Utente:Casson Fabio/Sandbox

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Chioggia
comune
Chioggia – Stemma
Chioggia – Bandiera
Chioggia – Veduta
Chioggia – Veduta
Vista della città nella laguna veneta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Città metropolitana Venezia
Amministrazione
SindacoMauro Armelao (centro-destra) dal 4-10-2021
Territorio
Acque interne67,63 km²
Abitanti47 548[2] (31-8-2023)
FrazioniCà Bianca, Cà Lino, Cà Pasqua, Cavana, Cavanella d'Adige, Isolaverde, Sottomarina, Sant'Anna, Valli[1], Brondolo
Comuni confinantiCampagna Lupia, Cavarzere, Codevigo (PD), Cona, Correzzola (PD), Loreo (RO), Rosolina (RO), Venezia
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+1
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 313 GG[4]
Nome abitantichioggiotti, chiozzotti, clodiensi o cioxoti
Patronosanti Felice e Fortunato
Giorno festivo11 giugno
Cartografia
Chioggia – Mappa
Chioggia – Mappa
Posizione del comune di Chioggia nella città metropolitana di Venezia


Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Venezia.

Mito e leggenda[modifica | modifica wikitesto]

La leggenda sulle origini di Chioggia si collega a quella di Enea, mitico eroe troiano fuggito alla distruzione di Troia che navigò per il Mediterraneo per poi stanziarsi nel Latium e fondare Roma . Con Enea partirono anche Antenore, Aquilio e Clodio che, a metà del viaggio, si separarono dal loro concittadino per dirigersi verso la laguna veneta fondando rispettivamente Padova, Aquileia e Clodia.[5]

Si richiama a questo mito il simbolo della città, un leone rampante rosso su campo argento, scelto da Clodio stesso in ricordo della sua città natale, ed il nome della città stessa.

Altre ipotesi portano la nascita della città intorno al 2000 a.C. dai Pelasgi, popolo di navigatori originario della Tessaglia, che avrebbero colonizzato numerose città nelle coste Adriatiche. Il nome Chioggia quindi deriverebbe da Cluza, "costruita artificialmente", da spiegare con la natura insulare-lagunare della città che senza modificazioni umane sarebbe stata sommersa dalle acque ad ogni alta marea. Altri nomi presenti nella città sono di indubbia origine preellenica, come Lusenzo, laguna che si trova fra Chioggia e Sottomarina, Bebe, antica torre che serviva da avamposto al confine fra territorio Veneziano e Padovano, Perotolo ed Evrone.[6][7]

Secondo questa teoria i primi insediamenti della città di Chioggia sono da localizzarsi verso l'attuale foce del Brenta-Bacchiglione (l'attuale zona di Brondolo), nelle isoletta di Vicus a levante della Fossa Clodia, canale che corrisponde ora alla Laguna del Lusenzo, e nell'Evrone, che corrisponde a porto di Chioggia.[8]

Età antica[modifica | modifica wikitesto]

Certo è che la città fosse già presente in età romana ne è prova la struttura tipica del reticolato geometrico che contraddistingue Chioggia, formata da un "Cardo", l'attuale Corso del Popolo, e da un "Decumanus".

Come per tutte le città venete, Chioggia faceva parte della "decima regio", che comprendeva anche l'Istria.[9]

Le prime fonti storiche ci provengono da Plinio il Vecchio che in "Naturalis Historia", descrive la zona lagunare veneta come "la terra dei fiumi" dicendo inoltre che:

«"... risalendo dal Delta Padano, dopo Adria, porto etrusco che aveva dato il nome al mare Adriatico, si incontrano le foci originate dalla sovrabbondanza di acque dette "Fosse Filistine" nelle quali si riversano l'Adige che scende dalle Alpi tridentine ed il Togisono (Bacchiglione) che scende dalle campagne di Padova. Parte di queste acque alimenta anche il porto di Brondolo, come i due Meduaci, Minor e Major (i due rami del Brenta) ed il Bacino di Chioggia (Fossa Clodia-Canal Lombardo) alimentano il Porto Evrone. A queste acque si mescolano anche quelle del Po

[10]

Attraverso scavi archeologici si è dedotto, che in origine, questo territorio era uno scalo commerciale, con la sua posizione strategica per il commercio navale, essendo vicina alle foci dei fiumi, a diversi canali navigabili, alla laguna e al mare. Da qui passava infatti quella via di navigazione interna che attraverso lagune e canali artificiali portava le imbarcazioni da Ravenna ad Altino in un viaggio sicuro dalle mareggiate. [11]


Nonostante ai giorni nostri non vi siano più saline in funzione, Chioggia, in origine, era importante soprattutto per le sue saline, centro di produzione del "Sal Clugiae" considerato uno dei più pregiati da Cassiodoro e Plinio stesso. Questa risorsa, era considerata un bene dello Stato, che porterà la confederazione veneziana a combattere numerose volte contro Padovani, Ferraresi, Romagnoli e Bolognesi.[12] [13]

Il sale prodotto infatti era indispensabile per i commerci e il suo pregio permetteva agli abitanti di poter acquistare qualsiasi altra merce difficile da reperire nelle terre lagunari.

Nelle acque di Chioggia vi erano fino a 72 recinti acquei, detti anche "fondamenti di salina", che andavano dal porto della città alle rive adiacenti ai domini Padovani, che impegnavano gran parte della popolazione che riuscivano a produrre circa 216 volte il bisogno dell'intera popolazione per un anno.[12]

Età medievale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Repubblica di Venezia.

Dopo il declino dell'Impero romano d'Occidente, le popolazioni dell'entroterra veneto trovarono rifugio nelle isole della laguna, fra cui Chioggia. [14]

La zona lagunare, in questo periodo, faceva parte dell'Esarcato di Ravenna quindi sotto l'influenza dell'Impero romano d'Oriente. [15] ?

Le più grandi entità istituzionali della laguna che erano Grado, Bibione, Caorle, Eraclea, Equilio, Torcello, Murano, Rialto, Malamocco, Poveglia, Chioggia Maggiore e Chioggia Minore (Sottomarina), venivano governate indipendentemente da tribuni, ma nel 697, per fronteggiare le invasioni da parte dei Longobardi, si riunirono per eleggere un capo militare chiamato Doge, da quest'evento si attribuisce la nascita della Repubblica di Venezia.[16]

All'inizio del IX secolo, durante Invasione franca della Venezia, l'esercito di Pipino tentò di sottomettere la confederazione lagunare, attaccando varie cittadine fra cui Chioggia, che venne rasa al suolo nel 810. In questa occasione venne deciso di spostare la sede dogale da Malamocco al più sicuro Rialto. [17]

La città subì un'altra distruzione durante le Invasioni ungare nel 902. La popolazione clodiense nulla poté contro gli Ungari, che vennero bloccati dall'esercito veneziano guidato dal doge Pietro Tribuno ad Albiola, attuale San Pietro in Volta. [18]

Lo stesso argomento in dettaglio: Diocesi di Chioggia.

Chioggia faceva allora parte della diocesi di Malamocco, antica capitale della Repubblica, ma una serie di eventi naturali quali l'abbassamento del suolo, burrasche eccezionali e l'erosione del mare, cancellarono lentamente la città che si spopolò e finì sommersa. Essendo diventata Chioggia la città più importante della diocesi, nel 1110 si decise di spostare la sede vescovile proprio nella città del sale, portando anche le reliquie dei santi martiri Felice e Fortunato, ancora oggi patroni della città.[19]

Importante evento fu l'arrivo a Chioggia dell'imperatore Federico Barbarossa nel 1177, che firmò qui il "trattato Clodiano", preliminare alla Pace di Venezia che sancì un breve periodo di pace fra Sacro Romano Impero e Comuni italiani. [20]

Negli anni a seguire per Chioggia ci fu un periodo di prosperità, intervallato da qualche piccolo scontro con i rivali Padovani e Trevigiani , come quello nominato "guerra del castello d'amore" avvenuto nel 1215. Esso nasce per una scaramuccia avvenuta durante una festa paesana a Treviso che si sviluppò in uno scontro armato alla Torre delle Bebe, dove il comandante Marco Cauco (chiamato anche Marco Caco) assieme ad un plotone di clodiensi, riuscì a difendere la posizione. [21]

Fondamentale, il contributo dei chioggiotti nel sedare la Congiura del Tiepolo, architettata da alcuni nobili veneziani, con l'aiuto di alcuni mercenari padovani, la quale aveva l'obbiettivo di ribaltare il governo della Serenissima e assassinare il doge Pietro Gradenigo. I fatti si volgono nel giugno 1310; il doge avvisato dell'imminente agguato, chiede aiuto ai podestà di alcune città vicine, fra cui quello di Chioggia. Quest'ultimo venne inviato, assieme alla sua milizia di clodiensi, ad intercettare e arrestare la colonna patavina che sopraggiungeva in città. Questa azione, assieme alla tempestività del doge, riuscì a sedare la congiura. [22]

Una pagina importante della storia della città avvenne durante la cosiddetta guerra di Chioggia (rievocata nel Palio della Marciliana), cioè l'ultimo scontro tra Repubblica di Genova e Serenissima Repubblica di Venezia. Il conflitto, che nasce per il controllo del commercio con l'oriente, vede la citta conquistata da truppe genovesi e padovane nel 1379 per poi essere ripresa dei veneziani nel 1380. L'evento lascia un'importante cicatrice nella cittadina, i più evidenti furono, la completa distruzione di Clodia Minor e Pellestrina, la soppressione della produzione del sale e il divieto di edificare al di fuori delle mura cittadine costringendo l'intera popolazione sopravvissuta a vivere all'interno dell'attuale centro storico. Dopo questo cruento conflitto, un particolare interessante, riguarda la migrazione del cognome genovese Doria nella città, ancora oggi presente. [23]

Dal punto di vista politico ed amministrativo la città, era governata su modello di Venezia, da un maggior e minor consiglio, rappresentanti delle famiglie Chioggiotte, e dal podestà. Esso era un messo della città di Venezia rappresentante della Repubblica, che segnò l'inizio della supremazia di Venezia sulle politiche interne della città. [24]

Età moderna[modifica | modifica wikitesto]

Un grande mutamento all'assetto urbano della città, avvenne a metà Cinquecento, con lo scavo del canale artificiale della Cava. Il progetto, elaborato dall'architetto veronese Michele Sanmicheli e conclusosi nel 1561, rese Chioggia un'isola artificiale. L'intenzione principale era quella di rendere la zona più difendibile militarmente, ma ciò portò la cittadina ad un isolamento forzato, mitigato solo in parte con la costruzione di un ponte in legno provvisorio. [25]

Nella notte di natale del 1623, nel duomo di Chioggia, sede dell'omonima diocesi, scoppiò un incendio che lo distrusse completamente. Fra le poche cose recuperate ci furono le reliquie dei santi patroni Felice e Fortunato. I lavori di ricostruzione iniziati nel 1624, che vennero affidati all'architetto Baldassare Longhena, terminarono nel 1802. [26]

Nell'arco del Settecento, vennero rinnovati buona parte del palazzi nobiliari e dei luoghi di culto che si affacciano sulla piazza principale, rendendo il centro cittadino molto simile a quello odierno. [27]

Sempre nel Settecento, nella vicina Sottomarina, si stava edificando il troncone più meridionale dei Murazzi, una diga perpendicolare alla linea di costa che avrebbe difeso il litorale dalle mareggiate. Tale costruzione, progettata da Bernardino Zendrini, si rese indispensabile dopo l'avvenuto Taglio di Porto Viro, volto ad impedire l'interramento della laguna e della bocca di porto, ma che mutò le correnti, rendendo l'attuale Sottomarina soggetta all'erosione delle coste. [28] [29]

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Il 4 aprile del 1797, il capitano della nave francese Le Libérateur d'Italie, impose al chioggiotto Domenico Lombardo, di indicargli la rotta per entrare nella laguna veneta attraverso la Bocca di Porto del Lido. Al clodiense, cha navigava con il suo peschereccio, gli venne imposto con la forza di salire sulla tartana, e in essa informò che era proibito l'ingresso di navi da guerra straniere in laguna. Ma il capitano Laugier non lo ascoltò e il 20 aprile tentò l'accesso, subendo l'attacco dal Forte di Sant'Andrea, che lo uccise e ferendo gravemente il Chioggiotto che morì qualche giorno più tardi. Quest'episodio viene ricordato come l'unico evento bellico tra Repubblica di Venezia e l'esercito di Napoleone. [30]

Il 14 maggio 1797, dopo la Caduta della Repubblica di Venezia, a Chioggia entrano le forze di Napoleone Bonaparte. Le idee rivoluzionarie dalla neonata Repubblica Italiana, facevano sperare in una rinascita per la città, che auspicava in una maggior autonomia, ma soprattutto nella valorizzazione del porto commerciale, da sempre osteggiato delle politiche veneziane. Fu in questi mesi, su spinta della municipalità di Venezia, che avvenne il distacco della frazione di Pellestrina che fino a quel momento era sotto la giurisdizione di Chioggia.

In seguito al trattato di Campoformio, firmato il 17 ottobre 1797, i territori della caduta Serenissima passarono sotto le influenze dell'Impero austriaco. I nuovi dominatori spensero le speranze di una rinascita per la città, non mostrando alcun interesse nello sviluppo del porto.[31]

In questo primo periodo di dominazioni, diversi luoghi di culto e conventi della città vennero sequestrati e trasformati in caserme o presidi militari, uno su tutti il Santuario della Madonna della Navicella che venne completamente distrutto per creare una Ridotta.

La volontà del nuovo dominante, di imporre la sua autorità, creò un certo malcontento nella popolazione, sfociando il 20 aprile 1800 nella così detta Sollevazione del Cristo. Durante una processione religiosa, infatti, il banale incidente tra un giovane clodiense e una guardia, vide diversi morti e feriti sia dalla parte dei militari che da quella dei rivoltosi. L'intervento del vescovo e di altri intermediari riuscì fortunatamente a placare la folla. [32]

Dopo la pace di Presburgo del 1805, buona parte dei territori dell' Italia settentrionale ritornarono in mano francese, ma non più come repubblica ma come Regno d'Italia. Le forze d'oltralpe entrarono a Chioggia il 18 gennaio 1806, rimanendovi fino al 1814. In questo periodo le frazioni di Cà Bianca e Sant'Anna vennero elevate a comune autonomo, sciolti però nel 1810. [33] Sempre nelle frazioni, precisamente a Cavanella D'Adige, che ai tempi era un avamposto militare, si vissero nel marzo del 1814 scontri fra le forze francesi e quelle austriache che videro la sconfitta dei primi. [34]

Dopo la caduta di Napoleone e il Congresso di Vienna, i territori veneti e lombardi divennero parte dell'Regno Lombardo-Veneto. A Chioggia le forze austriache rientrarono il 17 maggio 1814.[35]

Risorgimento[modifica | modifica wikitesto]

I movimenti risorgimentali del 1848, che scossero la penisola italiana, toccarono anche Chioggia. Infatti, grazie al podestà dell'epoca Antonio Naccari, il 23 marzo del 1848, la guarnigione austrica, dovette abbandonare la città, che si dichiarò autonoma. Quest'indipendenza, durò qualche giorno, fino alla decisione di unirsi alla Repubblica di San Marco, sorta a Venezia qualche giorno prima e capitanata da Daniele Manin. Il ​​7 luglio 1848 si vissero degli scontri armati per la conquista del forte di Cavanella D'Adige, ancora sotto gli austriaci, che vide la sconfitta degli insurrezionali. L'esperienza risorgimentale si concluse il 22 agosto 1849 con la firma della resa e il ritorno delle forze straniere. Per questi eventi, nel 1899, re Umberto I concesse alla città la Medaglia d'oro "benemerite del Risorgimento nazionale" che ancora adorna lo stendardo cittadino [36] [37]

Nel frattempo, il primo agosto 1849, nel porto di Cesenatico, giunse Giuseppe Garibaldi con la moglie Anita e altri 300 volontari. Essi erano in fuga dopo la caduta della Repubblica Romana e desiderosi di raggiungere Venezia; sequestrano con la forza dei pescarecci, 12 bragozzi e una tratana governati da clodiensi. L'impresa, ostacolata dai colpi di cannone delle navi da guerra austriache, si concluse con diverse imbarcazioni sequestrate o distrutte e Garibaldi che si salva ormeggiando al porto di Magnavacca, l'attuale Porto Garibaldi. I clodiensi sopravvissuti ricevettero una pensione per questo evento solo nel 1888.

Diversi Chioggiotti parteciparono alla Spedizione dei Mille del 1860 i loro nomi erano:

  • Vincenzo Adolfo Zennaro;
  • Luigi Bullo Pagio
  • Odoardo Griguolo Basso;
  • Ernesto Benvenuto Venturini;
  • Vincenzo Penzo;
  • Tommaso Venturini;
  • Francesco Venturini;
  • Gustavo Venturini;
  • Giuseppe Marchetti.

Quest'ultimo è ricordato come il più giovane garibaldino dei mille partecipando, assieme al padre Luigi, alle azioni militari a soli undici anni. A lui è dedicata una scuola primaria della città. [38]

Regno D'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1866, conclusasi la terza guerra di indipendenza, Chioggia come tutto il Veneto e il Friuli diventarono parte del neonato Regno D'Italia, con l'ingresso in città dell'esercito italiano il 15 ottobre dello stesso anno. [39]

Nel tentativo di migliorare la condizione socio economica della cittadina, si realizzarono diverse opere pubbliche, come la Ferrovia Rovigo-Chioggia, inaugurata nel 1887, lo spostamento in Adriatico della foce del Brenta, che riversandosi precedentemente in laguna, stava inesorabilmente interrandola, compromettendo la pesca e il porto. [40] Altra importante infrastruttura fu l'acquedotto, inaugurato nel 1887. Prima la città recuperava l'acqua che necessitava da alcuni pozzi alla veneziana e attraverso gli acquarioli, operatori, che raccoglievano l'acqua con delle imbarcazioni dalle foci dei fiumi, per rivenderla in città. [41]

Durante la Prima guerra mondiale, dove perirono 379 clodiensi con 60 dispeRsi, le attività economiche si arrestarono. Ancor peggio avvenne dopo la Battaglia di Caporetto, che vide l'avvicinarsi della linea del fronte, trasformando la città nella prima retroguardia; ci fu quindi la prospettiva di dover evacuare l'intera cittadina, straziata dalla fame e dalla febbre spagnola.[42]

Nel dopoguerra, Chioggia conobbe una serie di cambiamenti politici. Dopo un breve periodo di governo comunista, la città cadde, con la forza, sotto il controllo del Partito Fascista nel 1921, mantenendo questa situazione fino al 1946. ??? [43]

Sotto il regime vennero realizzate importanti opere pubbliche, come il ponte translagunare in muratura fra Chioggia e Sottomarina, inaugurato nel 193. Venne chiamato ponte della concordia e andava a sostituire una precedente passerella in legno realizzata dieci anni prima; oggi è chiamato ponte dell'unione. Altra inaugurazione avvenne nel 1935, per la diga foranea del porto. [44]

L'oppressione del dissenso da parte del regime, ha mostrato il suo lato più duro il 5 luglio 1945 nella frazione di Cavanella d'Adige. Quel pomeriggio un squadrone delle Brigate Nere uccise quattro cavanellati che ora danno il nome alla piazza del paese. [45]

Nella seconda guerra mondiale, perirono 157 militari e 144 vennero dispersi, altrettanto drammatico fu il bilancio delle perdite civili causato da vari bombardamenti, con 60 vittime e 500 feriti. Degno di nota fu l'affondamento del piroscafo Giudecca, che venne bombardato dall'aviazione anglo-americana il 13 ottobre 1944,per il sospetto della presenza di militari nazisti, mentre navigava da Chioggia a Venezia, dove perirono diversi civili clodiensi. [46]

II 26 luglio 1945, dato che le forze di occupazione nazifasciste non avevano ancora lasciato Chioggia, gli alleati avevano intenzione nottetempo di bombardare il centro abitato. Fortunatamente la popolazione si mobilitò per avvisare l'aviazione angloamericana che la città non era più in guerra, rendendola con ogni mezzo il più illuminata possibile. Quella notte li aeroplani dopo aver sorvolando più volte la cittadina, illuminata a giorno, si allontanarono senza  bombardarla. Il giorno seguente la sezione locale del C.L.N. annunciò la liberazione di Chioggia del balcone centrale del municipio.[47]

Repubblica Italiana[modifica | modifica wikitesto]

Nell'occasione dell'alluvione del Polesine del 16 novembre 1951, i clodiensi risposero con energie sia pubbliche che private nell'aiutare le popolazioni di quelle terre; nell'immediato diversi volontari con col le loro imbarcazioni, raggiunsero le case dove i superstiti aspettavano i soccorsi da sopra i tetti. Per tale spirito di solidarietà nel 1954 fu conferita al gonfalone cittadino la Medaglia d'argento al valore civile. [48]

La città, da metà Novecento, si è aperta al turismo balneare soprattutto nella località di Sottomarina con un crescente numero di presenze soprattutto di popolazioni tedesche. [49]

L'alluvione di Venezia del 4 novembre 1966, chiamata dai locali aqua granda, provocò gravi danni anche nei territori chioggiotti in particolare nella frazione di Valli di Chioggia. In essa venne evacuata la popolazione, grazie al coordinamento del gruppo scout, del patronato salesiano locale, che ne gestì anche il ricovero. [50]

Per migliorare le precarie condizioni igieniche del centri abitati di Chioggia e Sottomarina, a causa di un'altissima sovrappopolazione, si concesse negli anni Sessanta di edificare in zone prima dedicate all'agricoltura. Il gran numero di abitanti necessitava anche di nuovo un ospedale, che venne inaugurato nel 1971 in una zona funzionale per la città. [51]

Dal 1987, assieme alla Laguna di Venezia, Chioggia è inserita nella lista del patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO, ciò ha portato ad una maggior tutela del territorio e dei suoi beni architettonici. [52]

Di grande importanza furono i lavori di bonifica che interessarono la laguna del Lusenzo. Essa è uno specchio d'acqua all'interno del centro abitato, che dal 1996 ospita una pregevole passeggiata che ne cinge i limiti, apprezzata sia dai locali che dai turisti. [53]

Per la tutela del centro storico dall'acqua alta, nel 2012, dopo diversi anni di lavori, viene messo in funzione il Baby MOSE. Questa struttura, composta da delle paratoie mobili poste su canal Vena, riesce a mantenere asciutta la piazza principale. Il baby Mose riesce a proteggere Chioggia dalle maree fino a 130 cm sul livello medio del mare; dopo tale soglia deve entrare in funzione il MOSE vero e proprio.[54]

Nel 2022, il New York Times pone Chioggia nella prima posizione di una lista di luoghi da visitare quell'anno; nell'articolo si menziona la somiglianza della città con il capoluogo veneziano, rinominandola, Piccola Venezia. [55]

Dal 2023, con l'autorizzazione dell'Autorità di Sistema Portuale, la città è diventata porto crocieristico con l'approdo delle imbarcazioni Viking Sky e Azamara Onward portando in città oltre cinquantamila turisti l'anno. [56] [57]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Q.-Web srl, Il territorio di Chioggia - Comune Chioggia, su Sito del Comune di Chioggia. URL consultato il 23 ottobre 2022.
  2. ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Chi fondò davvero Chioggia?, su Chioggia News 24, 9 gennaio 2016. URL consultato il 10 aprile 2023 (archiviato il 10 aprile 2023).
  6. ^ M. Marcozzi, Chioggia, pp 7-9.
  7. ^ Ravagnan(2016), p. 20.
  8. ^ L. Padoan, cap V pp 15-17
  9. ^ M. Marcozzi, pp 15-28.
  10. ^ Ravagnan(2016), p. 23.
  11. ^ Marangon(2019), p. 14.
  12. ^ a b L. Padovan, cap XXIII.
  13. ^ Ravagnan(2016), p. 23.
  14. ^ Ravagnan(2016), p. 24.
  15. ^ Razza(1972), p. 232.
  16. ^ Ravagnan(2016), p. 24.
  17. ^ Razza(1972), p. 77.
  18. ^ Razza(1972), p. 81.
  19. ^ S. Perini, Alle origini della diocesi di Chioggia, Fondazione Santi Felice e Fortunato, 2010.
  20. ^ Razza(1972), p. 106.
  21. ^ Razza(1972), p. 108.
  22. ^ Razza(1972), p. 130.
  23. ^ Razza(1972), volume 1, pp. 169-195.
  24. ^ Razza(1972), p. 110.
  25. ^ SergioR(2004), p. 23.
  26. ^ Giuliano Marangon, Chiese storiche di Chioggia, Chioggia, Diocesi di Chioggia, Nuova Scintilla, 2011, SBN IT\ICCU\VEA\1059223.
  27. ^ SergioR(2004), pp. 26-27.
  28. ^ Razza(1972), volume 2, p. 18.
  29. ^ SergioR(2004), pp. 28-29.
  30. ^ Razza(1972), volume 2, p. 65.
  31. ^ Razza(1972), volume 2, pp. 65-81.
  32. ^ Razza(1972), volume 2, p. 88-90.
  33. ^ Riccardo Bonomo, La storia dimenticata di Sant'Anna dalle origini dell'insediamento all'esperienza comunale (1807-1810), 2017.
  34. ^ Riccardo Bonomo, L'ISOLA DI FOSSON A DIFESA DI CHIOGGIA, Chioggia, 2023.
  35. ^ Razza(1972), volume 2, p. 93-120.
  36. ^ Razza(1972), volume 2, pp. 157-216.
  37. ^ Francesco Bargo, LA BATTAGLIA DI CAVANELLA D'ADIGE, 7 LUGLIO 1848: UN CAPITOLO DIMENTICATO DEL RISORGIMENTO, in CHIOGGIA RIVISTA DI STUDI E RICERCHE N.57, Chioggia, 2020.
  38. ^ Anton Maria Scarpa, Giuseppe Marchetti il garibaldino undicenne, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1980.
  39. ^ Razza(1972), volume 2, p. 234.
  40. ^ SergioR(2004), p. 39.
  41. ^ Giorgio Boscolo e Gianni Scarpa, Chioggia il Viaggio dell'Acqua Potabile, 2004.
  42. ^ SergioR(2004), p. 41.
  43. ^ SergioR(2004), p. 43.
  44. ^ SergioR(2004), p. 45.
  45. ^ SergioR(2004), p. 48.
  46. ^ SergioR(2004), pp. 47-49.
  47. ^ SergioR(2004), p. 51.
  48. ^ SergioR(2004), p. 55.
  49. ^ SergioR(2004), p. 81.
  50. ^ SergioR(2004), p. 58.
  51. ^ Rizzato(2019), p. 232.
  52. ^ UNESCO, su whc.unesco.org.
  53. ^ Rizzato(2019), p. 273.
  54. ^ Rizzato(2019), p. 296.
  55. ^ NyTimes 2022, su nytimes.com.
  56. ^ ChioggiaTV del 14 marzo 2023, su chioggiatv.it.
  57. ^ Ravagnan(2016), p. 66.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) A Brief Bibliography of Chioggia
  • (LA) Plinio il Vecchio, Naturalis Historia III.xvi.121, I secolo d.C.,
  • (LA) Cassiodoro, Epistulae theodericianae Variae, 525 d.C.
  • Comune di Chioggia, Chioggia: rivista di studi e ricerche, Veneta editrice, 1998.
  • Lorenzo Padoan, Memorabili di Chioggia, Libreria editrice, 1997.
  • Mario Marcozzi, Chioggia, l'XI e la XII isola della Serenissima, Multigrafica editrice, 1969.
  • Paolo Penzo, Le attività ittiche a Chioggia: le realtà di oggi, le prospettive e gli interventi necessari, Chioggia, Il Leggio, 1997.
  • Alessia Boscolo "Nata", Chioggia Rivista di studi e ricerche N 55, Chioggia, Comune di Chioggia, 2019.
  • Giorgio Aldrighetti, CITTA' DI CHIOGGIA La storia dello stemma, Chioggia, Il Leggio Editrice, 1990.
  • Sergio Ravagnan, Chioggia, Sottomarina, Isolaverde e dintorni, Chioggia, 2016.
  • Sergio Ravagnan, STORIA POPOLARE DI CHIOGGIA DALLE ORIGINI AI NOSTRI GIORNI, Chioggia, Il Leggio Editrice, 2004, ISBN 88-8320-060-8.
  • Giuliano Marangon, Chiese storiche di Chioggia, Chioggia, Diocesi di Chioggia, Nuova Scintilla, 2011, SBN IT\ICCU\VEA\1059223.
  • Giuliano Marangon, Chiese del Novecento e loro Pastori, Chioggia, Diocesi di Chioggia, Nuova Scintilla, 2016.
  • Domenico Razza, STORIA POPOLARE DI CHIOGGIA, Chioggia, 1972.
  • Giuliano Marangon, CHIOGGIA "URBS" SCENICA, Chioggia, Diocesi di Chioggia, Nuova Scintilla, 2019.
  • Pierluigi Rizzato, STORIA DI CHIOGGIA, Pordenone, Edizione Bibblioteca dell'Immagine, 2019, ISBN 978-88-6391-294-4.


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