Utente:Tenebroso/Sandbox1

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Fr:François de Sales

Francesco fu il figlio primogenito del signore di Boisy, nobile di antica famiglia savoiarda e ricevette una raffinata educazione. Il padre, che voleva per lui una carriera giuridica, lo mandò all'Università di Padova, dove Francesco si laureò, ma dove decise di divenire sacerdote. Ordinato il 18 dicembre 1593, fu inviato nella regione del Chiablese, dominata dal Calvinismo, e si dedicò soprattutto alla predicazione, prediligendo il metodo del dialogo: inventò i cosiddetti «manifesti», che permettevano di raggiungere anche i fedeli più lontani. San Francesco di Sales, vescovo di Ginevra e dottore della Chiesa, è il più importante e celebre santo della Savoia.

È stato proclamato santo nel 1665 da papa Alessandro VII ed è uno dei dottori della Chiesa.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia[modifica | modifica wikitesto]

Francesco di Sales studente a Parigi all'età di 12 anni

Francesco nacque il 21 agosto 1567 in Savoia nel castello di Sales presso Thorens, primogenito dei sei figli di François de Sales, signore di Sales, Boisy e Novel, e di Françoise de Sionnaz, unica figlia del signore Melchior de Sionnaz. Il padre di Francesco servì come ufficiale nell'esercito di re Francesco I di Francia.

Il 28 agosto 1567, giorno del suo battesimo, gli fu dato il nome Francesco in onore del santo di Assisi[B 1]. Fino al 1569 fu allevato da una balia[A 1] · [B 2]; per i successivi 6 anni fu educato da parenti cattolici che avevano per lui grandi progetti[B 3] e lo fecero addestrare come cavaliere e a maneggiare le armi[B 4].

Dal 1573 al 1575 studiò al collegio ducale di Plain-Château, a La Roche-sur-Foron[B 5]. Nel 1575 entrò al collegio fondato da Eustace Chapuys ad Annecy, dove imparò il francese e incontrò alcuni membri dell'aristocrazia locale[B 6]. A 10 anni ricevette la prima comunione e la confermazione[A 2] · [B 7]; a 11 chiese per la prima volta di essere ordinato prete, ma ciò gli fu impedito perché i suoi parenti non lo consideravano ancora maturo.

Il periodo di studi a Parigi[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1578, terminati gli studi al collegio di Annecy, Francesco fu mandato a studiare a Parigi dal padre[Note 1], il quale lo voleva magistrato. Proseguì quindi gli studi al collège de Clermont (collegio gesuita, rinominato in seguito lycée Louis-le-Grand da Luigi XIV), sotto la supervisione di Jean Déage, precettore suo e di tre dei suoi cugini[B 8]. In questo periodo imparò la retorica, il latino, il greco antico, l’ebraico, la storia, la musica, la filosofia e la teologia[A 3] · [B 9]. A quest'ultima materia Francesco si appassionò molto, studiando le opere di sant'Agostino e san Tommaso d'Aquino e interessandosi particolarmente ai temi della grazia e della predestinazione[B 10]. Lo studio degli scritti del teologo riformato Giovanni Calvino - il quale, per giustificare la sua dottrina sulla predestinazione, si basava proprio su sant'Agostino e san Tommaso - lo portarono a credere di essere predestinato all'inferno[B 11]. Con questa preoccupazione trascorse il periodo che va dal dicembre del 1586 al gennaio del 1587[B 10], fin quando se ne sentì liberato dopo aver pregato nella chiesa domenicana di Saint-Etienne-des-Grès davanti a una statua della vergine Maria[B 12]; a quel punto fece voto di fronte alla Vergine di vivere la sua vita in castità, preghiera e penitenza. Continuò poi gli studi fino a conseguire la laurea nella primavera del 1588[B 13].

Vetrata di una chiesa raffigurante l'episodio in cui Francesco di Sales fa voto di castità, preghiera e penitenza alla statua della Madonna

Studi in Italia e ritorno in Savoia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo sei anni di assenza, nel 1588 Francesco tornò in Savoia, accompagnato dal suo precettore e dal fratello Gallois, allo scopo di proseguire gli studi in Italia[B 13][B 14]. Nell'autunno dello stesso anno giunse a Padova, dove era presente una delle più prestigiose università d'Europa[B 13] · [A 4].

Studiò giurisprudenza per far piacere al padre e, come rivelerà a un suo amico, studiò teologia per "far piacere a se stesso"[B 15]. Completò lo studio delle opere di sant'Agostino e san Tommaso d'Aquino insieme a quelle di san Girolamo e di Giovanni Crisostomo[B 16], interessandosi ancor di più al rapporto tra libero arbitrio e grazia divina e al concetto di predestinazione[B 16]. Mantenendo uno stile di vita austero, su consiglio del padre gesuita Antonio Possevino intraprese gli esercizi spirituali. In questo periodo cadde gravemente malato e credendo di essere in punto di morte chiese che il suo corpo fosse donato alla scienza[1], ma ben presto guarì. Nel 1592 completò la sua formazione e ricevette con grande lode il berretto dottorale. Poco dopo cominciò un viaggio attraverso l'Italia che lo porterà a Loreto, Roma e Venezia[A 5].

Per il ritorno del figlio in Savoia, il settantenne padre di Francesco aveva acquistato delle terre da donargli facendolo diventare signore di Villaroger[B 17] e gli aveva scelto una ragazza con la quale sperava si fidanzasse. Francesco però non si dimostrò interessato a lei[B 18] e confidò ad amici dei suoi parenti di essere intenzionato a farsi prete[B 19]. Le 14 octobre 1592, François Empereur, prévôt du chapitre de Genève meurt[B 19]. Ce poste était le plus élevé dans la hiérarchie ecclésiale, des prêtres amis de François cherchent alors à faire nommer François comme chapelain à Rome, à l'insu de tous[B 19]. Cependant son père demande à François de s'inscrire comme avocat au barreau de Chambéry, avec pour ambition pour son fils qu'il devienne sénateur. François obéit et s'inscrit au barreau le 24 novembre 1592[B 19] · [2]. François est nommé sénateur du fait de la faveur du Duc à 24 ans, au lieu des 30 ans nécessaires, mais François refuse cet honneur[B 20].

Il fait alors savoir à son père qu'il a une autre ambition, celle de devenir religieux le 9 mai 1593[B 21]. C'est alors que Claude de Granier, évêque de Genève au nouveau siège d'Annecy, à la suite de l'expulsion par les Calvinistes, dès 1536, obtient pour François, de sa propre initiative, la position de prévôt du chapitre de Genève à Annecy, un poste qui dépend du pape[B 20]. C'était l'office le plus élevé dans le diocèse, son père appuie alors le départ de François.

Il revêt la soutane le 10 mai 1593, le 11 il devient chanoine d'Annecy, le 13 il renonce à son droit d'aînesse, ainsi qu'à son titre de seigneur de Villaroget[B 22]. Il se retire alors au Château de Sales, jusqu'au 7 juin 1593, où il doit lutter contre des doutes et des tentations contre le sacerdoce[B 23]. Il reçoit les ordres du diaconat et sous-diaconat le 11 juin 1593[B 24]. Il entreprend alors la visite des malades, des prisonniers, participe aux offices, au point que certains lui reprochent de trop agir[B 24]. Le 18 décembre 1593, il devient prêtre et est alors prévôt de Genève[B 25].


Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Ricevette sin dalla più tenera età un'accurata educazione, coronata dagli studi universitari di giurisprudenza a Parigi e a Padova. Qui ricevette con grande lode il berretto dottorale e ritornato in patria fu nominato avvocato del Senato di Chambéry. Ma sin dalla sua frequentazione accademica erano iniziati a emergere i suoi preminenti interessi teologici, culminati poi nelle scoperta della vocazione sacerdotale, che deluse però le aspettative paterne. Nel 1593 ricevette l'ordinazione presbiterale e il 21 dicembre celebrò la sua prima Messa. Fu sacerdote zelante e instancabile lavoratore. Visti gli scarsi frutti ottenuti dal pulpito, si diede alla pubblicazione di fogli volanti, che egli stesso faceva scivolare sotto gli usci delle case o affiggeva ai muri, meritandosi per questa originale attività pubblicitaria il titolo di santo patrono dei giornalisti e di quanti diffondono il cristianesimo servendosi dei mezzi di comunicazione sociale. Ma anche quei foglietti, che egli cacciava sotto le porte delle case, ebbero scarsa efficacia.

Predicazione a Ginevra[modifica | modifica wikitesto]

Spinto da un enorme desiderio di salvaguardare l'ortodossia cristiana, mentre imperversava la riforma calvinista, Francesco chiese volontariamente udienza al vescovo di Ginevra affinché lo destinasse a quella città, simbolo supremo del calvinismo e massima sede dei riformatori, per la difficile missione di predicatore cattolico. Stabilitosi a Ginevra, non si fece remore a discutere di teologia con i protestanti, ardendo dal desiderio di recuperare quanti più fedeli alla Chiesa cattolica. Il suo costante pensiero era rivolto inoltre alla condizione dei laici, preoccupato di sviluppare una predicazione e un modello di vita cristiana alla portata anche delle persone comuni, immerse nella difficile vita quotidiana. Proverbiali divennero i suoi insegnamenti, pervasi di comprensione e di dolcezza, permeati dalla ferma convinzione che a supporto delle azioni umane vi fosse sempre la provvidenziale presenza divina. Molti dei suoi insegnamenti sono infatti intrisi di misticismo e di nobile elevazione spirituale. I suoi enormi sforzi e i grandi successi ottenuti in termini pastorali gli meritarono la nomina a vescovo coadiutore di Ginevra già nel 1599, a trentadue anni di età e dopo soli sei anni di sacerdozio.

Episcopato[modifica | modifica wikitesto]

Dopo altri tre anni divenne vescovo a pieno titolo e si spese per l'introduzione nella sua diocesi delle riforme promulgate dal Concilio di Trento. La città rimase comunque nel suo complesso in mano ai riformati e il novello vescovo dovette trasferire la sua sede nella cittadina savoiarda di Annecy, sulle rive del lago omonimo. Fu direttore spirituale di San Vincenzo de' Paoli. Nel corso della sua missione di predicatore, nel 1604, conobbe a Digione la nobildonna Giovanna Francesca Frémiot, vedova del barone de Chantal, con la quale iniziò una corrispondenza epistolare e una profonda amicizia che sfociarono nella fondazione dell'Ordine della Visitazione.

«Se sbaglio, voglio sbagliare piuttosto per troppa bontà che per troppo rigore».

In questa affermazione di Francesco di Sales sta il segreto della simpatia che egli seppe suscitare tra i suoi contemporanei.

Le opere letterarie[modifica | modifica wikitesto]

Il duca di Savoia, dal quale Francesco dipendeva politicamente, sostenne l'opera dell'inascoltato apostolo con la maniera forte, ma non addicendosi l'intolleranza al temperamento del santo, quest'ultimo preferì portare avanti la sua battaglia per l'ortodossia con il metodo della carità, illuminando le coscienze con gli scritti, per i quali ha avuto il titolo di dottore della Chiesa. Le sue principali opere furono dunque Introduzione alla vita devota (Filotea) e Trattato dell'amore di Dio, testi fondamentali della letteratura religiosa di tutti i tempi. Quello dell'amore di Dio fu l'argomento con il quale convinse i recalcitranti ugonotti a tornare in seno alla Chiesa Cattolica.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

L'11 dicembre 1622 a Lione ebbe l'ultimo colloquio con la sua penitente e qui morì per un attacco di apoplessia il 28 dicembre dello stesso anno, nella stanzetta del cappellano delle Suore della Visitazione presso il monastero. Il 24 gennaio 1623 la salma fu trasportata ad Annecy e posta alla venerazione dei fedeli nella basilica della Visitation, sulla collina adiacente alla città; in seguito venne sepolto nella chiesa a lui dedicata nel centro della città.
Il suo cuore incorrotto si trova nel Monastero della Visitazione a Treviso.

Memoria liturgica[modifica | modifica wikitesto]

Il Martyrologium Romanum riporta la sua commemorazione nell'anniversario della morte, cioè al 28 dicembre, ma per l'inopportuna coincidenza con il tempo di Natale, il calendario liturgico della Chiesa universale ha fissato la sua memoria obbligatoria al 24 gennaio, anniversario della traslazione delle reliquie.

Influenza sulla cultura del seicento francese ed europeo[modifica | modifica wikitesto]

San Francesco di Sales, considerato quale padre della spiritualità moderna, ha influenzato le maggiori figure non solo del grand siècle francese, ma anche di tutto il Seicento europeo, riuscendo a convertire al cattolicesimo addirittura alcuni esponenti del calvinismo. Francesco di Sales a ragione può essere considerato uno dei principali rappresentanti dell'umanesimo devoto di tipica marca francese. Fu un vescovo santo, innamorato della bellezza e della bontà di Dio.

È infine doveroso ricordare come al suo nome si siano ispirate parecchie congregazioni, tra le quali la più celebre è indubbiamente la Famiglia Salesiana fondata da San Giovanni Bosco, la cui attenzione si rivolge più che altro alla crescita ed all'educazione delle giovani generazioni, con un'attenzione tutta particolare alla cura dei figli delle classi meno abbienti.

A Thonon fondò la sezione locale della Congregazione dell'Oratorio. Francesco attraverso l'Oratorio svolse un'intensa attività apostolica, convinto che la "santità" era impegno di tutti i cristiani e non solo di quelli consacrati.

È considerato il "San Carlo piemontese" in quanto il culto di San Francesco si sviluppò in Piemonte quanto il culto di San Carlo Borromeo si sviluppò in Lombardia. San Francesco di Sales è il patrono del Piemonte e della comunità sorda.

Il culto[modifica | modifica wikitesto]

Fu beatificato tra il 1661 e il 1662 e canonizzato nel 1665 dalla Chiesa Cattolica con Papa Alessandro VII e poi, con Papa Pio IX, nel 1877 lo proclamò Dottore della Chiesa.

Viene considerato una delle grandi figure della Controriforma e della mistica cattolica francese.

Il 26 gennaio 1923 in occasione del III centenario della morte papa Pio XI lo commemorò con l'enciclica Rerum Omnium Perturbationem, con cui lo proclamò "Patrono dei giornalisti" e di "tutti quei cattolici che, con la pubblicazione o di giornali o di altri scritti illustrano, promuovono e difendono la cristiana dottrina". Si ricorda, infatti, che il santo, non soddisfatto della risposta che avevano le sue prediche dal pulpito, si ingegnò a pubblicare fogli volanti, che poi affiggeva ai muri o faceva scivolare sotto le porte delle case. È patrono degli scrittori assieme a San Giovanni Evangelista, Santa Teresa d'Avila e San Cassiano di Imola[3][4].

San Francesco di Sales è patrono anche del Terz'Ordine dei Minimi, di cui entrò a far parte nel 1617.

Il miracolo per la canonizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Ai fini della canonizzazione la Chiesa cattolica ritiene necessario un secondo miracolo, dopo quello richiesto per la beatificazione: nel caso del beato Francesco di Sales, ha ritenuto miracoloso il caso di Girolamo Gelin, avvenuto nel 1623.

Il 30 aprile 1623, nell'attraversare il fiume Fier, nella regione francese della Savoia, il quattordicenne Girolamo Gelin, che era in compagnia del fratellino minore Francesco, cadde da una passerella e venne travolto dalle acque. Dopo alcune ore di ricerche, Alessandro Raphin ripescò il cadavere di Girolamo, rimasto intrappolato sott'acqua in una profonda buca situata in un'ansa del fiume. Il corpo, descritto da Francesco come "gonfio e brutto"[5], fu deposto in un fienile, in attesa del funerale.

Il mattino seguente, mentre la gente si teneva lontana dal cadavere "per il lezzo che emanava"[6], al momento di deporre il corpo nella bara, Girolamo alzò un braccio invocando il beato Francesco di Sales: "alcuni fuggirono, altri caddero privi di sensi, qualcuno gridò al miracolo"[7]. Il ragazzo fu sollevato, e tutti si accorsero che era tornato normale.

Il 4 maggio dello stesso anno il parroco della vicina Les Ollières, Claudio Puthod, si recò ad Annecy, insieme ai fratelli Gelin, per ringraziare il beato Francesco di Sales: infatti il religioso doveva adempiere il voto fatto davanti alla salma di Girolamo nel fienile, in favore del ragazzo. Anche quest'ultimo aveva fatto un voto in nome del beato, prima di attraversare il fiume gonfio d'acqua per le nevicate dei giorni precedenti. Dopo aver pregato sulla tomba del beato, nella Basilica della Visitazione di Annecy, Girolamo, che era giunto "pieno di lividi, graffi e ferite", si rialzò senza alcun segno[8].

I fatti relativi alla vicenda, confermati dalle deposizioni giurate dei testimoni durante il processo di canonizzazione, tenutosi ad Annecy nel maggio 1665, furono ritenuti validi per il riconoscimento del miracolo necessario per la canonizzazione del beato, ratificato dalla Chiesa cattolica e incluso nella bolla di papa Alessandro VII del 1665.

Le congregazioni di san Francesco di Sales[modifica | modifica wikitesto]

La spiritualità e l'intensa attività missionaria di Francesco di Sales hanno ispirato nei secoli i fondatori di numerose famiglie religiose. Tra le congregazioni intitolate al santo vanno ricordate:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Histoire du Bienheureux François de Sales, par son neveu Charles-Auguste de Sales (réédité en 1879, Vivès, 2 vol.), Chapitre I p 37
  2. ^ Histoire du Bienheureux François de Sales, par son neveu Charles-Auguste de Sales (réédité en 1879, Vivès, 2 vol.) Chapitre I p50
  3. ^ I Santi Patroni. Arti e mestieri, su enrosadira.it. URL consultato il 24/01/2014.
  4. ^ Santi Protettori, su anima-morte-eternita.com. URL consultato il 24/01/2014.
  5. ^ Armando Pavese, Guarigioni miracolose in tutte le religioni, Piemme, 2005, p. 137
  6. ^ A. Pavese, opera citata, ibidem
  7. ^ A. Pavese, op. cit., p.138
  8. ^ A. Pavese, op. cit., ibidem

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

  • Introduction a la vie devote par S. François de Sales eveque et prince de Geneve, Derniere edition, revue, corrigee, & augmentee, A Lyon: chez Louis Servant, 1608;in edizione italiana: La filotea, ouero l'introduttione alla vita diuota di S. Francesco di Sales vescouo, e prencipe di Gineura, ... diligentemente confrontata con l'originale francese... dal... Francesco Maria Battaglia..., In Genoua, nella stamperia del Franchelli, 1609;
  • Traicte de l'amour de Dieu par François de Sales euesque de Geneue, A Lyon, Chez Pierre Rigaud, rue Merciere, au coing de rue Ferrandiere, a l'enseigne de la fortune, 1620;
  • Tutte le opere spirituali di S. Francesco di Sales vescouo, e prencipe di Geneua, In Venetia, appresso Giacomo Didini, 1634;
  • Il direttore delle religiose, cauato dalle opere di monsignor Francesco di Sales..., in Roma, & in Napoli, per Egidio Longo, ad istanza di Adriano Scoltore, 1652;
  • I veri trattenimenti, o discorsi spirituali di monsignor Francesco di Sales vescouo di Geneua. Istitutore, e fondatore dell'Ordine delle monache della visitatione di santa Maria. Tradotti dal franzese nell'italiano da d. Paolo Battista Vso di mare genouese monaco casinese..., In Roma, appresso Francesco Caualli, 1652;
  • Aforismi sacri, overo Detti notabili raccolti dalle opere di S. Francesco di Sales, e della venerabile primogenita sua figlia spirituale madama di Chantal, dal p. Pellegrino Pellegrini sacerdote della Congregazione della Madre di Dio, In Bologna, per il Longhi, 1667;
  • Sermoni famigliari di s. Francesco di Sales vescouo, e prencipe di Geneua. Fedelmente raccolti dalle monache della Visitatione di Santa Maria d'Annesy. Tradotti dal francese nell'italiano da vn suo diuoto, In Venetia, presso Paolo Baglioni, 1668;
  • Pensando e pregando, pensieri scelti, a cura di Nicola Gori, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2004;

Lettere e carteggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Les epistres spirituelles du bien-heureux François de Sales euesque & prince de Geneue, ... Diuisees en sept liures. Le 1. Contenant celles qu'il a escrit aux papes, cardinaux, euesques, roys, princes. Le 2. Plusieur beaux enseignemens... Recuillies par messire Loys de Sales, preuost de l'eglise de Geneue, A Lyon, pour Vincent de Coeursilly en rue Tupin a la fleur de Lis, 1628;
  • Lettere spirituali di S. Francesco di Sales vescouo, e prencipe di Geneua, fondatore dell'ordine della Visitazione di Maria, tradotte dal francese nell'italiano da un suo diuoto. Libri sette. Parte 1., In Roma, ad istanza di Gregorio, e Giouanni Andreoli, 1666;
  • Lettere di amicizia spirituale, a cura di Andre Ravier S.J., Milano, Paoline, 2003;
  • Lauro Aime Colliard, Une lettre inedite de Saint François de Sales concernant la bastonnade d'un jeune homme fort eveille, Roma, LAS, 2002, estratto da "Salesianum", a. 64. (2002), pp. 525–543;

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Enzo Bianco, Francesco di Sales, contro-storia di un mansueto, Leumann, Rivoli, Elledici, 2001;
  • Philippe Egros, François de Sales, une poétique de l'imaginaire, étude des représentations visuelles dans l'Introduction à la vie dévote et le Traité de l'amour de Dieu, préface de François-Xavier Cuche, Tübingen, Narr, 2004;
  • Morand Wirth, Francesco di Sales e l'educazione, formazione umana e umanesimo integrale, Roma, LAS, 2006;
  • Antonio Fappani, Enciclopedia bresciana, Opera San Francesco di Sales, 2007.

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