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Emma Rossi[modifica | modifica wikitesto]

Emma Rossi

Emma Rossi (San Leo, 16 febbraio 1952San Marino, 20 ottobre 2003) è stata una politica, una pedagogista, una scrittrice. E’ stata più volte Segretario di Stato (Ministro) della Repubblica di San Marino.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era figlia di Enrico Rossi e Maria Cellarosi.

Il padre, socialista, fu membro del Consiglio Grande e Generale (il Parlamento della Repubblica) e prese parte ai fatti di Rovereta (*1) del 1957. Morì all’improvviso, quando Emma Rossi aveva solo 19 anni.

Frequentò il locale ginnasio-liceo e si diplomò ottenendo la maturità in anticipo di un anno con il massimo dei voti.

Frequentò l’Università a Bologna, laureandosi in lettere e filosofia nel 1974 e in Pedagogia nel 1986. Si specializzò poi in psicopedagogia e in psicoterapia familiare e sistemica.

Dopo la chiusura del locale orfanotrofio, venne incaricata di dirigere la nuova casa-famiglia destinata ad accogliere bambini e ragazzi in stato di abbandono, e nel 1977, quando venne istituito, assunse la direzione del Servizio Minori[1], che comprendeva, oltre alla casa-famiglia, l’assistenza domiciliare per i ragazzi con famiglie in difficoltà, la consulenza scolastica, la gestione della Colonia marina di Pinarella di Cervia e il Centro Educazione Psicomotoria in cui erano assistiti i minori con gravi handicap psico-fisici. Emma Rossi ha raccontato l’esperienza educativa e umana, su cui poggia la nascita e la costruzione della casa-famiglia e del Centro Educazione Psicomotoria, in un saggio dal titolo La prova del fare – Educatori, ragazzi e handicaps[2], pubblicato nel 1981. Mantenne la direzione del Servizio Minori, salvo le interruzioni dovute all’assunzione di incarichi di governo della Repubblica, fino al 2002 quando assunse la direzione delle scuole elementari.

Con la legge che nel 1980 istituì anche a San Marino gli asili nido, chiesti per anni dalle donne con l’appoggio delle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori dipendenti, venne assegnata a Emma Rossi la responsabilità di organizzare e dirigere il nuovo servizio. Da questa esperienza di quasi vent’anni trasse il libro Un nido per volare, pubblicato nel 2000, una sorta di manuale per l’ideazione e l’organizzazione degli asili nido, tutt’ora utilizzato. Nel 2001 pubblicò Oltre il limite. Segni, storie, esperienze attorno e oltre l’handicap[3], scritto a quattro mani con Donatella Celli. Anche in questo caso si partiva dall’esperienza concreta del centro per disabili “Il Colore del Grano”, del quale veniva descritto il funzionamento, per trarne riflessioni e spunti per andare “oltre il limite” appunto, “per tentare di superare i confini troppo angusti di una condizione che ci frena, ci umilia e rischia di paralizzare non solo la fantasia, ma anche il quotidiano vivere”.

Il Palazzo Pubblico di San Marino

Impegno politico[modifica | modifica wikitesto]

Emma Rossi cominciò giovanissima il suo impegno civile nelle file del Sindacato, frequentò gli ambienti della sinistra estrema, intellettuale e ideologica, ma fu dal 1983 che si dedicò con continuità alla politica.

Accettò la candidatura offertale dal Partito Socialista Unitario alle elezioni politiche del 1983, venne eletta in Consiglio Grande e Generale (Parlamento) e subito dopo fu chiamata a far parte del Governo come Segretario di Stato (Ministro) alla Sanità e Sicurezza Sociale.

Divenne dirigente del Partito Socialista Unitario e poi del Partito Socialista e leader della sinistra riformista sammarinese. Partecipò al dibattito interno alla sua area politica, convinta che si dovesse por fine alla frammentazione per dare vita ad una grande forza riformista e democratica, che sperò di veder realizzata con la nascita, nel 2003, del Partito dei Socialisti e dei Democratici.

Ministro della Repubblica per cinque volte, Emma Rossi ebbe modo di cimentarsi in settori completamente diversi uno dall’altro: dal luglio 1983 al luglio 1986 fu Segretario di Stato alla Sanità e alla Sicurezza Sociale[4]; dal marzo 1992 al luglio 1993 fu Segretario di Stato alla Pubblica Istruzione e Cultura, Università e Giustizia; dal luglio 1993 al maggio 1997 fu Segretario di Stato al Territorio e Ambiente, Agricoltura[5] e Rapporti con l’Azienda Autonoma di Stato di Produzione; dal marzo 2000 al luglio 2001 fu di nuovo Segretario di Stato alla Pubblica Istruzione, l’Università, gli Affari Sociali, gli Istituti Culturali e l’Informazione; dal  giugno 2002 al dicembre 2002 fu Segretario di Stato per gli Affari Interni, Poste e Telecomunicazioni e la Protezione Civile.

Molte riforme varate a San Marino in quegli anni, portano la sua firma: l’Ordinamento Giudiziario del 1992 (*2), il Testo Unico delle leggi urbanistiche ed edilizie del 1995 (*3), la Legge Quadro per la tutela dell’ambiente e la salvaguardia del paesaggio, della vegetazione e della flora del 1995 (*4), la legge di Organizzazione dell’attività scolastica elementare del 1992 (*5), ma anche l’importante accordo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo della Repubblica di San Marino sulla cooperazione nel campo della protezione dell’ambiente che risale al 1994.

Dal 1986 al 1988 fece parte della rappresentanza consiliare sammarinese presso l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa.

Rappresentò il Governo della Repubblica alla Conferenza Mondiale sulla donna, promossa dalle Nazioni Unite, a Nairobi dal 15 al 26 luglio 1985 sul tema “Uguaglianza, sviluppo, pace”. 10 anni dopo, dal 4 al 15 settembre 1995 ancora una volta rappresentò il Governo sammarinese alla Conferenza Mondiale O.N.U.  sulla donna a Pechino, in cui venne adottata la cosiddetta Piattaforma di Azione di Pechino che ha sancito il valore universale del principio delle pari opportunità tra i generi e della non discriminazione delle donne in ogni settore della vita, pubblica e privata.

Impegno per i diritti delle donne[modifica | modifica wikitesto]

Per Emma Rossi l’emancipazione femminile, così si definiva negli anni Settanta e Ottanta la parità di diritti tra donne e uomini o la parità di genere, come si dice oggi, è stata l’impegno di una vita.

Cominciò ad occuparsene, appena ventenne, nel 1972 diventando una leader dell’Unione Donne Sammarinesi.

Per le donne di San Marino, che avevano conquistato il diritto di voto molto in ritardo e per così dire “in due tempi”, prima il diritto all’elettorato attivo nel 1960 e solo nel 1973 il diritto all’elettorato passivo, emancipazione significava parità di diritti sul lavoro, mense, asili nido e scuola a tempo pieno, divorzio e riforma del diritto di famiglia e, soprattutto, diritto al mantenimento della propria cittadinanza in caso di matrimonio con un cittadino straniero.

La questione era centrale perché i matrimoni con cittadini esteri erano frequenti e, nel caso si trattasse di forestieri non residenti, le donne non solo venivano automaticamente private della cittadinanza d’origine, ma costrette a risiedere fuori confine e obbligate a lasciare il lavoro e a vendere la casa, i beni immobili posseduti o ereditati, perché impossibilitate ad intestarseli. Straniere per il Paese nel quale erano nate e cresciute, figlie ripudiate.

La battaglia delle donne sammarinesi per vedere riconosciuto il loro legittimo diritto a restare sammarinesi in caso di matrimonio con straniero si protrasse per molti anni. Il primo referendum nella storia della Repubblica venne indetto proprio su questa questione nel 1982 e le donne ne uscirono sconfitte.

Solo nel 1984 venne approvata la legge che consentì alle donne di restare sammarinesi in caso di matrimonio con un cittadino straniero.

Per arrivare a conquistare il diritto a trasmettere la propria cittadinanza ai figli, quel diritto che gli uomini hanno sempre avuto, le madri sammarinesi dovettero aspettare il 2000 e perché questo diritto fosse affermato senza limitazioni si dovette attendere il 2004.

Da questo retroterra di discriminazioni, dalla consapevolezza di quanto lunga e faticosa fosse ancora la strada verso la parità effettiva con l’altro sesso, venne la dedica “Alle donne del mio Paese che non si rassegnano ma sanno sorridere” che si legge sul frontespizio dell'unico romanzo di Emma Rossi “Pensione Paradiso (già porospenìa)” pubblicato nel 1984 con una postfazione della scrittrice Joyce Lussu.

Dell’aprile 1986 è la legge di riforma del diritto di famiglia, elaborata da un’apposita Commissione della quale Emma Rossi aveva fatto parte prima di assumere nel 1983 l’incarico di Ministro della Sanità e Sicurezza Sociale. Gli elementi più qualificanti di quella Legge che è tutt’ora vigente sono il riconoscimento della parità di diritti e di doveri tra i coniugi, l’introduzione della potestà genitoriale al posto della patria potestà, il divorzio, la parificazione tra figli legittimi e figli naturali, la disciplina dell’adozione e dell’affidamento di minori.

Dal discorso di Emma Rossi in Consiglio Grande e Generale all’atto dell’approvazione del nuovo diritto di famiglia si coglie l’asprezza dello scontro politico con la Democrazia Cristiana.  Alcune proposte, sostenute dal Gruppo Socialista Unitario di cui Emma Rossi faceva parte, che andavano in direzione di affermare pienamente la parità donna-uomo non furono accolte a cominciare da quella di dare facoltà ai coniugi di scegliere quale cognome dovesse diventare distintivo della famiglia e dovesse quindi essere trasmesso ai figli. La modalità paritaria di trasmissione del cognome è diventata legge dello Stato, quasi 30 anni dopo, nel 2015.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

“La prova del fare. Educatori, ragazzi e handicap”, Bologna, EDB Centro editoriale dehoniano, 1981 ISBN 88-10-10614-8[6]

“Pensione Paradiso (già porospenìa)”, Ancona, Il Lavoro Editoriale, 1984 ISBN 9788876637476[7]

“Un nido per volare”, Roma, Edizioni Scientifiche Magi, 2000 ISBN 88-86801-65-3[8]

(con Donatella Celli) “Oltre il limite. Segni, storie, esperienze attorno e oltre l’handicap”, Roma, Edizioni Scientifiche Magi, 2001, ISBN 88-88232-02-8[9]

“Della mia cittadinanza”, Supplemento ad ALTRAVISTA n. 1 anno 1, dicembre 2000

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

- “EMMA. Una donna per i diritti delle donne”, 2013 Associazione Emma Rossi, Pazzini Stampatore Editore srl ISBN 978-88-6257-272-2[10]

- “Giornale dei Democratici” Edizione speciale, anno III, n. 4, ottobre 2003

- Emma Rossi, Presidente del Partito dei Democratici

- Il Segretario di Stato Emma Rossi tra i due Capitani Reggenti annuncia l’elezione dei nuovi Capitani Reggenti dal balcone di Palazzo Pubblico (settembre 2002)

- Il Segretario di Stato al Territorio e Ambiente nell’aula del Consiglio Grande e Generale in occasione della cerimonia di riapertura del Palazzo Pubblico, dopo il restauro opera dell’architetto Gae Aulenti (29 settembre 1996)

Note[modifica | modifica wikitesto]

1 “60 anni fa, Rovereta”, 2021 Associazione Emma Rossi, Bookstones Editore, ISBN 979-12-80232-28-1[11]

2 LEGGE 28 ottobre 1992 n.83 Ordinamento Giudiziari[12]

3 Legge 19 luglio 1995 n.87 TESTO UNICO DELLE LEGGI URBANISTICHE ED EDILIZIE[13]

4 Legge 16 novembre 1995 n.126 LEGGE QUADRO PER LA TUTELA DELL'AMBIENTE E LA SALVAGUARDIA DEL PAESAGGIO, DELLA VEGETAZIONE E DELLA FLORA[14]

5 Legge 1 luglio 1992 n.53 Organizzazione dell'attività scolastica elementare[15]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Pagine correlate[modifica | modifica wikitesto]

https://www.associazioneemmarossi.org