Utente:GeneraleAutunno/Sandbox2

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Quadro politico[modifica | modifica wikitesto]

Unione Democratica di Centro[modifica | modifica wikitesto]

Il presidente dell'UDC Marco Chiesa

L'Unione Democratica di Centro (UDC) è stabilmente il primo partito in Svizzera a partire dal 2003.[1] Alle elezioni del 2015 arrivò al suo massimo storico del 29,4% dei voti, ma alle più recenti elezioni del 2019 ottenne soltanto il 25,6%.[1] Il partito ha due Consiglieri federali e ha la più ampia rappresentanza in Consiglio nazionale (53 seggi su 200).[1] Tuttavia l'UDC è fortemente penalizzata al Consiglio degli Stati (6 seggi su 46), dove i rappresentanti sono eletti col sistema maggioritario.[1] L'obiettivo dell'UDC alle elezioni del 2023 è quello di recuperare i circa 100 000 elettori persi e i dodici seggi persi al Consiglio nazionale durante le precedenti elezioni federali.[1][2]

Uno dei temi principali della campagna elettorale del partito riguarda l'immigrazione: il presidente Marco Chiesa ha preso posizione contro la prospettiva di una Svizzera con 10 milioni di abitanti e 10 000 richiedenti asilo all'anno.[2][3] Sebbene l'iniziativa lanciata dal partito nel 2020 sulla fine della libera circolazione delle persone nel 2020 fu bocciata con ampio margine, a luglio 2023 il partito ha lanciato l'iniziativa "No a una Svizzera da 10 milioni!".[2][4]

Il partito ha inoltre rivendicato una posizione di stretta neutralità della Svizzera riguardo all'invasione russa dell'Ucraina, opponendosi ad esempio alle sanzioni contro la Russia.[2][5] Il consigliere nazionale del partito Thomas Aeschi è il primo firmatario dell'"Iniziativa sulla neutralità", mirata a «garantire la neutralità della Svizzera».[6]

In campagna elettorale i membri dell'UDC hanno anche attaccato la «follia del woke» e la cosiddetta teoria del gender.[7] Il politologo Sean Müller si è mostrato scettico su questa strategia, sostenendo che, sebbene molte persone siano irritate da fenomeni come la scrittura inclusiva o il politicamente corretto, questi temi non spostino voti e non facciano parte delle questioni più sentite dall'elettorato.[8]

Partito Socialista Svizzero[modifica | modifica wikitesto]

La co-presidente del PS Mattea Meyer

Il Partito Socialista Svizzero (PS) è rimasto nei precedenti vent'anni il secondo partito del paese.[1] Tuttavia, a partire dal 2003 i suoi risultati alle elezioni federali sono costantemente peggiorati: se alle elezioni del 2003 ottenne il 23,3% dei voti e 53 Consiglieri nazionali, a quelle del 2019 arrivò solo al 16,8% e a 39 seggi al Consiglio nazionale.[1] Inoltre dal 2019 al 2023 il partito ha perso quasi 40 seggi nei parlamenti cantonali.[9] L'obiettivo delle elezioni del 2023 per i socialisti è invertire questa tendenza in modo da non mettere a rischio i due posti presso il Consiglio federale, anche considerate le previste dimissioni del Consigliere federale socialista Alain Berset.[1]

Il partito ha attaccato l'attuale maggioranza di destra del parlamento, sostenendo che si faccia carico solo degli interessi dei potenti e delle grandi aziende senza considerare i bisogni di «coloro che vivono di salari e pensioni».[10][11] I socialisti hanno denunciato la perdita di potere d'acquisto della popolazione, e specialmente delle categorie più deboli, il caro affitti e l'aumento dei costi dei premi dell'assicurazione malattia.[10][12] A questo proposito il PS ha sostenuto alcune iniziative per l'istituzione di una cassa malattia pubblica in ogni cantone, per l'inclusione delle persone disabili nella vita sociale ed economica, e per favorire la protezione dei locatari.[13]

La protezione del clima, che resta una questione chiave per l'elettorato, è un'altro tema che il PS ha portato avanti, riducendo la concorrenza dei Verdi: il partito è visto come meno ostruzionista e più disposto a scendere a compromessi per ottenere i propri obiettivi.[14][15] Infine il PS ha come priorità il perseguimento dell'uguaglianza e della parità di genere, che però secondo i sondaggi rientra tra le priorità di meno di un quinto dell'elettorato.[9]

PLR.I Liberali Radicali[modifica | modifica wikitesto]

Il presidente del PLR Thierry Burkart

Terzo partito svizzero, il PLR.I Liberali Radicali è passato dal 22,2% dei voti delle elezioni del 1999 al 15,1% delle elezioni del 2019.[1] Il partito ha una rappresentanza di 12 seggi al Consiglio degli Stati, superiore a quella sia dell'UDC che del PS, e dispone di 29 seggi al Consiglio nazionale.[1] Nei sondaggi le sue percentuali sono tuttavia di poco superiori all'Allenza del Centro, e se dovesse essere superato alle elezioni federali uno dei suoi due seggi al Consiglio federale potrebbe essere a rischio.[16][17] Il partito punta quindi almeno a conservare il terzo posto fra i partiti, mentre l'obiettivo più ambizioso delineato dal presidente Thierry Burkart è quello di superare il PS.[1][16]

In campagna elettorale il partito si è presentato come il difensore dei valori liberali e sostenitore dell'innovazione, sostenendo una politica di rigore finanziario, minore burocrazia e riduzione delle tasse.[16] La sezione giovanile del partito ha proposto una riforma del sistema pensionistico che vorrebbe aumentare l'età pensionabile a 66 anni e legarla all'aspettativa di vita, che tuttavia secondo un sondaggio di 20 Minuten non ottiene il consenso della popolazione.[18] Il partito anche ha anche assunto una linea più dura sull'immigrazione e il sistema di asilo: il partito ha votato per sospendere il programma dell'ONU per il reinsediamento di rifugiati vulnerabili e ha presentato una mozione per poter espellere in un paese terzo i richiedenti asilo eritrei la cui domanda è stata respinta.[16] In campo ambientale, gli esponenti del PLR hanno presentato una linea moderata, mostrandosi aperti all'utilizzo dell'energia nucleare e sostenendo l'innovazione tecnologica e incentivi per ridurre le emissioni di gas serra.[16]

Alleanza del Centro[modifica | modifica wikitesto]

Il presidente dell'Alleanza del Centro Gerhard Pfister

Nato dalla fusione tra il Partito Popolare Democratico e il Partito Borghese Democratico, quelle del 2023 sono le prime elezioni federali in cui l'Alleanza del Centro (AdC) si presenta.[1] Alle elezioni del 2019 i due partiti avevano ottenuto il peggior risultato elettorale della loro storia, cosa che li aveva spinti a fondersi in un'unica entità.[1] Per il Partito Popolare Democratico ciò ha anche significato anche rinunciare all'utilizzo della parola "cristiano" nel nome del partito in lingua francese e tedesca.[19] L'Allenza del Centro dispone comunque di un Consigliere federale e del più ampio numero di seggi al Consiglio degli Stati, ed è particolarmente forte nei cantoni di Lucerna, Uri, Vallese, e Appenzello Esterno.[1][19] Il suo presidente Gerhard Pfister ha posto come obiettivo di raggiungere una quota di voti del 14% circa.[1] Inoltre, se l'AdC dovesse superare il PLR potrebbe richiedere due seggi al Consiglio federale invece di uno solo.[17]

In campagna elettorale il partito si è presentato come il difensore dei redditi più bassi e del potere d'acquisto dei cittadini, e ha presentato una serie di iniziative per contenere i costi sanitari per i cittadini e per eliminare il trattamento fiscale sfavorevole per le coppie sposate.[1][19]

Verdi Svizzeri[modifica | modifica wikitesto]

Il presidente dei Verdi Balthasar Glättli

Partito Verde Liberale della Svizzera[modifica | modifica wikitesto]

Il presidente dei Verdi Liberali Jürg Grossen
  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Elezioni federali: i partiti elaborano i loro piani di battaglia, in Swissinfo.ch, 10 febbraio 2023.
  2. ^ a b c d Immigrazione e neutralità, l'UDC scalda i motori, in Tio.ch, 11 luglio 2023.
  3. ^ UDC: campagna elettorale lanciata con 4000 sostenitori, in Bluewin, 26 agosto 2023.
  4. ^ UDC sostiene iniziativa contro "Svizzera da 10 milioni", in Swissinfo.ch, 1º luglio 2023.
  5. ^ UDC vuole il ritorno alla neutralità integrale, in Swissinfo.ch, 25 luglio 2022.
  6. ^ È iniziata la raccolta firme per "salvaguardare la neutralità svizzera", in Tvsvizzera, 8 novembre 2022.
  7. ^ L'UDC vuole lottare contro la cultura woke e l'immigrazione, in Tio.ch, 28 gennaio 2023.
  8. ^ Katy Romy, "L'UDC non guadagnerà molti voti con la sua lotta contro il wokismo", in Swissinfo.ch, 1º marzo 2023.
  9. ^ a b Nelle crisi il PS non emerge, ma resta il secondo partito svizzero, in Tio.ch, 11 luglio 2023.
  10. ^ a b PS: avvio campagna elettorale con attacco a partiti borghesi, in Swissinfo.ch, 26 agosto 2023.
  11. ^ 25 febbraio 2023, Il PS punta sulla difesa del potere d'acquisto, in RSI.
  12. ^ Gianluca Mattei, Ps, «siamo la lobby del popolo», in Tio.ch, 29 ottobre 2022.
  13. ^ Un PS per la cassa malattia pubblica e contro le pigioni abusive, in Bluewin, 26 agosto 2023.
  14. ^ Federali 2023, i Verdi perdono consensi, in RSI, 22 marzo 2023.
  15. ^ (DE) Iwan Santoro, Die SP besinnt sich im Wahljahr auf ihre alten Werte, in SRF, 24 agosto 2023.
  16. ^ a b c d e Il PLR punta a difendere i due seggi in Consiglio federale, in Tio.ch, 12 luglio 2023.
  17. ^ a b Federali 2023, PLR insidiato dal Centro, in RSI, 26 luglio 2023.
  18. ^ Quasi il 70% degli Svizzeri a favore per una tredicesima AVS, in Corriere del Ticino, 26 luglio 2023.
  19. ^ a b c Il Centro, costruttore di maggioranze tra i due poli, in Tio.ch, 12 luglio 2023.