Utente:Federico G. Provenzano/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Fiori e vita di filosafi ed altri savi ed imperadori
Autoreignoto
1ª ed. originaleXIII secolo
Genereenciclopedia
Lingua originaleitaliano

Fiore e vita di filosafi ed altri savi ed imperadori è una parafrasi in volgare, redatta nel XIII secolo da un anonimo scrittore toscano, dello Speculum Historiale, terza parte dello Speculum Maius di Vincenzo di Beauvais.

Struttura dell'opera[modifica | modifica wikitesto]

Brunetto Latini, Le Livre dou Tresor

Scritto negli stessi anni in cui Brunetto Latini[1] traduceva il De inventione di Cicerone e Guidotto da Bologna dedicava al re Manfredi di Sicilia la sua traduzione della Rhetorica ad Herennium, i Fiori di filosafi sono un'espressione del rinnovamento culturale che si svolge nella Toscana del secolo XIII sotto l'impulso di bisogni pratici e di nuove aspirazioni civili[2]. È stato plausibilmente composto tra il 1264 - anno della morte di Vincenzo di Beauvais - e il 1300, limite estremo della composizione del Novellino dal quale viene utilizzato.

Mentre il testo latino dello Speculum appare perlopiù schematico e cronachistico, si notano nei Fiori creazioni originali come l'episodio - descritto con vivace umorismo - della disavventura coniugale di Socrate, e in generale come la tendenza dei Fiori consista nel trasferire sul piano dell'esperienza concreta la citazione erudita di Vincenzo, sostituendo spesso al termine astratto un'immagine realistica che crei una nuova dimensione stilistica[3]. L'autore sembra poi ispirato all'ideale del parlare elegante e conciso, che anima anche il Novellino[4]. L'abbandono, anche ingenuo, ai particolari più coloriti della realtà si arricchisce di sfumature sentimentali nel racconto del filosofo Secondo, dato che il traduttore dà un risalto inconsueto alla delicata situazione psicologica in cui il protagonista mette alla prova la pudicizia di sua madre travestendosi da straniero.

Fortuna dell'opera[modifica | modifica wikitesto]

I Fiori di filosafi ebbero successo solo in ambito italiano, ma il successo di tale volgarizzamento è testimoniato, oltre che dal vasto numero di manoscritti che ne costituiscono la tradizione, da un certo numero di opere che nell'arco di circa un secolo vi attingono a piene mani[5]. L'anonimo autore del Novellino vi attinge i racconti di Papirio, di Traiano con la vedova e quello di Seneca; Dante si serve con molta fedeltà del testo dei Fiori per l'episodio di Traiano che s'immagina scolpito sulla roccia del Purgatorio (X, 76-93).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Proprio a Brunetto Latini lo attribuiva Vincenzio Nannucci nella prima edizione, risalente al 1837-1839. Lo fece sul fondamento che in un manoscritto si trovava una traduzione, peraltro diversa, dei Detti di Secondo col nome di questo scrittore. Ma non è stato dimostrato che si tratti della stessa traduzione che è contenuta nei Fiori, mentre si sa che i Detti di Secondo sono più antichi dello Speculum di Vincenzo di Beauvais, poiché derivano da un'opera greca già attestata in un papiro della fine del II sec. d.C. come Βίος Σεκόυνδου. Vedi: Sebastiano Lo Nigro, introd. a Fiori e vita di filosafi ed altri savi ed imperadori, in: Novellino e Conti del Duecento, a cura di Sebastiano Lo Nigro, UTET, 1963 [e ristampe], pagg. 246-247.
  2. ^ Sebastiano Lo Nigro, introd. a Fiori e vita di filosafi ed altri savi ed imperadori, in: Novellino e Conti del Duecento, a cura di Sebastiano Lo Nigro, UTET, 1963 [e ristampe], pag. 243.
  3. ^ Sebastiano Lo Nigro, introd. a Fiori e vita di filosafi ed altri savi ed imperadori, in: Novellino e Conti del Duecento, a cura di Sebastiano Lo Nigro, UTET, 1963 [e ristampe], pagg. 244-245.
  4. ^ Sebastiano Lo Nigro, introd. a Fiori e vita di filosafi ed altri savi ed imperadori, in: Novellino e Conti del Duecento, a cura di Sebastiano Lo Nigro, UTET, 1963 [e ristampe], pag. 244.
  5. ^ Alfonso D'Agostino, La tradizione indiretta, in Fiori e vita di filosafi ed altri savi ed imperadori, a cura di Alfonso D'Agostino, La Nuova Italia, 1979, pag. 42.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Petronio, «Introduzione a Poemetti del Duecento». In : Giuseppe Petronio (a cura di), Poemetti del Duecento : Il tesoretto, Il fiore, L'intelligenza, Torino : Unione tipografico-editrice torinese, 1951
  • Giovanni Pozzi (a cura di), «Tesoretto e Favolello». In : Gianfranco Contini (a cura di), Poeti del Duecento, Vol. II, Milano-Napoli : Ricciardi, 1960, pp. 168–284
  • Francesco Mazzoni (a cura di), Il Tesoretto; Il Favolello, Alpignano : Tallone, 1967
  • Carlo Cordié, «Tesoretto (Il)». In : Dizionario Bompiani delle Opere e dei Personaggi, di tutti i tempi e di tutte le letterature, Milano, RCS Libri SpA, 2006, Vol. X, 10169-70, ISSN 1825-78870

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Letteratura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di letteratura