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Banana Yoshimoto (吉本ばなな?, Yoshimoto Banana), pseudonimo di Mahoko Yoshimoto (吉本真秀子?, Yoshimoto Mahoko) (Tokyo, 24 Luglio 1964) è una scrittrice giapponese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Banana Yoshimoto è nata a Tokyo il 24 luglio 1964.[1] Il padre Takaaki Yoshimoto è un importante critico letterario, poeta e filosofo giapponese degli anni '60, mentre la sorella Haruno Yoiko è una disegnatrice di anime e manga[2][3]. Influenzata dalla passione per la scrittura da parte della sua famiglia, Banana comincia già a dieci anni a scrivere alcuni racconti simili a gialli[4]. Frequenta il corso di arte e letteratura presso la Nihon University a Tokyo[2] e, grazie alla novella Moonlight Shadow (1986) scritta per la tesi di laurea, vince il premio Izumi Kyoka. Dopo questo successo decide di utilizzare il nome d'arte Banana, scelto sia per la passione dell'autrice per i fiori del banano, sia perché è un nome che si pronuncia allo stesso modo in tutte le lingue ed è quindi facile da ricordare[2][4]. Per semplificare ulteriormente questo pseudonimo, sceglie di scrivere il proprio cognome in hiragana, di più semplice lettura rispetto ai corrispettivi kanji[2].

Banana debutta ufficialmente nel 1987 con la pubblicazione di Kitchen nel giornale Kaien, in un momento in cui il Giappone attraversa una fase di declino politico ed economico, dovuta allo scoppio della cosiddetta bolla economica. I temi presenti in Kitchen riflettono le tensioni in atto, la crisi della società giapponese e soprattutto trattano problemi che interessano i giovani giapponesi. Sarà questa sua vicinanza alle generazioni più giovani che contribuirà al successo di Kitchen e al decollo della sua carriera di scrittrice[2][5].

Nonostante alla fine degli anni Ottanta sia ancora solo una scrittrice emergente, le opere di Banana ricevono fin da subito successo. Nel 1990 i suoi romanzi contano milioni di copie vendute e vengono tradotti prima in inglese e poi in altre lingue (tra cui cinese, italiano, tedesco, francese e spagnolo) affermandosi anche all'estero[6].

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Molti critici e scrittori, tra cui Ōe Kenzaburō, hanno messo in discussione la qualità delle opere di Banana Yoshimoto, ritenendo il linguaggio utilizzato infantile e il suo stile anonimo. Questo rifiuto a considerare seriamente le sue opere, è legato non solo alla tendenza dell’autrice di parlare, seppur in modo innocente e indiretto, di temi taboo per la società giapponese, ma anche allo pseudonimo "Banana" considerato strano, e alle somiglianze nello stile e nelle trame con gli shōjo manga[7][8][9]. (è un'affermazione pesante, perchè ritiene queste critiche frutto di un "pregiudizio", non devi assumere questa parte, devi riportare in modo neutrale il dibattito.

Queste similarità si notano in particolare nell'uso di espressioni colloquiali tratte dal linguaggio giovanile, nei personaggi che ricordano quelli dei fumetti e nel ribaltamento delle questioni di genere[10]. Questa frase non è collegata a quella sopra, che tratta della critica

Nonostante le critiche ricevute, Banana Yoshimoto è diventata in breve tempo un fenomeno culturale, riscuotendo un incredibile successo all'estero e facendo entrare in contatto la parte più matura della società giapponese con la cultura shōjo, solitamente relegata agli adolescenti[11]. Il suo successo, in particolare quello avuto al di fuori del Giappone, è dovuto ai suoi testi che, pur avendo elementi spirituali, mitologici e psicologici, non hanno riferimenti culturali specifici e possono quindi essere letti e compresi da tutti[12]. Ma anche al ‘mondo al femminile’ che descrive nei sui racconti, che non è altro che la rappresentazione idealizzata della vita dei suoi lettori (cosa c'entra con il mondo femminile?), ai quali dà la possibilità di immedesimarsi nei suoi personaggi[13][14]. Nei suoi romanzi tratta infatti dello scontro tra modernità e tradizione e della realtà della quotidianità dei giovani in un Giappone ‘occidentalizzato’, in un mondo in cui i valori preesistenti sono decaduti, dove si fa fatica a trovare il proprio posto nella società[15]. Non crea mondi immaginari, ma descrive la realtà cercando di comprenderla e di renderla più semplice (forse di descriverla in maniera semplice)[16].

Banana ha riscosso una risposta positiva tra i lettori grazie alla sua prosa semplice ed immediata, e all'utilizzo dello stile del diario che, essendo schietto e deciso, rappresenta una rottura rispetto alla tradizione letteraria giapponese. Il suo modo di richiamare la cultura giapponese in maniera naturale, il contatto diretto con il pubblico, l’atteggiamento libero e positivo e la sua bravura nel trasmettere i sentimenti attraverso i libri, hanno contribuito alla creazione di un legame stretto tra l'autrice ed il suo pubblico[17]. (ripetizione di quanto detto sopra. Non devi fare gli elogi di Banana, ma riportare quali sono le critiche che le hanno rivolto, citando gli autori)

Da qui in giù non riguarda più nè la critica nè la carriera letteraria (titolo che avevi messo prima). Trova un'altra collocazione

Raramente nei suoi romanzi l’autrice descrive esplicitamente scene di sesso e violenza, preferendo un approccio indiretto, come ad esempio la narrazione di tali eventi in terza persona, ossia in maniera indiretta da parte di uno dei personaggi, o il ricordarli in un secondo momento attraverso la voce del protagonista che, attraverso la memoria, cerca di riprendersi da questi fatti traumatici. Questo modo quasi terapeutico di trattare momenti difficili e la promessa di un recupero, di un processo di guarigione, è un altro motivo della popolarità di Banana, che riesce così a trasformare la vita di tutti i giorni in qualcosa di allettante[18][19].

Questo processo di guarigione spirituale, che caratterizza in particolare la prima parte della sua carriera, segue un pattern comune in tutti i suoi primi racconti. In un primo momento la protagonista vede la propria vita da un altro punto di vista, in una situazione di vita o di morte, arrivando a notare ciò che c'è di positivo nel suo quotidiano. Le protagoniste vengono dunque incoraggiate a trovare conforto e a ritrovare la voglia di vivere in quello che sperimentano nella realtà di tutti i giorni[20].

Il suo stile semplice ed immediato diventa uno strumento fondamentale per trasmettere questo senso di conforto [21]. Inoltre, mentre nei suoi romanzi possiamo incontrare (non si deve usare il "noi" in una voce enciclopedica) anche momenti di grande trasporto emotivo, l’autrice solitamente descrive i cambiamenti di spirito dei personaggi e le immediate conseguenze, con poche brevi frasi. Al lettore non viene permesso di immedesimarsi troppo in tali situazioni, in quanto la vita sentimentale non viene mai direttamente espressa, ma solo raccontata. È proprio questa atmosfera di alienazione e di simulazione che caratterizza i suoi romanzi che distingue l’opera di Banana dal resto del mondo della fiction per giovani e il minimalismo che la caratterizza è parte costituente della semplicità della scrittura dell’autrice, fortemente visiva e libera da lunghi passaggi o noiose descrizioni[22][23]. Grazie ad essa Banana riesce a trasmettere un senso di speranza per il futuro anche quando vengono toccati temi come la perdita di una persona cara, l’amore, la morte, il suicidio, il difficile passaggio al mondo adulto, la solitudine, il tradimento, l’incesto, l’omosessualità[24].Oltre a questi difficili temi, l’autrice tratta, con la stessa semplicità che la contraddistingue, la contrapposizione tra diversità all'interno della famiglia e affinità tra estranei, usando come espedienti la nostalgia verso gli estranei e l’erotismo tra i membri della famiglia[25].

Caratterizzazione dei personaggi[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni ’90, con la crisi economica, l’attacco alla metro da parte della setta Aum Shinrikyo e il terremoto di Kobe, si sente il bisogno di un ricovero spirituale (???) che porta ad un crescente interesse verso pratiche come lo yoga, la meditazione, il karaoke. In questo periodo anche i romanzi di Banana, vengono considerati parte integrante dei prodotti legati a tale guarigione (???), in quanto fanno assumere non solo ai personaggi, ma anche ai lettori che in essi si impersonano, un punto di vista ottimista[26]. Infatti i personaggi di tali racconti, non si lasciano toccare nel profondo dalle situazioni difficili che li circondano, siano queste incesto, suicidio, transessualità o altro. L’autrice protegge i suoi lettori dall'impatto che una diretta esperienza di tali situazioni avrebbe sulle protagoniste dei suoi libri, creando un narratore o un personaggio che susciti la simpatia del lettore, in cui esso si possa riconoscere, ma che sperimenti questo trauma in maniera indiretta[8].

Come altri scrittori (quali?), anche Banana ha sostituito il personaggio più tradizionale della fanciulla con la shōjo. Non ancora donna matura, la shōjo è una ragazza che si trova in una fase a metà tra l’adolescenza e l’età adulta[27].Le donne di cui parla Banana sono donne consapevoli della propria forza e che credono nell'uguaglianza dei diritti e delle opportunità. Solitamente single o divorziate, esse rappresentano una parte sempre più crescente della popolazione femminile giapponese, i cui pensieri e sentimenti sono rappresentati in maniera realistica dall'autrice, seppure simili in molti aspetti alle protagoniste dei manga per ragazze[28]. Come queste, anch'esse sono giovani ragazze che stanno per iniziare o per finire l’università e che, nella maggior parte dei casi, hanno un lavoro part-time e vivono a Tokyo. La famiglia tradizionale sembra non esistere più e le protagoniste, vittime di un trauma, si trovano in una sorta di fase intermedia, lasciate sole in un mondo apparentemente instabile in cui cercano di trovare nuove strade. Queste donne giovani e indipendenti, spesso non seguono i dettami della tradizione, preferendo una vita e una famiglia non convenzionali, spesso prive di una figura maschile forte e stabile[29]. Esse fanno parte di una nuova generazione, il cui stile di vita si concentra più sul benessere personale che sul trovare un lavoro stabile e duraturo, obiettivo delle vecchie generazioni[30]. Tra le varie protagoniste, molte ricorrono allo status socialmente stigmatizzato di amante mantenuta, in quanto offre la strada più facile verso la stabilità finanziaria, oltre ad un livello di indipendenza non possibile alle donne sposate. La maggior parte di queste giovani donne, alla fine, esprime il proprio disincanto verso l’impossibilità di trovare la propria identità, una realizzazione personale e un genuino contatto umano all'interno dei ruoli prescritti dalla società, in quanto nessun modello sociale in Giappone sembra offrire una strada verso la realizzazione di sé[31]. Come le eroine di Banana insegnano, le giovani donne giapponesi si ritrovano ad affrontare la triste realtà per cui la ricerca del sé oltre il paletto dell’ideale femminile giapponese di moglie e madre attenta, finisce in fallimento. La conseguenza di questo è un forte sentimento di apatia disillusa[32].

In generale, comunque, nelle opere di Banana possiamo notare (non si usa il noi) il suo interesse per le persone in difficoltà, coloro le cui vite sono state devastate da violenze inaspettate, perdite, malattie o problemi familiari. Nonostante le situazioni difficili in cui i suoi personaggi si trovano, l’autrice crede nella possibilità che riescano a reintegrarsi nella società[7]. Questa positività non viene però espressa in maniera diretta dai suoi personaggi, che invece di mostrarsi pieni di speranza e desiderio per una vita migliore, piangono in silenzio le loro perdite e ne sopportano la conseguente nostalgia. È proprio il lutto a portarli a farsi un esame di coscienza e a ritrovare la propria identità[33]. Con l’assenza, dunque, di valide alternative e di modelli da seguire, i personaggi descritti da Banana e di riflesso i lettori, riescono a riscattarsi e a trovare il proprio scopo nella vita attraverso un percorso interiore alla ricerca di se stessi[34][35][36].

In tutto questo paragrafo non c'è nessun esempio dei personaggi usati nei libri, e neanche riportato una sua opera, è troppo astratto!!

Temi[modifica | modifica wikitesto]

I temi che compaiono nei romanzi di Banana Yoshimoto, spesso moralmente e socialmente controversi (perchè?), contribuiscono anch'essi al fascino che permea le sue opere[37]. Tali tematiche, come la situazione degli orfani, omosessualità, incesto, telepatia e morti violente, non sono altro che esagerazioni di quella che è la realtà giapponese, in costante cambiamento[38].

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Uno dei punti fondamentali dei romanzi di Banana, è il nuovo concetto di famiglia da lei introdotto nella moderna scena letteraria giapponese, improntata quasi completamente sulle relazioni tra “sé e consapevolezza di sé” e “sé e sconosciuti”[39].

Le famiglie di Banana, come i suoi personaggi che vivono vite slegate dalle convenzioni della società,  si separano dal concetto tradizionale in quanto sono famiglie ‘al femminile’, dove la figura dominante è quella della donna, mentre manca quella del padre o del marito[40]. Gli uomini sembrano quindi spariti dalla vita familiare,ed è da questo che deriva la forte comunità femminile sempre presente in questi romanzi. Le vere famiglie qui non sono quelle biologiche, ma quelle formate da persone che si prendono cura le une delle altre, spesso legate tra loro da una figura centrale, di solito la madre, che funge da collante.[41] La famiglia perfetta nei romanzi di Banana Yoshimoto non esiste se non in forma di sogno, copia o ricordo incerto; i legami di sangue e la genealogia passano in secondo piano. Le shōjo dei racconti di Banana si sentono alienate dalla propria famiglia, con la quale non sembrano avere nessun legame, e finiscono per trovare o creare un'altra famiglia, tutta per loro[42]. Questa costruzione non convenzionale della famiglia, insieme a divorzio, relazioni tra familiari e aborto, non viene accettata nella società giapponese ma fa parte di quei temi considerati taboo[43].

In risposta alla stressante vita moderna, in cui ognuno ha un compito specifico, questo concetto di famiglia come posto sicuro dove rifugiarsi vede "uomo" e "donna" diventare simboli, ruoli da interpretare, come può essere il ruolo di ‘madre’ o di ‘padre’. Questi ruoli, sicuramente utili come mezzo per proteggere la casa, non sono assoluti[44]. Infatti, ad esempio, Banana sostituisce i ruoli tradizionalmente associati alle mogli, con fidanzate che convivono al di fuori della sicurezza del matrimonio[45].La società, infatti, sembra sempre restia ad aiutare la madre nei problemi di tutti i giorni ed è questo che viene messo in risalto dalle madri di Yoshimoto, dimostrando così come siano numerosi gli ostacoli che rendono virtualmente impossibile emulare l’ideale di madre affettuosa e disposta a sacrificarsi per la famiglia. Le madri e le mogli dei suoi romanzi vanno oltre questo modello di donna non più al passo con i tempi. Le persone che decidono di essere non sono modelli da seguire, bensì l'espressione del bisogno disperato di una guida nel difficile mondo del Giappone postmoderno[46].

Legato alla sfera familiare è anche un altro argomento taboo ricorrente nei romanzi di Banana: l’incesto. Se nella maggioranza dei casi l’attrazione verso un’altra persona gioca un ruolo più importante della semplice relazione sessuale, quando l’interesse è di tipo sessuale, esso sboccia solitamente tra due membri della stessa famiglia. Il fatto che Banana Yoshimoto tratti anche di relazioni incestuose, è legato al suo concetto di famiglia come luogo in cui i legami tra parenti non vengono considerati tanto importanti quanto i legami spirituali ed emotivi tra le persone[41].L’incesto, proprio come il desiderio sessuale, cambia dall'interno della famiglia le relazioni umane già esistenti fondate sulla contrapposizione famiglia-straniero e viene dipinto dall'autrice come un amore carico di emozioni, romanticismo ed erotismo, abbastanza forte da portare i personaggi a rompere i taboo, fino a rischiare addirittura la propria vita[47].

I membri delle famiglie di Banana, nonostante tutto, restano comunque individui a sé stanti, permettendo creazione e dissoluzione spontanee dei legami interni ad esse. Questo nuovo concetto ‘naturale’ di famiglia sostituisce dunque quello tradizionale, considerato artificiale dall'autrice[48].

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Ruoli di genere[modifica | modifica wikitesto]

Nei romanzi di Banana, che brulicano di donne e uomini effeminati o transessuali, è evidente l’assenza di uomini eterosessuali e padri. Per i personaggi di tali romanzi, infatti, i rapporti con compagni e amanti sono concepiti come una cosa passeggera, in quanto gli uomini hanno la sola capacità di portare le donne a comprendere meglio se stesse[49].

Le relazioni uomo-donna, infatti, sono spesso frivole o prive di legami emotivi. È infatti tra donne che Banana rappresenta il legame spirituale ed emotivo più forte, rafforzando così il punto di vista femminile dei suoi racconti[41]. Le donne dei suoi romanzi sembrano infatti prediligere un tipo non tradizionale di uomo, lo shōnen o ragazzo adolescente, diverso dal modello di uomo esistente in precedenza ed equivalente maschile della shōjo stessa. Come quest'ultima, infatti, lo shōnen non ha alcun potere dominante nella vita delle persone, limitandosi a consolare e assistere la shōjo nel suo percorso. Il sesso e l’attrazione fisica non sono aspetti importanti per la vita né di uno né dell’altra, e tutte le relazioni centrali e durature sono quelle platoniche che le shōjo di Banana intrattengono con gli shōnen. Alcuni di essi vengono rappresentati dall'autrice come ragazzi indipendenti, proprio come le madri, figlie e fidanzate che popolano le sue storie.

Le persone esistono più in quanto individui che come membri di un gruppo sociale, e questo apre diverse strade verso l'autodeterminazione. In alcune storie dell’autrice, questo significa che la società al femminile rappresentata viene allargata anche a persone dell’altro sesso, alle quali è quindi permesso di oltrepassare i limiti di genere[50]. Sono gli uomini dunque che devono adattarsi ad una società prevalentemente femminile, anche se non sono forzati a farlo in quanto, nonostante tutto, nelle storie di Banana Yoshimoto non troviamo una società dominata dalle donne. Sembra piuttosto che adattarsi alla parte femminile della società sia l’unico modo per ricongiungersi alla vita e agli altri[51].

I personaggi maschili a cui viene data importanza nelle vite delle protagoniste femminili, sono quindi coloro che, in un modo o nell'altro, si sono adattati alla società matriarcale descritta nei romanzi. L’autrice si focalizza su un mondo al femminile, quasi escludendo la società maschile, non perché voglia creare un conflitto tra i sessi, ma per suggerire in maniera velata come la parte maschile della società non sia necessariamente quella dominante e come una società dominata dagli uomini non sia l’unica possibile[52]. Questa autonomia femminile si trova in tutte le opere di Banana che, come Kitchen, si chiudono con la decisione della protagonista di diventare membro attivo della società indipendentemente dalla presenza o meno di un uomo al suo fianco[53].Banana nei suoi romanzi descrive così a modo suo l’uguaglianza e l’emancipazione di uomini e donne[52].

Tratta poi anche temi meno convenzionali, come l’omosessualità, in maniera aperta e comprensiva[52]. Infatti, tra le figure omosessuali e transessuali presenti nei romanzi della scrittrice, troviamo uomini che vestono abiti femminili e che usano anche un linguaggio femminile. Questo assume molta forza e significato soprattutto in Giappone, dove sono registri linguistici diversi per i due sessi e il modo di vestire ad esprimere le distinzioni di genere[54].Tuttavia nei racconti di Banana non sono solo gli uomini ad essere coinvolti in relazioni omosessuali, ma anche le donne, sebbene molte siano solo amicizie platoniche che l’autrice utilizza come base per alcuni romanzi. Nonostante questo tipo di rapporti siano frequenti nelle sue storie, la scrittrice non approfondisce mai la questione dell’omosessualità femminile, che spesso resta solo un sentimento di attrazione senza mai arrivare al rapporto vero e proprio[55].

Nei romanzi di questa autrice, la sessualità viene quindi affrontata in tre modi: relazioni eterosessuali, relazioni omosessuali e relazioni che includono persone transessuali.

Quindi, non ci si focalizza (non si usa il noi) più su cosa sia socialmente accettabile, ma su cosa sia meglio per il singolo[56].

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Nostalgia, morte e sofferenza[modifica | modifica wikitesto]

La nostalgia, la morte e la sofferenza che ne deriva, sono temi ricorrenti nelle opere di Banana[57]. MANCANO ESEMPI

"Nostalgia" è ciò che provano molti dei suoi personaggi quando incontrano altre persone per la prima volta, in quanto sentono di conoscersi da una vita. Questa nostalgia verso gli estranei ricorre in particolare nelle ultime opere dell’autrice e serve a porre una distanza tra il soggetto e l’oggetto del desiderio, in quanto, pur essendo separati nel tempo e nello spazio, sono mentalmente e figurativamente uniti. Se il soggetto e l’oggetto dovessero congiungersi, questo sentimento nostalgico perderebbe il suo significato, poiché è proprio il desiderio verso la copia dell’originale perduto che lo fa nascere[58].

La morte, sempre presente nei suoi romanzi, è l’ostacolo che impedisce ai personaggi di immaginarsi un futuro e, di conseguenza, di averne uno[59]. Però, nonostante il continuo ricorso alla morte faccia sembrare pessimistiche le storie di Banana Yoshimoto, sono proprio le morti che portano le protagoniste a vedere la vita sotto una luce diversa. La morte funge quindi da inizio di una nuova vita e indirizza i personaggi e i lettori verso una sorta di rinascita[60].

Nel dipingere coloro che soffrono, invece, l’autrice non toglie importanza al loro dolore, ma anzi lo usa per trattare di problemi reali ed attuali, quale quello dell’identità, per mezzo dei suoi personaggi[61].

La sofferenza è inoltre legata ad un tema altrettanto importante per Banana: quello della natura illusoria della vita in Giappone e del bisogno di recitare il proprio ruolo nella società. I suoi personaggi si trovano in difficoltà nel tentativo di bilanciare l’immagine fittizia di sé richiesta dalla società e il proprio bisogno di trovare sia dei rapporti umani autentici, che la propria identità. Proprio per questo la famiglia diventa un’istituzione fittizia che impedisce all'individuo di instaurare dei legami veri con gli altri[62].

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Premi[modifica | modifica wikitesto]

Banana diviene in breve tempo la scrittrice emergente più importante durante la crisi di fine anni 80[63]. Vince premi letterari per tutti i suoi lavori pubblicati tra il 1987 e il 1989. La sua stessa tesi di laurea, nonché suo primo racconto breve, Moonlight Shadow, vince il premio del dipartimento di lettere della Nihon University,. Per la sua opera di debutto Kitchen le vengono attribuiti il sesto premio Kaien per scrittori emergenti nell'anno della pubblicazione e il sedicesimo Premio Izumi Kyōka (泉鏡花文学賞?, Izumi Kyōka Bungakushō) l’anno seguente[2][64]. Il suo racconto breve Santuary (サンクチュアリ?, Sankuchuari), viene selezionato nel 1988 per il Premio Akutagawa, uno dei più rinomati in Giappone. Vince inoltre molti premi anche per Utakata (うたかた?, Utakata) e Tsugumi, e il Premio Murasaki Shikibu (紫式部文学賞?, Murasaki Shikibu Bungakushō) per Amrita[65].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

  • 1988. キッチン, Kicchin
  • Kitchen, traduzione di Giorgio Amitrano, Milano, Feltrinelli, 1991, ISBN 88-07-70014-X
  • 1988. 哀しい予感, Kanashii yokan
  • Presagio triste, traduzione di Giorgio Amitrano, Milano, Feltrinelli, 2003, ISBN 88-07-84022-7
  • 1989. Tsugumi
  • Tsugumi, traduzione di Alessandro Giovanni Gerevini, Milano, Feltrinelli, 1994, ISBN 88-07-81294-0
  • 1989. 白河夜船, Shirakawa yofune
  • Sonno profondo, traduzione di Giorgio Amitrano e Alessandro Giovanni Gerevini, Milano, Feltrinelli, 1994, ISBN 88-07-70047-6
  • 1989. うたかた/サンクチュアリ, Utakata/Sankuchuari
  • 1990. N·P
  • N.P., traduzione di Giorgio Amitrano, Milano, Feltrinelli, 1992, ISBN 88-07-70033-6
  • 1993. とかげ, Tokage
  • Lucertola, traduzione di Giorgio Amitrano, Milano, Feltrinelli, 1995, ISBN 88-07-70066-2
  • 1994. アムリタ, Amurita
  • Amrita, Traduzione di Giorgio Amitrano, Milano, Feltrinelli, 1997, ISBN 88-07-70090-5
  • 1994. マリカの永い夜・バリ夢日記, Marika no nagai yoru/Bari yume nikki
  • 1994. ハチ公の最後の恋人, Hachiko no saigo no koibito
  • L'ultima amante di Hachiko, traduzione di Alessandro Giovanni Gerevini, Milano, Feltrinelli, 1999, ISBN 88-07-81549-4
  • 1996. SLY 世界の旅2, Sly sekai no tabi 2
  • Sly, Traduzione di Alessandro Giovanni Gerevini, Milano, Feltrinelli, 1998, ISBN 88-07-70103-0
  • 1997. ハネムーン, Hanemūn
  • Honeymoon, Traduzione di Giorgio Amitrano, Milano, Feltrinelli, 2000, ISBN 88-07-70117-0
  • 1999. ハードボイルド/ハードラック, Hādoboirudo/Hādorakku
  • H/H, traduzione di Giorgio Amitrano, Milano, Feltrinelli, 2001, ISBN 88-07-70136-7
  • 2000. 吉本ばなな自選選集 1 オカルト, Yoshimoto Banana jisen senshu 1 Okaruto
  • 2000. 吉本ばなな自選選集 2 ラブ, Yoshimoto Banana jisen senshu 2 Rabu
  • 2000. 体は全部知っている, Karada wa zembu shitte iru
  • Il corpo sa tutto, traduzione di Giorgio Amitrano, Milano, Feltrinelli, 2004, ISBN 88-07-70157-X
  • 2000. 不倫と南米 世界の旅3, Furin to Nanbei sekai no tabi 3
  • La piccola Ombra, traduzione di Alessandro Giovanni Gerevini, Milano, Feltrinelli, 2002, ISBN 88-07-70143-X
  • 2000. ひな菊の人生, Hina kiku no jinsei
  • 2001. 吉本ばなな自選選集 3 デス, Yoshimoto Banana jisen senshū 3 Desu
  • 2001. 吉本ばなな自選選集 4 ライフ, Yoshimoto Banana jisen senshū 4 Raifu
  • 2002. 王国 その1 アンドロメダ・ハイツ, Ōkoku sono 1 Andromeda Haitsu
  • Andromeda Heights. Il Regno - Vol.1, Traduzione di Gala Maria Follaco, Milano, Feltrinelli, 2014, ISBN 978-88-07-03091-8
  • 2002. 虹, Niji
  • Arcobaleno, traduzione di Alessandro Giovanni Gerevini, Milano, Feltrinelli, 2003, ISBN 88-07-70151-0
  • 2002. アルゼンチンババア, Aruzenchin babaa
  • 2003. ハゴロモ, Hagoromo
  • L'abito di piume, traduzione di Alessandro Giovanni Gerevini, Milano, Feltrinelli, 2005, ISBN 88-07-70165-0
  • 2003. ムーンライト・シャドウ, Mūnraito Shadou
  • Moonlight Shadow (pubblicato in Italia in Kitchen)
  • 2003. デッドエンドの思い出, Deddoendo no omoide
  • Ricordi di un vicolo cieco, Milano, Feltrinelli, 2006, ISBN 88-07-70177-4
  • 2004. なんくるない, Nankurunai
  • 2004. High and dry (はつ恋), High and dry (hatsukoi)
  • High & Dry. Primo amore, traduzione di Gala Maria Follaco, Milano, Feltrinelli, 2011, ISBN 978-88-07-01850-3
  • 2004. 海のふた, Umi no futa
  • Il coperchio del mare, traduzione di Alessandro Giovanni Gerevini, Milano, Feltrinelli, 2007, ISBN 978-88-07-70189-4
  • 2004. 王国 その2 痛み、失われたものの影、そして魔法, Okoku sono 2 - Itami, ushinawareta mono no kage soshite maho
  • Il dolore, le ombre, la magia. Il Regno - Vol. 2, traduzione di Gala Maria Follaco, Milano, Feltrinelli, 2014, ISBN 978-88-588-1941-8
  • 2005. 王国 その3 ひみつの花園, Okoku sono 3 - Himitsu no hanazono
  • Il giardino segreto. Il Regno - Vol. 3, traduzione di Gala Maria Follaco, Milano, Feltrinelli, 2016, ISBN 978-88-07-03185-4
  • 2005. みずうみ, Mizūmi
  • Il lago, traduzione di Gala Maria Follaco, Milano, Feltrinelli, 2015, ISBN 978-88-07-03138-0
  • 2006. イルカ, Iruka
  • Delfini, traduzione di Giovanni Alessandro Gerevini, Milano, Feltrinelli, 2010, ISBN 978-88-07-70207-5
  • 2006. ひとかげ, Hitokage
  • 2007. チエちゃんと私, Chie-chan to watashi
  • Chie-chan e io, traduzione di Giorgio Amitrano, Milano, Feltrinelli, 2008, ISBN 978-88-07-70196-2
  • 2007. まぼろしハワイ, Maboroshi Hawaii
  • 2008. サウスポイント, Sausu Pointo (South Point)
  • 2008. 彼女について, Kanojo ni tsuite
  • A proposito di lei, traduzione di Giorgio Amitrano, Milano, Feltrinelli, 2013, ISBN 978-88-07-03041-3
  • 2010. もしもし下北沢, Moshi moshi shimokitazawa
  • Moshi moshi, traduzione di Gala Maria Follaco, Milano, Feltrinelli, 2012, ISBN 978-88-07-01902-9
  • 2010. どんぐり姉妹, Donguri shimai
  • Le sorelle Donguri, traduzione di Gala Maria Follaco, Milano, Feltrinelli, 2018, ISBN 978-88-07-03294-3
  • 2010. アナザー・ワールド 王国 その4, Anaza Warudo - Okoku sono 4
  • Another World. Il Regno - Vol. 4, traduzione di Gala Maria Follaco, Milano, Feltrinelli, 2017, ISBN 978-88-07-03241-7
  • 2011. ジュージュー, Jū jū
  • 2011. スウィート・ヒアアフター, Suwīto Hiaafutā (Sweet Hereafter)
  • 2013. さきちゃんたちの夜, Saki-chan tachi no yoru
  • 2013. スナックちどり, Sunakku chidori
  • 2013. 僕たち、恋愛しようか?, Bokutachi, ren'ai shiyouka?
  • 2015. サーカスナイト, Sākasu naito (Circus Night)
  • 2015. ふなふな船橋, funafuna funabashi

Saggi[modifica | modifica wikitesto]

  • 1994. ばななのばなな, banana no banana
  • 2000. ばななブレイク, Banana bureiku (Banana Break)
  • 2003. 子供ができました, Kodomo ga dekimashita
  • 2004. こんにちわ!赤ちゃん, Konnichiwa! Akachan
  • 2006. 人生の旅をゆく, Jinsei no tabi wo yuku
  • Un viaggio chiamato vita, traduzione di Gala Maria Follaco, Milano, Feltrinelli, 2010, ISBN 978-88-07-70224-2
  • 2012. ゆめみるハワイ, Yumemiru Hawai
  • 2012. 人生の旅をゆく 2, Jinsei no tabi wo yuku 2

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Soggetto[modifica | modifica wikitesto]

  • Kitchen (キッチン Kicchin?), regia di Yoshimitsu Morita (1989), tratto da Kitchen
  • Tsugumi, regia di Jun Ichikawa (1990), tratto da Tsugumi
  • Wo ai chu fang (我愛廚房), regia di Yim Ho (1997), tratto da Kitchen
  • Argentine Hag (アルゼンチンババア Aruzenchin babaa?), regia di Naoki Nagao (2007), tratto da Argentine Hag

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Treat, pp. 356-357
  2. ^ a b c d e f Ogawa, pp. 1-2
  3. ^ (EN) Mihm Gesa Doris, Shojo and Beyond: Depiction of the World of Women in Fictional Works of Banana Yoshimoto, University of Arizona, 1998, p. 5, OCLC 879735305.
  4. ^ a b Carlo Pelliccia, Yoshimoto Banana: Le Idee, La Poetica E… L'italia., in Il Giappone, vol. 45, 2005, pp. 181-194.
  5. ^ (EN) Lee Eunjeong, Transforming Japan—Banana Yoshimoto’s Amrita, Texas University, 2010, pp. 2-7, OCLC 797952915.
  6. ^ Treat, pp. 357-358
  7. ^ a b Sherif Ann, Japanese without apology: Yoshimoto Banana and healing, in Stephen Snyder and Philip Gabriel (a cura di), Ōe and Beyond: Fiction in Contemporary Japan, University of Hawai'i Press, 1999, pp. 279-280, OCLC 793274974.
  8. ^ a b Sherif, p. 293
  9. ^ Mihm, p.7
  10. ^ Pelliccia, 186
  11. ^ Sherif, pp. 282-283
  12. ^ Sherif, p. 298
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  14. ^ Mihm, p. 30
  15. ^ Mihm, pp. 7-8
  16. ^ Lee, p. 32
  17. ^ Pelliccia, pp. 182-183
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  34. ^ Lee, p. 48
  35. ^ Faith, p. 66
  36. ^ Faith, pp. 108-109
  37. ^ Sherif, p. 292
  38. ^ Mihm, p. 29
  39. ^ Lee, p. 16
  40. ^ Mihm, p. 46
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  45. ^ Faith, p. 30
  46. ^ Faith, pp. 33-42
  47. ^ Murakami, pp. 70-71
  48. ^ Mihm, pp. 30-35
  49. ^ Sherif, pp. 281-282
  50. ^ Mihm, pp. 52-57
  51. ^ Mihm, p.69
  52. ^ a b c Mihm, pp. 62-65
  53. ^ Sherif, p. 284
  54. ^ Murakami, p. 86
  55. ^ Mihm, pp. 65-67
  56. ^ Mihm, p. 61
  57. ^ Treat, p. 376
  58. ^ Murakami, pp. 76-78
  59. ^ Treat, p. 379
  60. ^ Ogawa, pp. 6-7 Ogawa, pp. 20-21
  61. ^ Lee, p. 1
  62. ^ Faith, pp. 20-26
  63. ^ Treat, p. 365
  64. ^ Sherif, p. 278
  65. ^ Mihm, pp. 6-7

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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  • (EN) Carter Albert Howard, Banana Yoshimoto: "Kitchen" (Book Review), in Studies in Short Fiction, vol. 30, n. 4, 1993, p. 614.
  • (EN) Chilton Myles K., Realist Magic and the Invented Tokyos of Murakami Haruki and Yoshimoto Banana., in Journal of Narrative Theory, vol. 39, n. 3, 2009, pp. 391–415.
  • (EN) Faith Laura S., Rewriting Japanese women: Survivors, escapees, and defeatists in the fiction of Banana Yoshimoto, California State University, Dominguez Hills, 2008, OCLC 311875046.
  • (EN) Iwao Sumiko, The Japanese Woman: Traditional Image & Changing Reality., New York, Free Press, 1993, OCLC 26161367.
  • (EN) Murakami Fuminobu, Postmodern, Feminist and Postcolonial Currents in Contemporary Japanese Culture : A Reading of Murakami Haruki, Yoshimoto Banana, Yoshimoto Takaaki and Karatani Kojin, London, Routledge, 2005, OCLC 699086815.
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  • (EN) John Whittier Treat, Yoshimoto Banana Writes Home: Shojo Culture and the Nostalgic Subject, in The Journal of Japanese Studies, vol. 19, n. 2, 1993, pp. 353-387.

Link esterni[modifica | modifica wikitesto]