Utente:Luigidebnis/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Parrocchia Santa Eufemia V. M. in Alba Adriatica[modifica | modifica wikitesto]

La storia[modifica | modifica wikitesto]

Futili contrasti tra parroci in apparenza, in realtà ragioni pastorali inducono il vescovo di Teramo Mons. Alessandro Zanecchia-Ginnetti, sebbene nel frattempo venga meno, a trasferire con il decreto del 31 maggio 1920 la parrocchia di Santa Eufemia V. M. da Tortoreto Alto dapprima alla Marina, poi definitivamente a Tortoreto Stazione, dove le funzioni sacre essenziali sono officiate per lo più nelle cappelle private di famiglie signorili. La Stazione: case in fila ai lati della statale polverosa, l'attuale via Roma, addensate le più presso lo scalo ferroviario e a capo di poche strade che dalla statale si perdono tra i campi e gli acquitrini

Alba Adriatica - Viale della Vittoria anni '30

verso mare; poi nella campagna, accuratamente coltivata tanto da alimentare una larga esportazione di ortaggi, casolari rustici di mezzadri e contadini presso ville padronali. L'analfabetismo è molto diffuso, il Re non è che un nome, il ceto padronale, al di là di qualche professionista locale, viene in villa solo d'estate dalle grandi città, qualcuno inneggia al socialismo, tutti però, piccoli artigiani per i bisogni locali, pescatori e soprattutto contadini, sanno il lavoro, faticoso e scuro, che indurisce i muscoli e l'anima. La vita religiosa è ridotta a segno esteriore di un momento significativo o estremo, il sacerdote è presenza fugace. Qui la chiesa è quasi una pinciaia larga 4 m e lunga circa 8 - 10 m ed è situata dove ora sorge la casa parrocchiale, ma con l'altare verso la montagna e l'uscita laterale verso la piazza. La terra buona del paese che finisce in palude verso mare è l'immagine di una desolata condizione interiore: la vita dello spirito è in sostanza un altro diritto negato. La condizione non muta con il primo parroco, don Giuseppe Moretti, che preferisce abitare a Tortoreto Marina e viene solo di domenica alla Stazione. Solo nel 1928, dopo ordini reiterati del nuovo vescovo Mons. Quadraroli, si trasferisce in sede, ma i rapporti sia con la curia che con la popolazione sono tesi e il 22 maggio 1929 riceve l'ordine di trasferimento, ma nell'attesa della ratifica del recente concordato la comunicazione ufficiale al procuratore del Re viene data il primo dicembre.

Alba Adriatica - Chiesa in costruzione della parrocchia Santa Eufemia, anno 1932.

Il nuovo parroco, don Arturo Semproni, di 47 anni, si adopera con passione, abnegazione e disponibilità caritatevole: condivide in povertà la condizione dei più con il "breviario" sempre in mano; rompe così il muro di diffidenza e getta il seme del vangelo in una popolazione che per la posizione sul mare a sbocco di una valle è sempre più eterogenea e sensibile agli affari.

Don Arturo Semproni, parroco della parrocchia di Santa Eufemia in Alba Adriatica negli anni '30 e '40

Vive dedito alla sua opera estraneo ai fermenti politici sebbene dal 1919 i cattolici si siano organizzati nel partito Popolare di don Luigi Sturzo e in associazioni di cui però al sacerdote sfuggono forse le potenzialità. Corona però il sogno della nuova chiesa, venuta su molto lentamente con il lavoro e la partecipazione di tutti e in essa il 25 marzo 1939 concelebra con il sacerdote novello don Orlando Crescenzi tra la folla in festa. Condivide con la sua gente i pericoli e i lutti dell'ultima guerra, specie tra il 1943 e il '44 quando anche la Stazione subisce continui bombardamenti a causa della linea ferroviaria e del piccolo campo d'aviazione oltre il torrente Vibrata.

Muore vivamente compianto a 64 anni il 20 novembre 1946 in assoluta povertà dopochè, scomparse le due sorelle, è stato accolto in casa Pelliccioni.

Con don Teodoro Galanti, di 32 anni, la comunità vive con una certa partecipazione gli anni della Costituente, del nascere della repubblica e dell'inizio della guerra fredda grazie ad una larga scolarizzazione e allo sviluppo commerciale, sensibile alle trasformazioni socio-politiche.

Don Teodoro Galanti, parroco della parrocchia di Santa Eufemia in Alba Adriatica negli anni '50

Ora nascono anche qui l'Azione Cattolica e le libere associazioni giovanili, luoghi di dibattiti e di piccole attività culturali, prima impensabili, di gite e pellegrinaggi, vere e proprie scoperte di un mondo sconosciuto. La chiesa, danneggiata dai bombardamenti, è ristrutturata, trasformata, ampliata fino ad assumere nel 1949 la forma attuale.

Viene costruita anche la casa parrocchiale, di cui il parroco non può godere per un improvviso trasferimento in una parrocchia più importante nel dicembre del 1952.

Alba Adriatica - Chiesa Parrocchia Santa Eufemia anni '40

Dopo una breve reggenza di don Paolo Di Gaspare, ex cappellano militare, piuttosto schivo e solitario, e di don Camillo Di Toro, voce stentorea, passione sacerdotale e cuore d'oro, nel giugno 1953 subentra don Paolo Di Paolo, che accompagna la comunità nel tempo del suo boom economico, all'inizio del quale Tortoreto Stazione diventa Alba Adriatica, comune autonomo.

Don Paolo Di Paolo, parroco della parrocchia di Santa Eufemia in Alba Adriatica dal 1953 al 1979

La messa novella di don Silvio De Annuntiis, figlio del sagrestano Amedeo, nel 1954 sembra propiziare la sua opera e il suo insegnamento, insistito sulla coerenza tra fede e vita.

L'impegno investe anche le strutture: nel 1959 inaugura il campanile con in cima una Madonna in pietra di Vicenza,

Campanile Alba Adriatica.

che dall'alto assista e protegga tutti gli abitanti; sostituisce poco dopo il tetto insicuro a capriate con uno sorretto da arcate in armonia con l'abside e rivolge l'altare verso i fedeli in seguito al Concilio Vaticano II a cui guarda con mente illuminata, con dibattiti e con grande entusiasmo e ne traduce il messaggio innovatore con parola chiara e piana.

Don Paolo Di Paolo, parroco della parrocchia di Santa Eufemia in Alba Adriatica dal 1953 al 1979

Testimonianza ne sono anche i pannelli sul tema "Cristo, parola di salvezza" ispirati tutti al Concilio, realizzati in ferro battuto dal geniale artigiano Guglielmo Scipioni di Nerito di Crognaleto su disegni dell'artista Gigino Falconi, rimossi poi dal parroco successivo. Cresciuta molto Alba, favorisce la nascita sia della parrocchia, prima, in Villa Fiore, parroco don Serafino Vanni, poi, in contrada Basciani con parroco don Orlando Crescenzi, sia di libere associazioni giovanili e di movimenti più apertamente impegnati in ambito religioso come i "Corsi di cristianità" a riproporre concreti valori cristiani in un ambiente sempre più laicizzato ed estraneo. Una malattia progressiva lo costringe dopo 26 anni alla rinuncia nel marzo del 1979 e lo porta alla morte il 17 gennaio 1981 a 68 anni.

Don Iolando De Berardinis, parroco della parrocchia di Santa Eufemia in Alba Adriatica dal 1979 al 2011

Punti di forza del nuovo parroco don Iolando De Berardinis (Nereto 18.09.1925 - Sant'Omero 19.09.2014), che ha retto la parrocchia di Sant’Eufemia dal 1979 (anche se ad Alba è arrivato già nel 1976 per sostituire don Paolo),spirito salesiano, arguto, ironico, con studi universitari a Venezia e teologia a Londra sono l'attenzione alla realtà concreta e la cura dell'insegnamento, di qui l'apertura di una sezione "Caritas" per venire incontro ai bisogni crescenti di tanti, anche immigrati, pur in un ambiente di diffuso benessere, tuttavia progressivamente eroso, e di accresciute differenze sociali; la formazione di un coro e in particolare di un gruppo di catechisti; la proposizione della Parola che raccorda con puntualità le varie letture liturgiche e porta a chiarezza senso e proposta di vita; la valorizzazione, in armonia con le direttive di Giovanni Paolo II, dei movimenti, in particolare dei neocatecumeni, attraverso cui sviluppa, con l'aiuto di un diacono e di suddiaconi cresciuti con lui, la catechesi per adulti, che resiste al suo logoramento fisico in tantissimi anni di lavoro, oltre trenta, quando, meritata largamente la pensione a tarda età,

2011 - S. E. Mons. Michele Seccia vescovo della diocesi Teramo-Atri e Don Stefano Galeazzi.

il 1° settembre 2011 si insedia con una solenne celebrazione in piazza IV Novembre il nuovo parroco don Stefano Galeazzi, giovane di 30 anni, ma già di buona esperienza, sull'energia, sull'apertura e sulla spiritualità del quale la comunità, già assicurata, fa pieno affidamento per il futuro.