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Edificio I per INA-Casa è una struttura adibita ad attività commerciali e residenza, opera dell’architetto e designer italiano Guglielmo Ulrich (Milano, 23 Aprile 1904 – Milano, 22 Gennaio 1977), realizzata tra il 1950 e il 1953. La direzione dei lavori viene affidata all’ingegnere Piero Maffi, sovrintendente ai lavori per conto dell’INA, l’Istituto Nazionale delle Assicurazioni. L’edificio rientra nell’ambito di una serie di costruzioni, affidate a numerosi architetti e ingegneri italiani moderni, e realizzate per INA-Casa, il piano di intervento dello Stato italiano, che riguarda gli anni 1949-1963, ideato da Amintore Fanfani, allora Ministro del lavoro, al fine di realizzare edilizia residenziale pubblica nel territorio italiano.

Caratteristiche

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L’edificio è situato nella parte conclusiva della strada che definisce il decumano della città di Pavia, che presenta difatti un sistema urbano di origine romana. La struttura è discordante rispetto agli altri edifici limitrofi a piazza della Minerva: presenta infatti un’altezza maggiore e uno stile differente, in quanto realizzato secondo canoni razionalistici.

Il volume dell’edificio aggetta sulla fascia di basamento in cui sono collocate le attività commerciali che definiscono il piano terra della struttura; i piani superiori sono scanditi da un’alternanza di pieni e vuoti, realizzati mediante bucature e logge, che creano un sistema di fasce e nastri verticali di aperture. Internamente ogni piano presenta quattro alloggi con servizi, cucine e ingressi, mentre l’ultimo piano è composto da due appartamenti con terrazza comune e arretrati rispetto al piano di facciata. Il prospetto presenta rivestimento esterno in intonaco a quarzite, un tipo di vernice costituito da finissimi granelli di quarzo utile a rendere la struttura resistente agli agenti atmosferici. L’edificio è infine costruito in deroga al Regolamento Edilizio, il cui articolo 56 disciplina la realizzazione in altezza degli edifici tenendo conto degli effetti derivanti dalle ombre portate sui circostanti; nonostante le proteste del provveditore agli studi, generate dalla messa in ombra degli istituti scolastici adiacenti, la struttura viene comunque realizzata secondo i progetti originali. L’edificio risulta dunque fuori scala rispetto al contesto in cui è inserito.

  • Vittorio Prina, Pavia moderna: architettura moderna in Pavia e provincia, Edizioni Cardano, 1925-1980, pp. 200-201.

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