Villa Malaparte

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Villa Malaparte
Villa Malaparte
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCampania
LocalitàCapri
Coordinate40°32′49.15″N 14°15′32.32″E / 40.546986°N 14.258977°E40.546986; 14.258977
Informazioni generali
Condizioninon aperta al pubblico
CostruzioneAnni 1930
Inaugurazione1943
StileArchitettura razionalista italiana
UsoCasa privata
Piani2
Realizzazione
ArchitettoAdalberto Libera
ProprietarioEredi Curzio Malaparte
CommittenteCurzio Malaparte

Villa Malaparte è un'abitazione privata situata nell'isola di Capri su un irto e stretto promontorio roccioso, che sembra sorgere dal mare. È stata progettata dall'architetto Adalberto Libera come risulta anche dal Pubblico Registro delle Opere protette presso il MIBAC, ma alcune fonti attribuiscono interamente al committente, lo scrittore Curzio Malaparte, la progettazione della Villa [1].
È considerata uno dei capolavori dell'architettura moderna, rappresentando un meraviglioso esempio di integrazione tra modernità razionalista e ambiente naturale.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'amore di Curzio Malaparte per l'isola di Capri risale al 1936 quando, recatosi a far visita all'amico Axel Munthe, ne rimase entusiasta.[2]
Dopo l'acquisto del terreno su Punta Massullo per dodicimila lire, l'amicizia con Galeazzo Ciano, allora Ministro degli affari esteri ed appassionato frequentatore di Capri insieme alla moglie Edda, gli consentì di ottenere la licenza edilizia[3]; la costruzione del complesso, affidata al capomastro Adolfo Amitrano, durò complessivamente due anni, protraendosi dal 1938 al 1940.[4]

La villa venne realizzata secondo le indicazioni dello scrittore che voleva si realizzasse una casa dal carattere forte e solitario[5], proprio come lui si vedeva rappresentato e per questo l'aveva battezzata «Casa come me»,[6][2] è costituita da un grande salone sulle cui pareti si aprono quattro grandi finestre, costruite in modo da offrire in ognuno un panorama diverso. Vi sono poi lo studio, la stanza da letto, un piccolo appartamento per gli ospiti, chiamato l'ospizio e la favorita, la camera da letto della compagna del momento.
Mentre ricorda per la sua semplice struttura le abitazioni locali, possiede note chiaramente razionaliste come il tetto a terrazza con un paravento curvilineo, certi segni della scuola di Le Corbusier. La sua forma di parallelepipedo rotto dalla gradonata, che ampliandosi sale alla terrazza solare della copertura, ha una semplice armonia, che diviene parte delle strutture naturali della roccia e crea un eccezionale ambiente costruito.[7]

Secondo recenti acquisizioni di documenti e lettere[8] il progetto della villa è in realtà interamente attribuibile allo stesso Malaparte; Libera aveva presentato prima della rottura con Malaparte un progetto diverso e mai realizzato. Tutto ciò emerge da lettere dell'architetto viareggino Uberto Bonetti, che si occupò della realizzazione del progetto e che scrive appunto che «la realizzazione materiale dell'edificio è stata effettuata su disegni propri ma dietro Vostro[9] indirizzo estetico e costruttivo: piante, sezioni ecc.» Questo spiegherebbe anche la modestia della parcella presentata da Bonetti, riferita al puro lavoro tecnico-esecutivo.

L'eredità[modifica | modifica wikitesto]

Villa Malaparte
Villa Malaparte, interno

Nel proprio testamento Curzio Malaparte scrisse:[10]

«Mosso da sentimenti di riconoscenza verso il popolo cinese ed allo scopo di rafforzare i rapporti tra Oriente ed Occidente istituisco una fondazione denominata "Curzio Malaparte" al fine di creare una casa di ospitalità, di studio e di lavoro per gli artisti cinesi in Capri»

Gli eredi hanno impugnato il testamento. Ne è nata una battaglia giudiziaria al termine della quale la proprietà è stata attribuita agli eredi i quali hanno in seguito assegnato la proprietà alla Fondazione Ronchi, veste giuridica degli eredi Malaparte e poi acquisita dagli eredi direttamente; Casa Malaparte è oggi una casa privata.[7]

La villa non è aperta al pubblico. Essa, infatti, risulta di proprietà degli eredi dello scrittore.[2]

Nei film[modifica | modifica wikitesto]

La casa appare in molti film, quali Il disprezzo o La pelle.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Alessandra Di Palma, ADALBERTO LIBERA, TRA IDEOLOGIA E MODERNITÀ, su elledecor.com, 5 febbraio 2024.
    «[Libera è] Noto a livello internazionale per la Casa Malaparte a Capri [...] della quale firma il progetto e di cui non è in realtà il vero autore: Curzio Malaparte, proprietario della villa vicinissimo al regime fascista sarà il reale progettista, e Libera non citerà mai la villa tra le sue opere.»
  2. ^ a b c Scrittori, artisti e nobili insediatisi sull'isola, su capri.net.
  3. ^ Curzio Malaparte, su capridream.com, Capri Dream (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2010).
  4. ^ Tito Fiorani, Isole nell'Isola, Edizioni La Conchiglia, p. 71.
  5. ^ Gabriele Agus - Disagus, Villa Malaparte, su disagus.wordpress.com, 4 novembre 2021. URL consultato il 27 gennaio 2022.
  6. ^ a b Annamaria Boniello, Le linee di Casa Malaparte ispirano la nuova collezione Persol Capri Edition., Capri, Capri Press, 13 marzo 2012.
  7. ^ a b Villa Malaparte, su turismocapri.com, Isola di Capri (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2012).
  8. ^ articolo di Stefano Bucci, in Corriere della Sera, 10 luglio 2009, pp. pagina 41.
  9. ^ Riferendosi a Malaparte.
  10. ^ Giuseppe Scaraffia, Processo all'eredità di Kafka, Il Sole 24 Ore, 20 luglio 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sergio Attanasio, " Curzio Malaparte: Casa come me, Punta del Massullo, tel. 160, Capri ", ISBN 978-88-6419-077-8, Arte Tipografica, Napoli 1990
  • V. Savi, J. Bostik, Orfica, surrealistica: Casa Malaparte a Capri e Adalberto Libera, in: «Lotus International» n. 60, 1989, pp. 6–31. leggere l'articolo
  • Marida Talamona, Casa Malaparte, Clup, Milano 1990
  • Giallo Libera-Malaparte, in: «L'Architettura, cronache e storia» n. 443, 9/1992, pp. 594–595.
  • Nicoletta Setola, Casa Malaparte: il cantiere, le tecnologie, i materiali, in "Costruire in laterizio" n. 124, luglio-agosto 2008. leggere l'articolo
  • Curzio Malaparte, Benedetti italiani Vallecchi Editore Firenze, 2005 cap.I
  • M. Ferrari, "Adalberto Libera, casa Malaparte a Capri. 1938-1942". Ilios ed. Bari 2008

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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