Utente:Calgaco/Opus dei

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La prelatura della Santa Croce e Opus Dei (letteralmente, "Opera di Dio") è una prelatura personale, istituzione della Chiesa Cattolica. Fu fondata nel 1928 da Josemaría Escrivá (1902-1975), sacerdote spagnolo canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 2002.

La sua finalità è quella di diffondere ovunque una viva consapevolezza della chiamata universale alla santità e all'apostolato nella vita quotidiana, in particolar modo nell'esercizio del lavoro professionale.

Gli 85.000 fedeli, uomini e donne, che fanno parte dell'Opus Dei, sono governati, per quanto riguarda i fini specifici della Prelatura, da un prelato nominato dal Papa (dal 1994 è mons. Javier Echevarría, succeduto a mons. Álvaro del Portillo, morto in quell'anno, e primo successore del fondatore). Secondo il Codice di Diritto Canonico del 1983, le Prelature sono composte soltanto da presbiteri e diaconi: comunque anche i laici possono cooperare organicamente alle opere apostoliche dell'Opus Dei.

Le finalità dell'Opus Dei sono formative e riguardano quattro diverse dimensioni: umana (sviluppo delle virtù e dei talenti, amicizia e condivisione), professionale (aiuto nello studio attraverso le opere apostoliche per studenti, promozione di centri di formazione professionale come ad esempio il centro ELIS a Roma[1] o le diverse opere nei paesi in via di sviluppo), spirituale e dottrinale (secondo i contenuti e le modalità proprie della Chiesa cattolica e da essa approvate).

Un contratto verbale stipulato tra l'Opus Dei e il fedele che intende aderirvi, stabilisce i reciproci impegni limitatamente agli ambiti formativi propri della Prelatura. Alla Società Sacerdotale della Santa Croce si associano sacerdoti diocesani che desiderano vivere lo spirito dell'Opus Dei.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Un murale nelle Filippine: Magpakabanal sa gawain, "Diventare santo attraverso il lavoro"

L'Opus Dei nacque a Madrid, il 2 ottobre 1928, per iniziativa del sacerdote spagnolo Josemaría Escrivá. L'ideale di santità nella vita quotidiana che formava il nucleo del messaggio attirò un numero sempre più ampio di persone, uomini e donne di diversa estrazione sociale e professionale, decisi a testimoniare la possibilità di essere cristiani coerenti con la propria fede senza allontanarsi dal mondo nella vita di tutti i giorni (un principio evangelico che è stato descritto dal Concilio Vaticano II come la "vocazione universale alla santità").

Fin dai primi tempi l'apostolato dell'Opus Dei si contraddistingue per l'attenzione agli studenti e alla formazione professionale, ma non esclude l'azione caritativa e la cura dei bisognosi. La Obra ("opera", in spagnolo) attraversa un difficile periodo durante le persecuzioni anticristiane in Spagna del 1934-1936.

L'espansione nel mondo degli apostolati dell'Opus Dei risale al termine del secondo conflitto mondiale: Portogallo (1945), Inghilterra e Italia (1946), Francia e Irlanda (1947), Stati Uniti e Messico (1949). La diffusione proseguì in Europa e in America, per ampliarsi al Giappone, alle Filippine, all'Australia, a numerosi Paesi africani, fino alla recente presenza nei Paesi dell'ex blocco sovietico, e quindi all'India, al Sudafrica, ai Paesi Baltici, ecc.

L'Opus Dei, approvata dalla Santa Sede nel 1950, ha ricevuto la definitiva configurazione giuridica con la Costituzione apostolica Ut sit, datata 28 novembre 1982, diventando una Prelatura personale (attualmente l'unica esistente di tutta la Chiesa).

Teologia[modifica | modifica wikitesto]

La teologia della vocazione universale alla santità, disse l'allora cardinal Luciani (poi Giovanni Paolo I) "aveva insegnato oltre trecento anni prima S. Francesco di Sales... Anche questi propugna la santità per tutti, ma sembra insegnare solo una «spiritualità dei laici», mentre Escrivá vuole una «spiritualità laicale». Francesco cioè suggerisce quasi sempre ai laici gli stessi mezzi praticati dai religiosi con opportuni adattamenti. Escrivá è più radicale: parla addirittura di "materializzare" - in senso buono - la santificazione. Per lui, è lo stesso lavoro materiale che deve trasformarsi in preghiera e santità".

Durante un'udienza a Castel Gandolfo nell'agosto del 1979, papa Giovanni Paolo II disse ai membri dell'Opus Dei: "Grande ideale, veramente, il vostro, che fin dagli inizi ha antecipato quella teologia del Laicato, che caratterizzò poi la Chiesa del Concilio e del post-concilio. Tale infatti è il messaggio e la spiritualità dell'Opus Dei: vivere uniti a Dio, nel mondo, in qualunque situazione, cercando di migliorare se stessi con l'aiuto della grazia, e facendo conoscere Gesù Cristo con la testimonianza della vita".

Nell'articolo "Lasciare operare Dio", l'allora cardinale Joseph Ratzinger e prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (e futuro papa Benedetto XVI), scrisse su san Josemaría Escrivá e l'Opus Dei che c'è "un concetto sbagliato della santità" laddove "la santità allora diventa una cosa riservata ad alcuni grandi, e che sono tutt'altro rispetto a noi normali peccatori. Ma questo è un concetto sbagliato di santità, una percezione errata che è stata corretta proprio da Josemaría Escrivá. Essere santo è nient'altro che parlare con Dio come un amico parla con l'amico"[2].

Fini e configurazione[modifica | modifica wikitesto]

L'attuale configurazione giuridica caratterizza l'Opus Dei come una realtà ecclesiale del tutto diversa sia dai fenomeni associativi sia dalle congregazioni e dagli ordini religiosi: prevista dal Concilio Vaticano II (decreto Presbyterorum ordinis e motu proprio Ecclesiae Sanctae), la prelatura personale si configura come una struttura istituzionale e gerarchica della Chiesa, che raccoglie sotto la giurisdizione di un prelato nominato dal Papa sacerdoti e laici al fine di perseguire specifiche iniziative pastorali. Questo significa che gli aderenti all'Opus Dei dipendono dal Prelato per tutto ciò che riguarda direttamente la loro vita spirituale.

Il carisma dell'Opera è infatti quello di offrire a uomini e donne di ogni ceto, razza e nazionalità, celibi e sposati, la formazione necessaria per vivere la propria testimonianza cristiana nel lavoro, nella vita familiare e sociale.

Ordinario della prelatura è il prelato, che gode di potestà ordinaria propria di giurisdizione sui sacerdoti incardinati nella prelatura e sui laici a essa incorporati (dunque la prelatura personale è come una diocesi non legata però ad un determinato territorio). L'incorporazione dei laici avviene in risposta a una specifica vocazione. Il clero della prelatura è formato esclusivamente da sacerdoti provenienti dalle fila dei fedeli laici dell'Opus Dei.

Fedeli[modifica | modifica wikitesto]

I fedeli laici che collaborano con l'Opus Dei si dedicano ai fini della prelatura, che sono esclusivamente di ordine spirituale; i loro impegni, peraltro, non ne mutano la condizione canonica e teologica di comuni fedeli cristiani (non formulano alcun tipo di voto); essi si trovano sotto la giurisdizione del prelato per quanto attiene agli impegni ascetici, formativi e apostolici conseguenti all'incorporazione alla prelatura. Restano invece sotto la giurisdizione dell'ordinario diocesano per tutti gli aspetti determinati dal diritto comune nei confronti dei fedeli cattolici nelle varie diocesi in cui vivono.

Svolgono il loro apostolato nell'esercizio del quotidiano lavoro professionale, negli ambienti e nelle strutture della società civile. Godono della stessa libertà degli altri cittadini cattolici, dai quali nulla li distingue nell'azione professionale, sociale, politica ed economica; pertanto nelle loro scelte in queste materie non dipendono dall’Opus Dei.

Tra i membri si distinguono i cosiddetti “numerari[3]” (che abitualmente vivono nei centri dell’Opus Dei, seguono e dirigono le attività formative della Prelatura, vivono il celibato apostolico, devolvono all'Opus Dei i loro introiti, hanno svolto studi superiori, e hanno caratteristiche personali - salute, personalità - idonee al dedicarsi a tempo pieno alle attività apostoliche), gli “aggregati” (che ordinariamente vivono con le loro famiglie d'origine) ed i “soprannumerari” (sposati o comunque non vocati al celibato). Questi ultimi rappresentano di gran lunga la maggior parte dei fedeli della Prelatura.

Alla Società Sacerdotale della Santa Croce (della quale è presidente generale il prelato dell'Opus Dei) si associano sacerdoti incardinati nelle rispettive diocesi, che desiderano cercare la santità nell'esercizio del loro ministero secondo lo spirito e l'ascetica dell'Opus Dei. Tale ascrizione non ne altera la dipendenza dal vescovo diocesano, che ne resta l'unico superiore. Il clero della prelatura proviene dai fedeli laici dell'Opus Dei: sono numerari e aggregati i quali, liberamente disponibili a essere sacerdoti, dopo diversi anni di incorporazione alla prelatura e dopo aver completato gli studi previ al sacerdozio, sono invitati dal prelato a ricevere gli ordini sacri.

L'Opus Dei conta anche suoi cooperatori, anche non cattolici o non cristiani; essi, senza far parte della prelatura, collaborano alle sue iniziative apostoliche.

Attività apostoliche[modifica | modifica wikitesto]

Benché l’apostolato dei membri sia principalmente esercitato a livello e a titolo personale, in alcune occasioni l'Opus Dei si incarica di assicurare la cura spirituale e dottrinale di determinate istituzioni educative, assistenziali e di promozione umana. [senza fonte]

In Italia esistono centri dell'Opus Dei, istituiti sempre con l'approvazione dei rispettivi vescovi, per esempio nelle diocesi di Roma, Milano, Brescia, Torino, Genova, Verona, Trieste, Bologna, Firenze, Perugia, Napoli, Cagliari, Bari, Catania, Palermo, Sassari e in varie altre.

Critiche e controversie[modifica | modifica wikitesto]

L'Opus Dei è stata criticata per il fatto di promuovere una visione conservatrice della fede cattolica, oltre che per alcune pratiche di vita ascetica (come la mortificazione corporale, effettivamente praticata dai membri numerari, o la mancanza di confidenzialità nella direzione spirituale).

Critiche di matrice cattolica[modifica | modifica wikitesto]

In base ad alcuni rapporti provenienti dalla Spagna, il superiore generale dei Gesuiti, p. Wlodimir Ledochowski (18661942), ha affermato che il Vaticano] considerava l'Opus Dei "molto nocivo per la Chiesa in Spagna". Egli ne descrisse le caratteristiche di "segretezza" e ne vide dei "segni di una inclinazione mascherata a dominare il mondo con una forma particolare di massoneria cristiana"[4]. Questa critica, dall'interno di alcuni benvisti ambienti ecclesiastici ("l'opposizione da parte della gente di Dio" come venne definita da Escrivá), è considerata la radice delle critiche recenti provenienti dalle fonti più disparate. Questa almeno, è la conclusione di molti autori, incluso John L. Allen, Jr., un giornalista americano della CNN cattolico ed esperto vaticanista[5]

Qualche tempo dopo il Concilio Vaticano Secondo, vi furono molte critiche all'Opus Dei di parte liberale riguardo il suo carattere ultraconservantore e reazionario[6].

Altre critiche[modifica | modifica wikitesto]

L'accusa all'Opus Dei di avere la forma di una setta massonica ("massoneria bianca") è stata ripresa per contestare l'appoggio alle dittature in Sudamerica ed in Spagna e l'influenza di idee di stampo fascista.

Tale accusa, nata in ambienti politici, non tiene conto del fatto che molti membri dell'Opus Dei hanno spesso militato politicamente in opposizione alla destra. Per esempio, tra i casi più recenti in Italia, al Senato nell'aprile 2006 (XV legislatura) è stata eletta nella lista La Margherita, di centro-sinistra, Paola Binetti, numeraria dell'Opus Dei. In passato Alberto Michelini, soprannumerario, è stato parlamentare nel centro-destra ma nel 2006 si è presentato nelle liste del centro-sinistra al Comune di Roma e non è stato eletto.

Con la pubblicazione del libro "Il codice da Vinci" nel 2003 e dell'omonimo film nel 2006 è sorto un certo interesse verso le già accennate pratiche di mortificazione corporale. L'uso del cilicio e della disciplina è comune e regolare tra alcuni membri numerari dell'Opera (la scelta della mortificazione è stabilita da ciascun membro; l'eventuale frequenza è stabilita dal proprio direttore spirituale, a cui i numerari sono legati dal vincolo di obbedienza), ma vi sono anche altre pratiche saltuarie di mortificazione (per esempio docce fredde o dormire per terra). Per l'Opus Dei gli istinti del corpo sono un nemico da combattere, e pertanto il loro contrario - il dolore, anzitutto spirituale - è considerato benedetto. È proprio il fondatore a chiarire il concetto in molti aforismi, tra cui: "Benedetto sia il dolore. Amato sia il dolore. Santificato sia il dolore... Glorificato sia il dolore!"[7]"Se sai che il tuo corpo è tuo nemico, e nemico della gloria di Dio, poiché lo è della tua santificazione, per quale motivo lo tratti con tante blandizie?"[8] Dall'analisi puramente letterale di questi ed altri aforismi, alcuni critici di scuola psicanalitica hanno suggerito che si tratta di sintomi di algolagnia.

In modo simile al movimento italiano Comunione e Liberazione, l'Opus Dei è stato criticato per un atteggiamento di forte proselitismo rivolto soprattutto ai giovani.

L'Opus Dei è anche molto criticata in Italia per la presunta attività di lobbismo con la quale è accusata di proteggere e favorire la carriera di esponenti cattolici nei campi della politica e dell'economia (un esempio sono alcune affermazioni del portavoce dell'Opus Dei a favore del governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio nel 2005) e di indirizzare l'orientamento politico italiano attraverso l'appoggio dei partiti cattolici verso posizioni vicine al Vaticano. L'Opus Dei sostiene invece di non avere posizioni né azioni che afferiscano a tali settori, che non hanno a che fare con i fini della prelatura, nei quali sono attivi piuttosto i suoi singoli membri in virtù della loro responsabilità personale.

L'Opus Dei non rende pubblico chi è o chi smette di esser suo membro, in quanto l'appartenenza è strettamente legata alla fede e alla vocazione personale. L'articolo 191 della costituzione originale (che per molti anni fu solo ad uso interno dei membri) recitava: "I membri sappiano bene che dovranno osservare sempre un prudente silenzio a proposito dei nomi degli altri associati e non dovranno mai rivelare a nessuno che essi stessi appartengono all'Opus". Questo invito alla discrezione ha in seguito alimentato il sospetto che l'Opus Dei funzioni come una società segreta (l'articolo fu però modificato negli anni ottanta e ora ciascuno è libero di rivelare la propria appartenenza come una normale confidenza personale).

Opus Dei e la politica[modifica | modifica wikitesto]

Perseguitato da Franco, Antonio Fontan è in seguito diventato il primo Presidente del Senato della democrazia di Spagna

I critici hanno sostenuto l'appoggio dell'Opus Dei al Franchismo. Due membri dell'Opus Dei furono nominati ministri nei governi del dittatore Francisco Franco, mentre negli ultimi anni si è avuta una stretta relazione con i governi di José María Aznar. D'altra parte, durante il governo franchista spagnolo alcuni membri dell'Opus Dei furono perseguitati [senza fonte] e incarcerati [senza fonte], e in qualche caso costretti all'esilio [senza fonte], perché non seguivano la politica governativa [senza fonte] o la criticavano esplicitamente [senza fonte] (per esempio Rafael Calvo Serer fu espulso dall'equivalente spagnolo del Consiglio Nazionale delle Ricerche perché aveva pubblicato a Parigi un articolo contrario al governo franchista [senza fonte]).

Alcuni sostengono che l'Opus Dei «recluti» studenti eccellenti di università prestigiose, per poter così influire maggiormente nel mondo degli affari e della politica. L'accusa però non chiarisce in che modo tali studenti si lascino passivamente «reclutare», e comunque l'Opus Dei ha sempre sostenuto di avere finalità esclusivamente spirituali.

Altri si oppongono al carattere proselitista che viene impresso alle missioni di aiuto umanitario, come per esempio nelle montagne di Yauyos (Perù), dove nel 1957 la Santa Sede incaricò l'Opus Dei della cura pastorale di una zona impervia e povera delle Ande. Tuttavia, molte persone presenti in quei territori ritengono che tali aiuti siano fondamentali per la loro sussistenza, crescita umana e dignità. [senza fonte]

Opus Dei e le donne[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni critici, compresi alcuni ex membri dell'Opus Dei, accusano l'organizzazione di sfruttamento sessista della donna e hanno denunciato che le donne dell'Opus Dei sono relegate ai lavori domestici come la cucina e la pulizia. Effettivamente tali mansioni nell'Opus Dei sono svolte esclusivamente dalle donne (le cosiddette numerarie ausiliarie). Il "tocco di femminilità" chiesto a suo tempo dal fondatore intendeva la presenza di una "madre" piuttosto che di una domestica; al di fuori dell'ambito cattolico, o comunque laddove la realizzazione di una persona venga intesa come "ruolo di prestigio", l'argomento può ovviamente risultare di difficile comprensione. In ogni caso anche fra le donne vi sono molte professioniste di successo. È inoltre da tener presente che nell'Opus Dei le donne sono la maggioranza dei membri, sia tra i numerari, sia tra i soprannumerari, sia tra gli aggregati.

Un passo molto citato dai critici, tratto dall'opera maestra "Cammino" del fondatore, è il seguente: "Se volete darvi a Dio nel mondo, prima ancora che sapienti - le donne non è necessario che siano sapienti, basta che siano sagge - dovete essere spirituali, molto uniti al Signore per mezzo dell'orazione. Dovete portare un manto invisibile che copra ciascuno dei vostri sensi e delle vostre facoltà: pregare, pregare, pregare; espiare, espiare, espiare"[9] In realtà il passo originale in lingua spagnola recita: "Si queréis entregaros a Dios en el mundo, antes que sabios - ellas no hace falta que sean sabias: basta que sean discretas - habéis de ser espirituales, muy unidos al Señor por la oración: habéis de llevar un manto invisible que cubra todos y cada uno de vuestros sentidos y potencias: orar, orar y orar; expiar, expiar y expiar". L'aggettivo "discreto", che ha in spagnolo esattamente lo stesso significato che in italiano, è stato liberamente tradotto in "saggio", forse nell'intento, da parte del traduttore, di limare un'affermazione piuttosto forte del fondatore. Al di là della distinzione tra sapienza e saggezza e di queste dispute di traduzione, c'è da osservare che fin dagli stessi anni della stesura dell'opera Escrivá incoraggiava [senza fonte] molte giovani a dedicarsi agli studi universitari, [senza fonte] in un contesto storico-culturale in cui le donne laureate erano un'assai rara eccezione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Centro ELIS.
  2. ^ Su L'Osservatore Romano, 6 ottobre 2002.
  3. ^ Il termine numerario è una traslitterazione dal gergo spagnolo utilizzato dai primi nuclei dell'Opus Dei, non è una traduzione o un termine scelto di proposito.
  4. ^ Andres Vasquez de Prada: The Founder of Opus Dei. The Life of Josemaria Escrivá. Vol II: God and Daring., Scepter Publishers 1997, p. 387.
  5. ^ Allen, John L., Jr., Opus Dei: an Objective Look Behind the Myths and Reality of the Most Controversial Force in the Catholic Church (2005).
  6. ^ Urquhart, Gordon (1997). "Conservative Catholic Influence in Europe". Report for Catholics for a Free Choice.
  7. ^ Cammino, 208.
  8. ^ Cammino, 227.
  9. ^ Cammino, 946.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Testi agiografici[modifica | modifica wikitesto]

  • Codex Iuris Particularis Operis Dei Codice dell'Opus Dei (1982)
  • Andrés Vásquez de Prada, Il Fondatore dell'Opus Dei - La Biografia di San Josemaría Escrivà / Leonardo International, 3 volumi, II ediz. (2004).
  • J. Escrivà, Cammino. Solco. Forgia, Ares, Milano 1992.
  • Vittorio Messori, Opus Dei. Un’indagine, Mondadori, 3ª ed., Milano 1999.
  • P.Rodríguez, F.Ocariz, J.L.Illanes, L’Opus Dei nella Chiesa, Piemme, Casale Monferrato 1993.
  • A. de Fuenmayor, V. Gómez-Iglesias, J. L. Illanes, L'itinerario giuridico dell'Opus Dei - Storia e difesa di un carisma, Giuffrè, Milano 1991.
  • G. Romano, J. L. Olaizola, Il Vangelo nel lavoro, Edizioni Paoline, Milano 1992
  • S. Valero, Yauyos. Sacerdoti pionieri sulle Ande, Ares, Milano 1995.
  • P. Casciaro, Al di là dei sogni più audaci. Gli inizi dell'Opus Dei accanto al fondatore, Ares, Milano 1995.

Testi critici[modifica | modifica wikitesto]

  • I segreti dell'Opus Dei: documenti e retroscena, Peter Hertel (a cura di Manuel Kromer), Torino, editrice valdese Claudiana 1997.
  • Politica occulta: logge, lobbies, sette e politiche trasversali nel mondo, Marco Dolcetta, Castelvecchi, 1998.
  • Oltre la soglia: una vita nell'Opus Dei, Maria del Carmen Tapia Baldini & Castoldi (Milano, 1996).
  • Opus Dei: la storia, i nomi, le sigle, i collegamenti internazionali, le luci e le ombre della multinazionale di Dio: in appendice, le vecchie e le nuove Costituzioni segrete, Maurizio Di Giacomo, T. Pironti (Napoli, 1987).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Siti favorevoli all'Opus Dei[modifica | modifica wikitesto]

Siti critici[modifica | modifica wikitesto]

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