Utente:Claudio Gioseffi/Sandbox 37

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L'Istituto Ottavio Trento[modifica | modifica wikitesto]

Nel settembre 1810 il nobile vicentino Ottavio Trento, discendente da un'antica famiglia dell'aristocrazia vicentina, quasi sicuramente per assecondare l'invito rivoltogli da Napoleone Bonaparte in visita a Vicenza nel 1807, donò al Comune di Vicenza della somma di 234.305 lire per la realizzazione di una "Casa di lavoro volontario e semiforzato" al fine di rimuovere o almeno alleviare la piaga della mendicità che in quegli anni di drammatica crisi economica colpiva vistosamente la città e il suo territorio. In seguito all'introduzione del telaio meccanico, i numerosi e fiorenti setifici avevano infatti perduto lavoro e mercati.

Allo stato di grave disagio per i numerosi operai e artigiani vicentini rimasti sul lastrico con le loro famiglie venne allora in soccorso la generosità del conte Ottavio Trento, con la sua cospicua donazione, alla quale aggiunse nel suo testamento un sostanzioso legato.

L'opera che da lui prese il nome cominciò a funzionare nel 1813 nei locali dell'antichissimo monastero benedettino di San Pietro le cui origini sono attribuibili agli inizi del ix secolo'—'. Il prestigioso e ampio edificio è caratterizzato da un monumentale chiostro, dalle preziose cornici in cotto che adornano i profili degli archi e i marcapiani, dove numerosi motivi floreali si alternano a figure e maschere. Nel corso della sua storia millenaria questo monastero si era arricchito di numerose e pregevoli opere d'arte e di preziosi reperti archeologici.

Agli inizi del xix secolo l'ala prospiciente l'attigua chiesa di San Pietro è stata ristrutturata dall'architetto Bartolomeo Malacarne e nell'atrio dell'edificio è stata collocata un'elegante stele in memoriae onore di Ottavio Trento, unica opera vicentina di Antonio Canova. L'Istituto, inaugurato nel 1813, accolse dapprima ospiti anziani e bisognosi di assistenza, specialmente durante la stagione invernale.

Nel 1818 apri le porte anche ai figli degli operai disoccupati assumendo il nome di «Casa di Ricovero e Industria» e istituendo una sezione separata nella quale i piccoli ospiti ricevevano un'adeguata istruzione professionale che li abilitava a qualche lavoro artigianale nelle botteghe della città.

Nel 1881 questa sezione fu aggregata al nuovo orfanotrofio maschile istituito nell'ex convento di San Domenico, condividendone le vicende fino al 1956. L'Istituto Ottavio Trento venne così a sviluppare la sua finalità istituzionale attrezzandosi con strutture e personale adeguati all'evoluzione della società civile e al progresso della scienza medica.

L'amministrazione delle sue risorse, dei contributi provenienti dalle famiglie degli ospiti, da privati cittadini e da pubbliche istituzioni, è attualmente gestita dalle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza.