Utente:Sarapanz

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Filippo Sassetti (Firenze, 26 settembre 1540 - Goa, 3 settembre 1588), fu mercante e navigatore.

La vita[modifica | modifica wikitesto]

Filippo Sassetti nasce il 26 settembre 1540 a Firenze da Giambattista Sassetti e Margherita de’ Gondi. La famiglia, un tempo illustre e potente, si dibatte ormai in gravi ristrettezze economiche. All’età di dodici anni il giovane Filippo viene avviato alla mercatura e svolge attività commerciali per conto terzi, finché nel 1568, all’età di diciotto anni, abbandona quasi del tutto la professione per iscriversi allo Studio di Pisa: qui soggiorna a casa del filosofo Francesco Buonamici ed è guidato, nello studio delle lingue classiche, dall’illustre Pier Vettori, suo lontano parente per parte materna. A Pisa approfondisce, tra l’altro, gli studi filosofici. È in questo stesso periodo inoltre che il Sassetti si accosta con interesse alle scienze naturali: molto diffuso era all’epoca lo studio delle piante esotiche e delle loro proprietà, tanto che con ogni probabilità il Sassetti frequentò a Pisa le lezioni sui semplici tenute da Andrea Cesalpino e conobbe Tommaso Mermann, direttore dell’orto botanico . La curiosità del giovane Filippo si inserisce molto bene nel clima generale dell’epoca in cui vive, periodo pullulante di personalità eclettiche, versatili e legate ad una scienza non forzatamente specialistica, ma piuttosto «a tuttotondo»: il Sassetti, nelle numerosissime lettere indirizzate ai propri cari e alle autorità dell'epoca, fa mostra di un’erudizione scientifica a trecentosessanta gradi.

Tornato a Firenze, entra all’Accademia fiorentina, dove nel 1573 pronuncia una Lezione sulle imprese. La problematica era all’epoca attualissima, e molti illustri del tempo erano intervenuti a riguardo. L’attività critica successiva del Sassetti sarà “sempre incentrata su questioni particolarmente controverse” (1): in questo periodo entra infatti nel merito di una polemica (molto sentita dai fiorentini) che era stata sollevata da Ridolfo Castravilla, redigendo una Difesa su Dante. Nel 1575 entra a far parte dell’Accademia degli Alterati con il nome de «L’Assetato», e recensisce inoltre le Annotazioni alla Poetica di Aristotele di Alessandro Piccolomini. I suoi interessi aristotelici lo spingono a tradurre e commentare in proprio la Poetica: il lavoro resterà però ben presto interrotto. Scrive poi, nel biennio 1576-1578 lo svalutativo Discorso contro l’Ariosto (opuscolo contro l’Orlando Furioso) e la Vita di Francesco Ferrucci. Licenziatosi dallo Studio pisano e ripresa l’attività commerciale scrive poi il Discorso sul commercio fra i Toscani e i Levantini, sul problema di indurre i mercanti turchi a servirsi del porto di Livorno.

La partenza[modifica | modifica wikitesto]

È nei primi mesi del 1578 che il Sassetti parte (a causa di non meglio noti “rovesci finanziari” indicati da V. Bramanti (2)) alla volta della penisola iberica per curare gli interessi commerciali di potenti famiglie fiorentine. Il distacco avrebbe dovuto essere soltanto provvisorio: al contrario, si rivelerà invece permanente. Si stabilisce a Lisbona (vi soggiornerà dall’ottobre 1578 al gennaio 1581), da dove si reca periodicamente a Madrid e Siviglia. Approfondisce in questo periodo le sue conoscenze e letture di geografia e astronomia. È più tardi coinvolto nelle vicende dell’invasione del Portogallo da parte di Filippo II di Spagna, avvenuta in concomitanza con il vuoto politico e dinastico lasciato dalla prematura scomparsa in Marocco dell’infante D. Sebastião (1580). L’anno seguente, insoddisfatto dell’andamento dei suoi interessi e spinto dal desiderio di conoscere quegli orizzonti esotici e lontani che riecheggiano nelle parole dei viaggiatori che fanno ritorno a Lisbona, si dà da fare per trovare un lavoro in India. Dopo varie trattative, si accorda con il genovese Giambattista Rovellasco, ottenendo l’incarico di sovrintendente alla spedizione del pepe dalle coste del Malabar. Riesce a salpare nel 1582, ma la nave su cui viaggia, incagliatasi nelle secche al largo del Brasile, è costretta a tornare a Lisbona dopo cinque mesi di faticosa navigazione. Filippo Sassetti non demorde, e nel 1583 riprende infatti la via del mare. Parte il Venerdì Santo di quell’anno, e il 9 novembre giunge finalmente a Cochin. Risiederà costantemente a Cochin e Goa (capitale dell’India portoghese), nella regione del Malabar. Visiterà anche alcune località non lontane, tra cui Calicut (Calcutta). È qui che il Sassetti trascorre l’ultimo periodo della sua vita, prima di spegnersi il 3 settembre 1588 a Goa.

Note al testo[modifica | modifica wikitesto]

(1) F. SASSETTI, Lettere dai vari paesi a cura di V. Bramanti, cit., p. 15

(2) F. SASSETTI, Lettere dai vari paesi a cura di V. Bramanti, cit., p. 15

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]