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Il Museo di Arte Sacra di Montespertoli si trova nel comune di Montespertoli, in provincia di Firenze. È stato inaugurato nel 1996.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fondazione[modifica | modifica wikitesto]

Il Museo è nato in seguito a una convenzione tra il Comune e il Vicariato Foraneo di Montespertoli, con la collaborazione della Curia Arcivescovile di Firenze, la Regione Toscana, la Provincia di Firenze, la Soprintendenza dei Beni Ambientali e Architettonici, dei Beni Artistici e Storici e l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.[1]

L'inaugurazione del Museo nel 1996, insieme alla contestuale apertura di spazi espositivi dello stesso tipo in tutta la Valdelsa, ha rappresentato in Toscana l'inversione di una tendenza nel modo di conservare le opere d'arte. Se prima era usuale, per motivi di sicurezza e di organizzazione, concentrare in grandi musei cittadini il patrimonio artistico di un'ampia area, il nuovo modello si basa invece sul concetto di "museo diffuso", che prevede la conservazione e la protezione a breve distanza dalla sede originale.[2] In questo modo è stato possibile restituire a ogni territorio opere che avevano lasciato la loro sede originaria e documentare in ogni zona la produzione locale, anche per sottolineare la relazione che intercorre tra l'opera e l'ambiente culturale in cui è stata creata [1].

Inserimento nel circuito Piccoli Grandi Musei[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2005 il museo di arte sacra di Montespertoli fa parte di un circuito di centri espositivi denominati Piccoli Grandi Musei. Il progetto è stato voluto dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e realizzato con il contributo di diversi altri soggetti . Il fine è amministrare il patrimonio culturale sparso per il territorio toscano, grazie ad un insieme di strumenti creati per tutelare e promuovere i musei: un sito internet dedicato, fondi messi a disposizione per i restauri, l'organizzazione di mostre periodiche e la stesura di guide stampate[2]. I centri espositivi, oltre che a Montespertoli, sono dislocati a Castelfiorentino, Certaldo, Empoli, Fucecchio e San Vivaldo[3].

Inserimento nel progetto Terre degli Uffizi[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2021 il Museo di Arte Sacra di Montespertoli partecipa al progetto Terre degli Uffizi, organizzato da Eike Schmidt. Il progetto è stato ideato dalla Galleria degli Uffizi nell'ambito dell'iniziativa Uffizi Diffusi, con l'obiettivo di valorizzare l'arte toscana presentando nei piccoli centri espositivi sparsi sul territorio le opere dei depositi degli Uffizi.

Il Museo di Montespertoli ha quindi ospitato la quarta mostra di Terre degli Uffizi, Seguaci di Giotto in Valdelsa, ospitata dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022 nella quinta sala.[4] L'allestimento affiancava una Madonna col Bambino di Lippo di Bienivieni datata 1315-1320, proveniente dai depositi degli Uffizi, con un'altra Madonna col Bambino di dimensioni simili, attribuita alla bottega di Lippo di Benivieni e parte della collezione permanente del Museo di arte sacra di Montespertoli. Quest'ultima opera si trovava in precedenza nella chiesa di San Lorenzo a Montegufoni; rubata nel 1985 e ritrovata pochi mesi dopo, è stata inserita nella collezione del Museo fin dalla sua apertura.[4]

Nell'ambito dello stesso progetto è stata in seguito organizzata la mostra La predella degli Uffizi salvata al Castello di Montegufoni, tenuta dal 14 maggio 2022 all’8 gennaio 2023. La mostra presentava la storia di una predella raffigurante le Storie di San Pietro Martire e Cristo in pietà, realizzata da una bottega fiorentina probabilmente attiva nel 1460-1470. Durante la seconda guerra mondiale, assieme a molte altre opere dei musei fiorentini (tra cui la Maestà di Giotto e la Primavera di Botticelli), la predella era stata trasferita per protezione dalle incursioni aeree nel Castello di Montegufoni, appena fuori da Montespertoli.[5][6]

La prossima mostra è prevista dal 22 aprile al 29 ottobre 2023, con il titolo di Filippo Lippi in Valdelsa.[7]

Oltre alle mostre provvisorie, l'inserimento nel progetto di Terre degli Uffizi ha messo a disposizione fondi per apportare migliorie al museo, incluso il rinnovamento del sistema di sicurezza.

Struttura del Museo[modifica | modifica wikitesto]

Ingresso dal cortile

Il Museo d’arte sacra di Montespertoli si trova all'interno della canonica della pieve di San Piero in Mercato, e presenta due ingressi: uno nel giardino antistante la chiesa, e l’altro, usato come principale in occasione delle mostre di Terre degli Uffizi, in un cortile interno accanto al lato destro della chiesa.[8]

Percorso espositivo[modifica | modifica wikitesto]

Il patrimonio del Museo proviene dalla pieve che lo ospita, dalle sue suffraganee (chiese minori dipendenti dalla pieve) e dalle chiese di altri due pivieri (giurisdizioni ecclesiastiche di origine più antica rispetto a quelle civili).

La coincidenza tra il territorio dei pivieri storici e quello del moderno Comune di Montespertoli ha permesso di disporre le opere riunendo nelle singole sale quelle provenienti dalle chiese dello stesso piviere, presentando questi raggruppamenti ecclesiastici come unità storico-culturali a sé stanti. Le chiese suffraganee del piviere hanno infatti vissuto per secoli in stretti rapporti, trasferendo spesso il patrimonio da una chiesa suffraganea all’altra o nella chiesa matrice.[9][10]

Il criterio espositivo utilizzato ha condotto quindi a esporre nello stesso ambiente, accanto ai dipinti, le sculture, le argenterie e gli arredi lignei che provengono dalle stesse chiese. È stata invece realizzata una sezione speciale per i paramenti e i manoscritti a causa delle diverse condizioni di luce e di temperatura necessarie alla conservazione.[9][10]

Biglietteria[modifica | modifica wikitesto]

La biglietteria del museo si trova nel vano di ingresso, che ospita anche la prima opera del museo:

  • Scuola fiorentina, Sant’Antonio abate, affresco staccato, secolo XV [11]

Sala 1 o "Salone"[modifica | modifica wikitesto]

Il Salone d’ingresso presenta pareti intonacate con sobrie decorazioni novecentesche di vedute, stemmi di pievani e cardinali. Ospita interamente opere provenienti dalla pieve di San Piero in Mercato e dalle chiese del suo piviere (San Michele a Mogliano, San Lorenzo a Montegufoni, Santa Maria a Mensola e San Giusto a Montalbino). Nella sala sono presenti la maggior parte dei dipinti raccolti nel museo, che rappresentano diversi periodi dell'arte toscana tra Trecento e Settecento:[12]>

  • Scuola fiorentina, Vergine col Bambino tra i santi Martino e Sebastiano, tavola, proveniente dalla chiesa di San Martino a Manzano, primi decenni del secolo XVI [13]
  • Maniera cretese, Madonna col Bambino e santi, tavola, proveniente dalla chiesa di Sant’Ilario a Lungagnana, secoli XVI-XVII [14]
  • Antonio Pucci, Madonna col Bambino e i santi Antonio da Padova, Simone Stock, Santa Maria Maddalena dei Pazzi e San Filippo Neri, tela, proveniente dalla pieve di San Piero in Mercato, datato 1720 [15]
  • Domenico Pugliani, Sant’Andrea in gloria e due angeli, tavola, proveniente dalla pieve di San Piero in Mercato, 1646 ca [16]

Nella sala sono inoltre presenti vetrine che presentano arredi sacri realizzati dal Mediovo all'Ottocento, inclusi alcuni calici quattrocenteschi provenienti dalla chiesa di Bagnolo, Manzano e Montegufoni, più altri oggetti di argenteria romana donati dalla famiglia degli Acciaioli. Tra le orificerie il pezzo più raro è un gemellion d'arte limosina del XIII secolo: una coppa medievale di fabbricazione francese, che deve il suo nome al fatto che veniva prodotto con una copia, con cui costituiva i piatti gemelli che contenevano l'acqua per il lavacro delle mani.[17]

Sulla porta è esposto il busto di un sacerdote, probabilmente il pievano Antonio Galli, che restaurò nel 1876 chiesa e canonica.

Sala 2 o "Sala Verde"[modifica | modifica wikitesto]

Sala Verde
Poltrona

La seconda sala del museo è chiamata anche Sala Verde a causa del colore delle sue pareti. Presenta decorazioni del soffitto a raggiera dipinte in bianco avorio con sfumature grigie, nel quale è disegnato lo stemma del pievano Antonio Galli. Le altre decorazioni della sala comprendono finiti pennacchi dipinti e caratterizzati da motivi di foglie, conchiglie e fiori. Gli architravi delle porte e i medaglioni arricchiti da volute e riccioli presentano simboli iconografici delle Virtù teologali e la raffigurazione di un pellicano (simbolo del sacrificio di Cristo nella simbologia allegorica cristiana). La sala comprende per la quasi totalità opere provenienti dalle chiese di Santa Maria a Torre e di San Bartolomeo a Tresanti, suffraganee del piviere di San Piero in Mercato. Sono qui esibiti dipinti più tardi, del Seicento e Settecento, in maggioranza eseguiti da pittori della corrente artistica fiorentina. Nelle vetrine prosegue la collezione di arredi liturgici, argenterie ed arredi di legno appartenenti alle stesse chiese: reliquiari, ostensori, calici, croci, pissidi.[18][19]

  • Scuola fiorentina, San Michele arcangelo, tela, proveniente dalla chiesa di Santa Maria a Torre, metà del secolo XVII [20]
Sala Gialla

È presente anche un gruppo di oggetti di arredo in legno di noce utilizzati durante la celebrazione della messa in San Piero in Mercato. Il gruppo arriva dalla Chiesa di Orsanmichele a Firenze e che comprende una poltrona e tre sgabelli, abbelliti da intagli laccati e dorati, tipici del gusto settecentesco toscano.[21]

Sala 3 o "Sala Gialla"[modifica | modifica wikitesto]

La Sala Gialla è così soprannominata a causa della finta tappezzeria che ricopre le pareti. Ospita le opere provenienti dai pivieri di Coeli Aula e di San Pancrazio. Si trova qui l'opera più importante conservata nel museo, la Madonna col Bambino dipinta da Filippo Lippi verso la metà del Quattrocento per la chiesa di Sant’Andrea a Botinaccio.

Acquasantiera

È altresì presente, al centro della sala, un'acquasantiera in marmo di epoca romanica (metà del XII secolo circa), in precedenza erroneamente scambiata per un fonte battesimale, proveniente dalla chiesa di Santo Stefano a Lucignano.[22] Sul bordo è incisa una scritta in caratteri gotici di cui rimangono alcune sezioni: "HIC LAPIS GESTA[?] UNDAM QUE CRIMINA TEGAT: EGO […] BO". Sulla superficie sono state scolpite in rilievo tre teste d’uomo quasi a tutto tondo, una in posizione frontale e le altre due laterali, girate verso la stessa direzione.[23]

Si trova in questa sala un antico badalone di legno, un leggio di grandi dimensioni usato nei cori, sul quale è esposto un Graduale stampato da un ignoto incisore a Torino nel 1524, ma proveniente dalla Chiesa di Santo Stefano a Lucignano.[24] Nelle vetrine sono esposti le argenterie e gli oggetti liturgici provenienti da San Biagio a Poppiano, San Martino a Montagnana, Santo Stefano a Lucignano e Santa Maria a Coeli Aula.[25]

  • Bicci di Lorenzo (attr.), Vergine col Bambino tra i santi Taddeo e Simone, tavola, proveniente dalla chiesa di Sant'Andrea a Botinaccio, già San Michele a Quarantola, quarto decennio del secolo XV
  • Filippo Lippi, Madonna col Bambino, tempera su tavola, provenienza dalla chiesa di Sant'Andrea a Botinaccio, 1445 - 1450
  • Filippo di Antonio Filippelli, Madonna col Bambino; I santi Antonio abate e Lucia, affreschi staccati, ultimi decenni del secolo XV
  • Artigianato toscano, Madonna col Bambino, legno intagliato e dipinto, proveniente dalla chiesa di San Biagio a Poppiano, secolo XVIII[26]
  • Scuola fiorentina, Sportello di ciborio con l’immagine di santo Stefano", tavola, proveniente dalla chiesa di Santo Stefano a Lucignano, fine del secolo XVI-inizi del secolo XVII[27]
  • Cerchia di Jacopo Vignali, Vergine col Bambino; Angioletti, tela, proveniente dalla chiesa di Santo Stefano a Lucignano, quinto decennio del secolo XVII [27]
  • Domenico Pugliani, Flagellazione di Cristo, tela, proveniente dalla chiesa di San Martino a Montagnana, 1642 [27]

Sala 4 o "Sala dei parati"[modifica | modifica wikitesto]

La quarta sala è chiamata anche Sala dei parati perché dedicata a una sezione di parati ecclesiastici, con pianete, paliotti e fusciacchi databili tra il XVI e il XVIII secolo. Sono qui esposti anche manoscritti come alcuni codici membranacei e altro materiale cartaceo (messali, libri di compagnia, bolle, ecc.). Nel 2000 è stato aggiunto alla collezione il Rituale per la benedizione del fonte battesimale di San Piero in Mercato, un codice manoscritto del 1456 in cui è descritta la cerimonia inaugurale del fonte battesimale della chiesa: in quegli anni il pievano della chiesa era Francesco Machiavelli, parente di Niccolò Machiavelli, per cui il codice è un'importante testimonianza storica. Nelle vetrine si trovano anche arredi sacri e reliquiari, come il Busto reliquiario di San Biagio, e una serie di statuette in alabastro, donate alla Confraternita della Misericordia di Montespertoli all'anno della sua fondazione, il 1829.[28] Queste opere sono testimonianze aggiuntive del passato del territorio, documentato da una collezione di carte poderali con le piante di Uzzano, Le Fonti, Poggio Caroni e via Piana.[29]

Sala 5 o "Terre degli Uffizi"[modifica | modifica wikitesto]

La quinta sala dal 2010 ha ospitato parte di un "ripostiglio" di monete fiorentine rinvenuto nel 1943 a Montespertoli, in località Tresanti: 211 monete in argento (metà di quelle ritrovate), coniate all'inizio del XVI secolo, tutte dalla zecca di Firenze tranne tre dello Stato della Chiesa ed una della zecca di Siena.[30] Le monete sono poi state spostate nel Museo della Vite e del Vino nel centro i Lecci e dal 2021 la sala ospita a periodi alterni gli allestimenti nell'ambito del progetto "Terre degli Uffizi".[31]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bartolini e Chiavacci, p. 18.
  2. ^ a b Speranza, pp. 7-8.
  3. ^ Santi, p. 14.
  4. ^ a b Seguaci di Giotto in Valdelsa, su uffizi.it. URL consultato il 17 marzo 2023.
  5. ^ Predella Uffizi, su uffizi.it. URL consultato il 17 marzo 2023.
  6. ^ Predella Finestre sull'arte, su finestresullarte.info. URL consultato il 17 marzo 2023.
  7. ^ Terre degli Uffizi diventa sempre più grande, su Le Gallerie degli Uffizi, 13 marzo 2023. URL consultato il 17 marzo 2023.
  8. ^ Proto Pisani, p. 23.
  9. ^ a b Piccoli Grandi Musei, su piccoligrandimusei.it. URL consultato il 17 marzo 2023.
  10. ^ a b Visit Montespertoli, su visitmontespertoli.it. URL consultato il 17 marzo 2023.
  11. ^ Ciseri, p. 33.
  12. ^ Proto Pisani, p. 27.
  13. ^ Ciseri, p. 38.
  14. ^ Ciseri, p. 51.
  15. ^ Ciseri, p. 53.
  16. ^ Ciseri, p. 35.
  17. ^ Ciseri, pp. 33-34.
  18. ^ Proto Pisani, pp. 27-28.
  19. ^ Ciseri, pp. 79-82.
  20. ^ I. Ciseri, pp. 76, 2006.
  21. ^ Ciseri, pp. 75 e 84.
  22. ^ L'errore sulla denominazione di questa opera è stato corretto in occasione di Terre degli Uffizi; sulla guida del 2006 viene ancora chiamata con il nome errato di fonte battesimale, ma le nuove targhe poste nel museo nel 2021 riportano la corretta denominazione di acquasantiera.
  23. ^ Ciseri, p. 99.
  24. ^ Ciseri, pp. 85-86.
  25. ^ Proto Pisani, p. 28.
  26. ^ Ciseri, p. 91.
  27. ^ a b c Ciseri, p. 98.
  28. ^ Ciseri, p. 100.
  29. ^ Ciseri, p. 112.
  30. ^ Ripostiglio di Montespertoli (Firenze) 1943 (PDF), su medagliere-firenze.lamoneta.it. URL consultato il 17 marzo 2023.
  31. ^ Di nuovo in mostra il tesoretto monetale da Tresanti, su Comune di Montespertoli, 17 febbraio 2023. URL consultato il 17 marzo 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rosanna Caterina Proto Pisani e Antonella Nesi, Il museo di arte sacra a Montespertoli, Firenze, Becocci/Scala, 1995.
  • Rosanna Caterina Proto Pisani (a cura di), Museo d'arte sacra di Montespertoli. Guida alla visita del museo alla scoperta del territorio. Ediz. italiana e inglese, Firenze, Edizioni Polistampa, 2006.
  • Ilaria Ciseri, Visita al Museo, in Rosanna Caterina Proto Pisani (a cura di), Museo d'arte sacra di Montespertoli. Guida alla visita del museo alla scoperta del territorio. Ediz. italiana e inglese, Firenze, Edizioni Polistampa, 2006, pp. 33-117.
  • Don Roberto Bartolini e Antonella Chiavacci, Presentazione, in Rosanna Caterina Proto Pisani (a cura di), Museo d'arte sacra di Montespertoli. Guida alla visita del museo alla scoperta del territorio. Ediz. italiana e inglese, Firenze, Edizioni Polistampa, 2006, pp. 18-19.
  • Rosanna Caterina Proto Pisani, Museo d'arte sacra di Montespertoli, in Rosanna Caterina Proto Pisani (a cura di), Museo d'arte sacra di Montespertoli. Guida alla visita del museo alla scoperta del territorio. Ediz. italiana e inglese, Firenze, Edizioni Polistampa, 2006, pp. 23-31.
  • Bruno Santi, Presentazione, in Rosanna Caterina Proto Pisani (a cura di), Museo d'arte sacra di Montespertoli. Guida alla visita del museo alla scoperta del territorio. Ediz. italiana e inglese, Firenze, Edizioni Polistampa, 2006, pp. 13-15.
  • Edoardo Speranza, Presentazione, in Rosanna Caterina Proto Pisani (a cura di), Museo d'arte sacra di Montespertoli. Guida alla visita del museo alla scoperta del territorio. Ediz. italiana e inglese, Firenze, Edizioni Polistampa, 2006, pp. 7-8.
  • Piccoli Grandi Musei, su piccoligrandimusei.it. URL consultato il 2023.
  • Visit Montespertoli, su visitmontespertoli.it. URL consultato il 2023.
  • Seguaci di Giotto in Valdelsa, su uffizi.it. URL consultato il 2023.
  • Ripostiglio di Montespertoli (Firenze) 1943 (PDF), su medagliere-firenze.lamoneta.it. URL consultato il 2023.
  • Predella Uffizi, su uffizi.it. URL consultato il 2023.
  • Predella Finestre sull'arte, su finestresullarte.info. URL consultato il 2023.
  • Seguaci Giotto Finestre sull'arte, su finestresullarte.info. URL consultato il 2023.
  • Filippo Lippi in Valdelsa Uffizi, su uffizi.it. URL consultato il 2023.