Utente:Ettorre/Prove1

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Con la locuzione riviste femminili si indicano tutte le pubblicazioni periodiche che come target hanno le donne. In tal senso vanno compresi i diversi temi trattati. Per alcuni periodici sono gli argomenti come la moda. In essi la donna è vista come il destinatario del messaggio pubblicitario e di conseguenza come un potenziale acquirente. I temi sociali e politici variano a seconda delle epoche e di quali diritti la donna abbia o abbia acquisito in quel periodo o di quali siano gli argomenti sociali, culturali e politici del periodo.

Nate intorno alla seconda metà del 1700 i periodici e le riviste hanno così subito una trasformazione nelle epoche. Si sono differenziati per le tematiche trattate e hanno risentito dei cambiamenti sociali e culturali relativi al ruolo ed all'immagine delle donne.

A causa dell'analfabetizzazione che risultava ancora più ampia tra le donne, poichè non avevano autonomia economica e la tradizione le escludeva, anche nei ceti più agiati, dall'istruzione. In questo periodo non ci sono ancora periodici femminili.

Nella seconda meta del 1700, dopo la rivoluzione francese (1789), col mutamento sociale, si diffonde la lettura tra le classi borghesi agiate, le uniche ad aver accesso all'istruzione e la possibilità economica di leggere.

La lettura divenne una moda. A tali fattori si deve la nascita dei primi periodici rivolti alle donne.

A Venezia di un periodico nacque la

  • La Vera Repubblicana in cui vi fu l'appello alle donne al dovere di educare i figli ai valori repubblicani.

Nel 1804 a Milano nacque il

  • Corriere delle Dame (1804)

Aveva argomenti letterari, di moda, famiglia e le prime tematiche di politica.

  • Corriere delle Signore

È l'epoca del pre e risorgimento. La società è divisa nella grande borghesia e quella delle popolazioni dell'ambiente rurale a cui era legata l'economia del paese di quell'epoca oltre che al commercio.

Verso la seconda metà dell'ottocento, dopo l'unità d'Italia (1861), anche gli editori più grandi come Sonzogno e Treves entrarono nel mercato, prima di allora in mano a piccoli editori. I periodici femminili erano circa una cinquantina.

Tra questi:

  • L'Italia Elegante
  • Il corriere della Moda e della Padrona di casa
  • La moda Popolare
  • La Moda Utile
  • La donna (1868)

Gli argomenti sono quelli legati alla moda e altri argomenti di un certo spessore.

L'Italia di questo periodo è ancora un paese sostanzialmente agricolo in cui le classi agiate sono ancora legate all'economia agraria.

Al termine dell'800 e l'inizio del '900 iniziano ad intravedersi le prime tematiche sulla condizione della donna, anche se pur sempre la fanno da padrone gli argomenti tradizionali, domestici che ruotano intorno alla casa e al focolare domestico.

Sono di questo periodo:

  • Il Giardino Infantile Italiano
  • La Scuola Materna
  • Il Corriere delle Maestre
  • Il Giornale per le Levatrici

Tutti periodici legati agli ambiti professionali relativi.

Cordelia Rivista mensile della donna italiana (1881)

Altre:

  • La Donna Italiana, giornale politico letterario (1848)
  • Il Circolo delle donne Italiane, foglio della sera, patriottico, politico, serio e faceto (1848)

Arrivano gli anni della Belle Époque, dopo la fine della guerra franco-prussiana e la grande depressione del 1873-1895. È la rivoluzione industriale, un'epoca di nuovi consumi e parallelamente delle sensibilità sociali, lo stato liberale e con la nascita del partito socialista (1892), la Rerum Novarum (1891) di Leone XIII.

La società è in mutamento. Con la crisi agraria del 1880, a causa dell'arrivo sul mercato del grano americano, e di una malattia del gelso e della vite le ricchezze dei mercanti passano dalla terra alla prima industria manifatturiera, quella del cotone. Si verificano i primi grandi spostamenti dalle campagne verso le città.

Seguono:

  • La Voce delle Impiegate
  • La Berettaia
  • La Risaiola
  • La Donna del Popolo
  • Pensiero ed Azione
  • La Donna Socialista
  • La Difesa delle lavoratrici

Spicca l'aspetto legato alle prime forme di aggregazione nei diversi ambiti.

  • Regina (1904)
  • La donna (1905)

Siamo nell'epoca dopo la prima guerra mondiale (1915-1918). Nascono le prime voci dei movimenti femminili dalle diverse estrazioni, cattolica, socialista, democratica.

Nel periodo tra gli anni 20-40, durante il fascismo, il clima muta, ogni voce che non ricompresa nell'ottica del regime non ebbe più spazio e meno che mai quelle legate all'emancipazione femminile.

Si tornò indietro o a ciò che era utile ai fini della propaganda. L'idea è quella di una donna dedita solo alla casa, alla famiglia. Il ruolo della donna fu limitato alla sfera del privato e anche il ruolo di madre fu utilizzato per le finalità della propaganda.

  • Excelsior
  • Amica
  • Dea
  • Sovrana
  • Gioia!
  • La Massaia
  • Almanacco della donna italiana

I temi sociali rimangono solo su alcune e sono a scopo e contenuti propagandistico o di partito.

  • La Donna italiana (1924)
  • La Donna Fascista Giornale delle organizzazioni femminili del Partito Nazionale Fascista (1935)

Nel periodo tra il 1920 e il 1945 con il mutare della tecnica e con la stampa a rotocalco, Milano, con gli editori Rizzoli e Mondadori, diventa il centro dell'editoria di consumo. Nascono in questo periodo cinquantadue nuove testate. Tra loro:

  • Annabella
  • Grazia
  • Aracne
  • Lidel

Nel periodo tra il 1861 e 1920 nacquero centosedici riviste di moda. Solo a Milano furono settantacinque.

L'editoria in questo campo si espanse seguendo l'economia. La nascita di un nuovo mercato che rispondeva ai bisogni delle nuove classi borghesi conseguenti ai mutamenti sociali che seguirono alla prima guerra mondiale, alla progressiva urbanizzazione delle grandi città.

A Genova, chiuse, invece, la rivista:

  • La donna

in cui era predominante il taglio giornalistico dedicato agli aspetti culturali e politici.

In questo periodo i periodici femminili o sono rotocalchi popolari o riviste di alta moda o guide ai lavori femminili come

  • Mani di Fata
  • La donna, la casa, il bambino
  • Eleganze e novità
  • Piccola fata

fondate dalla Mani di fata srl e Canettta srl

Nel 1946 il diritto di voto viene esercitato anche dalle donne. Dopo la fine della seconda guerra modiale la la società muta. C'è un paese da ricostruire. Da rurale l'economia per una parte del paese si trasforma e una parte del paese si trasferisce nelle grandi città che sono da ricostruire e in cui l'industria ha bisogno di manodopera.

  • Noidonne (1944)

È il boom economico, con un nuovo modello di sviluppo e di consumi. Le pubblicazioni di questo periodo nascono anche in relazione ai nuovi consumi, nati in questa epoca e in base a modelli editoriali di altri paesi.

Va anche tenuto conto che nel 1954 iniziarono le trasmissioni del Servizio pubblico radiotelevisivo ed alcuni contenuti, che prima erano solo sulla carta stampata, ora sono anche su un altro media, quale quello televisivo.

Le riviste nate nel periodo sono:

  • Arianna
  • Eva
  • Gioia
  • AnnaBella

Verso la fine degli anni '60 lo scenario è quello di un movimento culturale e sociale e politico. Vi sono le rivendicazioni di una migliore democrazia, attraverso le richieste di nuovi diritti. Alla base vi è il mutare della società, una maggiore consapevolezza, nata anche da una maggiore istruzione e da un maggior confronto sociale e negli ambienti di lavoro. Vi è una critica da cui scaturiscono le richieste di una maggiore egualianza sociale e di diritti, domande che interessano non solo l'Italia, ma anche altri paesi europei e gli Stati Uniti . Riguardano l'individuo, la persona nel suo complesso e anche le istanze delle donne rientrano tra queste. É da questo clima da cui nasceranno la legge n. 898-1970 sul Divorzio, la riforma del diritto di famiglia del 1975 e la Legge n.194-1978 sull'Aborto. É un periodo di reali mutamenti dei diritti anche della donna.

Alcune del periodo:

  • Effe (1973)
  • Differenze (1976)
  • Quotidiano Donna (1978)
  • Fluttuaria
  • Grattacielo
  • Lucciola
  • Lillith
  • Limenetimena

Anni 1980 - 1990 - 2000

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Nel 1980 viene realizzata una proposta di legge di iniziativa popolare contro la violenza sessuale, a cui non segue, tuttavia, una legge. L'epoca è contraddistinta da un ancora più forte impatto sociale dei media televisivi che ora oltre al Servizio pubblico radiotelevisivo, vede anche la presenza dei network privati nazionali e, a inziare dagli anni '90 anche internazionali. Se da un lato è l'epoca della donna in carriera, dall'altro è anche il periodo delle veline e letterine e il modello culturale del mondo femminile, trasmesso dalle televisioni degli anni rimane per lo più, agganciato ad un passato antico, subendo, in un certo senso, una involuzione.

Sulla carta stampata nell'arco di anni tra il 1981 e il 1991 nascono venti testate femministe assieme a bollettini, alcune:

  • Glamour
  • Vanity Fair
  • Style
  • Marie Claire

Bibliografia e o riferimenti per ora

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  • Dalla piuma alla penna - Giornalismo Femminile dal 1804 al 1943 - Senato della Repubblica - Mostra a cura di Renata Giannella e Rossella Di Carmine, Roma 2009
  • Dittrich-Johansen Helga, Dal privato al pubblico: maternità e lavoro nelle riviste femminili dell'epoca fascista in Studi storici n. 1, a. 35, 1994
  • Laura Lilli, La Stampa femminile, in La Stampa italiana del neocapitalismo, Roma Bari, Laterza 2001
  • AA. VV. La politica nelle riviste delle donne Biblioteca delle donne di Parma, 2000
  • Sfogliando la moda: la stampa periodica femminile Archivi della Moda del Novecento Ministero dei beni culturali beniculturali.it
  • Le riviste di moda femminili negli anni Venti: il caso di “Lidel” di Alessandra Zauli, Storia e Futuro, storiaefuturo.eu/
  • L’immagine della donna italiana nelle riviste femminili durante gli anni del Fascismo, Officina della Storia, 2013 officinadellastoria.info
  • Biblioteca digitale delle donne http://www.bibliotecadigitaledelledonne.it

Voci correlate

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