Utente:Enrichettadallari/Sandbox2

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L'immaginario folklorico è il repertorio di immagini, simboli, credenze, tradizioni e racconti (fiabe, favole, leggende, miti) prodotti in ambito popolare nelle varie culture ed età dell’uomo.


Le narrazioni popolari: raccolte e ricerche sul campo[modifica | modifica wikitesto]

Tra Ottocento e prima metà del Novecento, fiorirono molte raccolte di fiabe e racconti, opera di folkloristi, poligrafi, giornalisti, accademici, mitologi, medievisti che hanno aperto il campo agli studi futuri. Italo Calvino in Fiabe italiane passa in rassegna le principali fonti della sua compilazione a partire dai notevoli contributi di Giuseppe Pitré (siciliano) e Gherardo Nerucci (toscano). La Toscana e la Sicilia hanno prodotto una gran quantità di raccolte, frutto delle prime ricerche sul campo[1], legate soprattutto ai nomi di Vittorio Imbriani, Domenico Comparetti, Angelo De Gubernatis, Idelfonso Nieri. In ambito siciliano, Calvino ricorda ancora Serafino Amabile Guastella e Giovanni Siciliano (che però fu raccoglitore di novelle popolari toscane per conto di Pitré), nonché l'etnologo Giuseppe Cocchiara che offre uno spaccato di storia della cultura folklorica europea e un approccio preliminare a questo settore di studi. Per l'area veneta Calvino ricorda le ricerche di Domenico Giuseppe Bernoni e Arrigo Balladoro; in Emilia Romagna Carolina Coronedi-Berti; nel Lazio Giggi Zanazzo e Giovanni Targioni-Tozzetti; in Abruzzo Gennaro Finamore e Antonio De Nino; in Puglia Pietro Pellizzari; in Calabria Letterio Di Francia e Raffaele Lombardi Satriani; in Piemonte Giuseppe Ferraro, Antonio Airetti e Clotilde Farinetti; in Lombardia Antonio Tiraboschi, Isaia Visentini e ancora Vittorio Imbriani; nelle Marche Antonio Gianandrea; in Campania, ancora Vittorio Imbriani, Gaetano Amalfi e Francesco Corazzini; in Lucania Raffaello Bonori; in Sardegna Francesco Mango, Gino Bottiglioni, Francesco Loriga e Comparetti.

Nella seconda metà del Novecento, la fiabistica ha ricevuto impulso da alcuni contributi fondamentali per la cultura mondiale: l'edizione rivista e ampliata di un indice analitico di classificazione dei tipi e motivi della letteratura popolare, opera di Stith Thompson e Antti Aarne, il cosiddetto Aarne-Thompson universalmente adottato; la diffusione degli studi morfologici e semiotici di Vladimir Jakovlevič Propp, che offrono un altro tipo di classificazione degli elementi narrativi, cioè per azioni e funzioni anziché per contenuti; le teorie e le ricerche del fondatore dell'antropologia strutturale Claude Lévi-Strauss, che avranno un'influenza decisiva in tutti i campi delle scienze sociali. Dopo Aarne-Thompson, furono pubblicati altri indici e compilazioni inventariali, come quelli italiani di Gianfranco D'Aronco, di Sebastiano Lo Nigro e della Discoteca di Stato[2]. Quest'ultimo Ente, integrato nel 1975 nel Ministero dei Beni Culturali, conserva la principale collezione italiana di documenti sonori, di cui fa parte, dal 2016, il grossetano Fondo Documentario Ferretti, intitolato alla memoria di Roberto Ferretti che più di ogni altro incrementò le ricerche sul territorio della Maremma toscana[3].

Altre ricerche toscane furono mirate alla lingua e alle tradizioni delle valli isolate della Garfagnana, della Lunigiana e dell'area appenninica [4]; la Garfagnana ebbe in Gastone Venturelli uno storico delle tradizioni popolari toscane e un attivo raccoglitore di racconti, leggende ed espressioni di teatro popolare [5]. Nell'Alta Garfagnana, a Piazza al Serchio, è operativo dal 2019 il Museo Italiano dell'Immaginario Folklorico, che conserva e gestisce il Centro di Documentazione della Tradizione Orale. Nato nel 1998 dalle ricerche organizzate sui territori di varie regioni italiane dall'antropologo Alberto Borghini e dai materiali di altri ricercatori [6], l'archivio accoglie studi e raccolte di respiro nazionale e ne cura la diffusione attraverso l'attività museale. Contributi alla ricerca di testimonianze in area lucchese sono legati anche ai nomi di Carlo Gabrielli Rosi[7], Paolo Fantozzi [8] e Oscar Guidi[9].

In area romagnola si segnalano le raccolte in dialetto di Ermanno Silvestroni [10], che è un esempio virtuoso di narratore/raccoglitore della tradizione orale. Lo studio delle relazioni tra lingua e cultura, l'attenzione alla persona del narratore, alla prossemica, ai gesti e ai comportamenti che accompagnano la parola, si devono all' etnolinguistica, un indirizzo del folklore americano che sposta l'attenzione dal documento testuale al contesto valorizzando le dinamiche sociali del racconto, la performance, l'analisi fonostilistica della voce, le risposte dell'uditorio durante l'evento pubblico. [11].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Si intende la registrazione diretta dei racconti orali, manoscritta o audio/video, ottenuta sul territorio tramite interviste, e la successiva trascrizione fedele delle testimonianze.
  2. ^ Gianfranco D'Aronco, Indice delle fiabe toscane, Firenze, Olschki, 1953; Sebastiano Lo Nigro, Racconti popolari siciliani - Classificazione e bibliografia, Firenze, Olschki, 1958; Tradizioni orali non cantate - Primo inventario nazionale per tipi, motivi e argomenti, a cura di Alberto Mario Cirese e Liliana Serafini, Roma, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, 1975
  3. ^ Roberto Ferretti, Fiabe e storie della Maremma, Grosseto ATPMG, 1992. Più recentemente, dal Fondo della Discoteca di Stato è stato tratto il materiale per Voci della Maremma - Novelle e altri racconti, a cura di Paolo Israel, Biblioteca Chelliana-Archivio delle Tradizioni Popolari della Maremma Grossetana, 2001.
  4. ^ Ricordiamo gli studi di Erika Bonin, Beiträge zur Muntart und Volkskunde von Gorfigliano (Garfagnana) und Nuchbarorte, München, 1952.; di Georg Fausch, Testi dialettali e tradizioni popolari della Garfagnana, Zurigo, Schmidberger & Müller, 1962.; di Patrizia Maffei Bellucci, Componimenti di letteratura tradizionale lunigianese, Villafranca Lunigiana, Associazione Manfredo Giuliani, 1974.; di Paola Tabet, C'era una volta. Rimosso e immaginario in una comunità dell'Appennino Toscano, Firenze, Guaraldi, 1978..
  5. ^ Fra le sue opere: Canti popolari della provincia di Lucca, 1972; Incontro con il folklore piceno, 1976; La tradizione del Maggio, 1980-1981; La Sacra Rappresentazione popolare, 1980; Il teatro comico popolare, 1981; Leggende e racconti popolari della Toscana, 1983. Ha lasciato una ricca collezione documentale.
  6. ^ Umberto Bertolini (a cura di), Fole di Garfagnana, raccolte e trascritte in dialetto dagli alunni della Scuola Media "T. Santini" di Piazza al Serchio, 1994; Umberto Bertolini e Ilaria Giannotti (a cura di), La paura è una beretta che si leva e che si metta, Maria Pacini Fazzi, 2004; Valeria Martini, che ha condotto un laboratorio demologico con gli alunni della Primaria di Pieve San Lorenzo e ha promosso iniziative di ricerca nel territorio circostante.
  7. ^ Carlo Gabrielli Rosi, Leggende e luoghi della paura tra Liguria e Toscana, vol.1-2 e Carlo Gabrielli Rosi, Il Linchetto, vol.1-2
  8. ^ Paolo Fantozzi, Storie e leggende lungo il fiume Serchio; Storie e leggende delle colline lucchesi, Firenze, 2003; Le leggende delle Alpi Apuane, Firenze, Le Lettere, 2003; Storie e leggende della Versilia, Firenze, 2005; Rupi e boschi incantati. Fiabe delle Alpi Apuane, Firenze, Apice libri, 2016.
  9. ^ Oscar Guidi, Magia e folletti in Garfagnana; Oscar Guidi, Antiche credenze nei racconti popolari della Garfagnana; Oscar Guidi, Magia e stregoneria in Garfagnana.
  10. ^ Ermanno Silvestroni, Eraldo Baldini, Tradizioni e memorie di Romagna - Materiali folklorici raccolti negli anni Venti e Trenta, Ravenna, Longo, 1990; Fiabe di Romagna raccolte da Ermanno Silvestroni, Ravenna, Longo, 1994-1999. Frutto di anni di paziente ricerca sul campo, quest'ultimo corpus in 5 volumi è composto da 133 narrazioni ascoltate dalla voce di anziani depositari dei repertori dei fulér (folatori) romagnoli e trascritte in vernacolo.
  11. ^ Amerigo Paredes e Richard Bauman, Toward New Perspectives in Folklore, Austin, Texas University Press, 1972. Su orientamenti e sviluppi successivi del folklore si rinvia a Pietro Clemente e Fabio Mugnaini, Oltre il folklore. Tradizioni popolari e antropologia nella società contemporanea, Roma, Carocci, 2001.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlo Lapucci, Folletti, fate e paure della tradizione popolare toscana, Montepulciano, Editori Del Grifo, 1989.
  • Gastone Venturelli, Leggende e racconti popolari della Toscana, Roma, Newton Compton, 1983.
  • Umberto Bertolini e Ilaria Giannotti (a cura di), La paura è una beretta che si leva e che si metta-Luoghi, storie e figure della paura in Garfagnana, Lucca, Maria Pacini Fazzi, 2004.
  • Umberto Bertolini (a cura di), Fole di Garfagnana, Piazza al Serchio, Scuola Media Statale "T.Santini", 1994.
  • Carlo Gabrielli Rosi, Il Linchetto, vol. 1-2, Lucca, San Marco Litotipo, 2000-2003.
  • Carlo Gabrielli Rosi, Leggende e luoghi della paura tra Liguria e Toscana, vol. 1-2, Pisa, Pacini, 1991-1993.
  • Paolo Fantozzi, Storie e leggende lungo il fiume Serchio, Firenze, Le Lettere, 2007.
  • Paolo Fantozzi, Rupi e boschi incantati - Fiabe delle Alpi Apuane, Sesto Fiorentino, Apice libri, 2016.
  • Oscar Guidi, Magia e stregoneria in Garfagnana, Lucca, Maria Pacini Fazzi, 2016.
  • Oscar Guidi, Magia e folletti in Garfagnana, Lucca, Maria Pacini Fazzi, 1988.
  • Oscar Guidi, Gli Streghi, le Streghe... Antiche credenze nei racconti popolari della Garfagnana, Lucca, Maria Pacini Fazzi, 1990.