Utente:Lasacrasillaba/Sandbox/3

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Pianta dell'Aquila disegnata da Girolamo Pico Fonticulano con evidenziata la suddivisione in locali e la collocazione degli edifici religiosi

La città dell'Aquila è caratterizzata dalla presenza di un elevato numero di edifici religiosi, soprattutto in rapporto alla popolazione[1].

A partire dal XIII secolo erano già presenti nella conca aquilana numerose tra abbazie e complessi conventuali, per lo più riferiti ad ordini monastici quali francescani, domenicani e cistercensi[2]. Lo sviluppo dell'architettura religiosa aquilana si ebbe però con la fondazione della città e con la particolare vicenda che ne favorì la creazione. L'Aquila, infatti, nacque per motivi politici e commerciali per volere dei villaggi che sorgevano sulla valle dell'Aterno e che decisero di riunirsi in un'unica nuova città[3]. L'opera venne facilitata dalla divisione del territorio in quattro Quarti e la sottodivisione in locali, ciascuno affidato ad uno dei villaggi che avevano patrocinato la fondazione; a questi venne concessa la costruzione, nel proprio sito, di una piazza con una chiesa ed una fontana, il che favorì da subito il proliferarsi dell'architettura religiosa in città[4]. Successivamente, sul finire del XIII secolo, un nuovo impulso venne dato dall'entrata degli ordini religiosi in città e dalla realizzazione di complessi conventuali entro le mura dell'Aquila[5].

Lo sviluppo in così breve tempo di un elevato numero di edifici religiosi consolidò una particolare derivazione dell'architettura romanica che prende il nome di scuola aquilana[4][5], caratterizzata dalla ideale separazione tra la facciata e l'organismo architettonico vero e proprio[5]; i prospetti presentano spesso una grande superficie quadrangolare rivestita in pietra bianca su cui si stagliano un portale ed un rosone[2]. Tuttavia, pur essendo simili per collocazione storica e stile architettonico, le costruzioni religiose aquilane sono caratterizzate da numerose modifiche dovute a crolli causati dai frequenti terremoti e presentano spesso la fusione di diverse correnti artistiche quali il gotico, l'architettura rinascimentale, il barocco ed il neoclassico.

Chiese dentro le mura[modifica | modifica wikitesto]

Duomo[modifica | modifica wikitesto]

Duomo
Chiesa delle Anime Sante
Cattedrale dei Santi Giorgio e Massimo[modifica | modifica wikitesto]
La chiesa è il Duomo dell'Aquila ed è posta a valle di piazza del Duomo, adiacente al Palazzo Arcivescovile. La sua edificazione, avvenuta nel III secolo è contemporanea o addirittura precedente alla fondazione della città e strettamente legata alle vicende che portarono, nel 1257, alla fusione delle due diocesi di Amiterno e Forcona[6]. Crollata in seguito al terremoto del 1703, venne successivamente restaurata nel XIX e nel XX secolo[7] e si presenta oggi in stile neoclassico in facciata e tardo-barocco all'interno, dove è possibile ammirare, tra le altre cose, il mausoleo di Amico Agnifili, realizzato nel 1480 da Silvestro dell'Aquila[7].
Chiesa di Santa Maria del Suffragio[modifica | modifica wikitesto]
Meglio conosciuta come le Anime Sante, è la chiesa che condivide con la Cattedrale lo spazio di piazza del Duomo, luogo in cui venne edificata all'indomani del terremoto del 1703. L'attuale edificio è comunque la sintesi di un lungo e complesso iter ed è caratterizzato da una facciata tardo-barocca, opera di Orazio Antonio Bucci su progetto di Gianfrancesco Leomporri, e da una cupola in stile neoclassico realizzata da Giuseppe Valadier nel 1805[8]. All'interno sono presenti due altari in marmo attribuiti a Francesco Ferradini e Perseo Petrilli, ivi trasferiti dalla precedente sede della Confraternita del Suffragio nell'attuale oratorio di San Giuseppe de' Minimi; nella prima cappella di sinistra è invece il Sant'Antonio, opera di Teofilo Patini[9].

Quarto di San Pietro[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Pietro a Coppito
Chiesa di San Domenico
Chiesa di Santa Margherita
Oratorio dei Nobili (a destra)
Chiesa capoquarto di San Pietro a Coppito[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa dell'Addolorata[modifica | modifica wikitesto]
Anche Santa Maria dei sette dolori
Chiesa dell'Annunziata[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa dell'Immacolata Concezione[modifica | modifica wikitesto]
Piccola chiesa posta sotto il porticato del Palazzo del Convitto, su Corso Vittorio Emanuele II, a ridosso dell'incrocio detto dei Quattro Cantoni. Venne edificata al posto della Chiesa di San Francesco, demolita alla fine del XIX secolo per permettere la costruzione del palazzo, ed aperta al culto nel 1892[10]. La pianta, a croce greca, presenta un ordine di colonna corinzie sorreggenti una cupola in cui sono presenti i Quattro evangelisti, opera di Teofilo Patini[11].
Chiesa di San Biagio d'Amiterno[modifica | modifica wikitesto]
Oggi nota come San Giuseppe Artigiano, la chiesa era in origine luogo di riferimento in città dei castellani di San Vittorino, antico sede della diocesi di Amiterno che successivamente costituì con quella di Forcona l'arcidiocesi dell'Aquila[12]. Crollata in seguito al terremoto del 1703, venne parzialmente ricostruita nelle fattezze attuali ma perse prestigio e titolo, poi passato alla chiesa di San Quinzano[13]. All'interno è il monumento a Pietro Lalle Camponeschi opera di Gualtiero de Alemania.
Chiesa di Santa Caterina martire[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di Santa Croce[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di San Domenico[modifica | modifica wikitesto]
Venne edificata nel 1309 sul luogo dell'antico Palazzo Reale per volere di Carlo II d'Angiò, ma venne rinnovata più volte in seguito ai danni dovuti ai frequenti eventi sismici; in particolare, nel caso del terremoto del 1703, crollò completamente uccidendo i circa 800 fedeli che vi stavano celebrando le funzioni religiose[14]. La facciata si presenta ancora oggi incompleta con la parte superiore a rustico, mentre sul prospetto laterale è un interessante portale di carattere protogotico o borgognone[15].
Chiesa di San Filippo[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di San Lorenzo di Pizzoli[modifica | modifica wikitesto]
Anche Chiesa della Lauretana.
Chiesa di Santa Lucia[modifica | modifica wikitesto]
Oratorio dei Salesiani.
Chiesa di Santa Margherita[modifica | modifica wikitesto]
Originariamente caratterizzata da un mausoleo contenente le spoglie di Sant'Equizio, uno dei quattro patroni della città[16], venne completamente distrutta dal terremoto del 1703. Riedificata nel XVIII secolo, presenta una facciata semplice rimasta a rustico e non completata con finestrone rettangolare in asse con il portale mentre sul fianco destro sono visibili i frammenti del ciborio del Duomo ad opera di Giovanni dei Rettori. L'interno presenta affresci di Girolamo Cenatiempo e Lorenzo Berrettini[17].
Chiesa di San Paolo di Barete[modifica | modifica wikitesto]
La chiesa è l'edificio di culto dei castellani di Barete che contribuirono così alla fondazione dell'Aquila nel III secolo. L'edificio, già restaurato dopo il terremoto del 1461, venne completamente ricostruito in seguito al terremoto del 1703 nell'attuale struttura con pianta a croce greca, unica nel suo genere in città[18].
Chiesa di San Quinzano[modifica | modifica wikitesto]
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Monastero della Beata Antonia[modifica | modifica wikitesto]
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Monastero di Santa Caterina da Siena[modifica | modifica wikitesto]
Il monastero è situato sul lato meridionale di via Sassa, vicino alla chiesa di San Biagio d'Amiterno, e corrisponde all'attuale Palazzo Bucciarelli[19]. L'edificio venne realizzato nel XIV secolo con una graziosa facciata porticata, oggi scomparsa, poi completamente ricostruito in seguito al terremoto del 1461 e nuovamente modificato in seguito a quello del 1703[20]; l'istituzione del monastero vero e proprio invece risale alla fine del Cinquecento[19].
Oratorio dei Filippini[modifica | modifica wikitesto]
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Oratorio dei Nobili[modifica | modifica wikitesto]
Oggi noto come Palazzetto dei Nobili, è un edificio in equilibrio tra architettura civile e religiosa[21]. Venne fatto realizzare nel Seicento dalla Congregazione dei Nobili con funzione di oratorio e successivamente ricostruito in seguito al terremoto del 1703.
Oratorio di San Giuseppe de' Minimi[modifica | modifica wikitesto]
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Quarto di Santa Maria[modifica | modifica wikitesto]

Basilica di San Bernardino
Chiesa di Santa Maria Paganica
Chiesa di Santa Maria del Carmine
Chiesa di San Silvestro
Basilica di San Bernardino[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa capoquarto di Santa Maria Paganica[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa del Crocifisso[modifica | modifica wikitesto]
La chiesa, situata nel parco che circonda il Forte spagnolo, a ridosso del margine settentrionale delle mura dell'Aquila, venne edificata (sul luogo di un preesistente patibolo) nel 1607 da Baldassarre Zunica che vi si fece anche seppellire[22]. Si presenta con una facciata intonacata con portale rettangolare in pietra; all'interno è visibile un incavo absidale costituito da un arco poggiato su due paraste, decorato da un affresco settecentesco[23].
Chiesa di Sant'Amico[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di Santa Maria degli Angeli[modifica | modifica wikitesto]
Si tratta della cappella della famiglia Alferi, edificata da Fabio Alferi tra il 1594 e il 1598 sul lato orientale di via Fortebraccio, adiacente il palazzo di famiglia[24]. La facciata si presenta intonacata, suddivisa in due parti da una cornice marcapiano e stretta tra due possenti lesene angolari. L'interno è ad aula unica costituito da un vano rettangolare terminante in un presbitorio leggermente sghembo rispetto alla facciata; sul lato di sinistra è presente un'altra aula da cui i patrizi seguivano le funzioni[25].
Chiesa di Santa Maria del Carmine[modifica | modifica wikitesto]
Edificata nel III secolo dai castellani di Assergi con il nome di Santa Maria di Assergi, venne comprata nel 1609 dall'ordine dei Carmelitani e da essi ricostruita e ampliata nelle fattezze attuali, decisamente originali nel panorama dell'architettura religiosa aquilana[26]. L'interno è da ricondursi ad un secondo rinnovamento avvenuto in seguito al terremoto del 1703[27].
Chiesa di Santa Maria di Farfa[modifica | modifica wikitesto]
La chiesa è intitolata a Santa Maria di Forfona, ma è detta popolarmente di Farfa[28]. Situata a ridosso delle mura dell'Aquila, tra Porta Leoni e Porta Bazzano, è di fondazione duecentesca ed è tra le più antiche della città. Nel 1938, nell'ambito di una riqualificazione del quartiere imposta dal fascismo, venne completamente demolita e ricostruita nei pressi del sito originario, con le stesse modeste dimensioni e con la sola aggiunta dell'abside semicircolare[28].
Chiesa di Santa Maria della Misericordia[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di Santa Maria di Picenze[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di San Silvestro[modifica | modifica wikitesto]
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Monastero di Sant'Agnese[modifica | modifica wikitesto]
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Monastero di San Basilio[modifica | modifica wikitesto]
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Quarto di San Giorgio[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Giusta
Chiesa di Sant'Agostino
Chiesa capoquarto di Santa Giusta[modifica | modifica wikitesto]
Le origini di Santa Giusta sono precedenti alla fondazione della città[29] e l'edificio attuale venne probabilmente costruito su una chiesa preesistente dedicata a San Giorgio, da cui l'antico nome del rione[30]. Si presenta con un impianto di tipo basilicale, a navata unica con transetto sporgente, sopravvissuto pressochè integro alla sequenza dei terremoti che hanno ciclicamente devastato L'Aquila. La facciata in stile romanico con coronamento a decorazioni gotiche, è caratterizzata da un rosone contenente dodici figure umane, mentre alla base (a destra del portale) è un fontanile che riporta lo stemma di Bazzano, i cui castellani furono gli artefici della costruzione dell'edificio.
Chiesa di Cristo Re[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di Sant'Agostino[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di San Flaviano[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di San Paolo dei Barnabiti[modifica | modifica wikitesto]

Quarto di San Giovanni[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Marciano
Chiesa di San Vito alla Rivera
Chiesa capoquarto di San Marciano[modifica | modifica wikitesto]
Di edificazione antichissima, la chiesa divenne capoquarto nel 1276 in seguito alla perdita di prestigio di San Giovanni di Lucoli[31], anche se l'edificio attuale è frutto della riedificazione, in dimensioni minori, della chiesa originale in seguito al terremoto del 1703[32]. In facciata sopravvive il romanico tipico della scuola aquilana mentre l'interno si presenta oggi in stile barocco.
Chiesa di Sant'Antonio da Padova[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di Sant'Antonio de Nardis[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di Sant'Apollonia[modifica | modifica wikitesto]
É una delle tre chiese costruite dai castellani di Lucoli ed è posta a ridosso delle mura dell'Aquila sul sentiero che da Porta Roiana conduceva in città[33]. Originariamente nota come Santa Maria del Borgo, divenne Santa Maria delle Bone Novelle e infine Sant'Apollonia dopo che nel 1601 l'Arte della lana vi si insediò al posto della confraternita delle Bone Novelle[34]. Proprio ai primi anni del Seicento è riconducibile l'edificio attuale, poi restaurato in seguito al terremoto del 1703 e abbandonato e in rovina in seguito alle sistemazioni urbanistiche compiute tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento[34]. L'edificio è costituito da un unica sala rettangolare posta in asse con la cinta muraria e arricchita da due altari settecenteschi in stucco e altre decorazioni barocche[35].
Chiesa di San Bernardo[modifica | modifica wikitesto]
L'edificio, situato alla sommità del borgo della Rivera, venne realizzato nei primi anni del Settecento in sostituzione della seicentesca chiesa della Madonna del Rifugio e venne affidato, a partire dal 1874, alle Suore Stimmatine[36]. Il prospetto si presenta semplice di forma rettangolare con portale d'ingresso situato sulla sinistra; l'interno è lungo e stretto con volta a botte lunettata[36]
Chiesa di Santa Chiara d'Acquili[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di San Giacomo della Rivera[modifica | modifica wikitesto]
Anche Chiesa dello Spirito Santo.
Chiesa di San Giovanni di Lucoli[modifica | modifica wikitesto]
Anche Chiesa di San Francesco di Paola.
Chiesa di San Luigi[modifica | modifica wikitesto]
Anche Chiesa di Santa Maria della Pietà o Cappella del Seminario.
Chiesa di Santa Maria di Roio[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di San Vito alla Rivera[modifica | modifica wikitesto]
É la principale chiesa del quartiere della Rivera ed è situata proprio di fronte alla fontana delle 99 cannelle, primo monumento cittadino. Venne edificata nel XIII secolo dai castellani di Tornimparte e nel Cinquecento passò all'ordine dei Fatebenefratelli che realizzarono anche il convento e l'ospedale adiacenti la chiesa[37]. Sulla facciata, di tipo romanico, sono presenti due meridiane.

Chiese fuori le mura[modifica | modifica wikitesto]

Basilica di Santa Maria di Collemaggio[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa del Gesù Maestro[modifica | modifica wikitesto]
Chiesa della dottrina cristina.
Chiesa della Madonna di Pettino[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa della Madonna Fore[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di Sant'Antonio[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di San Francesco d'Assisi[modifica | modifica wikitesto]
Chiesa del quartiere Pettino.
Chiesa di San Giuliano[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di Santa Maria del Guasto[modifica | modifica wikitesto]
Anche Santa Maria degli Angeli a Porta di Bagno
Chiesa di Santa Maria del ponte di Bagno[modifica | modifica wikitesto]
Chiesa rurale situata nella vallata a sud di Collemaggio, oggi pressochè invisibile dai principali assi viari essendo stretta tra la ferrovia Terni-Sulmona e la strada statale 17. Venne costruita su una preesistente edicola mariana.
Chiesa di Santa Maria del ponte di Roio[modifica | modifica wikitesto]
Chiesa rurale situata nella valle tra la collina di Roio e il colle dell'Aquila su cui sorge la città. Venne realizzata nel 1429 come oratorio e successivamente ampliata e riconsacrata nel 1457[38]. L'interno presenta una preziosa edicola in pietra posta isolata all'interno della piccola sala[39], probabilmente realizzata da Michele Tedesco nel 1495 con affresco coevo raffigurante la Vergine col bambino ad opera di Francesco da Montereale[40].
Chiesa di Santa Maria del Soccorso[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di Santa Mediatrice[modifica | modifica wikitesto]
Chiesa del quartiere di Valle Pretara.
Chiesa di San Pio X[modifica | modifica wikitesto]
Chiesa del quartiere Torrione.
Chiesa di Santa Rita[modifica | modifica wikitesto]
Chiesa del quartiere Strinella.
Chiesa di San Sisto[modifica | modifica wikitesto]
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Turris eburnea[modifica | modifica wikitesto]
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Chiese delle frazioni[modifica | modifica wikitesto]

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Chiese scomparse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Benedetto di Arischia[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di San Francesco[modifica | modifica wikitesto]
San Francesco in piazza del Palazzo (spazio che condivideva con la piccola chiesa di Santa Maria ad Civitatem) è stata per secoli una delle principali chiese dell'Aquila prima di essere abbattuta, nel 1878, per favorire la realizzazione del nuovo Palazzo del Convitto[41]. Venne edificata nel XIII secolo dai francescani in contemporanea alla fondazione della città e insieme all'adiacente convento, in cui passò l'ultima parte della sua vita San Bernardino da Siena[42]. La chiesa subì gravi danni dai terremoti del 1315[43], 1461[44] e 1703[45] in seguito ai quali venne ricostruita. Dopo la demolizione, la facciata di San Francesco venne ricostruita in piazza Regina Margherita, dove oggi è la fontana del Nettuno.
Chiesa di San Leonardo di Porcinari[modifica | modifica wikitesto]
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Chiesa di Santa Maria ad Civitatem[modifica | modifica wikitesto]
Piccolo edificio religioso posto a margine di piazza del Palazzo, praticamente di fronte la torre civica[21]. All'interno erano presenti dipinti ad opera di Saturnino Gatti, oggi al Museo nazionale d'Abruzzo[46].
Chiesa di Santa Maria di Tempera[modifica | modifica wikitesto]
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Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Orlando Antonini, pag.1
  2. ^ a b La Biblioteca di Repubblica, pag.34
  3. ^ Perdonanza Celestiniana, Breve storia dell'Aquila, su perdonanza-celestiniana.it.
  4. ^ a b Touring Club Italiano, pag.67
  5. ^ a b c Alessandro Clementi; Elio Piroddi, pag.41
  6. ^ Orlando Antonini, pag.225
  7. ^ a b Touring Club Italiano, pag.93
  8. ^ Orlando Antonini, pag.136
  9. ^ Orlando Antonini, pag.133
  10. ^ Luigi Marra, Maria Pia Renzetti, pag.48
  11. ^ Touring Club Italiano, pag.95
  12. ^ Orlando Antonini, pag.93
  13. ^ Orlando Antonini, pag.107
  14. ^ Orlando Antonini, pag.220
  15. ^ Orlando Antonini, pag.208
  16. ^ Gli altri sono San Bernardino da Siena (di cui sono custodite le spoglie nella basilica omonima), San Massimo e San Pietro Celestino (di cui sono custodite le spoglie nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio)
  17. ^ Touring Club Italiano, pag.109
  18. ^ Orlando Antonini, pag.360
  19. ^ a b Orlando Antonini, pag.395
  20. ^ Orlando Antonini, pag.396
  21. ^ a b Clementi, Piroddi, pag.110 Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "Clementi110" è stato definito più volte con contenuti diversi
  22. ^ Orlando Antonini, pag.5
  23. ^ Orlando Antonini, pag.7
  24. ^ Orlando Antonini, pag.389
  25. ^ Orlando Antonini, pag.391
  26. ^ Orlando Antonini, pag.281
  27. ^ Orlando Antonini, pag.282
  28. ^ a b Orlando Antonini, pag.293
  29. ^ Orlando Antonini, pag.62
  30. ^ Il quarto di San Giorgio è oggi meglio conosciuto come quarto di Santa Giusta
  31. ^ Il quarto di San Giovanni è oggi meglio conosciuto come quarto di San Marciano
  32. ^ Orlando Antonini, pag.137
  33. ^ Orlando Antonini, pag.1
  34. ^ a b Orlando Antonini, pag.2
  35. ^ Orlando Antonini, pag.3
  36. ^ a b Orlando Antonini, pag.139
  37. ^ Orlando Antonini, pag.277
  38. ^ Orlando Antonini, pag.345
  39. ^ Orlando Antonini, pag.346
  40. ^ Orlando Antonini, pag.351
  41. ^ Abruzzo Cultura, Chiesa di San Francesco, su regione.abruzzo.it. URL consultato il 15 marzo 2012.
  42. ^ La cella dove visse San Bernardino è stata risparmiata dall'abbattimento insieme ad altre parti del convento ed è accessibile al primo piano del Palazzo del Convitto
  43. ^ Alessandro Clementi; Elio Piroddi, pag.47
  44. ^ Alessandro Clementi; Elio Piroddi, pag.49
  45. ^ Alessandro Clementi; Elio Piroddi, pag.119
  46. ^ Enciclopedia Treccani, Saturnino Gatti, su treccani.it. URL consultato il 15 marzo 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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