Utente:Mercedes309/Sandbox

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I reparti militari in Via dell'Impero.

Il Viaggio del Fuhrer in Italia fu un grande evento organizzato nel 1938 per celebrare l'alleanza fra il Regno d'Italia e la Germania nazista, conosciuta anche come l'Asse Roma-Berlino che nel 1939 divenne poi il Patto d'Acciaio. Nel maggio del 1938 Adolf Hitler, Cancelliere tedesco dal 1933, si recò in Italia, visitando la capitale Roma, la città borbonica Napoli, dove ci fu una grande rivista militare della Regia Marina, e la medicea Firenze. Hitler, col suo seguito, fu accompagnato per la maggior parte del tempo dall'alleato Benito Mussolini, Duce e Capo di Governo, ma anche dal Re Vittorio Emanuele III di Savoia e da moltissime altre autorità civili e militari dell'Italia fascista.

Il neo Cancelliere tedesco assieme al Duce, a Venezia nel 1934.

Premessa[modifica | modifica wikitesto]

Il primo incontro ufficiale fra i due dittatori fu nel 1934, quando il neo Fuhrer Adolf Hitler si recò a Venezia per incontrare il Duce, Benito Mussolini, che il Cancelliere considerava un grande idolo politico: il 28 ottobre 1922 Mussolini compì la Marcia su Roma, a seguito della quale riuscì ad ottenere la carica di Capo del Governo, così Hitler, vedendo il successo che ebbe il futuro alleato, tentò anche lui di prendere il potere, non muovendo però verso Berlino ma cercando di occupare la città di Monaco di Baviera con il Putsch di Monaco, nel 1923. Dieci anni dopo, a seguito di una grossa crisi economica, il Partito nazionalsocialista riuscì ad ottenere la maggioranza nelle elezioni, così che Hitler diventò Cancelliere e poi nel 1934 Capo di Stato, a seguito della morte di Paul Von Hindenburg [1].

Successivamente, essendo due nazioni con governo nazifascista, Italia e Germania iniziarono una corrispondenza diplomatica che si sviluppò ancora di più con la Guerra d'Etiopia: nel 1935 le truppe del Regio Esercito invasero l'Impero etiope e di conseguenza l'Italia venne sanzionata dalla Società delle Nazioni, così che Hitler decise di aiutare l'Italia, la quale poi vinse la guerra. Terminati così i rapporti diplomatici con Regno Unito e Francia, Mussolini decise di interessarsi alle relazioni con la Germania nazista, che a quel tempo sfidò la vecchia Intesa per quanto riguarda l'occupazione militare della Renania e le successive mire espansionistiche verso l'Austria. Nel 1936 durante un discorso Benito Mussolini annunciò la nascita dell'alleanza fra l'Italia fascista e la Germania nazista, chiamata appunto ''Asse Roma-Berlino", che nel 1939 diventerà poi "Patto d'Acciaio" ed infine il "Patto tripartito", formato da Italia, Germania e Giappone [2][3].

La visita di stato di Hitler in Italia del 1938 fu un'occasione per mostrare al mondo intero la grande alleanza fra le nazioni italo-tedesche, ma soprattutto Mussolini voleva mostrare ad Hitler la grandezza dell'Italia, organizzando numerose parate, riviste ed esercitazioni militari dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica e facendogli visitare numerosi luoghi d'arte romana e fascista. Inoltre il tour del Cancelliere avrebbe dovuto frenare alcune nuove tensioni fra i due paesi, causate dall'Annessione dell'Austria da parte della Germania; Mussolini infatti preferiva confinare con un paese neutrale e sostanzialmente amico come l'Austria, invece che il Terzo Reich, ovvero uno stato potente ed "ingombrante" [4].

L'itinerario del Fuhrer[modifica | modifica wikitesto]

Filiberto, Duca di Pistoia poi di Genova.

3 maggio, l'arrivo in Italia[modifica | modifica wikitesto]

Partito in treno da Berlino, il Fuhrer arriva alle 8.00 del mattina alla Stazione del Brennero dove S.A.R. Filiberto, Duca di Pistoia, rappresentante del Re, e S.E. Achille Starace, Segretario del PNF, rappresentante del Duce. Passata in rivista la compagnia d'onore, Hitler ed il suo seguito riparte e attraversa diverse città italiane; Bolzano, Verona, Bologna, dove il suono di trecento locomotive accoglie i visitatori tedeschi. Alle 20.30 il corteo giunge alla Stazione di Roma Ostiense di Roma, dove sulla banchina attendono il Re, Mussolini, il Conte Ciano ed altre autorità. Dopo aver passato le truppe d'onore, un corteo di carrozze reali conducono gli ospiti al Palazzo del Quirinale, la residenza del re, dove è stato preparato un appartamento per il Fuhrer. Inoltre si decise di illuminare tutto il tragitto così che Hitler potesse fin dal primo giorno vedere i grandi monumenti della capitale.

4 maggio, la visita della capitale[modifica | modifica wikitesto]

La deposizione della corona sulla Tomba del Milite Ignoto, l'Altare della Patria.

Al mattino il Duce assieme ai ministri Ciano, Starace ed Alfieri, si reca al Quirinale, dal quale a bordo di un auto scoperta, una Lancia Astura Ministeriale, esce con l'alleato tedesco per recarsi al Pantheon dove rende omaggio alle tombe dei Savoia, mentre subito dopo viene scortato all'Altare della Patria per porre una corona sulla Tomba del Milite Ignoto. Nel pomeriggio Hitler assiste assieme a Mussolini ad una manifestazioni di giovani fascisti a Centocelle, nella periferia romana; successivamente incontrano la comunità tedesca, residente a Roma, presso la Basilica di Massenzio.

Infine per la sera fu organizzata una fastosa cena regale con oltre duecento invitati fra cui il Re Imperatore, la Regina Imperatrice, il Fuhrer, Himmler, Ribbentrop, la principessa Maria di Savoia, Filippo d'Assia e la moglie, Mafalda di Savoia la quale era seduta affianco ad Hitler. La principessa era sposata con Filippo, Langravio d'Assia e durante la permanenza in Germania si mostrava sempre molto aperta verso la comunità ebraica ed inoltre fu accusata dai gerarchi nazisti di essere a conoscenza della firma dell'Armistizio del 1943, prima che il Maresciallo Badoglio desse l'annuncio l'8 settembre. Mafalda fu deportata nel Campo di Concentramento di Buchenwald, nel quale morì nel 1944.

Dopo il banchetto, alle 22.30 Hitler parte per raggiungere la città di Napoli, per poi ritornare nella capitale due giorni dopo.

Il Fuhrer ed il Duce sulla Corazzata Cavour, nel Golfo di Napoli.

5 maggio, la rivista della Marina[modifica | modifica wikitesto]

Piazza del Plebiscito, addobbata con gli emblemi di Casa Savoia e della Germania (scudi sabaudi e svastiche).

Alle 10.00 del mattino Hitler giunge in treno tedesco alla Stazione di Napoli Mergellina da dove poi parte in auto per raggiungere il porto, accompagnato da Vittorio Emanuele III. Imbarcatosi poi su di una lancia con il Re ed il Principe del Piemonte, Hitler sale poi sulla corazzata Cavour, dove è ricevuto dal Duce, per assistere alla grande rivista militare della Regia Marina. Sul molo di San Vincenzo erano ormeggiate la Cavour e la Cesare, mentre fuori dal porto stanziavano i transatlantici Rex, Saturnia, Roma ed Esperia i quali contenevano numerosi spettatori, che si trovavano anche su alcuni piroscafi, posteggiati fino a Portici. La rivista della marina iniziò quando il cacciatorpediniere Da Recco lasciò gli ormeggi, a seguire vi furono numerosi torpedinieri, MAS e la prima squadra, composta da caccia, corazzate e incrociatori, mentre alcuni aerei passavano sopra la formazione navale. Successivamente la Regia Marina diede prova di un possibile conflitto, così che, in prossimità di Capri, si svolsero attacchi di torpedinieri, tiri di incrociatori e caccia contro una nave bersaglio radiocomandata. Dopo una rivista da parte delle corazzate, dieci colonne di 90 sommergibili giunsero fino alle navi, per poi immergersi ed in un secondo momento ritornare in superficie [5]. Ovviamente la parata militare, svoltasi nel Golfo partenopeo, era un occasione per dare prova agli ospiti tedeschi, e alleati, della grande potenza della marina e del suo addestramento [6], difatti era già nota l'inferiorità della Marina nazista.

La rivista militare a cui il Fuhrer assistette fu una delle più grandi ed importanti della marina italiana, per numero e per mezzi, un totale di duecento unità; la prima rivista della marina avvenne nel 1888, per celebrare la Triplice Alleanza, difatti uno degli spettatori era il neo Imperatore Guglielmo II di Germania, assieme a re Umberto I. Un'altra rivista fu organizzata nel 1936, alla presenza del Re e di Mussolini, accompagnati dal Reggente d'Ungheria, Miklós Horthy, che fu l'ultimo Comandante della Marina Imperiale austro-ungarica. Prima della visita di Hitler, nel 1937 il Duce e il Maresciallo Werner von Blomberg, Ministro del Reich per la guerra, assistettero, sulla "Duca d'Aosta", ad un'ulteriore manifestazione navale, composta da due squadre navali e sessanta sommergibili [7]. Nel 1939 invece fu celebrata l'ultima giornata della Regia Marina, prima della Seconda guerra mondiale, con una grande parata militare nella Via dei Fori Imperiali [8].

Hitler a bordo di una Lancia Astura, assieme a Vittorio Emanuele, re d'Italia a Napoli verso il porto.

Il soggiorno del Fuhrer a Napoli terminò con un banchetto regale a Palazzo Reale, seguito da uno spettacolo al Teatro di San Carlo. Alle 22.00 Hitler riparte in treno per Roma.

6 maggio, la grande parata dei Fori Imperiali[modifica | modifica wikitesto]

Al mattino un corteo di automobili scoperte, recanti autorità italiane e tedesche, si dirigeva verso le vie dei Fori Imperiali e di San Gregorio, dove si sarebbe svolta la grande parata militare, ed il Fuhrer, dopo aver passato in rassegna la compagnia d'onore nel piazzale del Circo Massimo assieme a Sua Maestà, si recò anche lui alla tribuna reale per assistere alla sfilata. Fra gli ospiti presenti vi erano, oltre al Re, il Fuhrer ed il Duce, la Regina Imperatrice, il Generale Emilio de Bono, il Maresciallo Badoglio, il Ministro degli Esteri tedesco Ribbentrop e quello italiano Ciano, Rudolf Hess, il Ministro Goebbels, il Presidente del Senato Ciano le principesse Mafalda e Maria Francesca e molte altre autorità civili e militari italo-tedesche. A sfilare dinnanzi alle varie personalità furono numerose corporazioni e truppe di differenti corpi delle Forze armate italiani, i primi furono le formazioni della gioventù italiana del Littorio, Balilla poi delle centurie di lavoratori, truppe della Regia Marina, MVSN, Corpo degli Alpini, Bersaglieri, Regio Esercito, Carabinieri, Regia Aeronautica, accademisti, avanguardisti in tutto 30.000 soldati. Presenti anche i reparti di cavalleria, artiglieria, fanteria e motorizzati, che sfilarono per un totale di 400 carri armati.

Per il pomeriggio invece Hitler e Mussolini si recano al Palazzo delle Esposizioni in Via Nazionale, per visitare la Mostra augustea della romanità che venne aperta dal Governo fascista tra il 1937 ed il 1938 in occasione del Bimillenario Augusteo, ovvero i 2000 anni dalla nascita dell'Imperatore Augusto (23 settembre 63 a.C.). Successivamente il Fuhrer partecipa ad un ricevimento in Campidoglio, assieme alla famiglia reale, per poi recarsi alla sera a Villa Borghese, dove, nella Piazza di Siena, assiste ad un grande spettacolo folcloristico di danze popolari, seguito poi dal carosello storico dei Carabinieri.

7 maggio, la visita dell'Arte romana[modifica | modifica wikitesto]

L'Ara Pacis di Roma.

Il programma prevede una visita alle Terme di Diocleziano ed all'Ara Pacis; nel febbraio 1937 il Consiglio dei Ministri, in vista del bimillenario della nascita di Augusto, decretò la ripresa dello scavo per l'Ara Pacis, con l'impiego di tecniche all'avanguardia. Il Fuhrer ed il Duce arrivano poi a Villa Borghese per visitarne il museo, con grandi opere d'arte [9].

Infine per la sera, un grande bacchetto organizzato da Mussolini a Palazzo Venezia durante il quale Hitler pronuncia un discorso dal grande significato politica, rassicura infatti gli italiani che se anche ha appena l'Austria, non ha alcune mire sull'Alto-Adige: "E' mia incrollabile volontà ed è anche mio testamento politico al popolo tedesco, che consideri intangibile per sempre la frontiera delle Alpi eretta tra noi dalla natura. Sono certa che per Roma e per la Germania ne resulterà un avvenire glorioso e prospero. Duce! Così come Voi e il Vostro popolo vi siete mantenuti fedeli all'amicizia con la Germania in giornate decisive, così io ed il mio popolo siamo pronti a dimostrare la stessa amicizia all'Italia in ore difficili."

Una veduta del Castello degli Odescalchi a Santa Marinella.

8 maggio, le manovre militari[modifica | modifica wikitesto]

Il Re, Hitler e Mussolini si dirigono a Furbara, nord di Roma, per assistere ad un'esibizione della Regia Aeronautica, che consistettero in una serie di acrobazie collettive e giochi vertiginosi, eseguiti da quattro squadriglie di caccia, che da prova di un combattimento ed un bombardamento. Poi vi è una dimostrazione aeronavale nel porto antistante, dove alcuni aerei attaccano due vecchi piroscafi. Finita l'esercitazione, il corteo muove verso Santa Marinella per un'ulteriore rivista militare, questa volta da parte del Regio Esercito che doveva mettere in evidenza la forze della Fanteria, dei tiri d'Artiglieria; le truppe vennero divise in due squadre, una rappresentata da una bandierina rossa e l'altra da una azzurra, le due squadre così misero in atto un possibile attacco [10].

Alle 11.35 le manovre iniziano, per poi finire alle 12.15 quando il Fuhrer ed il Re lasciano in auto la tribuna, per recarsi al Castello dei Principi Odescalchi, sempre a Santa Marinella, dove sono ospiti per colazione. Tale evento è ricordato su di una lapide che porta questa iscrizione:"L'8 maggio 1938 A. XVI. (anno sedicesimo dell'era fascista) in occasioni delle esercitazioni militari, in questo castello si ritrovo a convegno S.M il Re Vittorio Emanuele III Imperatore d'Etiopia, il Fuhrer Adolfo Hitler, il Duce Benito Mussolini". La giornata si conclude allo Stato Olimpico di Roma con una manifestazione di giovani fascisti.

Una veduta dei Giardini di Boboli.

9 maggio, l'arrivo a Firenze[modifica | modifica wikitesto]

A bordo di una carrozza reale, il Fuhrer, accompagnato dal Re, lascia il Palazzo del Quirinale e percorrendo le vie romane fra una folla acclamante, arriva alla Stazione Termini e dopo aver passato la compagnia d'onore dei Granatieri, scambia i saluti col sovrano e si congeda dal Duce, col quale si troverà poche ore dopo a Firenze. Arrivato nella città fiorentina, Hitler viene accolto dal Capo del Governo, col quale poi giunge a Palazzo Pitti, da dove poi il corteo si sposta verso la Basilica di Santa Croce e alla Cripta dei Caduti nella piazza antistante. Passando poi per il Piazzale Michelangelo, Mussolini ed il Cancelliere si recano ai Giardini di Boboli, per assistere ad uno spettacolo folcloristico dei giuochi storici di Firenze, Siena, Pisa ed Arezzo [11].

Successivamente l'ospite tedesco visita la galleria di Palazzo Pitti, la celebre Galleria degli Uffizi e Palazzo Vecchio, sul cui balcone il Fuhrer ed il Duce si affacciano per salutare l'enorme folla, riunitasi in Piazza della Signoria. Infine il Cancelliere, dopo aver soggiornato in Italia per quasi sette giorni, saluta Mussolini e parte per Berlino, dove sarà accolto trionfalmente [12].

Considerazioni[modifica | modifica wikitesto]

I grandi assenti[modifica | modifica wikitesto]

Papa Pio XI (1857-1939)

Papa Pio XI[modifica | modifica wikitesto]

Al tempo della visita del Capo di stato tedesco, il Papa in carica era Pio XI dal 1922, il quale pretese che il Fuhrer chiedesse ufficialmente di essere ricevuto in Vaticano e che si impegnasse a non perseguitare più i cattolici tedeschi, ma Hitler rifiuta e di conseguenza il Pontefice lascia San Pietro e parte per Castel Gandolfo, dando ordine di chiudere le porte vaticane, così che il Cancelliere non potesse visitare ne la Cappella Sistina e ne i Musei Vaticani.

La firma del Reichskonkordat.

Quasi un anno prima, il 10 marzo 1937, il Papa emanò l'enciclica "Mit brennender Sorge", tradotta in italiano "Con viva ansia", in cui attaccava il Fuhrer ed il Nazionalsocialismo, i quali non vedevano di buon grado il cattolicesimo, poiché non accettavano un'istituzione autonoma, la cui legittimità non fosse ancorata allo Stato, quindi il Governo voleva subordinare la Chiesa allo Stato. Nel 1933 il Cardinale Pacelli, futuro Pio XII, e Franz von Papen, Vice-Cancelliere del Reich, siglarono il Reichskonkordat in cui la Germania raggiungeva una proscrizione completa da tutte le interferenze clericali in campo politico (articoli 16 e 32). Esso inoltre assicurava la lealtà dei vescovi allo Stato attraverso un giuramento e richiedeva che tutti i preti fossero tedeschi e soggetti ai superiori tedeschi. Restrizioni furono anche poste alle organizzazioni cattoliche. Appena prima della firma del fra il Governo hitleriano e San Pietro, la Germania aveva firmato accordi simili con le maggiori confessioni protestanti tedesche.

Il pensiero hitleriano era che la religione fosse incompatibile col Nazionalsocialismo e infatti Hitler decise di rinviare l'eliminazione delle chiese cristiane a dopo la fine della guerra, anche se comunque fece ripetutamente alcune dichiarazioni ostili contro la Chiesa. Molti nazisti ritenevano che i cattolici fossero insufficientemente patriottici o che addirittura che fossero sleali verso la Nazione e di essere al servizio di "forze straniere ostili".

Il giorno in cui Hitler arrivò a Roma, il 3 maggio 1938, il Pontefice si trovava a Castel Gandolfo, dove avendo l'occasione di incontrare delle giovani coppie di sposi, pronunciò delle accuse contro la croce uncinata dei nazisti e si lamentò per la grande presenza di bandiere con svastiche, sventolanti per tutta Roma. Pio XI proclamò poi: "Tristi cose avvengono, sventola su Roma l'insegna di un'altra croce, che non è la croce di Cristo". Queste parole pronunciate dal Papa suscitarono impressione in tutto il mondo, tanto che finirono su alcuni giornali internazionali come il "The Washington Post". In Italia, sul giornale di Mussolini, il "Popolo d'Italia", il Vescovo di Roma venne accusato di servirsi della croce di Cristo come un arma. Il Fuhrer era furioso; molti dicono di non escludere che la morte di Pio XI, avvenuta nove mesi dopo, potesse centrare con gli avversari di Roma e Berlino. Il medico papale al tempo era Francesco Petacci, ovvero il padre di Claretta Petacci, l'amante di Benito Mussolini.

Italo Balbo, Maresciallo dell'Aria.

Italo Balbo e Dino Grandi[modifica | modifica wikitesto]

Gli altri assenti illustri furono due esponenti del regime, noti per le loro ostilità nei confronti del Fuhrer e della Germania, ovvero Dino Grandi, che al tempo era Ambasciatore a Londra, e Italo Balbo, Governatore della Libia italiana, il quale contribuì allo sviluppo della Regia Aeronautica e protagonista di celeberrime imprese aeree. Essendo anche Maresciallo dell'Aria, Balbo avrebbe potuto almeno partecipare alle manovre aviatorie di Furbara, ma all'inizio del maggio del 1938 partì da Tripoli per poi atterrare in Kenya, dove fu ospite delle autorità inglesi. Dino Grandi, ex Ministro degli Esteri e futuro ed ultimo Presidente della Camera dei fasci e delle corporazioni, rimase a Londra. Mussolini preferì tutti e due i personaggi lontano da Roma [13].

Italo Balbo morì il 29 giugno 1940, pochi giorni dopo l'entrata in guerra dell'Italia, mentre si trovava sul suo aereo il quale fu abbattuto dalla contraerea amica. L'episodio fu dichiarato come un'incidente. Dino Grandi invece fu l'autore della caduta ufficiale di Mussolini, difatti nell'estate del 1943 il regime fascista era ormai in cattiva luce e la situazione peggiorò con l'invasione della Sicilia da parte degli Anglo-americani; la notte fra il 24 ed il 25 luglio Mussolini presidiò l'ultimo Gran Consiglio del Fascismo, durante il quale il Duce venne messo in minoranza ed il giorno dopo fu arrestato a Villa Savoia su ordine del Re, il quale accettò le dimissioni dell'ex Capo di Governo. In tutto questo il Presidente Grandi fu l'autore dell'ordine del giorno Grandi che quella notte portò la fine del ventennio mussoliniano.

Il Re e Mussolini ai funerali del Maresciallo Armando Diaz, nel 1928.

La presenza di Casa Savoia[modifica | modifica wikitesto]

Giungendo in Italia, il Fuhrer è ospite di Vittorio Emanuele III, Re d'Italia, più che del Duce, difatti Hitler è Capo di Stato proprio come il Re, mentre Mussolini è formalmente solo Presidente del Consiglio dei Ministri, quindi deve camminare dietro al sovrano, a meno che quest'ultimo non lo inviti a superarlo. La sera del 3 maggio, appena uscito dalla Stazione, il Cancelliere sale sulla carrozza del Re e Mussolini se ne va in automobile, per non subire l'umiliazione di stare dietro rispetto a S.M. e all'ospite.

Durante tutta la visita, il sovrano fu molto puntiglioso per quanto riguarda il cerimoniale, poiché volle chiarire che, come Re d'Italia, vale di più del Duce, al quale un mese prima era stato equiparato, venendo nominato, come Mussolini, "Primo maresciallo dell'Impero" ovvero il più alto grado delle Forze armate che in genere avrebbe dovuto detenere unicamente Sua Maestà. Si dice inoltre che vista la situazione intollerabile, essere pari grado al Duce, minacciò pure di abdicare per protesta [14].

Bandiera del Regio Esercito, portata in parata dai Reggimenti.

Per tutto il soggiorno italiano, Adolf Hitler notò quanto valesse il ruolo di Mussolini e quanto fosse importante l'autorità di Vittorio Emanuele; Mussolini è solo formalmente Capo del Governo mentre il Cancelliere tedesco era Capo assoluto della Germania, quindi nessuno poteva formalmente licenziarlo, a differenza della politica italiana, in cui il Re poteva licenziare il Duce, come successe il 25 luglio 1943. La delegazioni hitleriana, il Fuhrer e i suoi gerarchi, notarono come il Re fosse visibilmente superiore al Duce e di come la monarchia italiana fosse più marcata e superiore al regime. Durante la grande parata del 6 maggio lungo i Fori Imperiali, la tribuna "reale" porta le insegne di Casa Savoia non quelle del fascismo, accanto sono schierati i Corazzieri del Re non i moschettieri del Duce, i soldati che sfilano hanno giurato fedeltà al sovrano non a Mussolini, sulle divise ci sono le stellette non i fasci, le bandiere dei reggimenti hanno lo stemma sabaudo senza fascio [15].

Ritornato in Germania, come cita il diario di Goebbels, Hitler compie un'espulsione di tutti i militari e funzionari tedeschi che mostrano tendenze monarchiche. I tedeschi così si rendono conto che in Italia il potere è diviso e che l'autorità di Mussolini è meno stabile di quanto si possa pensare.

L'esibizione delle Forze armate[modifica | modifica wikitesto]

Col giungere del Fuhrer in Italia, il Duce voleva far vedere all'alleato la potenza militare del Regno italiano; la più grande sfilata e manovra militare organizzata durante la visita, fu la rivista della Regia Marina nel Golfo di Napoli, il 5 maggio 1938, durante la quale però si nota che fra le varie tipologie d'imbarcazioni non sono presenti le portaerei, le quali sarebbero tornate utili durante la Seconda guerra mondiale. Per quanto riguarda le forze terrestri, se ne ha prova durante la parata dei Fori Imperiali, il 6 maggio, quando Hitler ammira molti e differenti reparti militari, che in quei ultimi tempi avevano adottato il "passo dell'oca", ribattezzato da Mussolini come "passo romano". Sfilano anche i reparti autotrasportati, ancora poco presenti all'interno dell'Esercito, e anche i veicoli blindati, rappresentati dai piccoli carri "L3", costruiti dall'Ansaldo, le cui corazze possono resistere ai colpi di fucile e mitragliatrice [16].

A Furbara appaiono numerosi aerei che sono in grado di compiere ardite evoluzioni, grazie all'eccellente addestramento dei piloti; anche se viene simulato un bombardamento aereo su di una vecchia nave, molti velivoli sono obsoleti e l'aviazione nel complesso non è all'altezza di quella tedesca o tanto meno quella inglese. Dopo la sfilata aerea, Hitler assiste a Santa Marinella alle manovre dell'Esercito dove nota che la potenza di fuoco della Fanteria italiana è inferiore ai corrispondenti reparti francesi o tedeschi. Comunque i tedeschi rimangono molto impressionati, positivamente, dalla forza della marina italiana [17].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hitler a Venezia, su fattiperlastoria.it.
  2. ^ Il Patto d'Acciaio, su library.weschool.com.
  3. ^ Il rapporto fra il Fuhrer ed il Duce, su youmovies.it.
  4. ^ I rapporti per l'Austria, su passaggilenti.com.
  5. ^ La rivista della Regia Marina, 1938, su trentoincina.it.
  6. ^ L'importanza dell'evento, su trentoincina.it.
  7. ^ La parata navale del 1936., su youtube.com.
  8. ^ Parata militare del 1939, Fori Imperiali., su youtube.com.
  9. ^ La celebrazione dell'arte romana, su journalchc.com.
  10. ^ Esercitazioni a Santa Marinella, su ilcorrieredeltirreno.it (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2010).
  11. ^ Il Fuhrer a Firenze, su youtube.com.
  12. ^ Il ritorno a Berlino, su youtube.com.
  13. ^ L'assenza di Balbo e Grandi, su youtube.com.
  14. ^ La monarchia italiana, su youtube.com.
  15. ^ La superiorità del Re, su youtube.com.
  16. ^ Le manovre militari, su youtube.com.
  17. ^ La Regina Marina, su youtube.com.