Utente:Maria Rosaria Califano/sandbox/voce uno

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Il "bibliotecario" secondo Giuseppe Arcimboldo

Bibliotecario è un professionista che opera in una biblioteca fisica o digitale con diverse specializzazioni. Tradizionalmente legato ad una collezione di libri, oggi è in continua evoluzione fino a divenire mediatore dell'informazione e facilitatore per l'accesso alla conoscenza[1]. Non si occupa più solo di libri ma di documenti e informazioni su qualunque supporto. Lavora in diversi contesti organizzativi e può avere diverse specializzazioni professionali. Nella tradizione italiana si usa il termine anche per indicare un esperto o docente universitario che si occupa di bibliografia e di biblioteconomia (la forma di organizzazione, di classificazione e di trasmissione del sapere).Il bibliotecario cosciente del proprio ruolo culturale, è consapevole che la garanzia di un buon livello qualitativo dei servizi che eroga deriva dall’aggiornamento e dalla formazione, anche in riferimento all’evoluzione della disciplina.

Nascita della figura di Bibliotecario[modifica | modifica wikitesto]

Antica Biblioteca di Alessandria, l'interno.

La figura professionale del Bibliotecario nasce con la biblioteca di Alessandria dove esercitava un lavoro essenzialmente filologico. Il Bibliotecario di Alessandria, un dotto, si occupava di individuare criteri metodologici per la costituzione del testo, si occupava della raccolta e divisione delle opere in rotoli, della preparazione dell'edizione critica, di commentari, di monografie su autori o forme letterarie. I primi bibliotecari furono anche precettori e svolgevano ruolo di consigliere del faraone. Nel lavoro di analisi e costruzione del testo i bibliotecari hanno permesso la nascita e lo sviluppo di numerose discipline intorno al documento scritto: lessicografia, filologia, critica letteraria, grammatica, bibliografia, storiografia letteraria. Una lista dei bibliotecari è fornita dal papiro di Ossirinco 1241, da questa lista manca il celebre poeta e filologo Callimaco a cui di deve un metodo di catalogazione che trovò ampio riscontro nel mondo antico, cioè un ordinamento sistematico per genere letterario, all'interno del genere letterario l'ordinamento era alfabetico per autore e per ogni autore l'ordinamento era per titolo

Ordinamento Italiano[modifica | modifica wikitesto]

La professione del bibliotecario in Italia è regolata dalla legge 4/2013 sulle professioni non ordinistiche. Ai fini di questa legge art.1 comma 2, s'intende per professione non organizzata in ordini e collegi, l’attività economica, anche organizzata, volta alla prestazione di servizio o di opere a favore di terzi, esercitate abitualmente e prevalentemente mediante un lavoro intellettuale. Per i compiti e le attività che attengono a tale professione, la legge rimanda alla norma tecnica UNI 11535[2]

Attività[modifica | modifica wikitesto]

Secondo questa norma il bibliotecario si occupa delle seguenti attività:

  • Progettazione e sviluppo delle raccolte
  • Trattamento e ordinamento dei documenti
  • Descrizione e indicizzazione dei documenti e produzione di dati
  • Conservazione e tutela dei documenti
  • Acquisizione e gestione della strumentazione, delle attrezzature e dei sistemi informativi
  • Servizi agli utenti e promozione della biblioteca
  • Progettazione, valutazione e gestione delle attività e dei servizi di biblioteca, di sistemi bibliotecari, di sistemi culturali di *carattere territoriale
  • Gestione delle risorse umane, delle risorse finanziarie e del patrimonio
  • Studio e ricerca nel campo della biblioteconomia e delle discipline affini e collegate.

Compiti[modifica | modifica wikitesto]

Come previsto dall'art. 6 della stessa norma, i compiti sono:

  • Analizzare le esigenze informative della comunità di riferimento; definire gli obiettivi strategici e programmare gli interventi, per le singole biblioteche; per i sistemi bibliotecari, per i sistemi culturali di carattere territoriale, monitorare e valutare i risultati delle attività; gestire le rispettive risorse umane, patrimoniali e finanziarie;
  • Garantire agli utenti – in locale o da remoto – l’accesso, la consultazione, il recupero delle informazioni, il prestito e la riproduzione dei documenti; promuovere la biblioteca tramite selezione, elaborazione, offerta e comunicazione al pubblico di informazioni e documenti posseduti o accessibili; erogare servizi di carattere educativo e culturale, attuare programmi di educazione permanente, di alfabetizzazione informativa e di promozione culturale;
  • Formare, organizzare e tutelare le raccolte mediante procedure di acquisizione, descrizione, conservazione, diffusione di documenti;
  • Acquisire e gestire i sistemi informativi alimentati dalla biblioteca;
  • Svolgere attività di studio e ricerca relativamente alla biblioteconomia e alle discipline affini e collegate.

Associazione[modifica | modifica wikitesto]

L’art.2 comma 1 della legge 4/2013 dichiara che i professionisti possono costituire associazioni a carattere professionale su base volontaria,con il fine di informare e tutelare l’utente sulla qualità delle relative prestazioni attraverso processi trasparenti e di concorrenza. L'obiettivo è quello di rendere il più consapevoli possibili gli utilizzatori di un dato servizio e tale scopo viene conseguito attraverso una maggiore valorizzazione delle competenze degli associati. Alle associazioni vengono affidate vari compiti, tra cui la promozione della formazione, la vigilanza sulla condotta degli associati a tutela degli utenti, l’istituzione di sportelli di informazione e risoluzione delle controversie a beneficio dei consumatori,nonché la definizione e il rilascio agli iscritti di marchi di qualità e attestazioni professionale. L'associazione dei bibliotecari in Italia è l'Associazione Italiana Biblioteche. Al professionista viene lasciata la libertà di scegliere la forma in cui esercitare la propria professione ed è libero di poter scegliere di aderire ad associazioni professionali ma ha l’obbligo di contraddistinguere la propria attività in ogni documento e rapporto scritto con il cliente, con l’espresso riferimento alla legge.

Codice deontologico[modifica | modifica wikitesto]

Anche i bibliotecari, come molte professioni, si attengono ad uno specifico codice deontologico: "che costituisce l'insieme dei modelli di comportamento che la comunità bibliotecaria segue e in cui si riconosce" [3] Molte associazioni professionali hanno promulgato degli elenchi di valori o norme etiche a cui gli associati si inspirano e fanno riferimento. La prima associazione professionale di bibliotecari ad aver adottato formalmente un codice deontologico è stata l'Amercan Library association (ALA ) nel 1939. L'italia deve aspettare il 30 ottobre 1997,quando l'AIB approvò il primo codice deontologico del bibliotecario, aggiornato [4]. Il codice stabilisce doveri verso l'utente, verso i documenti e la professione. Nei confronti degli utenti, stabilisce che non spetta ai bibliotecari,controllare o limitare l’accesso ai documenti da parte di utenti minorenni, né esprimere valutazioni negative o positive sui documenti richiesti; deve,altresì, ripudiare e combattere ogni possibile forma di censura. Nei confronti dei documenti, il bibliotecario ha l’obbligo di promuovere un corretto equilibrio tra il diritto di accesso alle informazioni da parte degli utenti e i diritti etici e giuridici degli autori ed editori, al fine di garantire la trasmissione della conoscenza in qualunque forma sia registrata nel rispetto del diritto d’autore. Infine, nei confronti della professione, il bibliotecario consapevole del proprio ruolo culturale, ha l’obbligo di promuovere la professione, assumendo comportamenti improntati alla correttezza, al rispetto e allo spirito di collaborazione.


Accesso alla professione[modifica | modifica wikitesto]

Diversamente ad altri paesi, ad esempio la Francia dove esiste una scuola superiore – l’ENSSIB, École nationale supérieure des sciences de l’information et des bibliothèques [5] – che seleziona la classe dirigente delle biblioteche, in Italia si continua a diventare Bibliotecari nei modi più svariati affidandosi esclusivamente alla preparazione immediata per un concorso o all'acquisizione dell'esperienza mediante l'apprendistato.[6] Esistono diversi percorsi formativi universitari che tuttavia non rilasciano il titolo di Bibliotecario

Il regolamento di iscrizione dell'AIB stabilisce che per l'accesso alla professione sono necessari la formazione permanente e il titolo di studio considerato "minimo" cioè laurea a indirizzo biblioteconomico, dottorato di ricerca o altro titolo post laurea in biblioteconomia oppure laurea non specifica unitamente a uno o più corsi di formazione professionale per bibliotecari con valutazione finale, della durata complessiva di almeno 100 ore di didattica, o ad almeno 2 anni di esperienza professionale documentata – anche non continuativa purché riferita agli ultimi 5 anni.

Tipologia[modifica | modifica wikitesto]

I bibliotecari sono classificati in tutto il mondo come:pubblico, accademico, scolastico e speciale.

  • Pubblico: in italia si intende
  • Ministero per i Beni e le Attività Culturali
  • Ente Locale
  • Università
  • Scuola
  • Ecclesiastico
  • Sanità
  • Carcerario: In base alla legge 26 luglio 1975 n. 354 art. 12., ogni penitenziario italiano deve essere fornito di una Biblioteca, che funziona grazie all'azione combinata di detenuti, educatori e volontari.
  • Aziende private

Bibliotecari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ David R.Lankes, L'atlante della biblioteconomia moderna, Milano, Editrice Bibliografica, 2014.
  2. ^ Ente italiano di normazione, su ww.Uni.com. URL consultato il 15 novembre 2015.
  3. ^ Crupi Gianfranco- Gambari Stefano, Etica del bibliotecario 2007
  4. ^ il 12 maggio 2014 a Torino dall’ Assemblea generale degli associati AIB
  5. ^ http://www.enssib.fr/
  6. ^ Attilio Mauro Caproni, La formazione professionale del bibliotecario, Milano, Editrice Bibliografica, 1989.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Attilio Mauro Caproni, La formazione professionale del bibliotecario, Milano, Bibliografica, 1989, ISBN 8870752232.
  • Giorgio De Gregori, Simonetta Buttò, Per una storia dei bibliotecari italiani del XX secolo. Dizionario bio-bibliografico 1900-1990, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 1999, ISBN 88-7812-065-0
  • Ornella Foglieni (a cura di), Bibliotecario nel 2000, Milano, editrice Bibliografica, 1999, ISBN 88-7075-533-9.
  • Carlo Revelli, Il mestiere di bibliotecario visto da un particolare "osservatorio internazionale", in "Biblioteche Oggi", Milano, n. 3, aprile 2009, pp. 8-14.
  • M.Stella Rasetti, Bibliotecario, il mestiere più bello del mondo, Milano, Bibliografica, 2014, ISBN 8870757706.
  • Riccardo Ridi, Etica bibliotecaria, Milano, Bibliografica, 2011, ISBN 9788870757125.
  • Guglielmo Cavallo, Le biblioteche nel mondo antico e medievale, Laterza, 1989, ISBN 8842032565.
  • Rudolf Pfeiffer, Storia della filologia classica. Dalle origini alla fine dell'età ellenistica, Macchiaroli, 1973.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

{{Controllo di autorità}} {{Portale|Letteratura}} [[Categoria:Biblioteconomia e scienza dell'informazione]] [[Categoria:Professioni]]