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Chiesa di Santa Marta
Interno della Chiesa.
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàPisa
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
ArchitettoMatteo Tarocchi, Andrea Vaccà
Inizio costruzione1760
Completamento1767

La chiesa di Santa Marta è un luogo di culto cattolico di Pisa che si trova nel quartiere di San Francesco, lungo la via omonima, raggiungibile attraverso Via Garibaldi o dal Ponte della Fortezza procedendo in direzione Piazza delle Gondole.

Il complesso religioso è un esempio di decorazione e arredo settecentesco.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Intorno al XIV secolo, nel quartiere Suarta (oggi conosciuto come San Francesco), per ordine del frate domenicano Domenico Cavalca, dell'ordine dei Predicatori, viene fondata la Chiesa di S. Viviana in Suarta e il Monastero di S.Marta, anticamente detto della Misericordia. Il Monastero andava ad accogliere le Suore della Penitenza che risiedevano in precedenza in un edificio, vicino al Ponte della Spina (oggi della Fortezza).

Il trasferimento delle Suore della Penitenza viene riportato nel volume "Descrizione delle Chiese, Monasteri, et Oratori della Città di Pisa", di Paolo Tronci:

«[...] Padre fra Domenico Cavalca da Vico Pisano, famiglia nobile in questa città, [...] hebbe pensiero che il Monastero prefato servisse per donne, che si pentivano della lor mala vista, ma volse Dio che fusse consegniate a Verginelle sue spose che nell'ordine domenicano con il triplicato vincolo dei voti, se li erano dedicate. Abitavano queste in diversi luoghi fuori della città nel castello di Buti, in un luogo chiamato S. Maria di Valverde, in Vico, a S. Andrea di Lupeta, o della Selva, et a S. Maria Maddalena, e vicino a Pisa s'erano anche ricoverate nel Monastero di S. Maria degli Angeli nella strada di Cisanello, et in Pisa avevano un luogo nella cura di S. Silvestro chiamato S, Maria di Spina, altrimenti della Misericordia, et un oratorio in Carraia di S. Egidio.»

Negli anni seguenti vengono aggiunti altri monasteri minori (Santa Maria Maddalena di Vicopisano, Sant'Andrea di Lupeta, Santa Maria degl'Angioli, e Santa Maria di Valleverde di Buti).

Nel 1550 Cosimo de' Medici acquista l'orto delle Suore di Santa Marta, dove nascerà il "Giardino dei Semplici", che resterà attivo fino al 1595.[3]

Intorno al 1760-67 assistiamo alla totale ricostruzione della chiesa di Santa Viviana in Suarta. L'edificio, ormai in avanzato stato di abbandono, viene completamente ridisegnato dall'architetto Mattia Tarocchi.

Nel 1785 il monastero viene soppresso e dieci anni dopo (1795) l'Arcivescovo Angiolo Franceschi concede alla Chiesa di S. Santa Marta, il titolo di Prioria.

Nel XIX secolo, la Chiesa di Santa Marta viene unita alla Parrocchia di San Silvestro.

Nel 1909 si verificano varie ondate di anticlericalismo, suscitate dall'esecuzione di Francisco Ferrer. Nella mattinata del 14 Ottobre 1909, a Pisa, molti luoghi di culto diventano luogo di atti vandalici. Le porte delle Chiese di Santa Marta e Sant'Antonio vengono incendiate. Per fortuna le fiamme danneggiano solo il portone centrale esterno, lasciando indenne l'interno dell'edificio.[4]

Il 14 Gennaio 2012 viene riaperta la Cappella della Madonna delle Grazie dove sono stati eseguiti dei lavori di restauro che hanno riportato alla luce gli affreschi originali.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa presenta una facciata intonacata color ocra. A sostegno del pesante timpano triangolare troviamo due robuste paraste, arricchite da capitelli. In asse con l'ingresso è presente un finestrone rettangolare. Il portone principale è decorato con modanature marmoree di Giuseppe Vaccà.

S. Marta che chiede la resurrezione di Lazzaro di Giovanni Battista Tempesti (1770)

La chiesa possiede un'aula unica con volta a botte, lateralmente aperta da finestre. Nella parte iniziale della navata troviamo due acquasantiere marmoree degli inizi del XIX secolo, firmate dal marmista Raf. Luciani. Le pareti sono scandite da pilastri detti "lesene", arricchiti con finti motivi marmorizzati dal pittore Cassio Natili. Stucchi di festoni vegetali e teste di cherubini, di Angelo Somazzi, completano la decorazione delle pareti. Sopra i confessionali in legno intagliato sono collocate quattro cartelle in stucco di Angelo Somazzi, con Storie del nuovo Testamento. I tre altari della chiesa sono realizzati da Giuseppe Vaccà. Il suo stile è riassunto principalmente dall'altare posto a sinistra che è composto da colonne marmoree sormontate da un frontone semicircolare e una tela con S. Marta che chiede la resurrezione di Lazzaro di Giovanni Battista Tempesti (1770). Il pittore decide di rappresentare il momento che precede il miracolo di Cristo, fornendo all'opera un carattere unico. Tempesti focalizza l'attenzione ai sentimenti che uniscono i personaggi,

«rappresentandoli tuttavia segnati da quella quieta grandezza e nobile semplicità, che mantiene le emozioni all’interno di una disciplina formale e apparente le figure di Cristo,di Marta e di Maria che si asciuga gli occhi,elegantemente affranta,con quelle dei protagonisti, magnanimi e consapevoli degli exempla virtutis [5]»

Nel 1764, su disegno del Vaccà, Domenico Casoni realizza il pavimento del presibiterio in marmi policromi. L'altare Maggiore in marmi bianchi e mischi presenta una decorazione a volute e testi di angeli realizzate da Giuseppe Vaccà. L'altare viene commissionato dalla priora E. Pinacci nel 1763, al di sopra del quale è collocato un Crocifisso con Storie della passione, di scuola pisana del 1280. Di fronte all'abside è presente un organo a canne di Antonio Tronci. Il coro ligneo è sorretto da un'orchestra marmorea decorata da volute di Giuseppe Vaccà. Le rifiniture in dorature sono di Cassio Natili del 1767. Il secondo altare minore, identico a quello del Vaccà, contiene una tela con l'Adorazione dei Pastori, realizzata da Lorenzo Pecheux, attivo anche per l'Opera della Primarziale, nel 1779.[6]

Crocifisso con Storie della passione[modifica | modifica wikitesto]

Il Crocifisso con Storie della passione, di scuola pisana del 1280, è un dipinto a tempera su tavola cruciforme. L'opera raffigura come principale soggetto il Christus Triumphans (Cristo Trionfante). Nei terminali troviamo, a sinistra Maria e a destra Giovanni. Ai lati di Cristo sono presenti le storie della Passione: Cattura, Processo, Flagellazione, Derisione, il Diniego di Pietro, Deposizione dalla Croce e Marie al Sepolcro.

Opere trasferite[modifica | modifica wikitesto]

Oggi alcune opere si trovano presso il Museo Nazionale di San Matteo:

Mentre non si conosce l'attuale collocazione del baldacchino ricamato dalle monache di S.Marta, usato nel XIX secolo per le processioni del Corpus Domini.

Presso il Museo A. Lia di La Spezia, sono conservate due tavole raffiguranti S. Margherita e S. Michele Arcangelo del XIV secolo.

Albo dei Priori[modifica | modifica wikitesto]

Presso l'Archivio Arcivescovile di Pisa è conservato un elenco dei Priori succedutisi, durante la guida della Priorìa. Cesare Saviozzi, è il primo priore che inaugura la tradizione di riportare i vari reggenti della Parrocchia di Santa Marta. Per alcuni di essi è stata trascritta la data di morte o trasferimento in altra sede ecclesiastica.[7]

  • Canonico Marco Pacetti (1631-1669)
  • Canonico Giuseppe Mattei
  • Canonico Francesco Pacetti
  • Canonico Giovanni Batista Terenzi
  • Canonico Domenico Simoni (1681-1683)
  • Canonico Niccolaio Ruschi
  • Canonico Benesio Mori
  • Canonico Carlo Morandini (1701-1739)
  • Canonico Antonio Paolo Varini (1739-1745)
  • Canonico Antonio Niccolaio Gronchi (1745-1772)
  • Canonico Cesare Alberigo Saviozzi (1772-1822)
  • Dott. Carlo Luigi Ranieri Mattei (1822-1838)
  • Don Dante Pasquinucci
  • Don Livio Bernardini
  • Don Angelo Riccomini
  • Don Luigi Masoni
  • Don Fabio Ceccotti
  • Don Amedeo Salvini
  • Don Claudio Desii
  • Don Giorgio Karpynsky
  • Don Luigi Gabbriellini (2013)

Altre immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (IT) Elke Cavazza, Elisabetta Marchetti, Pisa fuori Piazza, Pisa, ETS, 2000, pp. 34-35.
  2. ^ (IT) Paolo Tronci, Descrizione delle chiese, monasteri, et oratori della città di Pisa, Pisa, ETS, 2018, pp. 315, ISBN 978-8846745989.
  3. ^ cita libro|autore= Fabio Garbari, Lucia Tongiorgi Tomasi, Alessandro Tosi|titolo=L'orto botanico di Pisa|anno=2005|editore=ETS|città=Pisa|lingua=italiano|pp=12|volume=|isbn=88-467-1271-4|mese=}}
  4. ^ (IT) Francesco Tacchi, Antisocialismo cattolico, Un confronto tra Italia e Germania all'epoca del pontificato di Pio X, Ca'Foscari, 2019, pp. 369, ISBN 8869693376.
  5. ^ R.P. Ciardi.
  6. ^ (IT) Franco Paliaga, Stefano Renzoni, Chiese di Pisa, Guida alla conoscenza del patrimonio artistico, Pisa, ETS, 2005, pp. 60-61, ISBN 88-7741-604-1.
  7. ^ La storia della chiesa di S. Marta, su www.santamariamadredellachiesa.it. URL consultato il 1º ottobre 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (IT) Elke Cavazza, Elisabetta Marchetti, Pisa fuori Piazza, Pisa, ETS, 2000, pp. 34-35.
  • (IT) Paolo Tronci, Descrizione delle chiese, monasteri, et oratori della città di Pisa, Pisa, ETS, 2018, pp. 315, ISBN 978-8846745989.
  • (IT) Franco Paliaga, Stefano Renzoni, Chiese di Pisa, Guida alla conoscenza del patrimonio artistico, Pisa, ETS, 2005, pp. 60-61, ISBN 88-7741-604-1.
  • (IT) Fabio Garbari, Lucia Tongiorgi Tomasi, Alessandro Tosi, L'orto botanico di Pisa, Pisa, ETS, 2005, pp. 12, ISBN 88-467-1271-4.

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