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Vecchio[modifica | modifica wikitesto]

Mende (in greco antico: Μένδη?) era una polis greca situata nella Pallene (Calcidica), la penisola occidentale della Calcidica, che oggi porta il nome di Cassandra. Il nome deriva dalla menta[1] pianta aromatica che vive spontaneamente in quei luoghi ancora oggi.

Genesi[modifica | modifica wikitesto]

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Mende fu probabilmente eretta intorno al IX secolo a.C. da coloni eretri[2]. La presenza di abbondanti risorse naturali, come il legname, argento, oro e piombo, condusse la zona ad un rapido lo sviluppo demografico. Dal VI secolo a.C. divenne una delle città che controllavano le rotte costiere verso la Tracia. A questo periodo risalgono anche i ritrovamenti che testimoniano esportazioni del vino locale[3], particolarmente pregiato, in Italia, ove si stavano costituendo le prime colonie greche.

Durante il V secolo a.C., Mende divenne una delle più importati alleate di Atene e si unì alla Lega di Delo, versando annualmente una quota che variava dai 6 ai 15 talenti all'anno. Tuttavia nel 423 a.C., come racconta lo stesso Tucidide, ci fu un tentativo di liberarsi dallo strapotere della città attica, tentativo prontamente represso da Nicia.[4]. Durante la seconda Guerra del Peloponneso, Mende, Toroni e Scione, fonti di generi alimentari e materie prime essenziali per Atene, furono gli obiettivi principali della guerra tra Atene e Sparta, sopratutto dopo le decisive operazioni militari effettuate da Brasida. Il generale spartano radunò i suoi opliti e, insieme a Iloti, Macedoni e i Traci di Seute I , si diresse verso la Tracia, onde provenivano le grandissime risorse di cui Atene disponeva. Dopo la Battaglia di Anfipoli le sorti di Atene erano segnate e Mende ritrovò la sua indipendenza.

In seguito, nel [IV secolo a.C.] Mende e altre poleis della regione si unirono formando la Lega Calcidica, ove fu Olinto a primeggiare. Mende tentò di sabotare questa leadership[5] ma, alla caduta di Olinto per mano del Re macedone Filippo II, dovette difendersi proprio da quest'ultimo. Nel 315 a.C. i Macedoni sconfissero la Lega Calcidica, rasero al suolo Mende ed altre città, ridussero molti in schiavitù e costrinsero i superstiti ad insediarsi altrove. Il luogo scelto fu sulle ceneri di una di queste polis abbattute, Potidea, e chiamarono la nuova città Cassandria, guidata dal Re macedone Cassandro ILivius[6].

Personaggi celebri[modifica | modifica wikitesto]

Lo scultore Peonio[7] era nato a Mende. Fu l'autore della famosa statua di Nike che svettava sopra il pilastro della vittoria ad Olimpia e che è ora in mostra al Museo archeologico di Olimpia.

Sito archaeologico[modifica | modifica wikitesto]

Il sito di Mende fu identificato con l'area dell'odierna città di Kalandra già da William Martin Leake nel 1835. Successivi scavi furono condotti, dal 1986 al 1994, sotto la tutela di Julia Vokotopoulou (in greco Ιουλίας Βοκοτοπούλου?), a cura della XIV Sovraintendenza alle Antichità Classiche (in greco ΙΣΤ'Εφορεία Προϊστορικών & Κλασσικών Αρχαιοτήτων?. La superficie archeologica principale copre un'area di 1;nbsp;200 per 600 metri e si stende su un terreno aperto e piatto circondato da una collina e dal mare. Sono stati ritrovate ampie strutture ad uso magazzino con ceramiche datate dall'XI al IV secolo a.C.

Il quartieri bassi della città, come menzionato da Tucidide, occupavano l'area ove era situato il porto, tra il lungomare area, la spiaggia e i quartieri alti posti sull'altura. Gli scavi hanno rivelato parte del viale principale, pavimentato a ciottoli, affiancato da fondamenta di costruzioni atti al magazzinaggio di ceramiche, possibili attività commerciali e strutture abitative.

La necropoli è stata individuata a sud della città, vicino ad un odierno hotel. Gli scavi hanno portato alla luce 281 sepolture composte principalmente da feretri di bambini dentro vasi di ceramica. Questi ritrovamenti hanno anche provato la profonda influenza dell'Eubea sulla zona già dall'XI secolo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ in greco μίνθη?, in latino mentha
  2. ^ Tucidide IV,123.
  3. ^ Μενδαίου οίνου
  4. ^ Tucidide IV,129-131.
  5. ^ Tucidide IV,121-123.
  6. ^ Tito Livio, Inde cassandream petentes primo ad Mendaeum, maritumum civitas eius vicum, tenuere
  7. ^ in greco Παιώνιος?

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]