Utente:Zsofi.nagy

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Il monte San Gerardo


Il monte San Gerardo (Blocksberg in tedesco) è un’altura di 235 metri sulla riva destra del Danubio, nella circoscrizione I. e XI. di Budapest. Le sue rocce ripide sul Danubio e il panorama di Pest dalla sua vetta sono uno spettacolo affascinante. È anche detto“la pietra preziosa di Budapest”. Dal 1987 fa parte del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

La sua posizione[modifica | modifica wikitesto]

Il Monte San Gerardo appartenente alla montagna di Buda si trova per la maggiorparte nel distretto XI di Budapest, mentre la sua parte più piccola, a nord, appartiene al distretto I. È limitato ad oriente dal Danubio, a sud-ovest dal monte di Sas, a nord-ovest dal monte Nap, ed a nord dal monte Vár. Ai suoi piedi dal lato nord-orientale si trova il ponte di Elisabetta, e al sud-orientale il ponte della Libertà.

La sua formazione[modifica | modifica wikitesto]

Un blocco di rupe sopra il Danubio con 139 metri è una parte della catene di Sud-Buda, la cui materia è il cosidetto dolomite formato nel tardo trias, ma i cui monti si alzarono più tardi durante la pleistocene, e si frantumarono qui lungo la line di faglia tettonica. Anche le fonti termali di Buda si formarono grazie alle faglie. Le grotte del monte San Gerardo furono erose dall’acqua calda e dalle faglie. Forse la più conosciuta è la grotta di Santo Stefano che parzialmente è allargata artificialmente ed oggi dà luogo alla cappella dell’ordine Pálos.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I celti[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la testimonianza dei reperti archeologici già i celti costituirono una colonia sulla parte più alta e sul versante settentrionale del monte. Gli archeologici ritengono probabile che questa città fortificata da una trincea e i paesaggi circonstanti fosseroabitati dal clan evariscus. Grazie alla roccia ripida si poteva facilmente difendere il villaggio. Il valore del luogo aumentava anche per la presenza di una restrizione del Danubio, in cui si poteva creare un porto fluviale e di guado. Le vie commerciali più importanti percorrevano questo guado.

Sulle terazze formate sul versante accanto alle case costruirono anche officine per la fusione del bronzo e botteghe di pentolai con forni per la fabbricazione dei piatti. In alcune case gli archeologici trovarono anche macinini manuali, forni e fornelli fatti in argilla.

In seguito alla conquista romana nel I. secolo gli abitanti si stabilirono sul monte ben difeso per evitare le eventuali insurrezioni degli assoggettati. Da questi popoli venne formata la civitas Eraviscorum, l’unità amministrativa. Poi appartenevano al territorio della città d’Aquincum. Allo sviluppo economico contribuirono gli eravischi soprattutto con la loro industria di sviluppati pentolai, che all’inizio fecero una lega tra le forme celtiche e lo stile romano, mentre in seguito si adattarono alle esigenze dell’accampamento e al cambiamento della moda, perdendo le forme originali.

L’epoca arpadiana[modifica | modifica wikitesto]

Nell’epoca arpadiana il monte si chiamò monte di Pest oppure monte di Kelen. La parola pest, di origine slava e di significato “forno” fu probabilmente la grotta e il lago termale dentro al monte, invece secondo alcuni le fornace da calce. Così ha ricevuto il suo nome della città di Pest, di fronte al monte, dall’altra parte del Danubio.

Secondo la leggenda nel 1046 il vescovo missionario Gerardo fu spinto giù dal lato roccioso danubiano del monte (secondo alcuni fonti in botte, altri dicono sul carretto) dagli ungheresi pagani. Nonostante il contenuto della verità della leggenda sia dubbiosa, dal XV secolo si cominciò a chiamare il monte come monte San Gerardo. Il re Luigi II partì con i suoi soldati dal campo sotto il monte San Gerardo al campo di battaglia.

XVI secolo[modifica | modifica wikitesto]

Durante la dominazione turca al posto della cappella sulla cima costruirono una fortezza di legno. I turchi ai piedi del monte crearono bagni la cui acqua proveniva dalle sorgenti termali.

XVII-XVIII secolo[modifica | modifica wikitesto]

Nel XVII secolo secondo i processi contro le streghe il monte fungeva da posto delle ridde delle streghe e delle riunioni delle streghe. Anche la marcia delle streghe osservata in altri regioni si chiamava “marcia su San Gerardo”.

XIX secolo[modifica | modifica wikitesto]

All’iniziazione del paladino Giuseppe al posto della fortezza di legno di una volta tra 1813 e 1815 costruirono l’osservatorio dell’università trasferita da Nagyszombat a Buda, che nel 1849 durante l’assedio di Buda venne distrutto.

Nel 1851 Haynau fece costruire la Cittadella. Dopo il Compromesso del 1867 il carattere di fortezza della Cittadella cessò definitivamente. Fino a questo punto il lato del monte fu coperto di vigne, questo territorio fece parte del famoso vigneto di Buda. Invece alla fine del XIX secolo a causa della filossera la vigna venne totalmente streminata. Sui fianchi resi inservibili del monte iniziarono a costruire in quel tempo.

Dal XX secolo fino ai nostri giorni[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni ’20 cominciarono a creare dei parchi e giardini sui versanti del monte e a costruirvi passeggiate. Al lato sud si trova la grotta di Santo Stefano, in cui sul modello della grotta francese Lourdes hanno formato una cappella da roccia. La chiesa da roccia di San Gerardo fu donata all’unico ordine di fondazione ungherese, all’ordine Pálos. Sulla roccia sopra all’ingresso nel 1936 innalzarono una croce di legno illuminata. Questa venne buttata a terranel 1951 durante il regime Rákosi, che fece anche chiudere e murare la chiesa.

Nel 1989, dopo il cambiamento di regime, l’ordine Pálos riebbe il santuario. Nel 1992 demolirono il muro che barricava la chiesa. In questo tempo sorgeva il pensiero della restaurazione della croce distrutta. La nuova croce fu progettata da un architetto, András Pomsár, infine nel 2001 fu innalzata.

Il parco del giubileo sulle chine sud-occidentalifu realizzato nel 1965 per il decimo anniversario dell’assunzione del potere communista.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. Szülőföldünk, Budapest, Tankönyvkiadó, 1975.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]