Videre nostra mala non possumus, alii simul delinquunt, censores sumus

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Videre nostra mala non possumus, alii simul delinquunt, censores sumus. Locuzione latina del poeta Fedro, il cui significato letterale è: Non possiamo vedere i nostri sbagli ma, non appena gli altri fanno errori simili, facciamo la parte dei giudici.

Il concetto è che è sempre troppo facile trovare i difetti negli altri e nel loro comportamento, mentre non ci passa neanche per la testa di fare prima un'analisi di coscienza e vedere se i nostri difetti non siano più grandi, o più numerosi, di quelli su cui vogliamo ergerci a giudici.

Del resto - stando ai vangeli - anche Gesù diede come insegnamento la frase: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra".

Concetto che in un'altra forma, ma dall'identico significato, fece suo anche il famoso poeta di Castelvecchio, Giovanni Pascoli, che amava spesso ripetere: "L'uomo, per sua natura, è sempre più contento di criticare gli altri che di essere considerato da essi!".

Lo specchio, secondo l'ottica dei falsi moralisti e degli ipocriti, riflette sempre la nostra immagine migliore, mentre per il prossimo che ci circonda è sempre vero il contrario; siamo sempre pronti ad analizzare al microscopio ogni pur piccolo difetto, a volte anche ingigantendolo esageratamente, per il solo gusto sadico e perverso di voler sembrare (non essere) migliori degli altri.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Lingua latina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di lingua latina