Utente:Epanto/Casa delle Donne di Torino

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Casa delle Donne di Torino
Fondazione1980
Scopopromozione sociale e parità di genere
Sede centraleBandiera dell'Italia Torino
Sito web

La Casa delle donne di Torino è un'associazione di promozione sociale dedicata al femminismo e al movimento delle donne, con sede a Torino nel centro culturale e sociale delle donne Láadan. Fanno parte della federazione di associazioni Láadan e ne condividono gli spazi anche l'Archivio delle donne in Piemonte e il Centro studi e documentazione pensiero femminile.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le prime attività dei movimenti femministi a Torino iniziano a metà degli anni sessanta del Novecento, con il gruppo DeMau (DEMistificazione AUtoritarismo), la fondazione del Collettivo delle compagne nel 1970, e successivamente il Collettivo femminista torinese[1]. Nel 1979, con l'occupazione dell'ex Manicomio Femminile di via Giulio 22 a Torino[2][3] a cura dei diversi gruppi e collettivi femministi "come simbolo di sprezzo di fronte al luogo simbolico della peggiore emarginazione" [4]inizia la lotta per una Casa delle Donne. Dopo un anno di trattative il Comune di Torino concederà in affitto locali di via Vanchiglia 3[5], nel Palazzo dell'Antico Macello di Po[6]: la Casa delle Donne si inaugura l'8 marzo 1980. I collettivi e i gruppi presenti iniziano ad organizzare attività aggregative e di sostegno a campagne politiche[7] come quella per l'approvazione della legge contro la violenza sessuale, per la difesa della legge 194 sulla depenalizzazione dell'aborto, nonostante negli anni subisca vari spostamenti e traslochi in sedi diverse nella città [4].

Attività[modifica | modifica wikitesto]

La Casa delle Donne promuove diverse campagne e iniziative per sostenere l'autodeterminazione delle donne.

Ospita gruppi informali e associazioni che sostengono diverse iniziative, quali ad esempio: le Donne in nero - movimento pacifista, l'associazione Produrre e Riprodurre nata a seguito dell'omonimo convegno internazionale nel 1983 e che ha successivamente realizzato il progetto Centro Interculturale delle Donne Alma Mater, un progetto di donne native e migranti che organizza corsi di alfabetizzazione per favorire l'inclusione e la socializzazione e conserva un archivio delle donne mediatrici[8].

Nel 2000 è stata punto di incontro della Marcia Mondiale delle Donne e ha aderito al Coordinamento Contro la Violenza sulle Donne (CCVD) della Città di Torino.

La Casa delle Donne di Torino aderisce a reti nazionali e internazionali, di associazioni e gruppi femministi e collabora con altre Case delle Donne (Milano, Roma, Bologna).

Nel 2021 ha aderito al documento redatto dall'Assemblea della Magnolia - la campagna promossa dalla Casa Internazionale delle donne di Roma - per affrontare con una prospettiva di genere le problematiche emerse con la pandemia in cui si dichiara che "il Covid-19 non va affrontata “come una ‘guerra da vincere’ e per tornare alla ‘normalità’, ma come occasione per cambiare in radice noi, donne e uomini, e il mondo in cui viviamo”.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A. Miglietti e A. Piccirillo, Femminismi a Torino, F. Angeli, 1996, ISBN 88-204-8786-1, OCLC 36900657. URL consultato il 26 gennaio 2022.
  2. ^ Torino, via Giulio 22. Diario di un ex manicomio, ERI/Edizioni Rai, 1991, ISBN 8839706321.
  3. ^ L'occupazione dell'ex manicomio femminile di Torino - Wikiradio del 24/03/2015 raccontata da Patrizia Giancotti, su raiplaysound.it.
  4. ^ a b Irene Peyron, Storia infinita di una tribù di donne, in Torino sette, La Stampa, 17 febbraio 1989.
  5. ^ Stefanella Campana, La casa della donna è diventata realtà, in Stampa Sera, 19 maggio 1980.
  6. ^ Casa delle Donne, su www.museotorino.it, Comune di Torino,Direzione Musei, Assessorato alla Cultura e al 150° dell’Unità d’Italia. URL consultato il 31 gennaio 2022.
  7. ^ La casa delle donne, in StampaSera -, 13/07/1981.
  8. ^ Paola Novaria e Caterina Ronco 2014, pp. 183-187

Bibliografia  [modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]