Utente:Samuela Nocera/Sandbox

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Pierre-Philippe Thomire (Parigi, 6 Dicembre 1751Parigi, 15 Giugno 1843) è stato uno scultore francese.


Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1756, sotto la direzione dei maestri Augustin Pajou e Jean-Antoine Houdon, studiò scultura presso l'Accademia di Saint-Luc. Durante la sua carriera da scultore, Thomire ricevette molti compiti importanti e nel luglio 1772 l'accademia gli rilasciò la prima medaglia da scultore. Egli entrò nella bottega del bronzista Pierre Gouthière, in cui acquisì una perfetta conoscenza del mestiere. Nel 1776 si installò a via Saint-Martin, dove fu riconosciuto come cesellatore più noto dopo il fallimento di Gouthière. Nel 1775, lavorò con Jean-Louis Prieur alla realizzazione degli ornamenti in bronzo della carrozza sacra di Luigi XVI. Nel 1776 fondò la sua bottega e nello stesso anno gli furono commissionati i suoi primi commissioni di rilievo da Jean-Antoine Houdon per l'École des beaux-arts de Paris. Inoltre, realizzò sotto compito di Houdon una scultura in bronzo del suo "Voltaire seduto", destinata alla collezione della zarina Caterina II, e realizzò una copia in bronzo de "La negra" del Salone del 1781, conservata nel museo Nissim-de-Camondo. Nel 17 Luglio 1783 successe a Jean-Claude Thomas Duplessis[1] come bronziere della manifattura di Sèvres, con cui collaborò fino al 1793. A Sèvres, ebbe il compito di finire i due grandi vari di bronzo dorato di forma medicea "l'histoire de Diane et Actéon" et "l'histoire de Vénus", su disegno di Boizot. Nell'aprile 1783, il vaso de "l'histoire de Diane et Actéon" fu terminato in tempi record per essere mostrato all'esposizione annuale organizzata dal re nei suoi appartamenti nel mese di dicembre. Nel 1785, a Thomire gli fu commissionata la realizzazione del candelabro che commemorava l'impegno della Francia durante la guerra d'Indipendenza degli Stati Uniti che fu donato al re che lo collocò nel suo gabinetto interno alla reggia di Versailles dove è tuttora conservato. Realizzò le Cariatidi e gli ornamenti di bronzo dorato del portagioielli di Schwerdfeger, donato dalla città di Parigi alla regina Maria Antonietta nel 1787. Fu anche l'autore degli ornamenti di bronzo dorato del portagioie della contessa di Provenza, conservato nel castello di Windsor. Egli realizzò numerosi bronzi d'arredamento per le residenze reali, come il candelabro per il salone dei giochi della regina a Saint-Cloud e una suite di quattro appliques per la camera del re Luigi XVI al castello di Saint-Cloud. Realizzò una suite di sei appliques per il salone dei giochi della regina di Compiègne e, sotto la direzione dello scultore Hauré, la maschera di cera e legno assegnata a Martin, la fontana a Forestier e la cesellatura e la doratura, la tappa più costosa del lavoro, a Thomire.[2]

Il periodo imperiale è quello di maggior fasto per la Maison Thomire: il 12 novembre 1804,il marchand-mercier Lignereux vendette a Thomire il suo atelier. Thomire si associò ai suoi due generi Beauvisage e Carbonelle, e a Duterme. L'atelier al 41 di rue Taitbout, divenne la vetrina delle loro eccellenze e, per promuovere questa nuova società, pubblicò un annuncio sul Journal de Paris [3].

Fu nominato ciseleur de l'empereur da Napoleone[4]

È questo il periodo in cui la produzione si trasforma da artigianale a industriale, riceve una medaglia d'oro all'Esposizione dei prodotti dell'Industria del 1806 e del 1809. A causa delle guerre, i suoi affari declinarono, ma si impegnò nell'esportazione all'estero dei suoi manufatti, soprattutto con le monarchie inglese[5], spagnola e russa.Fu nominato

Pierre-Philippe Thomire si ritirnel 1823, a 72 anni. I suoi generi e i suoi nipoti continuarono l'attività fino al regno di Luigi Filippo.

Caratteristiche artistiche[modifica | modifica wikitesto]

Fu uno dei più importanti cesellatori del XVIII secolo, e uno dei più importanti esponenti dello Stile Impero[6]. La sua arte si distinse in particolar modo nella creazione degli orologi, molti dei quali prendono ispirazione dai gruppi statuari e dai dipinti neoclassici.

Opere[modifica | modifica wikitesto]


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ The J. Paul Getty Museum, su getty.edu.
  2. ^ Daniel Alcouffe, Anne Dion-Tenenbaum, Gérard Mabille, Les bronzes d'ameublement du Louvre, Dijon, Éditions Faton, 2004, p.218-223.
  3. ^ Vergoldete Bronzen, di Hans Ottomeyer e Peter Pröschel, Klinkhardt & Biermann, München 1886, Tomo 2, pp. 660-661
  4. ^ Thomire, Pierre-Philippe nell'Enciclopedia Treccani, su www.treccani.it. URL consultato il 30 gennaio 2018.
  5. ^ Pierre-Philippe Thomire (1751-1843), su www.royalcollection.org.uk. URL consultato il 30 gennaio 2018.
  6. ^ Wallace Collection Online - Thomire Pierre-Philippe Thomire, su wallacelive.wallacecollection.org. URL consultato il 30 gennaio 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Hans Ottomeyer e Peter Pröschel, Vergoldete Bronzen, Klinkhardt & Biermann, München 1886, Volume II, p.655-665.
  • Daniel Alcouffe, Anne Dion-Tenenbaum, Gérard Mabille, Les bronzes d'ameublement du Louvre, Dijon, Éditions Faton, 2004.
  • Juliette Niclausse, Thomire fondeur ciseleur 1751-1843, Paris 1947
  • Christophe Huchet de Quénetain, Les Styles Consulat et Empire, Collection des styles, Paris, Les Éditions de l’Amateur, 2006, ISBN 2859174133OCLC 63693193.
  • Christophe Huchet de Quénetain, «De quelques bronzes dorés français conservés à la Maison-Blanche à Washington D.C. », dans La Revue, Pierre Bergé & associés, n°6, mars 2005, p.54-57 OCLC 62701407.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Augustin Pajou

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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