Utente:Broc/Sandbox2

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L'uomo che piantava gli alberi (titolo francese L'homme qui plantait des arbres), conosciuto anche come La storia di Elzéard Bouffier, L'uomo che piantava speranza e raccoglieva felicità è un racconto allegorico di Jean Giono, pubblicato nel 1953.

E' la storia di un pastore che, con impegno costante, riforestò da solo un'arida vallata ai piedi delle Alpi, vicino alla Provenza, nella prima metà del XX secolo. Il racconto è piuttosto corto - 3400 parole nella traduzione italiana.

La storia è narrata da un uomo che rimane anonimo per tutto il racconto (anche se è stato suggerito che si tratti dell'autore stesso, Jean Giono, ma non vi è alcuna certezza). La storia ha inizio nel 1910, quando il giovane narratore intraprende un'escursione in solitaria attraverso la Provenza, in Francia, arrivando fin sulle Alpi.

Il narratore finisce le scorte d'acqua in una vallata deserta e senza alberi, dove cresceva ovunque solo lavanda selvatica, senza alcun segno di civilizzazione, eccetto alcune strutture ormai abbandonate. Il ragazzo incontra un pastore di mezza età, che gli mostra una sorgente d'acqua che conosceva.

Curioso riguardo al pastore e alla vita solitaria che conduceva, decide di restare presso di lui per alcuni giorni. Il pastore, divenuto vedovo, aveva deciso di migliorare la landa desolata in cui viveva facendovi crescere una foresta, un albero per volta. Il pastore, che si chiamava Elzéard Bouffier, aveva piantato oltre 100mila querce; di queste, si aspettava che ne restassero in vita solo 10mila.

Il narratore torna a casa, e più tardi si arruola come soldato nella prima guerra mondiale. Nel 1920, traumatizzato e depresso, l'uomo torna dal pastore, ed è sorpreso alla vista di migliaia di alberelli in tutta la vallata, e nuovi torrenti dove non scorreva più acqua da anni. Da quel momento, il ragazzo tornerà a trovare Elezéard Bouffier ogni anno. Bouffier nel frattempo aveva cambiato mestiere, dato che il gregge di pecorerischiava di rovinare la sua opera, si iniziò a dedicare all'agricoltura.

Per quattro decenni, Bouffier ha continuato a piantare alberi, prima querce, poi faggi e betulle, e la valle si trasformava lentamente in una sorta di Giardino dell'Eden. La vallata ha ricevuto protezione ufficiale dopo la prima guerra mondiale (le autorità credevano che la rapida crescita della foresta fosse uno strano fenomeno naturale, poiché non sapevano del lavoro dell'uomo), e più di 10mila persone tornarono a viverci. Il narratore vede Bouffier per l'ultima volta nel 1945, ormai molto vecchio. L'uomo che piantava gli alberi morirà felicemente nel 1947, in un'ospizio a Banon.


[[Categoria:Racconti francesi]]