Utente:Zanekost/Sandbox/Iconografia di sant'Antonio da Padova (appunti)

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L'iconografia di Sant'Antonio da Padova è quanto mai vasta data la grande popolarità di cui godeva già in vita, la conseguente immediata canonizzazione e l'importanza assegnatagli dall'orine francescano oltre alla successiva ulteriore diffusione del culto. Pur tuttavia l'immagine figurata non ha alcuna precisa corrispondenza con un modello reale dell'uomo. Viene rappresentato come un giovane preferibilmente senza barba, talvolta con una barba rada e solo agli inizi con una corporatura massiccia come vien descritto nella Vita prima, la cosiddetta «Assidua», compilata poco dopo la scomparsa[1]. E d'altra parte l'autore di questo testo rimase attento a quanto riguardava la spiritualità di Antonio, ed omise qualsiasi altro riferimento all'aspetto fisico dopo averlo citato come homo corpulentia quadam naturali, considerando la materialità quasi distraente dal vero messaggio della Vita[2]. La ricognizione sui resti 1981, in occasione del 750º anniversario della morte del santo, hanno invece rivelato una struttura del teschio stretta e schiacciata. In effetti l'anonimo autore della Vita aveva conosciuto Antonio nel periodo in cui questi soffriva di idropisia, malattia che gli conferiva un aspetto gonfio[3]. Giotto, probabilmente più vicino questa prima tradizione francescana, lo rappresenta di conseguenza piuttosto robusto sia nella chiesa superiore della basilica di Assisi che successivamente nella cappella Bardi in Santa Croce a Firenze nelle scene dell'Apparizione miracolosa di San Francesco al capitolo di Arles[4]. Anche l'immagine posta su di un pilastro del coro della basilica di Padova lo presenta glabro e corpulento. Sebbene questa venga tradizionalmente considerata come il solo vero ritratto del santo, il fatto risulta decisamente improbabile dato che il dipinto, nonostante sia stato modificato da moltissimi restauri, risulta assegnabile ad un anonimo maestro post-giottesco del trecento inoltrato, quindi molto dopo la morte del santo[5]. Molto presto si impose la rappresentazione di Antonio con un fisico più magro, considerato più appropriato ad un asceta, come nel modello fisionomico canonizzato da Donatello per l'Arca del Santo nell'esatta metà del Quattrocento[6].

A prescindere dall'immagine realistica della persona vi è stato un moltiplicarsi di figurazioni sia con numerosi e diversi attribuiti legati alle virtù assegnategli sia ai numerosi prodigi e miracoli attribuitigli oltre che agli episodi della sua vita. Fino a quasi tutto il Quattrocento nell'area settentrione italiano venne rappresentato con gli attributi del giglio – per la su purezza – e del libro – per la sua profonda conoscenza delle scritture – simboli peraltro comuni anche ad altri santi. In Toscana, in Umbria e nel Lazio lo presentarono con una fiamma o il cuore nella mano a simboleggiare la sua fede ardente. L'uso della croce come attributo ed la presenza del Bambino apparvero un po' più tardi: la croce come presenza saltuaria, il Bambino indissolubilmente collegato ad Antonio[7]. Accanto all'immagine del Bambino ebbe una notevole espansione la rappresentazione dei vari miracoli di Antonio fino a far prevalere l'immagine di santo taumaturgo piuttosto che quella di grande predicatore[8].


Gli inizi: sant'Antonio teologo e predicatore[modifica | modifica wikitesto]

San Fermo, Verona (posizione lunetta, atteggiamento oratoriale)[9]

San Francesco, Gubbio

Mosaici commissionati da Niccolò IV in San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore "nuovi apostoli"[10]

I diversi attributi di Sant'Antonio[modifica | modifica wikitesto]

cambiare tutto

Scomparti di polittici e di affreschi[modifica | modifica wikitesto]

[da notare che Crivelli e Belllini propendono ancora per un fisico più robusto]

Pale dedicate esclusivamente al santo e altri dipinti devozionali[modifica | modifica wikitesto]

[il più delle volte che medita sulle scritture]

Sacre conversazioni[modifica | modifica wikitesto]

[talvolta più confidente]

(immagine)

L'apparizione del Bambino Gesù[modifica | modifica wikitesto]

L'iconografia del santo più frequente è quella con Gesù bambino, il giglio bianco, il libro e talvolta il crocifisso, diffusa spesso anche nella statuaria popolare. Al soggetto vengono imposti indifferentemente i titoli di Visione di Sant'Antonio da Padova, Apparizione del Bambino a Sant'Antonio da Padova, Sant'Antonio da Padova col Bambino o semplicemente Sant'Antonio da Padova. Indifferentemente dal titolo dato, il punto focale dell'apparizione del Bambino, in riferimento al miracolo avvenuto secondo la tradizione nell'eremo di Camposampiero, è illustrato in diverse varianti, fino alla semplice figurazione di Antonio con il bambino tra le braccia, senza altri attributi, o nella più complessa variazione di una Sacra conversazione in cui la Vergine affida il Bambino tra le braccia del santo.

[NB in alcuni casi il Bambino diventa un attributo simbolico]

[in realtà le prime rappresentazioni comprendono Maria e non sono esclusiva di antonio ma anche di francesco]

[riferimenti prodigio[11]]

Juan de Nalda, attribuito.

Sant'Antonio col Bambino che appare sul libro[modifica | modifica wikitesto]

Visione con angeli[modifica | modifica wikitesto]

rappresentazioni volte a sottolineare l'aspetto più mistico e soprannaturale

Jusepe de Ribera

Visione di Sant'Antonio con il Bambino che appare nel cielo[modifica | modifica wikitesto]

rappresentazioni volte a sottolineare l'aspetto più mistico e soprannaturale

Antoni Viladomat i Manalt

Visione di Sant'Antonio con il Bambino tra le braccia[modifica | modifica wikitesto]

Bernardo Strozzi

Visione di Sant'Antonio con il Bambino tra le braccia senza il libro[modifica | modifica wikitesto]

Tra apparizione e Sacra conversazione[modifica | modifica wikitesto]

parziale ripresa dell'iconografia precedente

Juan de Valdés Leal

Visione di Sant'Antonio con il Bambino tra le braccia davanti alla Vergine Maria[modifica | modifica wikitesto]

Apparizione della Madonna col Bambino a sant'Antonio da Padova[modifica | modifica wikitesto]

Ulteriori variazioni[modifica | modifica wikitesto]

Vita e miracoli di sant'Antonio[modifica | modifica wikitesto]

Cicli pittorici[modifica | modifica wikitesto]

[diffuso nelle chiese francescane]

Miracoli rappresentati isolatamente[modifica | modifica wikitesto]

Miracolo della mula (o dell'asina)[modifica | modifica wikitesto]

Miracolo del piede risanato o del figlio pentito[modifica | modifica wikitesto]

Predica ai pesci[modifica | modifica wikitesto]

[Altri miracoli][modifica | modifica wikitesto]

[apparizione al besto Belludi]

Gloria di Sant'Antonio e altre rappresentazioni[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) George Kaftal, Saints in Italian art, Iconography of the saints in tuscan painting, Firenze, Sansoni, 1952.
  • (EN) George Kaftal, Saints in Italian art, Iconography of the saints in central and south italian schools of painting, Firenze, Sansoni, 1965.
  • (EN) George Kaftal e (in collaborazione) Fabio Bisogni, Saints in Italian art, Iconography of the saints in the painting of north east Italy, Firenze, Sansoni, 1978.
  • (EN) George Kaftal e (in collaborazione) Fabio Bisogni, Saints in Italian art, Iconography of the saints in the painting of north west Italy, Firenze, le Lettere, 1985.
  • (FR) Louis Réau, L'art chrètien, III, Iconographie des saints - A-F, Parigi, Presses universitaires de France, 1958.
  • Maria Letizia Casanova, Antonio di Padova – Iconografia, in Bibliotheca Sanctorum, II, Roma, Città nuova, 1990 [prima edizione 1962], pp. 179-186.
  • Vergilio Gamboso (a cura di), Vita prima di S. Antonio o «assidua» (c. 1232), Padova, Il Messaggero, 1981.
  • Camillo Semenzato, Sant'Antonio in settecentocinquant'anni di storia dell'arte, Padova, Banca Antoniana di Padova e Trieste, 1981.
  • (EN) Edwin Buijsen, The Iconography of St. Antony of Padua in Flemish Art up to the Counter-Reformation, in Il Santo – Rivista antoniana di storia dottrina arte, XXIX, n. 1-2, Padova, Centro studi antoniani, 1989, pp. 3-28.
  • Bourdua Louise, Committenza francescana nel Veneto, in Mauro Lucco (a cura di), La pittura nel veneto, il Trecento, Milano, Electa, 1992, pp. 463-479.
  • AA. VV., La Basilica del Santo – Storia e Arte, Roma, De Luca, 1994.
  • Vergilio Gamboso (a cura di), Libro dei miracoli di sant'Antonio, Padova, Messaggero, 1999.
  • Aldo Sari, L'iconografia di S. Antonio di Padova dalle origini ai nostri giorni, in Biblioteca Francescana Sarda – Rivista di cultura della provinci dei Frati Minori Conventuali, n. 9, 2000, pp. 123-256.
  • Leo Andergassen, L’iconografia di sant'Antonio di Padova dal XIII al XVI secolo in Italia, Padova, Centro Studi Antoniani, 2016.
  • Salvatore Ruzza, La Basilica di sant'Antonio – itinerario artistico e religioso, Padova, Centro Studi Antoniani, 2016.
  • AA. VV., Antonio di Padova e le sue immagini – atti del 44º Convegno internazionale – Assisi, 13-15 ottobre 2016, Spoleto, Fondazione Centro italiano di studi sull'alto Medioevo, 2017.
  • Leonardo Di Ascenzo, Alla scoperta della Scoletta del Santo – guida storico-agiografica illustrata, Padova, Messaggero, 2017.
  • Luca Baggio e Luciano Bertazzo (a cura di), Padova 1310 – percorsi nei cantieri architettonici e pittorici della Basilica di sant'Antonio, Padova, Centro Studi Antoniani, 2012.
***verificare[modifica | modifica wikitesto]
  • *** SFV AA. VV., I volti antichi e attuali del Santo di Padova – colloquio interdisciplinare su L'immagine di s. Antonio, Padova, Messaggero, 1980.
  • *** SFV Giovanni Gorini (a cura di), S. Antonio, 1231-1981 – il suo tempo, il suo culto e la sua città – Sala della Ragione, Sale dei chiostri del Santo, giugno-novembre 1981, Padova, Signum.
  • *** SFV Margaret Binotto (a cura di), Ritratti per un santo, Centro Studi Antoniani, 1995.
  • *** ??? Kristina Herrmann Fiore , La predica di sant'Antonio ai pesci: Paolo Veronese: spunti di riflessione per una rilettura del dipinto restaurato, Galleria Borghese, Roma 2001.
  • AA. VV., Le sculture del Santo di Padova, a cura di Giovanni Lorenzoni, Vicenza, Neri Pozza, 1984.
  • AA. VV., Le pitture del Santo di Padova, a cura di Camillo Semenzato, Vicenza, Neri Pozza, 1984.
***citare solo in nota[modifica | modifica wikitesto]
  • Laura Russo, Santa Maria in Aracoeli, Roma, De Rosa, 2007.
  • Federico Zeri, Un'errata attribuzione al Semitecolo (e una rara iconografia di sant'Antonio da Padova), in Scritti in onore di Giuliano Briganti, Milano, Longanesi & C., 1990, pp. 37-42.
  • Roberta Alessandrini, S. Francesco di Treviso, in Il Santo - Rivista antoniana di storia dottrina arte, XXX, n. 2-3, Padova, Centro studi antoniani, 1990, pp. 239-274.
  • Filippo Pedrocco e Massimo Gemin, Giambattista Tiepolo – i dipinti, opera completa, Venezia, Arsenale, 1993.
  • Gian Paolo Marchini, San Fermo Maggiore, Verona, Banca Popolare di Verona, 1981.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ P.e. vetrata e nella scena San Francesco appare al Capitolo di Arles' nella chiesa superiore di Assisi e nella cappella Bardi di Santa croce entrambi di Giotto Dominique Rigaux, Sant'Antonio da Padova, su Enciclopedia dell'Arte Medievale, Treccani, 1991. URL consultato il 3/4/2019.
  2. ^ Gamboso in Assidua, pp. 89-91.
  3. ^ Andergassen 2016, pp. 37-38
  4. ^ Semenzato 1981, p. 32 e tavv. I, II.
  5. ^ Semenzato 1981, p. 32 e tav. III.
  6. ^ Semenzato 1981, p. 35.
  7. ^ Semenzato 1981, pp. 34, 35.
  8. ^ Semenzato 1981, pp. 35, 36.
  9. ^ Tiziana Franco, Note sull'iconografia antoniana nei primi del Trecento, in Immagini 2016, pp. 286-287.
  10. ^ Tiziana Franco, Note sull'iconografia antoniana nei primi del Trecento, in Immagini 2016, p. 289.
  11. ^ Gamboso 1999, pp. 39-40
  12. ^ Laura Russo, Santa Maria in Aracoeli, Roma, De Rosa, 2007, p. 67.


[[Categoria:Iconografia cristiana]]