Utente:Simcec29/Sandbox

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Bardo national museum
Ubicazione
StatoBandiera della Tunisia Tunisia
LocalitàTunisi
Caratteristiche
Tipomuseo

Publio Virgilio Marone, Pagina di prova

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Virgilio nacque ad Andes, un piccolo villaggio sito nei pressi del territorio dell'antica città di Mantua (odierna Mantova), nella Gallia Cisalpina, divenuta parte integrante dell'Italia romana quasi una ventina d'anni prima della sua nascita, il 15 ottobre del 70 a.C. da una benestante famiglia di coloni romani, figlio di Marone Figulo, un piccolo proprietario terriero, arricchitosi considerevolmente con l'apicoltura, l'allevamento e l'artigianato, e di Màgia Polla, figlia a sua volta d'un facoltoso mercante, Magio, al cui servizio aveva lavorato il padre del poeta in passato. Suo padre, a quanto riferito, apparteneva alla gens Vergilia - di scarsa attestazione all'infuori di sole quattro iscrizioni rinvenute nei pressi di Verona e dell'odierna Calvisano, che suggerirebbero pure una sua parentela con la gens Munatia -, mentre sua madre alla gens Magia, d'origine campana.[1]

Busto di Virgilio

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Georgiche, Bologna, Zanichelli, 1930
  • Bucoliche, Napoli, Loffredo, 1933
  • Eneide, Torino, Paravia, 1927.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

La fama del vate dopo la morte fu tale che egli fu considerato una divinità degna di ricevere onori, lodi, preghiere, e riti sacri. Già Silio Italico (appena un secolo dopo), che acquistò la villa e la tomba di Virgilio, istituì una celebrazione in memoria del Mantovano nel suo giorno di nascita (le Idi di ottobre). In tal modo questa celebrazione si tramandò anno per anno nei primi secoli dell'era volgare, diventando un punto di riferimento importante soprattutto per il popolo napoletano che vide in Virgilio ("Vergilius") il suo secondo patrono e spirito protettore della città di Napoli, dopo la vergine Partenope. Ai suoi resti (cenere e ossa), conservati nel sepolcro da lui stesso concepito secondo forme e proporzioni pitagoriche, fu attribuito il potere di proteggere la città dalle invasioni e dalle calamità. Nonostante le divinità pagane venissero dimenticate, di Virgilio si mantenne comunque intatto il ricordo, e le sue opere furono interpretate cristianamente.[2]

Galleria[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Davide Nardoni, La terra di Virgilio, in Archeologia Viva, n. 1/2 gennaio-febbraio, 1986, pp. 71-76
  2. ^ Enrico Cocchia, La tomba di Virgilio : contributo alla topografia dell'antica citta di Napoli, Torino, E. Loescher, 1889

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ettore Paratore, Virgilio, Roma, Faro, 1945.
  • Annagiulia Angelone Dello Vicario, Il richiamo di Virgilio nella poesia italiana, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1981.
  • Alessandro Barchiesi, La traccia del modello. Effetti omerici nella narrazione virgiliana, Pisa, Giardini, 1984.
  • autore, titolo, città, editore, anno
  • autore, titolo, città, editore, anno

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]