Utente:Bukkia/Sandbox

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Il paleoslavo o antico slavo fu chiamato anche slavo ecclesiastico in quanto inizialmente usato dai monaci grechi Cirillo e Metodio per la cristianizzazione delle genti slave, ed è la lingua che venne usata nella liturgia ortodossa fino a tempi recentissimi.

Collocazione storica[modifica | modifica wikitesto]

Agli inizi del secolo nono fu costituita la Grande Moravia, uno stato slavo indipendente con notevoli pretese di modernità. Comprendeva tutta l’odierna Boemia meridionale, la Slovacchia meridionale, e la Polabia fino all’Oder. Ritenendo di dover abbandonare il paganesimo per stare al passo con i tempi, il re Rostislav chiamò a corte i fratelli Cirillo e Metodio, nativi di Salonicco, a cristianizzare i moravi. I due apostoli, forti della loro cultura greca, si resero subito conto di non poter procedere senza una lingua scritta. Prima di parlare della nuova religione, compilarono un alfabeto per le lingue slave (il glagolitico) ed iniziarono ad usarlo per testi e libri da distribuire ai neofiti. L’alfabeto prendeva spunto da lettere greche e definiva i fonemi presenti nel dialetto bulgaro della Macedonia che i due parlavano correntemente. La lingua in cui scrivevano, sebbene basata su questo dialetto, era comunque quanto possibile vicina alla lingua del popolo moravo. Fu questa la prima lingua slava scritta, oggi chiamata paleoslavo. Sebbene traesse spunto da varie culture, o forse proprio per questo, risultò comprensibile a tutte le genti slave lungo un arco di tempo lunghissimo, più di un millennio, mentre si formavano vari popoli slavi con le loro peculiari culture ed innovazioni che li portarono ai tempi odierni.

Importanza[modifica | modifica wikitesto]

I fratelli Cirillo e Metodio erano greci di nascita e si recavano molto spesso e per lunghi periodi a Roma presso il pontefice, eppure, quando la loro missione li portò ad incontrare genti analfabete, non cercarono di insegnar loro né il latino né il greco. Capirono che il popolo andava istruito nella sua lingua e intuirono che questa lingua – pur non ancora sviluppata – era ben diversa da quelle conosciute. Necessitava dunque di mezzi di espressione, l’alfabeto innanzi tutto, diversi da quelli conosciuti. L’aver individuato i fonemi peculiari delle lingue slave è il loro primo grande merito. Il secondo, ma non minore, è il merito di esser riusciti ad elevare notevolmente il livello culturale dei popoli slavi. Ma forse l’importanza maggiore della loro opera sta nel fatto che proprio in seguito a questo balzo culturale le genti interessate hanno compreso di appartenere ad un unico gruppo linguistico: il paleoslavo coniato allora è in gran parte tuttora comprensibile a tutti gli Slavi.

Fonetica: dal Protoindoeuropeo al Protoslavo[modifica | modifica wikitesto]

Consonantismo[modifica | modifica wikitesto]

Il sistema fonologico del PIE secondo la ricostruzione neogrammaticale prevedeva una fricativa dentale sorda (s), quattro sonoranti (m, n, l, r) e 20 occlusive:


labiali dentali labiovelari palatali velari
sorde non aspirate p t kw k' k
aspirate ph th kwh k'h kh
sonore non aspirate b d gw g' g
aspirate bh dh gwh g'h gh


Lo schema tripartito tradizionale invece prevede tre sorde non aspirate (p, t, k), tre sonore non aspirate (b, d, g) e tre sonore aspirate (bh, dh, gh):


labiali dentali velari
sorde non aspirate p t k
sonore non aspirate b d g
aspirate bh dh gh


Trasformazioni del consonantismo[modifica | modifica wikitesto]

1) Trasformazione delle occlusive sonore aspirate (bh, dh, gh). Le lingue slave perdono l’aspirazione:


labiali dentali palatali velari
occlusive sorde p t (k') k
sonore b d (g') g
fricative non aspirate s
aspirate


2) Trasformazione delle occlusive velari: divisione in lingue centum (le velari palatali confluiscono in velari semplici: k’>k; g’>g; g’h>gh) e lingue satem (le labiovelari confluiscono in velari semplici: kw>k; gw>g; gwh>gh; e le palatali passano da occlusive a fricative: k’>š; g’>ž; g’h>ž). Le lingue slave sono lingue satem:


labiali dentali palatali velari
occlusive sorde p t k
sonore b d g
fricative non aspirate s š
aspirate ž


3) Legge di Pedersen. La s passa a x nelle lingue slave:


labiali dentali palatali velari
occlusive sorde p t k
sonore b d g
fricative non aspirate š x
aspirate ž


4) Retroflessione della s. La fricativa dentale sorda preceduta da r, u, k, i, si retroflette quando è seguita da vocale o da sonorante:


labiali dentali palatali velari
occlusive sorde p t k
sonore b d g
fricative non aspirate s x
aspirate z


5) Le sonoranti liquide e nasali (m, n, l, r) in posizione sillabica sviluppano vocali d’appoggio (ĭ, ī, ŭ, ū) generando 16 dittonghi:


ĭm ĭn ĭl ĭr
īm īn īl īr
ŭm ŭn ŭl ŭr
ūm ūn ūl ūr


Vocalismo[modifica | modifica wikitesto]

Il PIE tardo constava di 10 fonemi vocalici (5 lunghi e 5 brevi):


alte ĭ, ī ŭ, ū
medie ĕ, ē ŏ, ō
basse ă, ā


Si formarono allora 36 dittonghi composti da (ă, ā, ĕ, ē, ŏ, ō) + (i, u, m, n, l, r):


ăi ău ăm ăn ăl ăr
ĕi ĕu ĕm ĕn ĕl ĕr
ŏi ŏu ŏm ŏn ŏl ŏr
āi āu ām ān āl ār
ēi ēu ēm ēn ēl ēr
ōi ōu ōm ōn ōl ōr


Trasformazioni del vocalismo[modifica | modifica wikitesto]

In protoslavo o e a confluiscono. Perciò il sistema ricostruito per il PIE tardo si trasforma nel seguente:


anteriori (non labializzate) posteriori (labializzate)
alte ĭ, ī ŭ, ū
basse aĕ, aē ă, ā


(gnagna!)


Fonetica: dal Protoslavo allo Slavo Comune tardo[modifica | modifica wikitesto]

Armonia endosillabica[modifica | modifica wikitesto]

1) Prima palatalizzazione (regressiva)


a) Riguarda le due velari occlusive ie e la velare fricativa nata dalla retroflessione della fricativa dentale ie. Davanti a vocale anteriori le suddette velari mutano in questo modo:


k>č, g>ž, x>š


b) Riguarda i nessi *sk, *zk, *tk, (*gk) + vocale anteriore. I loro esiti sono gli stessi della iodizzazione delle dentali (cfr. ultra).


2) Iodizzazione


Consiste nella modifica che le consonanti subiscono trovandosi seguite da jod (cioè /j/).


a) Le velari si comportano come davanti a vocale anteriore:

k+j>č, g+j>ž, x+j>š


b) Le sibilanti si trasformano in scibilanti:

s+j>š, z+j>ž


c) Le labiali sviluppano una l epentetica:

p+j>plj, b+j>blj, m+j>mlj, v+j>vlj


d) Le dentali hanno esiti diversi nelle varie zone della Slavia. In Paleoslavo sono:

t+j>št’, d+j>žd’


e) Le liquide e la nasale n si iodizzano:

l+j>lj, r+j>rj, n+j>nj


f) Le liquide e la nasale n, iodizzate, possono iodizzare la consonante che le precede:

s+lj>šl’, z+lj>žl’, s+nj>šn’ z+nj>žn’, d+rj>ždr’, (s)t+rj>štr’


3) Metafonia palatale


Dopo jod le vocali labializzate (posteriori) spostano la propria articolazione in avanti e quindi si delabializzano (diventando anteriori): ju>ji, ja>je


Sonorità crescente[modifica | modifica wikitesto]

a) La sillaba slava può terminare solo in vocale o sonorante. L’ultima sillaba (e quindi la parola) può terminare solo in vocale.


b) Le consonanti che seguono la vocale finale di parola cadono (con o senza tracce).


c) Le consonanti che si trovano alla fine della sillaba nel corpo della parola passano alla sillaba successiva.


d) La vocale può essere preceduta da un massimo di 4 consonanti (di cui l’ultima può essere solo jod).


e) Non esistono consonanti doppie.


f) La sequenza di consonanti nella sillaba deve rispettare la sonorità crescente: nessuna consonante che si trovi davanti ad una consonante meno sonora o di uguale sonorità può rimanere in quella posizione:


sibilanti e scibilanti s z š ž
labiali, dentali e velari p b t d k g x č c dž
labiodentali e nasali v m n
liquide e vibranti l r
semivocali j
vocali i ae a u


1) Semplificazione dei nessi consonantici


Se una consonante si trova in una posizione non prevista tra quelle sopra indicate, avviene quanto segue:


a) Davanti a s, z, š, ž (le meno sonore) qualunque altra consonante (esse comprese) cade.


b) Se una z precede una consonante del secondo gruppo (p, t, k, x, č, c) si modificano come segue:

z+p>s, z+t>s, z+k>s, z+x>s, z+č>s, z+c>št


c) Se le sibilanti s e z incontrano la liquida vibrante r, avviene l’inserzione di una dentale:

s+r>str, z+r>zdr


d) Se due consonanti del secondo gruppo (p, b, t, k, g, x, č, c, dž) si trovano vicine la prima delle due cade, con queste eccezioni:

tt>st, dt>st, kt’>št, gt’>št, bv>b


e) I nessi formati da consonanti del secondo gruppo (p, b, t, k, g, x, č, c, dž) e consonanti nasali e liquide (m, n, r, l) si modificano come segue:

skn>sn, pn>n, bn>n, tn>n, dn>n, dm>m, (dl>l), (tl>l)


f) La n dei nessi *vъn, *sъn, *kъn si conserva quando la sillaba iniziale della parola seguente inizia per jod. Quando invece *vъn e *sъn sono fusi con il sostantivo, la n si conserva anche davanti a vocale.


2) Monottongazione dei dittonghi in semivocale


La legge della sonorità crescente fa si che ci sia la necessità di abolire anche le sequenze vocale + semivocale.


a) Se la sillaba successiva comincia in vocale, l’elemento semivocalico si sposta all’inizio di quella sillaba.


b) Se la sillaba successiva comincia in consonante, il dittongo si trasforma in una vocale lunga anteriore o posteriore, a seconda di come era la semivocale:


anteriori posteriori
ai > aē, ī
ai > ū2
aeu > ī
aeu > 'ū2


Esistono ora tre differenti tipi di u: la *u ie e le nuove ū2 e 'ū2:


ū+ C,# > *uu > *ŭi > ъi
ū+ V > *ŭŭ > *ŭu > ъv
au > ū2 > u
aeu > 'ū2 > ю


Ecco quali sono le mutazioni dei dittonghi in semivocale:


dittongo + V dittongo + C
*āi > a + jV ē2 + C,#
*ăi > o + jV ē2 + C,# / ī2 + #
*aēi > e + jV ī2 + C,#
*aĕi > ъ + jV ī2 + C,#
*āu > a + vV ū2 + C,#
*āu > o + vV ū2 + C,#
*aēu > ě + vV ’ū2 + C,#
*aĕu > e + vV ’ū2 + C,#


3) Consonantizzazione delle semivocali


a) Davanti a consonante e in fine di parola abbiamo i, u.


b) Davanti a vocale abbiamo i (j), u (w).


4) Sviluppo di jod protetico


Si forma davanti alle parole che iniziano per vocale (non sempre la resa è evidenziata a livello grafico):


j + i = i j + ъ = i j + e = je
j + ě = je j + ę = ję j + u2 = ju


5) Seconda palatalizzazione (regressiva)


Davanti alle nuove vocali anteriori ě2 e i2 le velari subiscono nuovi processi di palatalizzazione:

k>c’, g>z’, x>s’


6) Dittonghi in nasale


I dittonghi in nasale sono: an, en, in, un, am, em, im, um.


a) Davanti a vocale il dittongo viene reinterpretato come sequenza VC e questa viene rigettata sulla sillaba seguente.


b) Davanti a jod si formano le palatali n’, ml’ che passano a far parte della sillaba che segue.


c) Davanti ad un’altra consonante nasale la prima cade senza lasciare traccia.


d) Davanti alle restanti consonanti o al silenzio (#) in posizione interconsonantica:

in/im/en/em>ę

un/um/an/am>ą


7) Terza palatalizzazione (progressiva)


Gli esiti della seconda palatalizzazione delle velari si ottiene anche quando la velare viene a trovarsi dopo vocali che risalgono alla *i indoeuropea.


8) Nuova metafonia palatale


Dopo le nuove consonanti molli le vocali posteriori di ascendenza indoeuropea diventano anteriori:

a>e, u>i


9) Dittonghi in liquida


I dittonghi in liquida sono : al, aer, al, ar, il, ir, ul, ur


a) Davanti a # le liquide cadono.


b) Davanti alle vocali il dittongo viene reinterpretato come sequenza VC e la liquida rigettata sulla sillaba seguente.


c) Davanti a jod si formano le palatali l’, r’ che passano a far parte della sillaba seguente.


d) Davanti alle consonanti si hanno diversi comportamenti nelle varie zone della Slavia. Inoltre, nello slavo comune tardo, i dialetti di alcune aree della Slavia sviluppano nuovamente vocali protetiche.


Trasformazione della quantità in timbro[modifica | modifica wikitesto]

Le vocali del paleoslavo si modificano come segue:


anteriori posteriori
alte ī > i ū > u
ĭ > ь ŭ > ъ
basse aē > ě ā > ě
aĕ > e ă > o


(gnagna!)


Il nome[modifica | modifica wikitesto]

Introduzione[modifica | modifica wikitesto]

Le classi tematiche dei nomi sono le stesse nell’indoeuropeo che nello slavo, e sono:


vocale consonante
-ŏ-/-jŏ- -n-
-ā-/-jā- -s-
-ĭ- -nt-
-ŭ- -r-
-ū-


Le flessioni in consonante contengono pochi nomi.


I nomi in vocale possono essere declinati in due modi:

1) Attaccare al suffisso tematico una desinenza

2) Agire sulla vocale tematica, che può modificarsi per apofonia, per allungamento, per dittongazione o per indebolimento.


Nota sulla traslitterazione:


Si utilizza la traslitterazione scientifica.

ь = ĭ

ъ = ŭ

ы = y

nasale anteriore = ę

nasale posteriore = ą

jat = ě


Nomi in -ŏ-[modifica | modifica wikitesto]

La classe di declinazione in -ŏ-/-jŏ- si divide in due tipi, duro e molle, e comprende nomi maschili e neutri; la vocale tematica è -ŏ-, che alterna con -ō-, con -ē- e con -oi-.


Declinazione in -ŏ- (dura)


singolare duale plurale
nominativo ŭ-o a-ě *i-a
genitivo a ou ŭ
dativo ou oma omŭ
accusativo ŭ-o a-ě *i-a
locativo ou *ěxŭ
strumentale omŭ oma y
vocativo *e-o a-ě *i-a


Declinazione in -jŏ- (molle)


singolare duale plurale
nominativo ĭ-je ja-i i-ja
genitivo ja ju ĭ
dativo jo jema jemŭ
accusativo ĭ-je ja-i ją-ja
locativo i ju ixŭ
strumentale jemĭ ama i
vocativo ju-je ja-i i-ja


Nomi in -ā-[modifica | modifica wikitesto]

La classe di declinazione in -ā-/-jā- si divide in due tipi, duro e molle, e comprende nomi femminili e alcuni nomi maschili, formati con l’ausilio dei suffissi tematici -ā-, -iā-, -ii-.


Declinazione in -ā- (dura)


singolare duale plurale
nominativo a y
genitivo y ou ŭ
dativo ama amŭ
accusativo ą y
locativo ou axŭ
strumentale oją ama ami
vocativo o y


Declinazione in -jā- (molle)


singolare duale plurale
nominativo ja i
genitivo ju ĭ
dativo i jama jamŭ
accusativo i
locativo i ju jaxŭ
strumentale jeją jama jami
vocativo je i


Nomi in -ĭ-[modifica | modifica wikitesto]

La classe di declinazione in -ĭ- comprende nomi maschili e femminili che escono al Nsg in -ь. Anticamente comprendeva anche nomi neutri. La vocale tematica -ĭ- alterna nel corso della declinazione con il dittongo -ĕi-.


Declinazione in -ĭ- (maschile)


singolare duale plurale
nominativo ĭ i ije-ĭje
genitivo i iju-ĭju ii-ĭi
dativo i ĭma ĭmŭ
accusativo ĭ i i
locativo i iju-ĭju ĭxŭ
strumentale ĭmĭ ĭma ĭmi
vocativo i i ije-ĭje


Declinazione in -ĭ- (femminile)


singolare duale plurale
nominativo ĭ i i
genitivo i iju-ĭju ii-ĭi
dativo i ĭma ĭmŭ
accusativo ĭ i i
locativo i iju-ĭju ĭxŭ
strumentale iją-ĭją ĭma ĭmi
vocativo i i i


Nomi in -ŭ-[modifica | modifica wikitesto]

La classe di declinazione in -ŭ- comprende solo pochi nomi, tutti maschili, nessuno dei quali è attestato nel canone in tutte le forme del paradigma originariamente supposto. La vocale tematica -ŏ- alterna nel corso della declinazione con il dittongo -ou-.


Declinazione in -ŭ-


singolare duale plurale
nominativo ŭ y ove
genitivo ou ovou ovŭ
dativo ovi ŭma ŭmŭ
accusativo ŭ y y
locativo ou ovou ŭxŭ
strumentale ŭmĭ ŭma ŭmi
vocativo ou y ove


Nomi in -n-[modifica | modifica wikitesto]

La classe di declinazione in -n- comprende solo nomi maschili. Quelli in -mon e -men- escono al Nsg in -ы. Quelli in -ēn e -ĕn- escono al Nsg in -ę.


Declinazione in -n- (maschile)


singolare duale plurale
nominativo y eni ene
genitivo ene enou enŭ
dativo eni enĭma enĭmŭ
accusativo enĭ eni eni
locativo ene enou enĭxŭ
strumentale enĭmĭ enĭma enĭmi
vocativo y eni ene


Declinazione in -n- (neutro)


singolare duale plurale
nominativo ę eně ena
genitivo ene enou enŭ
dativo eni enĭma enĭmŭ
accusativo ę eně ena
locativo ene enou enĭxŭ
strumentale enĭmĭ enĭma eny
vocativo ę eně ena


Nomi in -s-[modifica | modifica wikitesto]

La classe di declinazione in -s- comprende nomi neutri che escono al Nsg in -o e al Gsg in -ece. Il tema è caratterizzato dall’alternanza vocalica radicale qualitativa (os/es), il Nsg ha desinenza zero. Le desinenze NAV duale e plurale sono quelle dei temi in -o-.


Declinazione in -n- (neutro)


singolare duale plurale
nominativo o esě esa
genitivo ese esou esŭ
dativo esi esĭma esĭmŭ
accusativo o esě esa
locativo ese esou esĭxŭ
strumentale esĭmĭ esĭma esy
vocativo o esě esa


Nomi in -nt-[modifica | modifica wikitesto]

La classe di declinazione in -nt- comprende nomi neutri che escono al Nsg in -ę e al Gsg in -ęте. Appartengono a questo tipo i nomi di cuccioli di animale ed il sostantivo отрочę (adolescente). Il Nsg ha desinenza zero. Le desinenze NAV duale e plurale sono quelle dei temi in -ŏ-.


singolare duale plurale
nominativo ę ętě ęta
genitivo ęte ętou ętŭ
dativo ęti ętĭma ętĭmŭ
accusativo ę ętě ęta
locativo ęte ętou ętĭxŭ
strumentale ętĭmĭ ętĭma ęty
vocativo ę ętě ęta


Nomi in -r-[modifica | modifica wikitesto]

La classe di declinazione in -r- comprende due nomi femminili che escono al Nsg in -и e al Gsg in -ерe. Le forme del duale non sono attestate.


singolare plurale
nominativo i eri
genitivo ere erŭ
dativo eri erĭmŭ
accusativo erĭ eri
locativo ere erĭxŭ
strumentale erĭją erĭmi
vocativo i eri


Nomi in -ū-[modifica | modifica wikitesto]

La classe di declinazione in -ū- comprende solo nomi femminili che escono al Nsg in -ы mentre tutti gli altri casi presentano come elemento tematico il dittongo -ŭu-.


singolare duale plurale
nominativo y ŭvi ŭvi
genitivo ŭve ŭvou ŭvŭ
dativo ŭvi ŭvama ŭvamŭ
accusativo ŭvĭ ŭvi ŭvi
locativo ŭve ŭvou ŭvaxŭ
strumentale ŭvĭją ŭvama ŭvami
vocativo y ŭvi ŭvi


(gnagna!)


Aggettivi[modifica | modifica wikitesto]

Declinazione singolare degli aggettivi[modifica | modifica wikitesto]

maschili duri maschili molli neutri duri neutri molli femminili duri femminili molli
nominativo ŭii ii oje ee aja jaja
genitivo ago jago ago jago ĭiję jęję
dativo oumou jumou oumou jumou ii ěi
accusativo ŭii ii oje ee ąją jąją
locativo ěmĭ imĭ ěmĭ imĭ ii ěi
strumentale ymĭ imĭ ymĭ imĭ oją eją


Declinazione duale degli aggettivi[modifica | modifica wikitesto]

maschili duri maschili molli neutri duri neutri molli femminili duri femminili molli
nominativo aja jaja ěi ii ěi ii
genitivo ouju juju ouju juju ouju juju
dativo yma ima yma ima yma ima
accusativo aja jaja ěi ii ěi ii
locativo ouju juju ouju juju ouju juju
strumentale yma ima yma ima yma ima


Declinazione plurale degli aggettivi[modifica | modifica wikitesto]

maschili duri maschili molli neutri duri neutri molli femminili duri femminili molli
nominativo ii ii aja jaja yję jęję
genitivo yxŭ ixŭ yxŭ ixŭ yxŭ ixŭ
dativo ymŭ imŭ ymŭ imŭ ymŭ imŭ
accusativo ŭję jęję aja jaja yję jęję
locativo yxŭ ixŭ yxŭ ixŭ yxŭ ixŭ
strumentale ymŭ imŭ ymŭ imŭ ymŭ imŭ


(gnagna!)