gentilizia, dedicata a Santa Rosalia, posta alla sinistra dell'ingresso principale, dove volle essere sepolto.

Nel 1897, con atto di donazione[4], i coniugi Tedeschi trasferirono al figlio minore Corrado, successivamente podestà del paese durante il fascismo, l'ex feudo dello Scaro, meno la parte concessa in enfiteusi; questi la abitò fino al 1955, quando, a causa delle precarie condizioni di salute e delle difficoltà economiche, si trasferì in una casupola nella centrale Piazza Mercato e vendette parte dei terreni annessi alla proprietà.

Nel 1979 la villa venne venduta dagli eredi di Corrado Tedeschi al Comune di Pozzallo.

La proprietà rimase in stato di abbandono per decenni; in questo lungo periodo è stata depredata, privata di ogni decoro e la struttura ha ceduto in più punti. Dopo alcuni anni di restauro, nel 2009 è stata destinata a sede della biblioteca comunale[5], sebbene il piano nobile necessita ancora del restauro dei numerosi affreschi, della ricostruzione dei pregiati infissi ed altre rifiniture minori.

Nel 2019 sono iniziati i lavori di ristrutturazione, finanziati dalla Regione Siciliana e dal Governo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il quartiere dello Scaro deve il suo nome al Caricatore Commerciale che vi era posto; infatti Pozzallo era l'antico porto commerciale della Contea di Modica, ubicata sul Feudo dello Scaro (anticamente chiamato anche Cento Bucari)
  2. ^ a b Antonino Mango di Casalgerardo, Il nobiliario di Sicilia, Palermo, A. Reber Editore, 1912.
  3. ^ Giuseppe Polara Lorefice era figlio di Guglielmo Polara Ferraro e Margarita Lorefice Garì, sorella del Marchese Romualdo.
  4. ^ Tribunale di Modica, 6.9.1897, vol.86
  5. ^ Biblioteca Comunale di Pozzallo, Villa Tedeschi, Eventi culturali, Mostre, Concerti, Manifestazioni, su bibliotecapozzallo.it. URL consultato il 17 settembre 2015.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]