Utente:Kaga tau/Jolly Rosso

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Rosso
Descrizione generale
TipoTraghetto Ro-Ro
ProprietàIgnazio Messina & C.
Altri utilizzatoriWallenius Wilhelmsen, Compagnie Générale Transatlantique
CostruttoriLödöse Varv
CantiereLödöse (Svezia)
Completamento1968
Entrata in servizio1968
Nomi precedentiJolly Rosso (1973-1990)
Claude Debussy (1971-1973)
Neva (1969-1971)
Arabella (1968-1969)
Radiazione1991
Destino finaleDemolita nel 1991
Caratteristiche generali
Stazza lorda2307,86 tsl
Lunghezza100,7 m
Larghezza16,03 m
Pescaggio5,49 m
PropulsioneDue motori Diesel 4 tempi con potenza unitaria di 2260 CV
Note
Immatricolata nel Registro Navale Italiano nel 1973
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La Jolly Rosso, in precedenza nota come Claude Debussy, Neva e Arabella e poi solamente come Rosso dal 1990, è stata una motonave svedese, francese e poi italiana costruita nel 1968 in Svezia e demolita nel 1991 in Italia.

Sotto la compagnia di navigazione italiana Ignazio Messina & C. la Rosso fu utilizzata per il trasporto di rifiuti tossici, tra cui uno dei viaggi più noti fu quello tra i porti di Beirut e La Spezia. Nel dicembre 1990 la nave in viaggio da Malta per La Spezia fu colta da una tempesta nello stretto di Messina e si spiaggiò senza vittime sulle coste di Amantea, in Calabria, nei pressi di capo Suvero.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fu costruita presso i cantieri navali di Lödöse, in Svezia, e completata nel 1968.

Jolly Rosso e poi solo Rosso[modifica | modifica wikitesto]

La nave fu acquistata dalla compagnia di navigazione italiana Ignazio Messina & C., venendo re-immatricolata nel Registro navale italiano nel 1973 col nome di Jolly Rosso. La nave sarebbe stata inizialmente utilizzata per normali servizi di linea.

Il viaggio Libano-Italia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1988 la nave fu selezionata dal governo italiano per un'operazione di recupero di rifiuti tossico-radioattivi abbandonati nel porto di Beirut, in Libano, dalla nave Radhost nel 1987. Il carico abbandonato a Beirut, che secondo quanto ricostruito dall'ambasciata italiana era composto da 11843 fusti e 20 container, era stato inviato dalla società Jelly Wax in Venezuela ma la Radhost sarebbe stata respinta una volta giunta a Puerto Cabello a causa di una "violenta campagna stampa condotta a Caracas"; successivamente emerse che la documentazione che accertava l'avvio dello smaltimento del carico in Libano era stata grossolanamente contraffatta. La Jolly Rosso non era tuttavia l'unica nave assegnata all'operazione, essendo affiancata dalle navi: Cunsky, Voriais Sporadais e Yvonne A, nessuna delle quali avrebbe raggiunto effettivamente l'Italia.

La Jolly Rosso giunse al porto della Spezia nel gennaio 1989 e conseguentemente il Ministro dell'ambiente Giorgio Ruffolo decreta lo stato di emergenza, nominando come commissari il Presidente della giunta ligure Rinaldo Magnani per le operazioni in porto e il Presidente della giunta veneta Carlo Bernini per le operazioni di smaltimento. Non sono mancate all'epoca accuse al governo italiano, provenienti soprattutto dall'organizzazione ambientalista Greenpeace, di non aver raccolto la totalità dei rifiuti abbandonati dalla Radhost.

In una missiva del febbraio 1990 indirizzata al Ministero degli affari esteri inviata dal tecnico supervisore della vicenda Cesarina Ferruzzi venivano lamentati i ritardi nelle operazioni di bonifica che, stando a quanto affermato, avevano anche cagionato un danno alla Messina poiché costretta a rinunciare ad un contratto di vendita della Jolly Rosso a degli acquirenti greci. Si sospettò che l'acquirente fosse in realtà l'imprenditore Giorgio Comerio.

L'ultimo viaggio e il naufragio sulle coste calabresi[modifica | modifica wikitesto]

Ribattezzata in Rosso nel 1990 la nave ripartì


dal 1989 semplicemente Rosso, (anche impropriamente Jolly Rosso I, in quanto sostituita nella flotta dalla II, acquisita dalla compagnia nel 1989) era una nave della società di navigazione utilizzata, alla fine della sua vita operativa e dopo un temporaneo disarmo alla Spezia durato fino al 1989, per trasportare rifiuti tossici. Alcuni fatti di cronaca riferiti a queste e a presunte altre attività, alcune illegali, collegati all'attività della nave fecero legare al nome della Rosso l'appellativo di nave dei veleni[1][2]. La nave si arenò il 14 dicembre 1990 sulla spiaggia in località Formiciche, nel Comune di Amantea (CS)[3].

La Rosso spiaggiò dopo aver navigato per alcune ore alla deriva, in seguito all'abbandono da parte dell'equipaggio, con assetto gravemente sbandato a causa dell'imbarco di acqua avvenuto attraverso alcune falle nello scafo. L'equipaggio venne soccorso da due elicotteri della Marina Militare, più precisamente due SH 3D del Terzo Gruppo di Catania (Numeri di fiancata 6-12 e 6-08). Al momento dello spiaggiamento, la nave trasportava, stando ai documenti ufficiali, merce normale come generi di consumo e tabacco. Venne demolita sul luogo del naufragio nel 1991. Una lunga inchiesta durata diversi anni si è conclusa nel maggio 2009 con l'archiviazione[4]. La vicenda è stata anche collegata all'assassinio di Ilaria Alpi a Mogadiscio, alla morte improvvisa del capitano Natale De Grazia e alla forte radioattività di una cava, ora sigillata, legata a rifiuti nucleari radioattivi giunti per via navale nella zona[5][6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Massimo Clausi, Roberto Grandinetti, Le navi dei veleni. Tutta la verità sull'intrigo radioattivo, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2009.
  2. ^ La nave dei veleni vent'anni dopo, su tgcom24.mediaset.it. URL consultato l'8 maggio 2013 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2014).
  3. ^ William Domenichini, Poeti avvelenati: storia di una delle più provinciali province italiane, in Informazionesostenibile.info.
  4. ^ Rosso: naufragio di un certificato di morte, su rivistaonline.com (archiviato dall'url originale il 25 agosto 2007).
  5. ^ La nave dei veleni vent’anni dopo ” La “Rosso” tra Calabria e inchieste, tutta la storia della motonave sospettata di contenere “veleni” ” Caso aperto e archiviato più volte, ma la prossima riapertura dell’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi potrebbe creare un effetto domino ” Centrale la figura del capitano Natale De Grazia. A confronto il memoriale difensivo della società proprietaria e l’opinione del movimento ambientalista, su calabrianotizie.it. URL consultato l'8 luglio 2017 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2017).
  6. ^ Nave dei veleni, Sigillata la cava radioattiva, L’ombra della Jolly Rosso, su calabrianotizie.it. URL consultato l'8 luglio 2017 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2017).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

[[Categoria:'Ndrangheta]] [[Categoria:Disastri ambientali]] [[Categoria:Naufragi e incidenti marittimi]] [[Categoria:Ignazio Messina & C.]]