Utente:Grenouille2017/Sandbox

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Ines Oddone (Cairo Montenotte, 5 gennaio 1874Gallarate, 20 maggio 1914) è stata una sindacalista e giornalista italiana.

Nata da Vincenzo, ingegnere ferroviario, e Teresa Gallo, compì i suoi primi studi a Sant'Elpidio a Mare e poi a Roma dove si diplomò alla scuola normale. Iniziò presto a insegnare nelle scuole elementari e a prendere parte attiva nell'organizzazione sindacale dei maestri. Nel 1904, dopo il matrimonio con il maestro e sindacalista bolognese Giovanni Bitelli, si stabilì a vivere a Bologna. Entrambi attivi nella vita sindacale, si orientarono verso il sindacalismo rivoluzionario i cui esponenti erano in maggioranza in numerose Camere del lavoro. Nel luglio 1905 Oddone fondò e diresse il periodico «La donna socialista», con sede prima a Bologna e poi a Gallarate: qui infatti la coppia si era trasferita nel novembre del 1905 poiché Bitelli era stato nominato segretario della locale Camera del lavoro. Oddone figurava direttrice del giornale ma non firmò alcun articoli, probabilmente celandosi sotto pseudonimo. Il giornale, accusato di propaganda antimilitarista, fu colpito da vari provvedimenti censori in occasione dei quali Oddone, come direttrice, si assunse tutta la responsabilità degli articoli non firmati. Oddone e il gerente responsabile del foglio, Nello Gamberini, vennero assolti da ogni accusa. Nell'aprile del 1906 «La donna socialista» cessò le pubblicazioni, ma l'attività giornalistica di Ines Oddone proseguì con la collaborazione al giornale delle "organizzazioni proletarie gallaratesi". A lei si dovette, con ogni probabilità, la rubrica in prima pagina La parola alle donne, dove si trattavano i temi, a lei cari, della maternità, del lavoro e del suffragio femminile, dell'antimilitarismo. Anche questo giornale subì interventi censori e Oddone fu incriminata per «incitamento all’odio tra le varie classi sociali» e condannata a quattro mesi di reclusione. Sfuggì alla cattura rifugiandosi a Lugano, dove continuò a dirigere il giornale. Per effetto di amnistia poté ritornare a Gallarate e riprendere la sua attività di insegnante.

Nel congresso tenutosi a Ferrara nel luglio 1907, i sindacalisti rivoluzionari avevano deciso di uscire dal Partito socialista italiano e, allo stesso tempo, di aderire in massa alla CGdL. In un successivo congresso tenutosi a Bologna nel dicembre 1910, decisero di costituire, all’interno della Confederazione, un organismo di coordinamento delle loro attività, il Comitato dell’azione diretta che si riunì a congresso a Modena nel novembre 1912, in cui Oddone si pronunciò per mantenere l’unità sindacale contro le ipotesi di scissione. Secondo Oddone, il Comitato dell’azione diretta avrebbe dovuto continuare a svolgere, all’interno della Confederazione, un ruolo di coordinamento degli organismi minoritari del sindacalismo rivoluzionario. La mozione di Alceste De Ambris che, al contrario, proponeva l’uscita dei sindacalisti rivoluzionari dalla Confederazione e la formazione di una nuova organizzazione, ottenne la maggioranza e determinò la fondazione dell’Unione Sindacale Italiana alla quale Oddone e il marito Giovanni Bitelli aderirono.

Nel gennaio 1913 ottenne un incarico di insegnante nel comune di Crenna (dal 1923 frazione di Gallarate).

Morì nell’ospedale civico di Gallarate il 20 maggio 1914.

  • Ines Monti Ottolenghi, Oddone Bitelli, Ines, in Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico 1853-1943, Roma, 1978, pp. 5 s..
  • Maria Pia Bigaran, Per una donna nuova. Tre giornali di propaganda socialista tra le donne, in Nuova DWF, 1982, pp. 53-72.
  • Anna Coruzzi, Una donna moderna, in Club Olympia di Bologna (a cura di), La donna socialista. Ines Oddone Bitelli: una donna, un giornale, Bologna, 1993, pp. 7-18.
  • Rosanna De Longis, Ines Oddone, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 79, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013. URL consultato il 31 gennaio 2017.