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Regno di Tavolara
micronazione
Regno di Tavolara – BandieraRegno di Tavolara - Stemma
Status
Dichiarazione d'indipendenza1836
Territori rivendicatiisole di Tavolara, di Molara e di Molarotto
Dati amministrativi
Nome completoRegno di Tavolara
GovernoMonarchia
Informazioni generali
Linguaitaliano e sardo
Capitale/CapoluogoTavolara
Area6 km²
ContinenteEuropa
Fuso orarioUTC+1
TLD.kt (proposta)
.it (in comune con l'Italia)
.eu (in comune con l'Unione Europea)

Il Regno di Tavolara è una micronazione in Italia.[1]

Si trova nell'isola di Tavolara. Oggi è presente un piccolo cimitero di proprietà familiare, un ristorante del discendente dei Bertoleoni ed una base NATO.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La fondazione del regno[modifica | modifica wikitesto]

In epoca antica, sull'isola furono esercitati i diritti feudali goduti dall'omonima famiglia Tavolara[2], la quale successivamente abbandonò il possesso dell'isola a causa della posizione e delle difficoltà connesse al suo utilizzo.

Sul finire del Settecento, Giuseppe Bertoleoni (di origine corso-genovese) giunse in prossimità dell'arcipelago di La Maddalena, costeggiando la Corsica, a bordo di una piccola nave da diporto proveniente da Genova, in cerca di una terra in cui abitare; si stabilì dapprima sull'isolotto di Spargi, poi si spostò più a sud, sulla piccola isola di Mortorio, ma, spinto dalla ricerca di un'isola più generosa e ospitale, navigando ancora verso sud, raggiunse nel 1806 l'isola disabitata di Tavolara. Qui si stabilì con la famiglia, dedicandosi all'allevamento delle capre selvatiche, assai numerose sul territorio[3] e caratterizzate da una particolare colorazione dorata della dentatura, causata dall'alimentazione.[4]

L'incontro coi Savoia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1836 il re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia, di passaggio per quei luoghi (si stava recando a caccia), notò l'isoletta sconosciuta: chiese pertanto informazioni ai suoi marinai, ma, non ottenendo risposte sufficienti, decise di approdarvi. Presentatosi ai residenti come il re di Sardegna, sembra che Giuseppe Bertoleoni, circondato dalle capre dai denti dorati, forse convinto che colui che aveva di fronte gli stesse giocando uno scherzo, abbia risposto: "E io sono il re di Tavolara!".[5][6][7]

Carlo Alberto avrebbe soggiornato presso di lui per una settimana e, congedandosi, gli diede in dono un orologio d'oro e - secondo i Bertoleoni[8] - diede il consenso a riconoscere l'indipendenza di Tavolara: non molto tempo dopo risulterebbe essere arrivata, infatti, alla prefettura di Sassari, una pergamena reale, firmata dal re, in cui Giuseppe e i suoi eredi venivano infeudati - non, quindi, riconosciuti come Stato sovrano - di Tavolara.[9][10] Di ciò, tuttavia, resta la sola testimonianza verbale della famiglia, in quanto la casata Bertoleoni non figura negli elenchi nobiliari ufficiali del Regno d'Italia. Di conseguenza la sua nobiltà non risulta legalmente riconosciuta nel periodo monarchico.[11][12]

L'esplorazione britannica di "Vulcan"[modifica | modifica wikitesto]

Nel frattempo a Giuseppe Bertoleoni "succedette" il figlio Paolo, detto Polo[13], che si proclamò "re" col nome di Paolo I[14], sposò una donna sarda, Pasqua Favale, e da lei ebbe il figlio Carlo (I). A detta di quest'ultimo, l'isola fu visitata nel 1896 da inviati della regina Vittoria del Regno Unito, a bordo nella nave "Vulcan", che avrebbe tacitamente riconosciuto l'esistenza del minuscolo "regno".[15] In una fotografia in cui al centro appare Carlo I circondato da parenti collaterali, scattata sul ponte della nave, si può notare la scritta "Vulcan" sulla cintura della giovane in primo piano.[16][17]

I Bertoleoni narrano che in una sala di Buckingham Palace, a Londra, sia conservata la foto della "famiglia reale" di Tavolara, all'interno della collezione di ritratti delle dinastie regnanti di tutta la terra, con la dicitura: «La famiglia reale di Tavolara, nel golfo di Terranova Pausania, il più piccolo regno del mondo»[18]. "Di fatto", l'isola entrò a far parte del territorio del Regno d'Italia, all'atto della proclamazione di quest'ultimo, il 17 marzo 1861.

L'ultimo discendente[modifica | modifica wikitesto]

Va infine osservato che ai Bertoleoni appartengono solo alcune piccole case nello spalmatore di terra e due ristoranti autorizzati con licenza dal comune di Olbia, mentre il resto dell'isola è stato concesso dall'Italia alla NATO come servitù militare o è di proprietà della famiglia veneto-romana dei Marzano.

I Bertoleoni sono sepolti a Tavolara nel piccolo cimitero di Spalmatore di Terra, dove riposa anche lo storico Girolamo Sotgiu[5].

L'ultimo discendente della famiglia, Tonino Bertoleoni, si attribuisce il titolo di re di Tavolara.[19]

Repubblica di Tavolara[modifica | modifica wikitesto]

La bandiera della Repubblica di Tavolara e si nota l'assenza della corona

La Repubblica di Tavolara ebbe vita breve dal 1886 al 1895.[20]

Sovrani di Tavolara[modifica | modifica wikitesto]

Titolo Nominativo Mandato della carica
Re Giuseppe Celestino Bertoleoni Poli 1836 – 1845
Re Paolo I Bertoleoni 1845 – 1886
Re Carlo I Bertoleoni 1886 – 1927
Regina Mariangela Bertoleoni 1927 – 1929
Re Paolo II Bertoleoni 1929 – 1962
Re Carlo II Bertoleoni 1962 – 1993
Re Antonio (Tonino) Bertoleoni 1993 - in carica

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera[modifica | modifica wikitesto]

La bandiera è un rettangolo bianco con al centro uno stemma rosso con una stella gialla a sei punte. Sopra lo stemma c'è la corona a 13 punte.

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma è a forma di scudo francese antico, di rosso con una stella gialla a sei punte e sopra una corona a 13 punte.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Atlante delle Micronazioni’ di Graziano Graziani, uno sguardo ottimista sul mondo, su ilfattoquotidiano.it.
  2. ^ Massimo Pittau, I cognomi della Sardegna. Significato e origine di 5.000 cognomi indigeni, Delfino ed., 1989, ISBN 88-7138-003-7.
  3. ^ Geremia, p. 43.
  4. ^ Graziani, p. 88.
  5. ^ a b La favola del regno di Tavolara, su tavolara.it. URL consultato il 24 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  6. ^ Graziani, p. 89.
  7. ^ P.G.P., La crisi del re di Tavolara, in la Repubblica, 3 agosto 1994, p. 20.
  8. ^ Graziani, p. 90.
  9. ^ Geremia, p. 160.
  10. ^ Graziani, p. 91.
  11. ^ Andrea Borella, "Annuario della Nobiltà Italiana", Edizione XXXI, Teglio (SO), 2010, S.A.G.I. Casa Editrice, vol. 1
  12. ^ Elenco delle famiglie nobili italiane del Regno d'italia
  13. ^ "È morto il Re!" La Sardegna, 8 giugno 1886, p 1
  14. ^ Giovanni Saragat, "Paolo I Re di Tavolara. Un principe per burla. Storia e aneddoti." Il Nuovo Giornale, 16-17 ottobre 1895
  15. ^ Geremia, p. 184.
  16. ^ Geremia, p. 134.
  17. ^ Graziani, p. 94
  18. ^ Il fatto non è accertato, non essendo mai esistita una sala del genere a Buckingham Palace
  19. ^ “Io, il re più povero del mondo, su lastampa.it.
  20. ^ Micronazionalismo. Libertà, identità, indipendenza, su google.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Categoria:Micronazioni