Utente:Baffonevm1/Sandbox

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Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera della Repubblica Sociale Italiana Repubblica Sociale Italiana
Forza armata Regia Marina
Marina Nazionale Repubblicana
Anni di servizio1919-1944
GradoCapo di 1ª Classe
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Bartolomeo Asara[modifica | modifica wikitesto]

Bartolomeo Asara (La Maddalena, 2 giugno 1904 - Venezia 7 luglio 1944) è stato un militare italiano appartenente prima alla Regia Marina e poi alla Marina da Guerra Repubblicana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

L'inizio della carriera militare[modifica | modifica wikitesto]

Arruolato nella Regia Marina il 30 settembre 1922, e successivamente accedette alla ferma volontaria di anni 6 a decorrere dal 1 dicembre 1922 .

Selezionato per la scuola motoristi, venne assegnato alla scuola C.R.E. M. di La Maddalena in qualità di allievo meccanico.

Lista degli imbarchi:

- R. N. Campania 1/7/29 3 mesi 6 giorni

- R. N. Riboty 22/6/24 1 anno 16 giorni

- R. N. Mirabello 9/7/25 1 anno 2 mesi 28 giorni

- Dragamine 39 8/10/26 8 mesi 22 giorni

- Dragamine 41 1/7/27 3 mesi 15 giorni

- R. T. Indomito 16/9/28 1 mese 24 giorni

- R. T. Inquieto 11/10/28 7 mesi 19 giorni

- R. T. Indomito 1/6/29 29 giorni

- R. T. Ardito 1/7/29 9 giorni

- Esp. Venezia (austriaco SMS Saida) 11/7/30 6 mesi 23 giorni

- R. N. Di Giussano 5/2/31 4 anni 6 mesi 24 giorni

- R. N. Grado 30/8/35 2 anni 18 giorni

- C. T. Crispi 19/9/37 1 anno 3 mesi 24 giorni

- C. T. Q. Sella 14/1/39 20 giorni

- Torp. S. Martino 5/2/39 20 giorni

- R. T. Bersagliere 1/4/39 3 anni 1 mese 4 giorni

Fu anche imbarcato sull’Incrociatore Bartolomeo Colleoni per le prime prove.

Una volta assegnato al cacciatorpediniere Bersagliere, vi rimase imbarcato fino alla conclusione della sua esperienza nella Regia Marina con lo sbarco il 5 maggio del 1942 e le seguenti assegnazioni per compiti di terra.

La seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Incarichi da imbarcato[modifica | modifica wikitesto]

A bordo del cacciatorpediniere Bersagliere partecipò a tutte le più famose battaglie navali del Mediterraneo:

-        Battaglia di Punta Stilo 09/07/1940

-        Battaglia di Capo Teulada 27/11/1940

-        Battaglia di Creta 27-28/03/1941

-        Prima Battaglia della Sirte 17/12/1941

-        Seconda Battaglia della Sirte 22/03/1942

-        Scontro Notturno del 09/11/1941 (Battaglia del convoglio Duisburg)

-        Occupazione di Lissa

-        Miglia percorse 47.500

Incarichi a terra[modifica | modifica wikitesto]

Sbarcato per appendicite, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 assunse compiti a terra presso l’Arsenale della Marina da guerra Repubblicana a Venezia. Qui svolgeva compiti di ricerca e arruolamento di giovani per la Repubblica Sociale Italiana.

Era inoltre a capo dell'Ufficio Politico di Venezia e riferiva direttamente al segretario del Partito Fascista Repubblicano, Alessandro Pavolini. [1]

Il 5 luglio 1944 venne nominato Comandante di Brigata della nascente Brigata Nera Veneziana.

L'agguato e la morte[modifica | modifica wikitesto]

Il 7 luglio 1944 subì un attentato da parte di un comando partigiano vicino al Cinema Italia, in Strada Nuova a Venezia, mentre si stava recando al lavoro. Giunto in Terrà Cà Farsetti (Rio Morto) uno degli aggressori, che lo seguiva di nascosto,  avendo per errore sparato un colpo con la pistola che teneva nella tasca dei pantaloni, gli sparò 2 colpi, uno lo prese al braccio fratturandolo e l’altro all’addome provocandogli 7 perforazioni intestinali.

Nonostante le  gravi ferite riuscì a trascinarsi verso San Marcuola, Canal Grande per farsi portare all’ospedale. Lungo la strada cadde e venne aiutato a proseguire da un passante. Giunto a San Marcuola venne aiutato da due ufficiali della Milizia a salire in gondola e quindi portato all’Ospedale Civile S. Giovanni e  Paolo.

Qui, nonostante l’intervento chirurgico subito intorno alle 11.00, morirà verso le ore 14.00. Aveva 40 anni e 35 giorni.

Perché proprio Bartolomeo Asara[modifica | modifica wikitesto]

Testimonianza fornita dal IVESER di Venezia (L’Istituto veneziano per la storia della Resistenza)

Nel corso di una visita all'Archivio Centrale di Stato a Roma, ebbi la fortuna di trovare, tra i fondi lì custoditi, una serie di faldoni della GNR (Guardia Nazionale Repubblicana) veneziana che mi aiutarono non poco a interpretare l'evolversi degli eventi dal punto di vista fascista.

Dall'analisi dei documenti emerse fin da subito la figura chiave di un personaggio, direttamente collegato con la scelta di suo nonno come obiettivo della primo vero agguato pianificato dalla Resistenza a Venezia dall'inizio dell'occupazione nazifascista.

Si tratta di un certo Domenico Alfi - personaggio mai conosciuto prima nel contesto dell'antifascismo veneziano - che aveva avvicinato Giovanni Tonetti (detto il "Conte Rosso" per via delle sue origini patrizie e per la militanza nel partito socialista subito prima e dopo la nascita e lo sviluppo del regime fascista) suggerendogli alcuni bersagli per un gruppo di fuoco che Tonetti stava organizzando a Venezia. Il Maresciallo Asara era stato una delle persone indicate da Alfi.

Questa scelta, a suo tempo, mi instillò il primo di molti dubbi mentre cercavo di capire cosa fosse successo: Venezia nel luglio del 1944 era una città più che tranquilla, la formazione partigiana locale - che all'epoca si chiamava "Battaglione Venezia", aveva volutamente concentrato i suoi sforzi verso azioni di sabotaggio, diffusione di stampa clandestina, disarmo di militari al fine di procurarsi delle armi e - quando - possibile - intelligence a favore degli alleati. Questo era stato fatto perchè si temeva che un'escalation dello scontro in città avrebbe portato non solo ad una serie di rappresaglie, ma anche ad un'attività di repressione aggiuntiva che avrebbe potuto pregiudicare l'esistenza stessa della Resistenza a Venezia, vista la conformazione geografica della città e la presenza di diversi comandi militari nazisti e fascisti. Tutto cambia quando a Venezia arriva Tonetti e - con l'autorizzazione del CLN regionale - organizza questo secondo gruppo di fuoco. Una volta deciso di effettuare una serie di attacchi letali (quindi tesi ad uccidere e non disarmare), perchè colpire un sottufficiale di marina, che - stando alle informazioni in mio possesso - aveva un incarico relativamente d'ufficio (si occupava dell'arruolamento nelle file della Marina Nazionale Repubblicana), quando in realtà si sarebbero potuti eliminare personaggi di altissimo livello (come ad esempio il Capo della Provincia, o il Comandante della GNR), che all'epoca giravano senza particolare protezione?

Altri dubbi su Alfi si accumularono quando, dopo aver compiuto appena due azioni nell'arco di venti giorni, questo semplicemente sparì nel nulla, mentre diversi membri del gruppo di fuoco venivano invece arrestati (tra loro Vittorino Boscolo, colui che materialmente sparò a suo nonno). Tra le carte sequestrate dalla GNR salta poi fuori un documento di un altro dirigente della Resistenza, Maurizio Cappellin, nel quale comunicava ai dirigenti locali il suo forte sospetto che Alfi fosse una spia fascista, e ne consigliava addirittura l'eliminazione.

Quello che però mi fece saltare letteralmente dalla sedia (mi ricorderò quel momento finchè vivo) fu un documento intitolato "Memoriale di alcuni fatto [Sic] riguardanti la centuria del fascio crociato" e parlava di una sorta di organizzazione segreta, interna al PFR, sul quale si erano annidati alcuni dubbi circa il fondatore della stessa organizzazione.

I tre firmatari del documento erano: Magg. Alfi Domenico, Cam. Giordani Ubaldo, Cam. Asara Bartolomeo.

A questo punto, la mia ipotesi è che questo Alfi, che a quanto pare conosceva personalmente suo nonno, volesse per qualche motivo eliminarlo, ed abbia deciso di legare questa vicenda all'infiltrazione avvenuta con successo nelle fila del gruppo di fuoco di Tonetti.

Negli anni successivi abbiamo visto questo Alfi riemergere in diverse occasioni nella Venezia dell'immediato dopoguerra: la prima volta nell'ANRP (associazione nazionale reduci dalla Prigionia) e la seconda volta in alcune carte citate in una monografia che parla dell'intelligence inglese in Veneto subito dopo la guerra (in questo momento non mi ricordo il titolo ma controllerò domani in Istituto).

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine Coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa “Libia” 20/09/1931 - nastrino per uniforme ordinaria
Croce d’argento per anzianità di servizio 29/10/1936 - nastrino per uniforme ordinaria
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia della Guerra in corso (2 stellette) - nastrino per uniforme ordinaria

        Elogio da parte dell'allora Capitano di Fregata Candido Bigliardi per aver lanciato in mare le bombe di profondità manualmente a causa di un guasto alle tramogge (con

affondamento di sottomarino, presumibilmente inglese) 16/07/1940

Brigata Nera XVII[modifica | modifica wikitesto]

Pochi giorni dopo la sua morte, per ordine del segretario del Partito Fascista Repubblicano Alessandro Pavolini, verrà istituita la prima Brigata Nera Veneziana, la n. XVII, intitolata appunto al Maresciallo Bartolomeo Asara.

Il diario di bordo[modifica | modifica wikitesto]

Il Maresciallo Asara durante la seconda guerra mondiale ha tenuto un diario di bordo, scritto a macchina da scrivere, conservato gelosamente dal figlio che il 18 giugno 2016 ha deciso di donarne una copia autenticata alla Marina Militare. La Marina una volta saputo dell'esistenza di questo diario ha chiesto al proprietario se poteva donarlo alla biblioteca della Scuola Navale Militare "Francesco Morosini", dove sarebbe stato esposto ma prima ancora studiato e confrontato con i dati già in possesso per quanto riguarda i fatti in esso narrati, ovvero lo svolgimento delle più famose battaglie del Mediterraneo.

La copia è stata consegnata al capitano di vascello Massimo Fabbri, Comandante e Dirigente Scolastico della Scuola Navale Militare "Francesco Morosini" di Venezia.

Inoltre una nota casa editrice Romana ha pubblicato il Diario di Bordo (Bartolomeo Asara - Diari 1940-42), in versione integrale senza alcuna modifica all'originale e con una piccola prefazione scritta dai parenti ancora in vita.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]