Utente:Bourianakis/sandbox

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Modello Beckmann-Spizzichino[modifica | modifica wikitesto]

Un’ottima approssimazione del fenomeno si può ottenere con il modello di Beckmann-Spizzichino (considerato un riferimento di base anche da studi recenti), che considera il segnale ricevuto come risultato di tre onde: un’onda diretta ricevuta tramite propagazione in spazio libero tra trasmettitore e ricevitore, un’onda riflessa dovuta alla riflessione speculare del suolo, inteso come superficie completamente riflettente, e una terza onda dovuta allo scattering diffuso (v. riflessione diffusa e anche diffusione ottica) della superficie interferente, intesa nella sua realtà di irregolare superficie rugosa. I parametri dei primi due segnali (ampiezza e fase) possono valutarsi con sistemi deterministici tramite note formule e riferendosi alle normali leggi dell’ottica. La terza onda possiede invece ampiezza fluttuante secondo la distribuzione di Rayleigh e fase caotica con distribuzione statistica uniforme nell’intervallo 0-2π. Questo segnale deve quindi essere valutato con leggi statistiche. La rugosità del suolo interviene tanto più pesantemente quanto maggiori sono le irregolarità superficiali rispetto alla lunghezza d’onda della frequenza portante, cioè il fenomeno diviene tanto più sensibile quanto maggiore è la frequenza. Nel caso di irregolarità praticamente trascurabili rispetto a tale lunghezza si torna al modello a due onde già citato.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni '60 la Società Contraves Italiana avviò un programma di sviluppo missilistico antinave, denominato Nettuno, destinato ad armare unità navali leggere: un concorrente all' epoca era l'SS.12 francese, un vecchio missile anticarro filoguidato adattato al ruolo antinave, obsoleto ma piuttosto diffuso. I progettisti presero come modello il missile Sparrow, e realizzarono un ordigno relativamente leggero (circa 170 kg) con una testa di guerra di circa 30 kg, e un booster a propellente solido.[1]

Il sistema di guida era semi-attivo del tipo beam-rider, nel senso che il missile veniva obbligato a seguire,nel piano orizzontale, l' asse del fascio radar puntato manualmente sul bersaglio. Sul piano verticale era guidato da un radio altimetro, anch'esso sviluppato dalla Sistel, che lo faceva viaggiare, nella fase iniziale del volo, ad una quota fissa di 15 metri dal livello del mare, e nella fase finale, ad una quota prefissata tra 3 e 5 metri a seconda dello stato d' agitazione del mare. La gittata era limitata a una decina di chilometri e quindi il missile, denominato Sea Killer MK1, era classificabile esclusivamente come arma di difesa.

Nel 1969, come joint venture tra cinque società, tra cui la Contraves Italiana, fu fondata la Sistel Sistemi Elettronici, che proseguì gli studi nel campo missilistico avendo assorbito il Reparto Missili della Contraves.
In particolare passò allo sviluppo di un modello potenziato, Vulcano, denominato Sea Killer MK2, con testa esplosiva di 70 kg e portata aumentata a 20 km, ottenuta tramite l'aggiunta di un secondo stadio di propulsione.
Entrambe le versioni erano previste per lanci da nave dotata di appositi lanciatori multipli.

Il missile MK2 fu acquistato in 120 esemplari dall' Iran,[2] allora ancora guidato dallo Scià Reza Pahlevi,che lo montò nel 1971, sulle sue unità di scorta della Classe Saam, dotate di lanciatori quintupli e centrale di tiro Sea Hunter della Contraves Italiana, fornita di radar di scoperta e inseguimento del bersaglio. La Marina Militare lo aveva testato sulla motocannoniera Saetta [3] dove venne imbarcato un lanciatore quintuplo che prese il posto del cannone centrale da 40mm e venne imbarcato a bordo dell'unità nel 1966.

I successivi sviluppi del missile MK2 furono orientati al suo impiego come arma in dotazione agli elicotteri della Marina Militare con finalità antinave. Il progetto assunse il nome di Marte. Il nuovo missile interessò la Marina Militare Italiana, che nei primi anni '80 lo omologò per l'impiego sugli elicotteri imbarcati classe AB-212 e SH-3D in funzione antinave.
L’ integrazione del missile nel sistema antinave per lanci da elicottero fu portata avanti seguendo due linee sequenziali:

  1. 1) Il missile Sea Killer MK2 e il sistema di guida nel piano verticale rimasero identici ma nel piano orizzontale la guida venne comandata con un sistema beam-rider modificato, di tipo track-while-scan, fornendo cioè al missile con sistemi di trasmissione antidisturbo del tipo Frequency-hopping spread spectrum i dati deducibili dal radar di scoperta dell’ elicottero,senza più la necessità di un radar di puntamento che seguisse il bersaglio, evitando così che questo potesse avvertire la minaccia. Venne anche avviata una prima digitalizzazione dell' elettronica.
  1. 2) Il missile venne dotato di un’ ogiva ampliata per contenere un radar della società SMA che fornisse, nel piano orizzontale, la guida “homing” necessaria per raggiungere il bersaglio.

Da metà degli anni ’80 gli sviluppi furono studiati e realizzati con la collaborazione ed il controllo della Oto Melara, una delle società azioniste. All’inizio degli anni ’90 la Sistel fu liquidata ed il progetto fu completamente acquisito e portato a termine dalla Oto Melara.

Il programma non ha poi conosciuto ulteriori sviluppi, a parte la proposta di una versione antiradar, mai realizzata ; a partire dal 2003 sono iniziati i test di una versione aggiornata dotata di elettronica completamente digitale e seeker del Teseo/Otomat, per l'impiego su elicotteri NH 90 ed EH-101.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sistel Sea Killer / Marte, su harpoondatabases.com. URL consultato il 26-05-2013.
  2. ^ Un missile italiano alla corte dello Scià, Storia Illustrata n. 227, 1976.
  3. ^ I programmi e le unità negli Anni '60, su marina.difesa.it. URL consultato il 26-05-2013.

Leonardo Di Napoli (polisportiva Lazio 1911) (da Laziowiki.org)

Vincenzo e Leonardo Di Napoli sono due fratelli che entrano in formazione insieme nel 1909-1910 prima come rincalzi e poi come titolari. Inizialmente giocano da terzini poi Vincenzo, chiamato Di Napoli (I), alternerà il suo ruolo con quello di mediano mentre Leonardo, Di Napoli (II), pian piano è relegato nel ruolo di rincalzo. I due fratelli brillano per prestanza fisica e potenza atletica. A queste doti, soprattutto Vincenzo, nato nel 1892, unisce un tiro potente e buona velocità che gli consente di restare titolare fino all'inizio della guerra quando deve partire per il fronte. Anche Leonardo, nato nel 1894, è spedito in prima linea sottotenente di artiglieria e verrà ferito in maniera grave. Riporta ulteriori ferite nel 1918 a Taranto mentre è a bordo della nave Andrea Doria. Nel frattempo è promosso capitano nel 26° reggimento di artiglieria di campagna Un lungo ricovero, prima nell'ospedale militare di Taranto e poi nell'ospedale militare del Celio, gli consentirà di guarire ma non di riprendere l'attività sportiva. Gli verrà concessa la Medaglia d'Argento al V.M. nel 1918. Dopo la guerra si laurea in Ingegneria civile e svolgerà sempre questa attività professionale.

Ambedue i giocatori hanno partecipato ai campionati cittadini, regionali e poi interregionali.