Utente:Anvalon/Sandbox/Fonic

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La parola Fonic scritta in Fonic

Il Fonic è un alfabeto fonetico a struttura fononanalogica e fonosimbolica, che può essere utilizzato sia in ambito accademico, per la trascrizione fonetica precisa della pronuncia delle varie lingue, sia come sistema di scrittura alternativa agli attuali alfabeti nazionali. Il Fonic è stato ideato nel 1991 da Andrea Vaccari, che ne ha portato a compimento la realizzazione nel 2018. La storia, lo sviluppo e la struttura del Fonic vengono illustrati e spiegati in dettaglio nel libro Fonic - Un alfabeto fonoanalogico e fonosimbolico[1].

Il Fonic è un sistema di scrittura fonoanalogico e fonosimbolico, semplice e intuitivo, modulare ed espandibile, progettato per consentire la trascrizione fonetica precisa dei linguaggi storico-naturali e favorire l’adeguata riproduzione orale delle lingue straniere, riducendo così gli errori di pronuncia delle parole sconosciute. Il Fonic può essere utilizzato sia in ambito accademico, per la trascrizione precisa della pronuncia delle varie lingue, sia come sistema di scrittura alternativa agli attuali alfabeti nazionali, in quanto implementa diversi tipi di regole, chiamate implosioni, per facilitare la scrittura delle singole lingue. Il Fonic differisce dall'IPA principalmente per la sua struttura a base fonoanalogica, costituita cioè da grafi i cui tratti principali rappresentano visivamente i parametri della produzione fonica, e in parte fonosimbolica, per i tratti che invece li descrivono convenzionalmente, senza esserne una vera rappresentazione. La qualità fonoanalogica dei grafi ne permette un apprendimento intuitivo, che sviluppa la sensibilità verso i fenomeni fonoarticolatori, la struttura modulare facilita la codifica dei foni più complessi e l'espandibilità consente il facile ampliamento e aggiornamento dell'alfabeto in base a nuove necessità. Inoltre i suoi simboli non derivano da nessun alfabeto esistente, al contrario di quelli dell'IPA, che sono presi o derivati primariamente dagli alfabeti latino e greco. Il Fonic viene illustrato e spiegato in dettaglio nel libro Fonic - Un alfabeto fonoanalogico e fonosimbolico [1].

Il Fonic nasce come alfabeto fonoanalogico, nel senso che il suo sviluppo è iniziato, cercando di utilizzare tratti grafici che potessero ricordare i parametri di produzione dei foni che rappresentavano. Ma una totale corrispondenza di questo tipo è difficile da costruire nel rispetto dei principi di efficienza di un sistema di scrittura, che è una delle condizioni più importanti affinché un alfabeto possa essere effettivamente utilizzato. La rappresentazione fonoanalogica è stata quindi estesa fino al limite entro il quale la scrittura fosse ancora abbastanza semplice da permetterne un facile utilizzo, oltre il quale è stato invece utilizzato un approccio fonosimbolico, utilizzando cioè tratti grafici che descrivessero convenzionalmente i parametri di produzione fonica. Un tentativo di creazione di un alfabeto fonoanalogico fu effettuato per scopi educativi da Hermann Gutzmann nel 1894[2], senza però riscuotere fortuna.

Riguardo alla terminologia, si preferisce utilizzare qui i termini contoidi e vocoidi, invece di consonanti e vocali, perché più esatti dal punto di vista articolatorio, in quanto alcuni contoidi possono assumere in certi contesti funzione vocalica, come ad esempio il contoide [l] nella parola inglese table [ˈtʰeɪbl̩]. In pratica i termini contoidi e vocoidi si riferiscono alla caratteristica articolatoria dei foni, mentre consonanti e vocali alla loro realizzazione pratica in un certo contesto.

Relativamente ai contoidi, utilizziamo il termine non-sonoro al posto di sordo, perché questo è un termine della fonetica uditiva e non articolatoria[3]. Per lo stesso motivo utilizzeremo i termini costrittivi, occlu-costrittivi e vibrati al posto degli ancora maggiormente diffusi fricativi, affricati e monovibranti.

Il grafo contoidale si compone di una linea orizzontale centrale (chiamata tratto contoidale), che lo divide in due parti (chiamate parte inferiore e parte superiore). Nella parte inferiore si rappresentano 1) il punto articolatorio (glottali, epiglottali, faringali, uvulari, velari, palatali, alveopalatali, postalveolari, alveolari, dentali, labiali), 2) il canale di uscita (orali, nasali), 3) l'organo attivo (bilabiali, linguolabiali, labiodentali, dentali), 4) la parte dell'organo attivo (apicali, laminali, predorsali, mediodorsali, postdorsali), 5) il percorso del flusso d'aria (centrali, laterali) e 6) la forma dell'organo attivo (abbassati, retroflessi, solcati, arrotondati). Nella parte superiore si rappresentano 1) la direzione del flusso d'aria (egressivi, ingressivi), 2) la fonazione (sonori, mormorati, bisbigliati, non-sonori), 3) il modo articolatorio (costrittivi, occlu-costrittivi, occlusivi, approssimanti, vibranti, vibrati), 4) il canale di uscita (orali, nasali), 5) il percorso del flusso d'aria (centrali, laterali)), 6) la sorgente del flusso d'aria (pneumonici, non-pneumonici (eiettivi, iniettivi, deiettivi)) e 7) la durata del suono (semplici, geminati). Come possiamo vedere, il canale di uscita e il percorso del flusso d'aria si possono rappresentare sia nella parte inferiore che in quella superiore. Il segmento verticale aderente alla parte inferiore del tratto contoidale si chiama indice contoidale e quello orizzontale aderente all'estremità inferiore dell'indice contoidale si chiama coindice contoidale, che può essere semplice o doppio. L'indice e il coindice contoidale hanno la funzione di rappresentare il punto di articolazione di un contoide. I tratti di varia forma che si trovano nella parte superiore del grafo e non aderenti ad essa si chiamano tratti liberi e possono rappresentare 1) il canale di uscita dell'aria, 2) il percorso del flusso d'aria, 3) il modo articolatorio e 4) la durata del suono. La geminazione si indica col raddoppiamento del tratto libero del grafo contoidale.

Contoidi pneumonici

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I contoidi pneumonici sono quelli che vengono prodotti col flusso d'aria generato dai polmoni e sono anche quelli più diffusi e di cui c'è una maggior varietà. Nelle tabelle che seguono vediamo sempre a confronto i grafi dell'IPA e quelli del Fonic. La suddivisione dei contoidi nelle tabelle è diversa da quella dell'IPA, perché i contoidi vengono suddivisi innanzitutto in orali e nasali a seconda del canale di uscita, e quelli orali in centrali e laterali a seconda della forma del canale orale. Inoltre si considerano occlusivi nasali i contoidi che l'IPA definisce occlusivi con sfogo nasale e occlusivi laterali i contoidi che l'IPA definisce occlusivi con sfogo laterale. I contoidi nasali e laterali non costituiscono quindi un modo articolatorio come nell'IPA, ma due categorie a sé stanti, che contengono ciascuna contoidi che possono essere articolati in diversi modi, come quelli orali centrali. I nasali possono essere articolati nei modi occlusivo e approssimante e i laterali nei modi occlusivo, occlu-costrittivo, costrittivo, approssimante e vibrato. Per semplicità non sono state create due righe separate per i costrittivi solcati e piatti, che occorrerebbe invece distinguere per una classificazione ancora più precisa, come occorrerebbe distinguere anche i costrittivi e gli approssimanti arrotondati. Per vedere meglio a confronto i grafi delle due tabelle, fare clic sulla prma immagine e poi premere i tasti freccia sulla tastiera per spostarsi da un'immagine all'altra:

Contoidi pneumonici sonori (IPA 2018)
Contoidi pneumonici sonori (Fonic 2018)
Contoidi pneumonici non-sonori (IPA 2018)
Contoidi pneumonici non-sonori (Fonic 2018)

Contoidi non-pneumonici

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I contoidi pneumonici sono quelli pù diffusi, ma esistono anche contoidi chiamati non-pneumonici, che non sono presenti nelle lingue standard europee e molti di essi sono abbastanza difficili da essere riprodotti in un contesto linguistico da persone che non abbiano imparato a pronunciarli fin dalla nascita. I contoidi non-pneumonici possono essere prodotti in tre modi diversi: 1) dall’aria compressa che viene a crearsi tra l’occlusione glottale e quella dell’altro punto di articolazione (eiettivi), 2) dall’aria depressa che viene a crearsi nella stessa cavità (iniettivi), o 3) dall’aria depressa che viene a crearsi tra l’occlusione velare e quella dell'altro punto di articolazione (deiettivi). I contoidi deiettivi sono particolarmente interessanti, perché alcuni di essi sono utilizzati comunemente da tutti con specifiche funzioni comunicative, senza sapere che in alcune lingue svolgono la funzione di semplici consonanti. Quello certamente più comune è il deiettivo bilabiale [ʘ], che corrisponde semplicemente al suono di un bacio, mentre il deiettivo postalveolare [ǃ] è quello che si utilizza in modo ripetuto per richiamare l’attenzione dei gatti.

Contoidi non-pneumonici (IPA 2018)
Contoidi non-pneumonici (Fonic 2018)

Anche per i vocoidi abbiamo due diverse tabelle, per quelli arrotondati e non-arrotondati. Col termine arrotondato ci si riferisce alla forma delle labbra che nella produzione di alcuni vocoidi sono appunto arrotondate e normalmente anche protuse verso l'esterno, mentre nella produzione di altri vocoidi sono distese. La classificazione nelle tabelle tiene conto dei due paramteri di altezza e profondità del punto articolatorio della lingua rispetto al palato, secondo i quali è possibile suddividere i vocoidi rispettivamente in alti e bassi (altezza) e in anteriori e posteriori (profondità).

Il grafo vocoidale si compone di una linea verticale (chiamata tratto vocoidale), alla quale aderisce un tratto orizzontale (chiamato indice vocoidale), al quale può aderire a sua volta un altro tratto verticale (chiamato coindice vocoidale), che può essere semplice o doppio. L'indice e il coindice vocoidale hanno la funzione di rappresentare l'altezza e la profondità di un vocoide. Al tratto vocoidale può aderire un cerchietto (chiamato anello vocoidale), la cui funzione è quella di rappresentare i vocoidi arrotondati.

Non-arrotondati
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Vocoidi non-arrotondati (IPA 2018)
Vocoidi non-arrotondati (Fonic 2018)
Vocoidi arrotondati (IPA 2018)
Vocoidi arrotondati (Fonic 2018)

Fonic per l'italiano

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Il sistema contoidale dell’italiano è piuttosto semplice rispetto a quelli di altre lingue, anche se gli studiosi non sono tutti d’accordo su quale sia il punto articolatorio esatto di alcuni contoidi nella lingua ufficiale, soprattutto di quelli articolati nella zona che va dagli alveoli dei denti al palato molle, perché questi contoidi possono essere articolati in punti leggermente diversi dai parlanti nativi. In ogni modo, qualunque insieme di contoidi compongano l’italiano standard, il Fonic dovrebbe essere in grado di rappresentare in modo preciso l’articolazione di qualsiasi contoide. Se quindi riteniamo per esempio che in italiano il contoide [t] sia alveolare, possiamo utilizzare il grafo alveolare, mentre se pensiamo che sia dentale, utilizzeremo il grafo dentale. Nelle tabelle che seguono abbiamo scelto di fare riferimento all’attuale codifica IPA, considerandolo pertanto alveolare. Come si può notare, sono state omesse le colonne dei foni glottali, epiglottali, faringali, uvulari, alveopalatali, retroflessi e bilabiopalatali, perché non presenti in italiano. Considerando poi alveolari i contoidi [d, t, z, s, ʣ, ʦ], come nella tabella dell’IPA, è stata omessa anche la colonna dei dentali. Sono state omesse inoltre le righe dei nasali e laterali diversi dagli approssimanti, essendo questi gli unici presenti in italiano:

Contoidi pneumonici sonori dell'italiano (IPA 2018)
Contoidi pneumonici sonori dell'italiano (Fonic 2018)
Contoidi pneumonici non-sonori dell'italiano (IPA 2018)
Contoidi pneumonici non-sonori dell'italiano (Fonic 2018)

La geminazione dei contoidi viene realizzata in Fonic col raddoppiamento del tratto libero nella parte superiore del grafo, che può indicare 1) i contoidi orali occlusivi, occlu-costrittivi, costrittivi, approssimanti, vibranti e vibrati, 2) i contoidi nasali approssimanti e 3) i contoidi laterali approssimanti. Questa è la tabella dei contoidi italiani che possono essere geminati, con la relativa rappresentazione in Fonic:

Contoidi geminati dell'italiano (IPA 2018)

Anche il sistema vocoidale dell’italiano, come quello contoidale, è abbastanza semplice, se confrontato con quelli di altre lingue, sebbene anche riguardo alla precisa articolazione dei vocoidi gli studiosi non siano tutti d’accordo. In italiano compaiono sette vocoidi, di cui tre anteriori, tre posteriori e uno centrale. Quelli anteriori sono [i] di mira [ˈmiˑra], [e] di pera [ˈpeˑra] e [ɛ] di letto [ˈlɛtːo], quelli posteriori sono [u] di puro [ˈpuˑro], [o] di solo [ˈsoˑlo] e [ɔ] di oca [ˈɔˑka] e quello centrale è [a] di alba [ˈalba] . Ecco le due tabelle dei vocoidi dell’italiano in IPA e in Fonic:

Vocoidi dell'italiano (IPA 2018)
Vocoidi dell'italiano (Fonic 2018)

Interpunzione, lunghezza vocalica e accenti

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Per la suddivisione del testo in parole, sintagmi, frasi e periodi, si utilizzano i criteri tradizionali della scrittura comune, cioè uno spazio maggiore tra parola e parola rispetto a quello tra grafo e grafo della stessa parola e i normali segni di interpunzione per separare sintagmi, frasi e periodi. Riguardo alla lunghezza, possiamo distinguere i vocoidi in corti, normali, lunghi, molto lunghi, per i quali utilizziamo la stessa grafia dell'alfabeto latino con un archetto sui vocoidi corti e una lineetta su quelli lunghi. Per quelli molto lunghi utilizziamo una doppia lineetta. L'accento viene invece realizzato foneticamente in modo diverso per ogni lingua, con l’utilizzo di alcuni caratteri fonetici, di solito lunghezza, volume e altezza della vocale accentata. Questi parametri possono intervenire tutti e in ugual modo, o alcuni possono essere meno importanti di altri o essere perfino assenti. In alcune lingue esistono persino due accenti di parola, uno primario e uno secondario. Per rappresentare fonoanalogicamente l’accento, dovremmo quindi scrivere tutti i parametri fonetici che lo compongono, ma per semplificare la scrittura, possiamo utilizzare un unico simbolo, come fa anche l’IPA , che in Fonic consiste in un semplice tratto verticale da mettere sotto alla vocale nel caso dell’accento primario e di due tratti nel caso di quello secondario.

Considerazioni

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Il Fonic è stato pensato come alfabeto fonetico per trascrivere in modo preciso ed efficiente qualsiasi produzione fonica e quindi qualsiasi enunciato linguistico di qualsiasi lingua del mondo. Ma grazie a particolari accorgimenti e convenzioni, è possibile utilizzarlo anche al posto degli alfabeti tradizionali per la comune scrittura di tutti i giorni. Esistono quindi diverse opzioni di semplificazione della scrittura base, realizzabili per lo più attraverso implosioni di sequenze di grafi in un grafo solo che conservi i tratti distintivi dei singoli foni che compongono la sequenza. Non trattiamo però qui i tipi di sequenze implodibili e di implosione, perché la loro descrizione è abbastanza complessa.

Esempio di testo italiano in Fonic

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Vediamo qua sotto il primo paragrafo del capitolo "Introduzione" del libro Fonic - Un alfabeto fonoanalogico e fonosimbolico, dal titolo "Comunicazione e linguaggio", trascritto nella variante base del Fonic, che è quella in cui esiste una corrispondenza biunivoca tra grafi e foni, cioè in cui ad ogni singolo grafo corrisponde uno specifico fono e ad ogni singolo fono corrisponde uno specifico grafo. L'unica semplificazione applicata, è costituita dall'assenza dei marcatori di lunghezza vocalica e degli accenti di parola sulla penultima sillaba, che è quella sulla quale cade l'accento della maggior parte delle parole dell'italiano.

Esempio Fonic per l'italiano (IPA 2018)
  1. ^ a b Andrea Vaccari, Fonic - Un alfabeto fonoanalogico e fonosimbolico, Amazon Publishing, 2018, ISBN 9781730703010.
  2. ^ Hermann Gutzmann: Eine neue phonetische Schrift, Monatsschrift für Sprachheilkunde, 1894.
  3. ^ Luciano Canepari: Avviamento alla Fonetica, Einaudi Editore, Torino, 2006, ISBN 8806179780, § 4.5, pag. 60.
  • Andrea Vaccari, Fonic - Un alfabeto fonoanalogico e fonosimbolico, Amazon Publishing, 2018, ISBN 9781730703010.
  • Andrea Vaccari, Imparare il Fonic - Passo dopo passo e una lettera alla volta, Amazon Publishing, 2019, ISBN 9781094954707.

Voci correlate

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