Vicariato apostolico di Aleppo

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Vicariato apostolico di Aleppo
Vicariatus Apostolicus Aleppensis
Chiesa latina
Mappa della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
Vicario apostolicoHanna Jallouf, O.F.M.
Vescovi emeritiGeorges Abou Khazen, O.F.M.
Presbiteri39, tutti regolari
320 battezzati per presbitero
Religiosi49 uomini, 161 donne
 
Battezzati12.500
StatoSiria
Parrocchie10
 
Erezione27 giugno 1762
Ritoromano
CattedraleBambin Gesù
IndirizzoB.P. 16137, rue al Fourat, Str. 14, Cité Universitaire, Alep, Syrie
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Siria
L'ex cattedrale latina di Aleppo, dedicata a San Francesco d'Assisi.

Il vicariato apostolico di Aleppo (in latino Vicariatus Apostolicus Aleppensis) è una sede della Chiesa cattolica in Siria immediatamente soggetta alla Santa Sede. Nel 2022 contava 12.500 battezzati. È retto dal vescovo Hanna Jallouf, O.F.M.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il vicariato apostolico estende la sua giurisdizione sui fedeli cattolici di rito latino della Siria.

Sede del vicariato è la città di Aleppo, dove si trova la cattedrale del Bambin Gesù, inaugurata dal cardinale Leonardo Sandri il 15 gennaio 2011.[1] Nella stessa città si trova la chiesa di San Francesco, già cattedrale dal 1937 al 2011.

Il territorio è suddiviso in 10 parrocchie.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

A partire dai primi decenni del XVII secolo alcuni ordini religiosi, in particolare i cappuccini, i carmelitani e i gesuiti, si stabilirono in Siria e ad Aleppo. Diverse furono le conversione al cattolicesimo di rito latino e questo determinò Propaganda Fide a fondare una diocesi ad Aleppo.

Un primo tentativo di erigere un vicariato apostolico avvenne nel 1645. Il 31 luglio 1645 fu nominato vescovo il francescano Giovanni Battista da Dovara, il quale però « conseguita che ebbe una tal dignità, non si curò altrimenti di andare alla sua residenza, nonostante i replicati eccitamenti che n'ebbe dalla S. Congregazione. Né da quel tempo in poi fu pensato a deputare un vescovo latino in quella città ».[2] Il vicariato così morì sul nascere: la giurisdizione sui latini ritornò al custode di Terra Santa, come lo era già in precedenza.

Il vicariato apostolico fu eretto una seconda volta il 27 giugno 1762; papa Clemente XIII nominò il lazarista francese Arnaud Bossu, che era stato vicario apostolico ad Algeri. Nel breve di nomina[3], Bossu riceve il titolo di vicario apostolico di Aleppo, con giurisdizione sugli Europei e sugli orientali di rito latino dei patriarcati di Antiochia e di Gerusalemme, comprensivo dei patriarcati Maronita e Armeno. Il vicario tuttavia non pose la sua residenza ad Aleppo, ma a Antoura in Libano, e non ricevette mai la consacrazione episcopale. Anche in questa occasione il vicariato ebbe vita breve a causa della soppressione dei Gesuiti nel 1773 e della rivoluzione francese che, tra le varie conseguenze, implicò la soppressione di tutti gli ordini religiosi non solo nella madrepatria, ma anche nelle terre di missione.

Dopo il congresso di Vienna, Propaganda Fide restaurò il vicariato apostolico nel 1817, col nome di vicariato apostolico di Siria, Egitto, Arabia e Cipro. Esso aveva giurisdizione su gran parte delle missioni cattoliche delle regioni centro-meridionali dell'impero ottomano, e precisamente: Siria, Libano, Cipro, Palestina, penisola Arabica, Egitto, Abissinia (Etiopia ed Eritrea) e Nubia (Sudan). Comprendeva inoltre la parte centro-meridionale dell'Anatolia, comprensiva delle città di Antiochia (Antakya) e Alessandretta (İskenderun).

Nel 1839 cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione del vicariato apostolico di Egitto e Arabia (oggi vicariato apostolico di Alessandria d'Egitto) e della prefettura apostolica di Abissinia (oggi soppressa), e contestualmente assunse il nome di vicariato apostolico di Aleppo.

Il 4 ottobre 1847 cedette la Palestina, Cipro ed i territori corrispondenti all'attuale Giordania per il ripristino del patriarcato di Gerusalemme dei Latini.

Con la fine dell'impero ottomano, la nascita dell'odierna Turchia (1923) e soprattutto con il passaggio dell'Hatay dalla Siria alla Turchia (1938), in forza delle bolle di papa Pio XII Ad maius christifidelium del 5 ottobre 1939 e Quo sacrorum del 9 dicembre 1939, il vicariato apostolico di Aleppo perse i territori turchi passati al vicariato apostolico di Istanbul.

Il 4 giugno 1953 cedette un'altra porzione di territorio a vantaggio dell'erezione del vicariato apostolico di Beirut. Da questo momento il vicariato apostolico di Aleppo corrispondente geograficamente al territorio della sola repubblica araba di Siria. Solo a partire da quest'ultima modifica territoriale, i vicari apostolici hanno residenza stabile ad Aleppo, preferendo in precedenza risiedere in Libano.

I vicari apostolici sono membri di diritto della Conferenza dei vescovi latini nelle regioni arabe.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Il vicariato apostolico nel 2022 contava 12.500 battezzati.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 15.691 4.200.000 0,4 10 5 5 1.569 417 1.389 18
1970 143.000 6.000.000 2,4 37 37 3.864 49 210 9
1980 8.200 ? ? 34 34 241 42 217 9
1990 12.500 ? ? 39 39 320 47 227 10
1999 10.000 ? ? 41 41 243 57 204 10
2000 10.000 ? ? 39 39 256 57 194 10
2001 10.000 ? ? 40 40 250 56 186 10
2002 10.000 ? ? 39 39 256 55 198 10
2003 12.000 ? ? 41 41 292 57 195 10
2004 12.000 ? ? 41 41 292 56 192 10
2010 13.000 ? ? 36 36 361 52 183 10
2014 13.000 ? ? 38 38 342 46 197 10
2017 12.800 ? ? 36 36 355 36 162 10
2020 12.300 ? ? 39 39 315 41 161 10
2022 12.500 ? ? 39 39 320 49 161 10

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nota informativa Archiviato il 26 agosto 2014 in Internet Archive. sull'inaugurazione della cattedrale.
  2. ^ Lemmens, op. cit., p. 300
  3. ^ Pro commissa nobis in Iuris pontificii de propaganda fide, IV, p. 80.
  4. ^ Già amministratore apostolico dal 28 giugno 1967.
  5. ^ Già amministratore apostolico dal 15 aprile 2013.
  6. ^ Dal 29 giugno 2022 al 17 settembre 2023, giorno della presa di possesso di Hanna Jallouf, O.F.M., fu amministratore il presbitero Raimondo Girgis, O.F.M.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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