Utente:Claudio Gioseffi/Sandbox 5

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Grumolo e Centrale

GRUMOLO PEDEMONTE

Chiesa di San Biagio Brazzale int

Degna di essere visitata è prima di tutto San Biagio, la perla delle Bregonze, a Grumolo Pedemonte. Non è l'unica, ma oggi è nella zona la più celebre e una delle opere più pregevoli artisticamente, "vera scoperta per chi sa cogliere l'essenza mistica di questo luogo di pace". Può essere raggiunta sia a piedi dal fondovalle, sia in auto partendo dal piazzale della chiesa di Grumolo. Posta in felicissima posizione non ancora contaminata, si presenta origiale e inconfondibile nelle linee dall'impronta antica.

E una costruzione piuttosto semplice, con l'abside a oriente e la duplice entrata a mezzogiorno collegata con gradinate in saliso al sagrato alberato a più spiazzi. Ha tetto a capriata ed è dotata di ampia sacristia e di campanile che per secoli ebbe un'unica campana alla quale in tempi moderni venne aggiunta una seconda, ambedue rifuse nel 1932.

Ricostruita ai primi del XIII secolo, in seguito fu arricchita di numerosi affreschi raffiguranti il Cristo in trono circondato dagli Evangelisti (catino dell'abside), S. Biagio, la Vergine col Bambino, S. Rocco, S. Bernardino, S. Matteo, S. Andrea, S. Antonio Abate, l'Annunciazione. Altri affreschi col motivo della passione sono conservati nella nicchia tombale esterna. All'interno è custodita anche un'antica statua lignea di S. Biagio. Invece non è più possibile ammirare il prezioso polittico in stile gotico di Paolo Veneziano (1450) qui custodito per secoli: quest'opera, restaurata nel '34, fu rubata nel '71. Recuperata dai carabinieri e successivamente restaurata, è oggi conservata presso il museo diocesano di Padova. Al suo posto è stata collocata una gigantografia in grandezza naturale.

Una lapide murata all'interno ricorda la consacrazione da parte del Vescovo Barozzi, avvenuta nell'ottobre del 1502. In quell'occasione fu aggiunta l'abside dell'altar maggiore. Quest'altare fu rifatto nel 1703, mentre quello laterale fu inaugurato nel 1871.

Uno dei primi rettori fu fra Martino da Arzignano (1352), mentre l'ultimo eremita custode della chiesa, dopo la costruzione della nuova parrocchiale, fu fra Girolamo da Nanto morto nell'agosto 1760.

S. Biagio in questi ultimi anni stava andando in rovina. Pertanto meritoria, per il suo recupero, si è posta l'opera del gruppo 3G. I lavori di restauro, dopo un periodo di sensibilizzazione con mostre di fotografie, di disegno e con proposte, sono iniziati nell'80: hanno interessato il tetto del campanile e quello della chiesa, gli affreschi interni ed esterni. E stato sistemato l'ambiente esterno e dotata la nicchia di cancellata in ferro battuto. Esige altri lavori per renderla più sicura dall'assalto dei ladri.

Itinerari Storici a Grumolo Pedemonte http://www.comune.zugliano.vi.it/web/zugliano/vivere/vivere-interna?p_p_id=ALFRESCO_MYPORTAL_CONTENT_PROXY_WAR_myportalportlet_INSTANCE_nc6A&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&template=/regioneveneto/myportal/html-generico-detail&uuid=ad0e7587-9ed1-416e-af85-895fcf52829d&contentArea=_Zugliano_vivere-interna_Body1_&selVert=menu-contestuale_055142a2-0844-4a60-83f0-5900cde3d739

BARCO MADDALENA Il complesso conosciuto con il nome di Barco Maddalena, dal nome di uno dei proprietari, è un classico esempio di architettura rurale del territorio vicentino. Esso è composto da un corpo centrale, la vecchia torre colombara, affiancato da due barchesse. II barco doveva essere già costruito nel XVI secolo, forse come complesso dominicale dei conti Cavaggioni, visti i caratteri architettonici della breve facciata d'angolo tra via Palù e via Cavajon. L'intero complesso compare in una mappa di Grumolo de1 1673. Il complesso del barca dopo le famiglie Cavajon, Vecchia e Maddalena è passato in proprietà alla famiglia Dal Ferro di Thiene. LOCALITA' Via Cavajon Lungo la Provinciale Zugliano-Thiene, all'altezza dell'incrocio che porta a Centrale, di fronte alla pizzeria 6 Camini.

VILLA VECCHIA-MADDALENA La villa Vecchia-Maddalena fu edificata nell'ultimo decennio del Settecento dalla famiglia del nobile Angelo Vecchia che acquistò un bellissimo poggio panoramico di proprietà del Monastero di S. Bartolomeo di Vicenza. Questa altura naturale, chiamata il Castelliero a ricordo della ubicazione di una probabile opera di fortificazione, era occupata da una costruzione utilizzata come monastero e foresteria, a cui si accedeva mediante una strada, ora dismessa, facilmente ricostruibile nel suo andamento sulla collina.Non ci è dato di sapere quanto i nuovi edifici della villa abbiano utilizzato le murature esistenti. È facilmente intuibile, invece, che fu necessario un consistente investimento economico non solo per la costruzione della villa ma soprattutto per le opere di terrazzamento e di contenimento realizzate. Alla villa si accede mediante una strada che inizia con un portone a due pilastri di pietra massicci e si inerpica sulla collina.Per entrare nella corte interna bisogna oltrepassare un portone con arco a tutto sesto sulla cui chiave è scolpito lo stemma nobiliare della famiglia Vecchia. La villa si compone di un corpo padronale dalla forma semplice e compatta, con il prospetto principale ad ovest scandito da una trama di finestrature rettangolari, perfettamente simmetriche, e concluso da un frontone triangolare a timpano con un disegno a fresco al centro rappresentante un cigno. Sul timpano vi sono poi alcuni vasi ornamentali in pietra. Il corpo padronale della villa è articolato in due piani nobili con stanze molto alte, collegati da una monumentale scalinata che porta anche al granaio. Vi è inoltre un piano adibito a locali di servizio sullo stesso livello del giardino all'inglese ancora esistente e in cui si segnala la presenza di alberi e arbusti di una certa rarità botanica.Molto interessante è la barchessa con portico, stalle, fienile e abitazione del gastaldo il cui prospetto principale, a sud, è scandito da sette archi a tutto sesto e soprastanti aperture a oculo. Degna di nota è la splendida pavimentazione del portico con corsie in lastre di pietra di Asiago e salizo in ciottoli di fiume a disegno di diverso colore. Del complesso faceva parte anche un oratorio privato nominato nelle visite pastorali dei vescovi padovani e soppresso intorno al 1870, quando fu trasferita una statua della Madonna da questo oratorio alla cappella del Carmine in S. Maria Maddalena di Grumolo. Tra il 1887 e il 1896 la villa passò in proprietà alla famiglia di Domenico Maddalena, uno dei primi sindaci del comune di Zugliano, la cui famiglia, poi trasferitasi a Roma, ne conservò la proprietà fino a pochi anni fa. Durante la prima guerra mondiale la villa divenne sede di un ospedaletto da campo inglese, come è testimoniato anche dalle scritte sulle porte in lingua inglese che indicavano le destinazioni. LOCALITA' Via Castelliero Lungo la Provinciale Zugliano-Thiene, poco dopo il Centro sportivo comunale, sulla sinistra.

VILLA BASSI Questa villa risalente alla prima metà del 1400 presenta un prospetto principale caratterizzato da un arioso portico con loggia. La facciata è arrichita da 5 statue di probabile fattura seicentesta. l'interno della Villa è ancora conservato nelle sue articolazioni originarie con due piani nobili molto alti con soffitto a travature. In una sala del piano terra si può notare uno splendido camino cinquecentesco in pietra con cappa in legno.La villa costruita probabilmente nella seconda metà del cinquecento dalla nobile famiglia Terzo di Vicenza. Essa doveva consistere originariamente in tre livelli di due stanze passanti per piano che davano, e danno, all'edificio una forma compatta con tetto a due falde simmetriche. In una mappa dell'archivio privato della famiglia G. Maddalena di Roma del 1673, è abbozzata la proprietà della famiglia Terzo con la casa dominicale del sig. Francesco Terzo; malgrado la villa appaia appena delineata si può comunque intravedere la disposizione perpendicolare del corpo padronale e dei rustici con la corte ben delineata da un muro di recinzione. Nella seconda metà del settecento la villa passò in proprietà ai Monza di Vicenza fino alla fine del XVIII secolo quando fu acquistata da Gio. Batta Fabretti. La famiglia Fabretti probabilmente non risedette mai nella villa che fu invece affittata nel 1788 a Gregorio Bassi e ai suoi figli, Antonio e Andrea, di Grumolo Pedemonte. Nel 1800 dopo la morte di Gregorio, l'affitto fu trasferito al figlio di lui, Antonio, che abitava nella villa, per una durata di anni 21 e cioè fino al 1821, visto il buon comportamento di Antonio Bassi. Nel Catasto Austriaco del 1843 la proprietà della villa risulta ancora essere della famiglia Bassi la quale tra il 1850 e il 1860 ingrandì la villa nel lato nord per creare nuovi spazi abitativi. Alla morte di Antonio Bassi, avvenuta a Verona i l6 maggio 1869, la sua proprietà passò, per disposizione testamentaria, agli abitanti di Grumolo e con essa la villa dove risiedeva. Attualmente l’edificio di proprietà della Fondazione Bassi, che è stato recentemente ristrutturato e restaurato, ospita un ristorante. LOCALITA' Via Chiesa alla strada provinciale Zugliano-Thiene, si svolti a destra all'altezza della Pizzeria 6 Camini, in direzione Centrale. All'altezza della prima curva, tenere la destra. Fronte Chiesa Parrocchiale di Grumolo Pedemonte.


CENTRALE http://www.comune.zugliano.vi.it/web/zugliano/vivere/vivere-interna?p_p_id=ALFRESCO_MYPORTAL_CONTENT_PROXY_WAR_myportalportlet_INSTANCE_nc6A&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&template=/regioneveneto/myportal/html-generico-detail&uuid=f042a332-0aca-4d74-990f-2cee5ae90e72&contentArea=_Zugliano_vivere-interna_Body1_&selVert=menu-contestuale_b815f949-f17e-48eb-a62e-808d8b9cf482

Itinerari Storici a Centrale

L'ORATORIO DELLA MADONNETTA

nella seconda metà del Cinquecento, a ricordo dell 'apparizione della Vergine a Simone il gobbo nella vicina casetta, ancora esistente e che meriterebbe di essere conservata.La chiesetta viene nominata per la prìma volta nel protocollo della visita diocesana pastorale del 1587 ed era intitolata a Maria Beata.

L'oratorio fu costruito molto probabilmente dal Comune di Centrale sulla scia dell' entusiasmo e della devozione della costruzione della chiesetta dell'Olmo da parte del Comune di Thiene. Nella visita pastorale del 1602 viene registrata una credenza popolare, ritenuta una superstizione e perciò stimmatizzata dal visitatore: l'usanza delle donne di portare un pugno di sale a titolo di oblazione. Il vescovo si preoccupò di fare diventare il sacello una piccola chiesetta ed ordinò in tal senso che si costruisse il frontespizio ed una apertura circolare, ad occhio, ben proporzionata e munita di inferriata .Nel Seicento l'oratorio fu visitato dal vescovo padovano, nel 1614, che registrò ancora la titolazione a Santa Maria e il nome popolare della Madoneta, che pertanto è molto antico. Altre notizie sull'oratorio ci vengono fornite dalla visita vescovile del 1634 quando l'edificio viene definito "celletta", titolato a S. Valentino e S. Leonardo, e si notò che la facciata era ancora aperta, anche se vi era installato un cancello di legno di protezione con una porta munita di spranga e chiave. All'interno l 'edificio conteneva una altare in legno dipinto con mensa in pietra, con una pala con la Beata Vergine col Bambino, S. Valentino sul lato destro e S. Leonardo sul lato sinistro. Ritornando alle trasformazioni del manufatto, il Faccioli, nel suo Musaeum lapidarium riporta una iscrizione presente all’interno della chiesa che testimonia di un successivo ampliamento compiuto nel 1699 dal parroco di Centrale, Girolamo Turco. Probabilmente, mediante tale intervento, venne aggiunto lo spazio del presbiterio e la chiesa venne alzata di circa un metro. L'altare di cui riferisce il Faccioli è, con ogni probabilità, lo stesso altare con la mensa marmorea, altarino con colonne lignee scanalate e pala del Maganza che ancora si può ammirare. La tela dell'altare, del 1613, rappresenta la Madonna seduta col Bimbo e ai lati i santi Valentino e Leonardo.Il parroco don Girolamo Turco morì nel 1724 e fu sepolto proprio nella chiesetta come testimonia il sepolcro al centro della navata. Pure ivi sepolto, secondo la propria volontà testamentaria, fu d. P. Nardelli morto nel 1751. Il parroco di Centrale lasciò un legato di due campi e mezzo per la costruzione delle balaustre policrome che separano l'aula del presbiterio che ancora si possono ammirare.Del campanile si parla la prima volta nei documenti nel 1888, anche se fu costruito almeno un secolo prima, dato che le campane sono datate 1766, e portano la seguente iscrizione "Opus Vincentj Canton 1766". Nel 1966 furono eseguiti alcuni lavori nella chiesetta con il rifacimento del coperto fatiscente della navata sostituito da un solaio e rifatti completamenti gli intonaci esterni

LOCALITA' Via Madonnetta dalla piazza a Centrale, si prenda la strada per la Ca' Vecchia sulle Bregonze.


VILLA THIENE-RONZANI

Questo grazioso edificio in stile neogotico, prossimo alla chiesa parrocchiale di Centrale, all'incrocio delle antiche vie di Codalunga e di via Piazza, è il risultato di un intervento radicale di restauro operato nel XIX secolo dalla famiglia Castellani, Un tempo, nella stessa aree di sedime, vi era un manufatto con barchessa di proprietà della nobile Celenia Thiene come risulta da una mappa dei Beni Inculti del 1649 dell' Archivio di Stato di Venezia: vi è rappresentato un lungo edificio, in gran parte porticato, a doppia altezza con una corte ben delimitata, cinta da mura con accesso verso l'orto e il brolo pure cintati. Nel 1828 la villa apparteneva ad Orazio Castellani del fu Giovanni Battista la cui famiglia ne mantenne il possesso per tutto l'800. Il prospetto principale è caratterizzato dal lieve aggetto di un piccolo avancorpo centrale e dalla ricchezza dei particolari decorativi. Il doppio ordine di finestre, in stile gotico con arco acuto e pennacchio, presentano dei profili in pietra di ottima fattura. La stessa maestria di esecuzione è rilevabile nella cornice del sottotetto ad archi trilobati caratterizzati dal felice chiaroscuro dei pieni e dei vuoti e soprattutto nel coronamento dell'avancorpo mediano con la cornice sommitale che assomiglia ad un merletto. Attualmente la villa è di proprietà della Famiglia Ronzani la quale ha recentemente riportato allo splendore originario, a seguito di un accurato restauro, le decorazioni esterne che coprono l’intero edificio LOCALITA' In piazza a Centrale, di fianco alla chiesa.


CASA PORCASTRI In via Vignaletti, si trova il complesso rurale appartenuto alla nobile famiglia . Porcastri a partire dal sec. XV. Il Pagliarino, nelle sue Cronache di Vicenza , parla delle famiglia Porcastri come antica e stimata nella città di Vicenza.È Pietro di Matteo Porcastri il primo possessore di beni a Centrale, ne11421. Egli fa dono alla chiesa di S. Clemente di un croce­fisso in legno di tiglio nel 1442 come riporta l'iscrizione sullo stesso.Proprietari risultano nel 1559 , Giovanni di Pietro Porcastri il quale, nel testamento redatto nel 1582 dal notaio Lorenzo Crivellari, chiede di essere sepolto nella tomba di famiglia presso la chiesa di S. Michele. Nel 1800 la proprietà venne ceduta dai Porcastri alla famiglia Faccin di Centrale che ancor oggi risulta proprietaria. Del vecchio edificio, abitato dai Porcastri, rimangono solo pochi elementi artistici e architettonici: lungo via Vignaletti il portone di ingresso originario, con grosse cornici in pietra grezza, al quale sono stati tolti i gradini che lo precedevano. Sopra questo è posto, in pietra, lo stemma nobiliare -uno scudo tripartito con tre maiali -che riporta incisa la data MCCCCLXXXI. Alla sinistra della porta, in alto, una nicchia con un affresco rappresentante la Madonna con il Bambino; sopra questa una decorazione dipinta con lo stemma di casa Porcastri e la data 1708. Nel lato posteriore dell'attuale edificio, in alto a sinistra, un'altra arma dipinta a fresco in cui si riconosce la marca parlante dei nobili Porcastri. LOCALITA' dalla piazza, 200 mt. a sinistra sulla strada per Carrè, lungo via Vignaletti


VILLA ROSPIGLIOSI

La villa è posta sulla collina del Castel S. Rocco, sopra Centrale, nel sito un tempo occupato dalla chiesetta di S. Rocco. La chiesa apparteneva ai padri Camaldolesi dell'Eremo di Rua che nel1601 si trasferirono da Centrale a Carrè. Con il decreto napoleonico del 28 aprile 1810 i beni della Confraternita passarono al Demanio per essere rivenduti a privati cittadini. La chiesetta di S. Rocco, non venendo riscattata, andò lentamente in rovina.La proprietà venne acquistata, nel 1906, dalla famiglia inglese degli Haseltine, da anni residente in Italia, per la figlia Mildred, dall'allora proprietario Bortolo Scapin di Centrale. Mildred Haseltine aveva sposato, nell'aprile de11904, il principe Ludovico Rospigliosi, acquisendo così il titolo nobiliare. La proprietà della villa passò successivamente, con il terreno ad essa annesso, alla ditta Grendene di Thiene che la rivendette alla Congregazione Religiosa del Fratelli delle Scuole Cristiane. Nel 1960 la Congregazione si trasferì a Bassano e cedette la villa alla Congregazione Femminile delle Pie Discepole del Divin Maestro per esercizi spirituali, con il nome di Casa del Divin Maestro. Dall'edificio costruito ai primi del Novecento non rimane nessuna traccia dopo il restauro totale eseguito nel 1929 nel quale si provvide a cingere la villa e alcuni annessi rustici, con una muratura merlata che richiama quella del Castello Colleoni di Thiene. La facciata principale ha una impostazione simmetrica, con ingresso centrale affiancato da tre finestre per lato. Queste aperture si ripetono al piano superiore assieme ad un poggiolo che forma un piccolo porticato per l'ingresso sottostante. Le finestre presentano una cornice realizzata in mattoni con davanzale in pietra. Il prospetto sul giardino non presenta caratteri architettonici particolari se non nell'elemento a torre posto verso sinistra. Entrambe le facciate erano pittoricamente decorate con disegni e trame geometriche ora in parte scomparse. Molto curati gli apparati decorativi, gli arredi e in modo particolare i componenti metallici delle inferriate e del lampadario del portico. Molto ricco di piante e arbusti, anche di una certa rarità, il bosco impiantato nel 1908. LOCALITA' Via San Rocco in piazza a Centrale, si prenda la strada per la Ca' Vecchia sulle Bregonze.