Utente:Adalhard/Sandbox

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Adalhard/Sandbox
Charles Bridges, Ritratto di Alexander Spotswood, 1736. Colonial Williamsburg, Governor's Palace.

Governatore della Virginia
Durata mandato18 febbraio 1710 –
3 aprile 1722
MonarcaAnna
Giorgio I (dal 1º agosto 1714)
PredecessoreRobert Hunter
SuccessoreHugh Drysdale

Mastro generale delle poste dell'America britannica
Durata mandato17301739
MonarcaGiorgio II
PredecessoreJohn Lloyd
SuccessoreHead Lynch

Dati generali
FirmaFirma di Adalhard/Sandbox
Adalhard/Sandbox
Alexander Spotswood in un'illustrazione del 5º volume della Appletons' Cyclopædia of American Biography
NascitaTangeri, 12 dicembre 1676
MorteAnnapolis, 7 giugno 1740
Luogo di sepolturaTemple Farm, Yorktown (?)
Dati militari
Paese servito Impero britannico
Forza armataBritish Armed Forces
ArmaBritish Army
Anni di servizio1693-1709
1739-1740
GradoMaggior generale
Feriteferita al petto riportata nella battaglia di Blenheim
ComandantiJohn Churchill
GuerreGuerra di successione spagnola
Guerra anglo-spagnola
BattaglieBattaglia di Blenheim
Battaglia di Oudenaarde
Altre carichepolitico, esploratore
fonti citate nel corpo del testo
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Alexander Spotswood (Tangeri, 12 dicembre 1676Annapolis, 7 giugno 1740) è stato un politico, militare ed esploratore britannico, annoverato tra le figure storiche più significative della fase coloniale britannica in America settentrionale.

Dopo una brillante ma insoddisfacente carriera militare, nel 1710 ottenne il governo coloniale della Virginia, che mantenne per dodici anni durante i quali si impegnò nell'esplorazione dei territori oltre il confine occidentale, di cui per primo intravide le potenzialità economiche: organizzò e guidò, nel 1716, la cosiddetta Spedizione oltramontana, con cui sancì il dominio della Corona sulle terre comprese tra i monti Blue Ridge e la valle dello Shenandoah, compiendo un passo determinante per il futuro espansionismo britannico verso ovest. L'operato di Spotswood da governatore mirò inoltre alla difesa dei mari dalla pirateria, con la lunga caccia al celebre pirata Barbanera, che fu ucciso nel 1718; allo sviluppo economico della colonia, con la fondazione degli insediamenti metallurgici di Germanna; all'introduzione del principio giuridico dell'habeas corpus, e alla regolamentazione delle relazioni commerciali con i nativi americani e dell'esportazione di tabacco. Il suo mandato fu caratterizzato da una conflittualità crescente con il ceto politico virginiano, che culminò con la sua rimozione dall'incarico.

Anni più tardi, tra il 1730 e il 1739, Spotswood fu mastro generale delle poste per l'America britannica, e insieme al giovane amico Benjamin Franklin estese la rete postale a nord di Williamsburg migliorandone l'efficienza.

Allo scoppio della guerra anglo-spagnola del 1739, Spotswood fu richiamato sotto le armi e, promosso maggior generale, ottenne il comando delle truppe coloniali di stanza in America, con l'incarico di preparare un'azione militare contro la roccaforte spagnola di Cartagena de Indias; ma, mentre si trovava ad Annapolis per consultarsi con i governatori locali, morì improvvisamente, il 7 giugno 1740.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Origini e giovinezza[modifica | modifica wikitesto]

Alexander Spotswood nacque a Tangeri, sulla sponda africana dello stretto di Gibilterra, nel 1676; al tempo la città, posta sotto occupazione inglese, ospitava un governatore locale e una guarnigione, presso la quale suo padre Robert esercitava la professione di chirurgo.[1] Questi era stato in precedenza assistente del chirurgo George Elliott e, alla sua morte, ne aveva preso il posto e sposata la vedova Catharine Maxwell, che gli diede un unico figlio, Alexander.[2] Entrambi i genitori avevano origini scozzesi e il padre, pur caduto in rovina, vantava una discendenza illustre: la sua famiglia, di antico lignaggio baronale e dotata di grande prestigio fino all'epoca della rivoluzione inglese, aveva dato i natali a personaggi quali l'arcivescovo John Spottiswoode.[3]

Nel 1683, sotto la pressione delle truppe del sultano berbero Mulay Isma'il, la città di Tangeri fu evacuata e la famiglia di Spotswood tornò in Inghilterra, dove il padre morì nel 1688. Nel maggio del 1693, all'età di sedici anni, Spotswood si arruolò nell'English Army, l'esercito del regno d'Inghilterra, con il grado di alfiere. Servì prima in Irlanda e poi nelle Fiandre. Con gli anni, distinguendosi per abilità, coraggio e intelligenza, scalò la gerarchia militare fino a ottenere la promozione a tenente colonnello nel 1703.[1]

Prima esperienza militare[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1701 scoppiò la guerra di successione spagnola, che vide contrapporsi le principali potenze europee per il decennio a venire. John Churchill, I duca di Marlborough, comandava l'armata inglese stanziata nell'Europa centrale, di cui Spotswood ricopriva l'incarico di vice quartiermastro generale. Per tre anni, le truppe rimasero acquartierate lungo il fiume Reno, a protezione dei Paesi Bassi; nel 1704, l'esercito di Marlborough discese in Baviera, cogliendo di sorpresa le forze nemiche franco-bavaresi. Il 13 agosto ebbe luogo la battaglia di Blenheim, che si risolse in una importante vittoria inglese. Durante lo scontro, Spotswood fu gravemente ferito al petto da un pesante colpo di artiglieria; medicato sul campo, fu poi mandato a riposo a Londra. Sopravvisse, e conservò la palla di cannone, che usava mostrare ai suoi amici e ospiti.[1][4]

Ritornò nelle Fiandre quasi due anni dopo. L'11 luglio 1708 combatté nella battaglia di Oudenaarde, nei Paesi Bassi, dove il suo cavallo fu ucciso ed egli cadde prigioniero in mano francese. Ma il duca di Marlborough, ancora una volta vittorioso, riuscì a farlo liberare negoziando personalmente coi nemici, e Spotswood tornò ai suoi compiti di quartiermastro e alla supervisione dell'approvvigionamento di grano. Andava però intanto crescendo in lui la delusione per l'arenamento della sua carriera militare: nonostante i rapporti di fiducia con i superiori, era ancora fermo al grado di tenente colonnello, e le sue ambizioni, alimentate dalle molte promesse di promozione poi mai mantenute, erano ormai disingannate.[1] Nel settembre del 1709, così, dopo aver passato metà della sua vita nell'esercito, si congedò e fece ritorno a Londra.[4]

Governatore della Virginia[modifica | modifica wikitesto]

Durante la guerra, Spotswood aveva stretto amicizia, oltre che con il duca di Marlborough, anche con un altro dei suoi comandanti, George Hamilton, I conte di Orkney.[1] Questi ricopriva dal 1704 la carica di governatore della colonia della Virginia, ma viveva a Londra ed era sostituito sul suolo americano da delegati plenipotenziari, provvisti di un mandato nominale di vice governatore. Nel 1707 uno di questi delegati, Robert Hunter, era stato catturato per mare dai francesi e la colonia era rimasta così amministrata temporaneamente da un governo locale.[5] Su impulso dello stesso Hamilton e, probabilmente, per premura anche di Marlborough, il 18 febbraio 1710 la regina Anna nominò Spotswood vice governatore della Virginia. Il 3 aprile Spotswood partì alla volta delle Americhe dal porto di Spithead, nel sud dell'Inghilterra, a bordo della man-of-war HMS Deptford, in convoglio con altre navi britanniche per evitare assalti pirati.[6]

All'inizio del diciottesimo secolo, la Virginia era la più prospera e popolosa delle Tredici colonie. Gli abitanti ammontavano a circa 80 000 unità, inclusi 20 000 schiavi – la maggior parte dei quali provenienti dal golfo del Biafra – impiegati nelle vaste piantagioni di tabacco, al servizio di un potentato di latifondisti.[7] L'esportazione di tabacco era ancora tra le attività più lucrose, ma negli ultimi tempi, a causa della guerra contro i francesi e della conseguente chiusura delle rotte commerciali atlantiche, aveva perso floridezza, e la sovrapproduzione aveva causato un abbassamento dei prezzi. Inoltre, in quegli anni, considerati l'epoca d'oro della pirateria, le acque meridionali dell'America britannica erano infestate da pirati e corsari, che dal mar dei Caraibi risalivano la costa verso nord spingendosi all'altezza della Virginia, e compivano dannose scorrerie. I confini terrestri della colonia erano poi insidiati dal contegno aggressivo di numerose tribù native americane.[8]

Arrivo nella colonia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo dieci settimane di buona navigazione, il 20 giugno il convoglio approdò in Virginia, alla rada di Hampton Roads (all'epoca nota come Kecoughtan, con voce algonchina).[6] Tre giorni dopo, Spotswood giunse a Williamsburg, capitale della colonia, dove prestò giuramento al Campidoglio di recente costruzione.[9] I virginiani gli tributarono una accoglienza entusiastica, sia perché era il primo governatore presente sul territorio da quattro anni, sia perché portava con sé un decreto reale che riconosceva anche ai cittadini delle colonie il diritto dell'habeas corpus, garantito ai sudditi d'Inghilterra già dai tempi della Bill of Rights del 1689.[10]

Nei quattro anni precedenti, la colonia era stata retta dai dodici membri del Consiglio del governatore, nominati dal re, che – allo stesso modo dei cinquanta rappresentanti della camera bassa, la House of Burgesses, eletti dai loro pari – appartenevano al ceto dei grandi proprietari terrieri e miravano a istituire, de facto, un'oligarchia.[11] I loro interessi si scontravano spesso con quelli della Corona, e in una terra lontana erano generalmente i primi a prevalere.[12] Il 5 luglio, Spotswood ne ebbe un primo saggio. Prima del suo arrivo, una deliberazione approvata dal Consiglio del governatore aveva abolito l'applicazione dei canoni enfiteutici sul tabacco, stabilendo che il tabacco fosse venduto pubblicamente. Ora, visti i bassi ricavi, la Corona aveva stabilito che si ritornasse al vecchio metodo di commercio, ma il Consiglio del governatore, i cui membri controllavano la vendita pubblica del tabacco, rifiutò di recepire le nuove disposizioni. Spotswood accondiscese al parere del Consiglio. Questo fu il primo punto di contrasto manifesto tra le prescrizioni della Corona, di cui Spotswood fu, per gli anni a venire, fermo difensore, e le idee del patriziato locale.[13]

Il 26 ottobre dello stesso anno, ebbe inizio una lunga seduta riunita della House of Burgesses e del Consiglio del governatore – la prima dal 1706 –, nel corso della quale Spotswood elencò alcuni punti del programma che intendeva realizzare: rinforzare le difese militari della colonia; contenere le fughe degli schiavi dalle piantagioni; estendere il servizio postale; terminare, a Williamsburg, la costruzione del palazzo destinato a residenza del governatore. Secondo le indicazioni della Corona, inoltre, proponeva di ricostruire il College di William e Mary, andato distrutto da un incendio cinque anni prima, e di istituire una corte di oyer and terminer (una sorta di tribunale penale superiore) che si sarebbe dovuta riunire con cadenza semestrale.[14]

Minacce ai confini[modifica | modifica wikitesto]

Nel frattempo, un'altra questione premente risvegliò la sua vocazione militare. A protezione dei confini terrestri era schierata una milizia coloniale di circa 15 000 uomini, la maggior parte dei quali erano braccianti di condizione servile, male armati e agli ordini di comandanti inesperti.[12] Già dal suo arrivo in Virginia, Spotswood, preoccupato dalla vulnerabilità della colonia, si era riproposto di riorganizzare e rafforzare la milizia, rendendola un corpo adeguato alla difesa della colonia.[15] Durante l'estate del 1711, supervisionò personalmente l'installazione di una serie di cannoni nei porti tra Yorktown e Jamestown, atti a scongiurare una possibile invasione navale francese.[16]

Nel settembre del 1711, i Tuscarora, una nazione indiana i cui territori si estendevano dalla Virginia fino al cuore della Carolina del Nord,[17] si ribellarono ai britannici, con motivazioni di ordine commerciale e di tutela dei propri confini, e, in una serie di attacchi a insediamenti e piantagioni al confine tra la Carolina e la Virginia, uccisero centinaia di coloni.[18] Era l'inizio della cosiddetta guerra Tuscarora, e Spotswood, conscio che di guerra si trattava, visto il cattivo equipaggiamento della milizia, richiese in patria armi e munizioni, che non sarebbero però arrivate prima di alcuni mesi. Intenzionato a impedire che altre tribù si unissero alla rivolta dei Tuscarora, si diresse verso sud con i 15 000 uomini della milizia e si fermò sulla sponda del fiume Nottoway. Le tribù locali si dimostrarono ben disposte verso i britannici, e offrirono loro un aiuto militare contro i Tuscarora. A garanzia dei patti, Spotswood chiese che ogni tribù consegnasse come ostaggi due tra i giovani figli dei capi tribù, affinché fossero istruiti a Williamsburg nel College di William e Mary. L'obiettivo era duplice: dare loro un'educazione cristiana, perché potessero poi tornare come missionari nelle proprie tribù – nel quadro di una più ampia opera di civilizzazione degli indiani –, e contemporaneamente garantirsi per un certo periodo l'amicizia delle tribù coinvolte.[19]

All'inizio di dicembre giunsero a Williamsburg gli ostaggi di numerose tribù. La House of Burgesses, però, si mostrò insoddisfatta di questa risoluzione, prediligendo un'azione militare diretta contro gli indiani. Spotswood obiettò che un'operazione sul campo non era sostenibile, e che le sue iniziative erano, al momento, « un modo più sobrio di condurre la guerra ». Un importo di 20 000 sterline fu comunque stanziato per intraprendere la guerra contro i Tuscarora, e le discussioni si protrassero fino a Natale, quando Spotswood sciolse l'assemblea.[20] Tra l'estate e l'autunno dell'anno successivo, alcuni dei capi Tuscarora ribelli furono catturati e trasferiti in Carolina del Nord per essere sottoposti a giudizio.[21]

Contrasti con la House of Burgesses[modifica | modifica wikitesto]

Nell'aprile del 1713, ebbe termine la guerra di successione spagnola, con una vittoria britannica che comportò la riapertura delle rotte commerciali atlantiche e l'annessione di nuove colonie. L'economia della Virginia, e in particolare l'esportazione del tabacco, che negli ultimi anni aveva sofferto il conflitto, fu rivitalizzata.[22] Il tabacco, impiegato talvolta anche come mezzo di pagamento, era, all'epoca, venduto a peso; per aumentare le quantità e ottenere guadagni più alti, i commercianti aggiungevano spesso tabacco di qualità scadente a varietà pregiate, causando un abbassamento dei prezzi. Più volte i precedenti governi coloniali avevano tentato una regolamentazione, ma nulla era mai stato posto realmente in essere.[23]

Nel novembre del 1713, Spotswood presentò alla House of Burgesses il Tobacco Inspection Act, volto a porre un controllo al mercato del tabacco e un freno agli interessi dei grandi proprietari terrieri. La legge, sostenuta dal Consiglio del governatore, prevedeva che il tabacco fosse ispezionato prima di essere mandato in Europa. La riduzione della quantità delle esportazioni, con un conseguente aumento della qualità, avrebbe accresciuto, nell'intenzione di Spotswood, la domanda e il prezzo del tabacco.[24] Per mitigare la contrarietà della House of Burgesses, Spotswood nominò ispettori del tabacco alcuni dei rappresentanti favorevoli alla proposta, che fu finalmente approvata. La riforma, però, non diede, se non parzialmente, i frutti sperati: i prezzi non aumentarono subito, e la procedura di ispezione era invisa ai proprietari terrieri.[4][25]

Hans Hysing, Ritratto di William Byrd II, 1724. Richmond, Virginia Historical Society.

Un'altra iniziativa di Spotswood contribuì ad alienargli il favore dell'élite virginiana. Nel dicembre del 1714, fece approvare lo Indian Trade Act. Ogni attività commerciale con gli indiani a sud del fiume James fu affidata in monopolio alla Virginia Indian Company, una società costituita con lo stanziamento di 10 000 sterline.[26] Questa misura mirava a contrastare il commercio illegale che aveva luogo lungo la frontiera e che, secondo Spotswood, era tra le concause dell'irrequietezza degli indiani, ma danneggiava contemporaneamente gli interessi di chi commerciava privatamente con le tribù.[27] William Byrd II, membro influente del Consiglio del governatore, che desiderava per sé il posto di Spotswood, controllava gran parte del commercio con gli indiani, in particolare i Cherokee, cui vendeva stoffe e armi. Poco dopo l'approvazione della legge, Byrd partì per l'Inghilterra per affari personali, ma certamente anche con l'intenzione di screditare Spotswood presso i vari rami dell'amministrazione reale.[28][29]

I contrasti tra Spotswood e i membri della House of Burgesses andarono acuendosi fino a degenerare nel 1715. Tra agosto e settembre, si svolse un'assemblea durante la quale i rappresentanti, anziché concentrarsi, come Spotswood desiderava, sui problemi difensivi della colonia, contestarono lo Indian Trade Act e il Tobacco Inspection Act. Il malcontento generato da quest'ultima legge tra i proprietari terrieri e i mercanti aveva giocato un ruolo fondamentale nelle ultime elezioni della House of Burgesses: quasi tutti i rappresentanti che la avevano sostenuta, avevano perso il loro seggio, e i nuovi eletti le erano in larga parte contrari.[4] Le scarse piogge dell'anno precedente avevano fornito a chi commerciava in tabacco il pretesto per giustificare la richiesta di poter vendere tutta la produzione, indipendentemente dalla sua qualità, e, quindi, la contrarietà al Tobacco Inspection Act.[30]

Dopo cinque settimane, Spotswood, irritato da discussioni che egli riteneva una perdita di tempo – a maggior ragione ora, in un periodo in cui alcune tribù indiane si muovevano ostilmente al confine, mettendo a rischio l'applicazione dello Indian Trade Act[31] mise fine ai dibattiti e sciolse l'assemblea.[32] Non tanto lo scioglimento dell'assemblea, quanto le parole pronunciate da Spotswood contro la House of Burgesses (rimase celebre la definizione di « un coacervo di rappresentanti che Dio non ha, generalmente, dotato dei requisiti necessari a dei legislatori »)[4] acuirono l'ostilità dei rappresentanti nei confronti del governatore.[33] All'inizio del 1716, una lettera anonima inviata dalla Virginia al Board of Trade di Londra denunciava, con toni ancora più forti di quelli di altre lettere anonime precedenti,[34] presunte violazioni della legge da parte di Spotswood, tacciandolo inoltre di avidità e tirannia.[35]

Prime esplorazioni della frontiera occidentale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Fort Christanna e Germanna.

Nonostante i contrasti con la House of Burgesses, durante gli anni centrali del suo governo Spotswood si concentrò prevalentemente nell'esplorazione della frontiera occidentale, oltre le propaggini del Piedmont.[36] Il clima della frontiera, in seguito alla guerra Tuscarora, si era fatto nuovamente teso, ma, dopo cento anni tra guerra e pace, i britannici e gli indiani avevano capito che, non potendo prevalere definitivamente gli uni sugli altri, dovevano convivere.[37] Per fronteggiare la minaccia indiana, Spotswood, fin dal suo arrivo in Virginia, aveva inviato ranger a pattugliare la frontiera, e alcuni esploratori alla ricerca di un passaggio agevole attraverso i monti Blue Ridge.[38] Nella primavera del 1714, si recò personalmente in esplorazione lungo l'alto corso dei fiumi York e Mattaponi.[39] Queste ricerche erano dovute all'osservazione di una precisa situazione strategica: i francesi stavano ormai da tempo cercando di stabilire un collegamento tra le loro colonie in Canada e i forti lungo il Mississippi, e un loro successo – che Spotswood riteneva imminente – avrebbe presto tagliato fuori i britannici, stanziati lungo la costa in prossimità della foce del fiume James, dall'interno della regione.[40]

Il fortino e le abitazioni del primo insediamento di Germanna

Nell'estate del 1714, con i confini sufficientemente sicuri, Spotswood passò all'azione, fondando due insediamenti nella foresta, oltre il confine del Tidewater che per un secolo aveva contenuto l'espansione britannica.[41] Il primo, Fort Christanna, sorgeva sulla sponda meridionale del fiume Meherrin, nei pressi del confine con la Carolina del Nord.[39] Nato come quartier generale della Virginia Indian Company, la società creata con lo Indian Trade Act, ospitava una scuola volta all'educazione degli indiani alla religione cristiana.[42] Gli obiettivi di Spotswood, oltre a quelli di immediata utilità strategica già perseguiti ai tempi della guerra Tuscarora, erano ambiziosi: rendere gli indiani, tradizionalmente seminomadi, popolazioni stanziali.[39]

Il secondo insediamento fatto edificare da Spotswood fu Germanna, in un'ansa del fiume Rapidan, a nord. Alcuni profughi del Palatinato,[27] giunti in America nel 1709 su concessione della regina Anna, a causa della distruzione delle loro terre durante la guerra di successione spagnola,[43] si erano stabiliti nella regione, dove avevano scoperto giacimenti di argento e di ferro. Inizialmente si stabilirono a Germanna nove famiglie di tedeschi protestanti, al lavoro nei locali forni fusori.[44]

Nell'ottobre del 1714, giunse la notizia che la regina Anna era morta all'inizio di agosto.[26] Durante la seguente assemblea della House of Burgesses, Spotswood proclamò il nuovo sovrano, Giorgio I di Gran Bretagna. Poi rivendicò i risultati ottenuti durante l'estate: la frontiera era sicura, l'economia era in miglioramento e i costi difensivi erano stati ridotti, grazie alla fondazione di Fort Christanna, che permetteva di controllare gli indiani, focalizzando i loro interessi commerciali in una sola zona, e di Germanna, dove l'estrazione mineraria era già lucrosa.[45]

Spedizione oltramontana[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Spedizione oltramontana.
Incisione raffigurante Spotswood e i compagni sul crinale dei monti Blue Ridge

Nel 1716 maturarono i frutti delle ricognizioni esplorative nell'ovest. Il 12 giugno, Spotswood riferì al Consiglio del governatore che alcuni ranger avevano trovato un passaggio attraverso le montagne, e si offrì di guidare personalmente una spedizione oltre il Piedmont, in regioni allora sconosciute. Il Consiglio approvò la proposta, considerandone le potenzialità commerciali e strategiche.[46]

Spotswood partì da Williamsburg il 20 agosto 1716, con pochi uomini, diretto a Germanna, dove era stato fissato il punto di ritrovo. Qui il corpo di spedizione si costituì, e il 29 agosto partirono alla volta delle montagne sessantatré uomini, tra influenti coloni, servitori, ranger e guide native, con molti cavalli e cani.[47] La compagnia risalì il corso del fiume Rapidan, cacciando animali e bevendo in onore del re, attraverso una fitta boscaglia venata di corsi d'acqua. Durante la marcia, alcuni uomini contrassero il morbillo, e furono lasciati un un ospedale da campo allestito sul momento, presidiato da ranger. Il resto del gruppo proseguì, tra le minacce di orsi e serpenti a sonagli, fino a raggiungere, il 5 settembre, la sorgente del fiume Rapidan, sui monti Blue Ridge.[48]

Varcarono le montagne passando attraverso una gola chiamata Swift Run Gap (a un'altitudine di 720 m), delimitata da due picchi montuosi. Spotswood battezzò il più alto dei due Mount George, in onore del re, e i suoi compagni chiamarono l'altro Mount Alexander in suo onore.[49] Dal crinale cominciarono poi a discendere verso la valle dello Shenandoah, i primi occidentali a posarvi lo sguardo e il piede.[50] Attraversando boschi e prati popolati di bisonti e alci, raggiunsero, dopo una decina di chilometri, il fondo della valle e il corso del fiume Shenandoah, che fu ribattezzato Euphrates.[51] Qui furono sparati colpi di fucile in onore del sovrano e fu tenuto un grande brindisi.[52] Spotswood incise il nome del re su una roccia e, in una bottiglia di vino vuotata, inserì una carta contenente la rivendicazione territoriale britannica sul fiume e sul territorio che esso bagnava; la bottiglia fu sepolta sulla sponda del fiume.[53][54]

Il 7 settembre, la compagnia ripartì verso Germanna, e dopo dieci giorni fece ritorno a Williamsburg. L'inverno seguente, Spotswood donò a ciascun membro della spedizione un ferro di cavallo d'oro in miniatura, che recava un'incisione in lingua latina:

(LA)

«Sic juvat transcendere montes[55]»

(IT)

«Così, è bello valicare i monti!»

La spedizione fu da allora conosciuta anche come Knights of the golden horseshoe expedition (« spedizione dei cavalieri del ferro di cavallo d'oro »). Definita dallo storico Walter Havighurst, biografo di Spotswood, come « l'episodio più romantico della storia della Virginia »,[47] riveste un ruolo storico di primo piano non tanto per i risultati pratici effettivamente conseguiti, quanto per l'impulso e l'ispirazione che diede a chi si volle avventurare, in seguito, all'esplorazione dell'interno delle colonie americane.[56][57]

La Spedizione oltramontana di Spotswood ha lasciato tracce considerevoli anche nella letteratura americana. Pochi mesi dopo il ritorno della compagnia, un professore di umanistica al College di William e Mary, Arthur Blackamore, scrisse un breve poema in latino celebrante la spedizione, Expeditio ultramontana. L'originale latino, considerato tra i migliori esempi di poesia latina nell'America del XVIII secolo, è andato perduto, ma sopravvive integralmente la versione inglese che ne diede George Seagood nel 1729.[58] A più di un secolo di distanza, nel 1835, William Alexander Caruthers pubblicò un romanzo cavalleresco, intitolato The Knights of the Golden Horse-Shoe, che riprende, rielaborandola in parte, la storia della spedizione.[59][60] Anche nel Novecento, il poeta Gertrude Claytor trattò la Spedizione oltramontana, in una poesia commemorativa che fu incisa, nel 1934, in una placca bronzea posta nei pressi di Swift Run Gap.[61]

Opposizioni a Londra e a Williamsburg[modifica | modifica wikitesto]

Il successo della Spedizione oltramontana fu salutato con favore negli uffici amministrativi londinesi, ma proprio dalla capitale giunse, in meno di un anno, un duro colpo alla tranquillità del Spotswood.[62]

Charles Bridges, Ritratto di James Blair, 1735 circa. Williamsburg, College di William e Mary.

All'inizio dell'anno 1717, un nutrito gruppo di influenti mercanti di Londra scrisse una lettera al Board of Trade, nella quale si dichiarava che la legislazione promossa da Spotswood danneggiava gli interessi commerciali tanto della madrepatria, quanto della Virginia stessa. Secondo l'accusa dei mercanti, a causa della corruzione degli ispettori del tabacco da parte dei proprietari terrieri, la produzione di qualità più bassa non soltanto era ancora commercializzata – in contraddizione ai propositi del Tobacco Inspection Act –, ma aveva anzi preso il sopravvento sulle varietà pregiate. Il monopolio della Virginia Indian Company sul commercio con gli indiani, inoltre, sottraeva loro un mercato redditizio, e ciò, insieme alle gravose leggi sulle esportazioni, rendeva la loro professione poco lucrativa. I mercanti chiedevano, dunque, di abolire quelle leggi che essi ritenevano un ostacolo allo sviluppo del commercio. Il re pose così il suo veto sul Tobacco Inspection Act e sullo Indian Trade Act, e Spotswood fu costretto ad abrogarli. William Byrd, in una lettera dall'Inghilterra destinata a Philip Ludwell, un altro membro del Consiglio del governatore, scrisse di avere contribuito a fare abrogare le leggi e a indebolire la posizione e l'influenza del governatore.[63]

La House of Burgesses si dichiarò contraria a un finanziamento pubblico di Fort Christanna, che dovette quindi essere smantellato, nonostante Spotswood temesse che ciò avrebbe destabilizzato la frontiera, lasciando le tribù indiane locali prive di supporto britannico e soggette a provocazioni da parte delle tribù della Carolina. Questo fatto segnò la morte dello Indian Trade Act, ma non dei principi che esso cercava di perseguire, e che furono al centro della politica di Spotswood per gli anni a venire.[64] Quanto al Tobacco Inspection Act, invece, anni più tardi, nel 1730, le stesse misure furono riproposte con successo e non incontrarono opposizioni forti come quelle presenti.[65] Appare probabile che l'ostilità della House of Burgesses, più che dal sincero proposito di favorire il commercio, fosse dettata dal desiderio di contrastare l'operato del governatore, che da anni contendeva ai rappresentanti il controllo effettivo della colonia.[66]

In questo periodo, oltre a William Byrd in missione a Londra, altri membri del Consiglio del governatore assunsero posizioni apertamente contrarie a Spotswood. Il loro esponente più determinato era il reverendo James Blair, delegato del vescovo di Londra e presidente del College di William e Mary, uno degli uomini più potenti della colonia, che aveva già fatto destituire, in passato, i governatori Andros e Nicholson.[67] Il motivo dell'opposizione si inseriva ancora una volta nel contesto della resistenza all'affermazione, da parte di Spotswood, delle prerogative reali: mentre Spotswood reclamava per la figura del governatore il diritto di nominare i giudici nei processi penali (in commissioni chiamate oyer and terminer), i membri del Consiglio sostenevano di essere gli unici legittimati a farlo.[68] Ad ogni modo, la volontà popolare sposava la volontà del governatore, il quale riscuoteva popolarità soprattutto presso la classe degli yeomen, i piccoli proprietari terrieri. Nonostante le macchinazioni di Byrd a Londra e l'abrogazione delle sue leggi, inoltre, Spotswood ancora godeva della protezione dei ministri del re e dei membri del Board of Trade.[69]

I pirati e gli indiani[modifica | modifica wikitesto]

In una lettera inviata nell'agosto del 1717 al segretario di Stato Joseph Addison, Spotswood riferì che le uniche fonti di preoccupazione che permanevano a turbare la tranquillità della colonia erano la pirateria e la bellicosità degli indiani.[70] Soltanto pochi mesi prima, numerose bande armate di Seneca si erano mosse da New York verso la frontiera della Virginia, dove si erano date a scorrerie e rapine.[71]

Nel marzo del 1717, alcuni capi della tribù dei Catawba si erano recati a Fort Christanna per discutere un trattato commerciale con i britannici, e Spotswood, che da tempo attendeva la buona disposizione degli indiani, li aveva raggiunti. Nei giorni dell'incontro si consumò un episodio che rischiò di compromettere le trattative. Una notte, alcuni indiani Seneca o Mohawk – nemici dei Catawba – penetrarono nel forte, dove si trovava il governatore, e uccisero alcuni membri della delegazione, che erano disarmati, secondo quanto imposto loro da Spotswood; altri furono rapiti. Inizialmente, i Catawba accusarono i britannici di averli traditi e fecero per andarsene, ma Spotswood, che rischiava di vedere minati i suoi progetti di rendere sicura la frontiera, mandò un contingente a recuperare i prigionieri, ribadì l'amicizia verso gli indiani e promise che avrebbe garantito loro maggior protezione. Alla fine, i Catawba accettarono di commerciare a Fort Christanna e di lasciarvi alcuni dei loro bambini a studiare, e la situazione della frontiera parve temporaneamente migliorare.[70][72]

Jean Leon Gerome Ferris, La cattura del pirata Barbanera, 1920.

L'altra minaccia incombente era costituita dai pirati, che assaltavano porti e rapinavano navi, arrecando forti danni al commercio. Il più celebre e temuto tra loro, Edward Teach, passato alla storia come Barbanera, era recentemente tornato a solcare i mari, dopo aver ricevuto l'amnistia da parte del re ed essersi in seguito arreso al governatore della Carolina del Nord, Charles Eden, che fu probabilmente colluso con lui.[73] Quando Barbanera, nel maggio del 1718, assaltò un convoglio di navi di fronte al porto di Charleston, facendo bottino e prigionieri, gli abitanti della Carolina chiesero aiuto alla confinante Virginia.[34] Sebbene non avesse un mandato specifico da parte del re – necessario per arrestare e processare i pirati –, Spotswood decise di intervenire, diffidando delle possibilità della Carolina di fronteggiare il problema.[74] Fece subito arrestare, sospettando che avesse ancora contatti con Barbanera, l'ex quartiermastro della Queen Anne's Revenge, William Howard, che si era apparentemente ritirato dalla pirateria e viveva sul suolo della Virginia. Da Howard, poi graziato, ebbe l'informazione che Barbanera si trovava con pochi uomini in uno dei suoi rifugi abituali, l'insenatura di Ocracoke.[75]

Ocracoke si trovava nella Carolina del Nord, fuori dalla sua giurisdizione, ma Spotswood era ormai determinato a catturare il pirata il più in fretta possibile, vivo o morto, anche violando la sovranità di un'altra colonia.[76] Così, senza attendere l'autorizzazione della House of Burgesses, inviò contro Barbanera due navi da guerra al comando del tenente di marina Robert Maynard. Il 22 novembre 1718, dopo cinque giorni di ricerche, i pirati furono colti di sorpresa. Maynard, a bordo della HMS Pearl, assalì la nave di Barbanera, che fu ucciso durante un combattimento breve e sanguinoso. Caddero con lui nove dei suoi uomini, e Maynard perse una decina dei suoi.[77] Due giorni dopo, Maynard tornò a Jamestown con quindici prigionieri, che furono poi impiccati, e la testa mozzata di Barbanera infissa sulla punta dell'albero di bompresso.[78]

Politica interna: verso una tregua[modifica | modifica wikitesto]

L'apparente quiete dei confini fece da sfondo a nuovi dissidi interni alla colonia. Spotswood dovette presto fronteggiare aspre critiche alle sue mosse contro i pirati da parte della House of Burgesses. Quando sorse tra Spotswood e il governatore Eden una controversia circa la legalità dell'arresto e dell'uccisione di Barbanera e della sua ciurma – trovandosi questi sotto la giurisdizione della Carolina del Nord –, alcuni membri della House of Burgesses pubblicarono un pamphlet in cui denunciavano polemicamente le illegalità commesse da Spotswood, e in particolare la mancata consultazione preventiva con Eden. Appare probabile che Spotswood fosse in realtà conscio della debolezza politica di Eden e della sua compromissione con i pirati, e abbia volontariamente omesso di cercarne la collaborazione.[79]

Anche i rapporti con il Consiglio del governatore giunsero intanto a un punto critico. Nei primi mesi del 1719, risoltasi la controversia sui pirati con un nulla di fatto, nacque una dura disputa sui poteri di alcuni organi della Chiesa.[80] Una prima fazione, guidata da James Blair e da altri membri del Consiglio, era favorevole alla legge allora in vigore, che prevedeva che i pastori, in ogni parrocchia, fossero nominati direttamente da un'assemblea parrocchiale, senza l'approvazione del governatore. Questa condizione, che rendeva la posizione dei singoli pastori incerta e dipendente dagli umori delle assemblee parrocchiali, spinse gran parte del clero virginiano ad appoggiare Spotswood e il suo proposito di modificare la legge per assegnare la nomina dei pastori al governatore, in qualità di rappresentante del re.[81] Entrambe le parti si rivolsero al vescovo di Londra, accusandosi reciprocamente di interferenze e di abuso di potere.[82] Il vescovo di Londra, allora, indisse un'assemblea di tutti gli ecclesiastici della Virginia, che si riunirono in aprile a Williamsburg, nel College di William e Mary, alla presenza di Blair e Spotswood.[83] Ma le discussioni finirono per arenarsi, lasciando la situazione inalterata e dando così la vittoria a Blair.[84]

La crescente avversione del Consiglio si era già manifestata l'anno precedente, e Spotswood, non riuscendo più a controllarlo, aveva provato a cambiarne la composizione. Nel novembre del 1718, chiese al Board of Trade di rimuovere alcuni consiglieri a lui ostili, tra i quali Blair e Byrd, che si trovava ancora a Londra, e di sostituirli con uomini di sua fiducia.[85] Il Board of Trade non assecondò in pieno le richieste di Spotswood: soltanto due degli uomini da lui proposti ricevettero la carica e l'unico consigliere rimosso, Byrd – che tornò in Virginia all'inizio del 1720 –, fu quasi subito reintegrato.[86]

La facciata dell'edificio principale del Governor's Palace, a Williamsburg

Proprio il 1720 fu l'anno di un cambiamento: non potendosi liberare di loro, dunque, il governatore provò a riappacificarsi con i membri del Consiglio. In questo senso, Byrd, che ora, trovandosi in Virginia, poteva essere più facilmente controllato, divenne il punto di riferimento di Spotswood. I due si incontrarono al Campidoglio e si risolsero a collaborare. Il 29 aprile 1720, durante la successiva assemblea del Consiglio, il governatore e i consiglieri diedero ufficialità al proposito di lavorare in armonia per il tempo a venire.[87] In questo clima più disteso, Spotswood ottenne delle concessioni fondiarie nei pressi di Germanna e della frontiera occidentale, per un totale di circa 86 000 acri,[88] dove cominciò a costruire la sua residenza privata.[4] Le terre di Spotswood costituivano il nucleo della contea di Spotsylvania, che fu istituita nel 1720 in suo onore.[89]

Nel frattempo, ebbe termine la costruzione del palazzo del governatore e della Bruton Parish Church, a Williamsburg, opere che Spotswood contribuì personalmente a progettare. Il palazzo del governatore, in particolare, fu oggetto di critiche per lo sfarzo e i costi eccessivi, ma la sua architettura fu apprezzata, tanto da diventare un modello, nella sua epoca, per tutte le altre residenze di un certo prestigio.[90]

La tregua ufficializzata nel 1720, sebbene sinceramente voluta dalle parti, appare come un preludio all'affondo finale nei confronti di Spotswood: durante l'estate dell'anno successivo, Byrd e Blair partirono per l'Inghilterra, per sostenere, di nuovo e con più forza, le loro ragioni contrarie al governatore.[4][29][91]

Ultimi anni di governo[modifica | modifica wikitesto]

Mappa dei possedimenti coloniali britannici, spagnoli e francesi in America settentrionale, nell'anno 1720

Malgrado l'espansione sancita con la Spedizione oltramontana, Spotswood riteneva necessario che la Gran Bretagna si spingesse ulteriormente verso nord ovest, fino ai Grandi Laghi, per avvantaggiarsi strategicamente in vista di una imminente guerra contro i francesi. Aveva già fatto realizzare una mappa accurata dell'intera zona occidentale del bacino del fiume Mississippi, fino ad allora pressoché sconosciuta ai britannici, affinché servisse a definire un progetto di spedizione verso il lago Erie, dove Spotswood intendeva fondare un insediamento.[92] Nel febbraio del 1720, Spotswood propose di recarsi in missione segreta a Londra per esporre al governo queste idee e, inoltre, illustrare nel dettaglio come fosse possibile e necessario conquistare la Florida, attaccando gli spagnoli a St. Augustine, in modo da impedire alla flotta francese il passaggio dal golfo del Messico alle acque delle Tredici colonie.[93][94]

Nessuna missione segreta, però, ebbe luogo, e così Spotswood si concentrò, negli ultimi due anni di governo, sulla risoluzione della questione indiana. Al contrario della pirateria – che, dopo la morte di Barbanera, si avvivava verso un rapido declino –, i problemi causati dalla bellicosità degli indiani erano sempre più preoccupanti.[95] Il primo focolaio si trovava alla frontiera con il Maryland, ed era alimentato dall'ostilità tra le tribù locali e quelle della Virginia. Nell'autunno del 1720, alcune tribù provenienti dal Maryland attaccarono delle piantagioni nel Northern Neck, al che Spotswood, con il sostegno del governatore del Maryland, convocò un incontro con gli ambasciatori delle cinque tribù della Confederazione irochese, che erano in conflitto con gli indiani della Virginia.[96] Durante l'incontro, che avvenne a Williamsburg nell'ottobre del 1721, tre dei cinque ambasciatori morirono, forse avvelenati. Nonostante questo avvenimento, di cui gli irochesi sospettarono gli indiani della Virginia, fu stabilito un accordo che fissava il fiume Potomac come frontiera tra gli indiani della Virginia e gli irochesi: nessun indiano lo avrebbe sorpassato senza autorizzazione britannica.[97]

Incoraggiato dai risultati ottenuti, Spotswood cominciò a organizzare a un incontro generale con le tribù irochesi e i loro sachem (capi supremi), collaborando con i governatori del Maryland, della Pennsylvania e di New York.[97][98] Entro il giugno del 1722, i tempi furono maturi. Spotswood partì via nave dalla Virginia, accompagnato da un delegato del Consiglio del governatore e da uno della House of Burgesses, con numerosi doni per gli irochesi da parte degli indiani e del governo della colonia. Fece vela alla volta di New York e da qui, insieme al governatore della Pennsylvania, William Keith, e ad alcuni portavoce del governo di New York, partì via terra per la città di Albany, situata sulla sponda del fiume Hudson.[99]

In blu il confine della Virginia in seguito al trattato di Albany del 1722

La delegazione, che giunse ad Albany il 20 agosto, era la più rappresentativa che i britannici avessero mai formato nelle Tredici colonie, e il loro impegno dovette colpire gli indiani. In capo a pochi giorni, giunsero capi e guerrieri dei Mohicani, degli Oneida, dei Cayuga, degli Onondaga e dei Seneca – tutte le nazioni della Confederazione irochese – e poi i Powhatan e altre tribù della Virginia. Il 29 agosto ebbe inizio la conferenza e Spotswood tenne il discorso inaugurale, in cui auspicò la collaborazione tra britannici e indiani e ribadì l'estraneità delle tribù della Virginia alla morte dei tre ambasciatori irochesi a Williamsburg pochi mesi prima. Offrì in dono ai capitribù delle collane di perle, a rappresentare la buona volontà dei britannici. Poi chiese di confermare ufficialmente l'impegno preso l'anno precedente, ossia di porre fine alle scorribande nel Piedmont e di rispettare i confini naturali dei monti Blue Ridge e del fiume Potomac. La risposta degli indiani richiese circa dieci giorni, poi l'accordo – che era il principale obiettivo di Spotswood – fu ratificato.[100][101]

Il 12 settembre fu sciolta la conferenza. Al congedo con i capi indiani, Spotswood fece un gesto di alto valore simbolico: staccò dal bavero della sua giacca una spilla d'oro a forma di ferro di cavallo in miniatura, una di quelle che aveva donato ai suoi compagni della Spedizione oltramontana e che usava indossare come portafortuna, e la regalò ai sachem irochesi, spiegando che avrebbero potuto avvalersene come lasciapassare per recarsi in missione a Williamsburg. Spotswood fece inoltre dono agli indiani, a titolo personale, di stoffe pregiate e attrezzi da lavoro. Poi ripartì via nave lungo il fiume Hudson, verso il mare.[102]

Rimozione dall'incarico[modifica | modifica wikitesto]

Quando arrivò a Williamsburgh, Spotswood apprese che, malgrado l'appoggio popolare di cui godeva, il re aveva deciso di revocargli l'incarico di governatore.[103] Il 25 settembre, mentre Spotswood era di ritorno, avevano raggiunto il Nuovo Mondo, sulla stessa nave, James Blair, dopo un anno di assenza, e il nuovo governatore, Hugh Drysdale, un irlandese. La commissione di Drysdale, datata 3 aprile 1722, era stata letta il 27 settembre.[104]

I giudizi della storiografia sui motivi che portarono alla rimozione di Spotswood sono discordanti. Lo storico Walter Havighurst individuò come causa a monte il carattere di Spotswood, un carattere forte, brusco e talvolta autoritario, uso al costume tipicamente militare dell'obbedienza, che l'aristocrazia virginiana non era né abituata né disposta ad accettare.[105] Durante i dodici anni alla guida della Virginia, infatti, il governatore finì per entrare in contrasto con ciascuno dei poteri forti della colonia e con i suoi uomini più influenti, dai mercanti ai grandi latifondisti. Le cause della sua rimozione, che non sono esplicitate negli atti ufficiali del tempo, vanno ricercate, secondo Havighurst, in questo quadro. Un pretesto plausibile potrebbe essere la controversia sulla costituzione delle corti di oyer and terminer, o quella più recente sulla nomina dei pastori,[106] ma la politica complessiva adottata da Spotswood fu destinata inevitabilmente al contrasto con il ceto politico virginiano, espressione degli stessi latifondisti e mercanti di cui Spotswood cercava di arginare lo strapotere e l'ingerenza politica, segnatamente nelle persone di James Blair e di William Byrd, che avevano i mezzi, a livello di potere e di influenza, per abbattere un governatore.[107]

Discordanti furono anche le valutazioni dei contemporanei. Aspre critiche ad alcuni punti dell'operato di Spotswood si ritrovano negli scritti di James Blair e di William Byrd, dei quali si sono conservate le lettere. Elogi altrettanto forti, invece, sono riscontrabili nelle opere di Robert Beverley (The History and Present State of Virginia), che fu uno dei primi storici nativi della Virginia, nonché compagno di Spotswood nella Spedizione oltramontana. Un altro alleato politico di Spotswood, Hugh Jones, professore del College di William e Mary, ebbe a scrivere nel 1724, in The Present State of Virginia, che la Virginia si era civilizzata più nei dodici anni di governo di Spotswood, che nei cent'anni precedenti.[108]

La storiografia moderna tende a dare un giudizio generalmente positivo dell'amministrazione di Spotswood, valutando il personaggio come brillante e significativo, una guida forte in un periodo di crescita economica e di sviluppo culturale.[4][109] Lo storico John Fiske, alla fine dell'Ottocento, descrisse Spotswood come uno dei migliori e più abili governatori del periodo coloniale britannico in America, lodandolo in particolare per la fondazione dei forni fusori di Germanna e per l'intraprendenza della Spedizione oltramontana.[110] Della stessa opinione fu anche lo storico Virginius Dabney, secondo il quale Spotswood fu il più illustre tra i governatori della Virginia nel periodo coloniale.[111]

Tra la Virginia e l'Inghilterra[modifica | modifica wikitesto]

Conclusasi l'esperienza di governo, Spotswood si trasferì nella sua residenza privata lungo il fiume Rappahannock, nei pressi di Germanna, dove si dedicò all'amministrazione dei suoi ampi possedimenti e all'attività metallurgica. Parte della produzione di ghisa e di ferro era esportata in Inghilterra, parte era destinata al mercato locale. Per le attività di estrazione mineraria e di coltivazione dei campi, Spotswood si avvalse dapprima dei profughi palatini che aveva fatto stabilire a Germanna quasi dieci anni prima, e poi, allo scadere del contratto che li legava a lui, di schiavi provenienti dall'Africa. Le attività di Spotswood includevano, inoltre, l'allevamento di bestiame, la produzione di rifornimenti navali, di pece, di catrame e di trementina.[89]

L'essersi procurato grandi appezzamenti di terreno nel corso del mandato di governatore, però, gli provocò la circolazione di accuse di accaparramento della terra (in inglese, land grabbing). Pertanto, intendendo stabilire un accordo vantaggioso con il governo, a Londra, sull'entità delle tasse da pagare e volendo, allo stesso tempo, consolidare i suoi diritti di possesso della terra, nel 1724 Spotswood partì per l'Inghilterra. Il soggiorno, prolungato da alcune complicazioni, tra cui l'accertamento dell'estensione dei terreni e la quantificazione delle imposte da versare, durò per cinque anni.[112]

Fino ad allora, all'età di quarantotto anni, Spotswood era rimasto celibe, in attesa di poter sposare una donna di elevata condizione sociale. Ora, finalmente nella capitale, poco dopo il suo arrivo, Spotswood sposò Anne Butler Brayne, figlia di un esquire londinese e figlioccia di James Butler, II duca di Ormonde. Ebbero quattro figli, due maschi e due femmine.[113]

Ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Ottenuta una tassazione favorevole, nel febbraio del 1729 Spotswood attraversò per la quarta e ultima volta l'Atlantico, con la moglie e i figli. Durante la sua assenza, la produzione metallurgica era decresciuta e alcuni schiavi erano fuggiti, ma ciò non aveva intaccato le attività nel loro complesso,[114] anzi la prolungata attività delle fornaci ne fece il primo sito stabile di questo tipo in tutto il Nordamerica.[115]

Joseph Duplessis, Ritratto di Benjamin Franklin, 1778. Londra, National Portrait Gallery.

Da privato cittadino, Spotswood finanziò la costruzione di una chiesa a Germanna e cominciò a edificare un'altra residenza privata nella foresta di sua proprietà, lungo il corso del fiume Rappahannock. I lavori terminarono nel 1732. La struttura, andata poi distrutta negli anni 1750, aveva un parco e un viale di ciliegi, ed era più grande del palazzo del governatore di Williamsburg. In questo periodo, Spotswood si riappacificò con William Byrd, che gli fece fine poco dopo la fine dei lavori e scrisse una descrizione dettagliata della residenza (definita da lui un «castello incantato»)[116] e dello stile di vita solitario e misurato del suo proprietario.[117][118]

Durante questo periodo, Spotswood acquisì un'altra proprietà nei pressi di Yorktown, chiamata Temple Farm. Pochi decenni più tardi, la casa, nota come Moore House, dal cognome del genero di Spotswood che la ereditò, fece da sfondo a un episodio cruciale della rivoluzione americana, quando, nel 1781, il generale Charles Cornwallis firmò la definitiva resa britannica.[119]

Durante gli ultimi anni della sua vita, Spotswood si tenne lontano dalla frenesia della vita politica. Al tempo della visita di Byrd, alcuni ministri, a Londra, gli proposero – come testimonia Byrd – la carica di governatore della Giamaica, senza che Spotswood la accettasse. Rivestì, invece, una carica più defilata, ma che gli permise di riprendere alcuni progetti elaborati durante gli anni da governatore: nel 1730 fu nominato mastro generale delle poste delle Tredici colonie e delle Indie occidentali, con un mandato decennale.[120]

Al tempo, il sistema postale copriva soltanto la fascia costiera estesa dal New England alla Pennsylvania, fino a Filadelfia. La Virginia, tagliata fuori dalle tratte dei corrieri, riceveva la posta ogni quindici giorni.[121] Nel 1732, Spotswood estese il sistema postale fino a Williamsburg, dove la posta prese ad arrivare con cadenza settimanale.[122] Spotswood intraprese anche una collaborazione con il giovane editore Benjamin Franklin, con cui sviluppò anche un'amicizia personale, nominandolo, nel 1737, direttore delle poste della sua città, Filadelfia.[123][124]

Guerra anglo-spagnola e morte[modifica | modifica wikitesto]

Nell'ottobre del 1739, la Gran Bretagna dichiarò guerra alla Spagna, a causa dei continui attacchi alla marina mercantile inglese da parte di navi militari spagnole. Il conflitto sarebbe passato alla storia come guerra dell'orecchio di Jenkins, dal nome di un capitano inglese cui fu mozzato un orecchio dagli spagnoli. Spotswood, che non aveva perso interesse per le vicende militari, propose al comando generale di Londra di reclutare personalmente un reggimento di volontari da impiegare in Sudamerica e, ottenuta l'approvazione, fu designato maggior generale e quartiermastro delle truppe di stanza in America, coronando con una promozione la sua carriera militare. Ricevette l'incarico di organizzare e guidare una spedizione militare contro la roccaforte spagnola di Cartagena de Indias, nell'attuale Colombia.[125]

All'inizio del maggio successivo, Spotswood si recò ad Annapolis, nel Maryland, dal cui porto era prevista la partenza della spedizione, in attesa dell'arrivo delle sue truppe. Qui, però, cadde malato; la morte sopraggiunse rapidamente, il 7 giugno 1740, all'età di sessantaquattro anni. La spedizione a Cartagena fu posticipata di un anno, quando la città posta sotto un assedio che segnò una disfatta per i britannici.[4][126]

La salma di Spotswood fu probabilmente inumata ad Annapolis, ma è possibile che sia stata riportata a casa, nella sua proprietà di Temple Farm, nei pressi di Yorktown, e sepolta vicino al corso del fiume York.[126][127][128] In ogni caso, il ricordo di Spotswood e, in particolare, del suo governo, rimase a lungo vivo a Williamsburg.[129]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Havighurst, p. 4.
  2. ^ Campbell, 1868, p. 12.
  3. ^ Campbell, 1868, pp. 3-12; Havighurst, p. 5.
  4. ^ a b c d e f g h i Shrock.
  5. ^ Havighurst, p. 1; Howison,  p. 413.
  6. ^ a b Germanna Research Group
  7. ^ (EN) Brendan Wolfe, Colonial Virginia, su Encyclopedia Virginia, 11 agosto 2017. URL consultato il 31 agosto 2018.
  8. ^ Havighurst,  p. 2.
  9. ^ Havighurst,  p. 11.
  10. ^ Brock,  p. ix; Fiske, p. 371.
  11. ^ Campbell, 1860, p. 391; Havighurst,  pp. 3, 21.
  12. ^ a b Havighurst,  p. 16.
  13. ^ Havighurst,  pp. 12-13.
  14. ^ Ford,  pp. 5-6; Havighurst,  p. 18.
  15. ^ Campbell, 1860,  p. 404; Havighurst,  p. 15.
  16. ^ Campbell, 1860,  p. 379; Havighurst,  pp. 25-26.
  17. ^ Havighurst,  p. 26.
  18. ^ Havighurst,  p. 27; Shefveland,  p. 93.
  19. ^ Havighurst,  pp. 28-29.
  20. ^ Havighurst,  pp. 30-31.
  21. ^ Havighurst,  pp. 32-33.
  22. ^ Havighurst,  p. 34.
  23. ^ Havighurst,  pp. 36-37.
  24. ^ Havighurst,  pp. 40-41.
  25. ^ Havighurst,  p. 42; Howison,  p. 415.
  26. ^ a b Havighurst,  p. 48.
  27. ^ a b Campbell, 1860,  p. 381.
  28. ^ Ford,  pp. 29-30; Havighurst,  p. 50.
  29. ^ a b (EN) Thomas L. Long e Martin H. Quit, William Byrd (1674–1744), su Encyclopedia Virginia, Virginia Foundation for the Humanities, 10 luglio 2018. URL consultato il 7 settembre 2018.
  30. ^ Havighurst,  p. 54.
  31. ^ Campbell, 1860,  p. 392.
  32. ^ Campbell, 1860,  pp. 393-394; Havighurst,  p. 55.
  33. ^ Campbell, 1860,  p. 395.
  34. ^ a b Campbell, 1860,  p. 396.
  35. ^ Havighurst,  p. 59.
  36. ^ Howison,  p. 416.
  37. ^ Havighurst,  p. 44; Shefveland,  p. 95.
  38. ^ Havighurst,  pp. 22, 45; Shefveland,  p. 94.
  39. ^ a b c Havighurst,  p. 46.
  40. ^ Fiske,  p. 387-388; Havighurst,  pp. 22-23.
  41. ^ Fiske,  p. 384.
  42. ^ Campbell, 1860,  p. 384.
  43. ^ Havighurst,  p. 27.
  44. ^ Havighurst,  p. 47.
  45. ^ Havighurst,  pp. 49-50.
  46. ^ Havighurst,  p. 68.
  47. ^ a b Havighurst,  p. 69.
  48. ^ Havighurst,  p. 70.
  49. ^ Secondo alcune fonti, il picco più basso non fu chiamato Mount Alexander, ma Mount Spotswood. Campbell, 1860,  p. 388.
  50. ^ Fiske,  p. 383.
  51. ^ Il nome Euphrates è poi scomparso dalla toponomastica a favore dell'originale nativo americano. Fiske,  p. 385.
  52. ^ Campbell, 1860,  p. 389.
  53. ^ Fiske,  p. 386; Havighurst,  p. 71.
  54. ^ (EN) Delma Carpenter, The Route Followed by Governor Spotswood in 1716 across the Blue Ridge Mountains, in Virginia Magazine of History and Biography, vol. 73, n. 4, Virginia Historical Society, ottobre 1965, pp. 405-412.
  55. ^ Alcune fonti riportano la forma jurat, che muta il significato in "Così, [egli] giura di valicare le montagne", ma questa lezione appare corrotta.
  56. ^ Campbell, 1860,  p. 389-390; Havighurst,  p. 72; Howison,  p. 418.
  57. ^ Roberto Almagià et al., Stati Uniti, in Enciclopedia Italiana, vol. 32, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936, p. 524. URL consultato il 27 agosto 2016.
    «Solamente nel 1716 il governatore della Virginia, Spotswood, pervenne a traversare le Blue Mountains e scoprì la grande valle del Shenandoah; da allora s'inizia quel movimento per il quale i cosiddetti backwoodsmen, sorta di posti avanzati, a poco a poco, acquistano, sia mediante operazioni di guerriglia contro gl'Indiani, sia mediante trattative pacifiche, nuovo terreno per la colonizzazione»
  58. ^ La traduzione inglese di Seagood è reperibile in: (EN) The William and Mary Quarterly, vol. 7, Williamsburg, 1894, pp. 30-37. URL consultato il 3 dicembre 2018.
  59. ^ Il testo di Caruthers è reperibile qui: (EN) The Knights of the Golden Horse-Shoe. URL consultato il 3 dicembre 2018.
  60. ^ Havighurst,  p. 72.
  61. ^ (EN) Ian Marshall, Story Line: Exploring the Literature of the Appalachian Trail, Charlottesville, University of Virginia Press, 1998, pp. 104-106, ISBN 9780813917979.
  62. ^ Howison,  p. 418.
  63. ^ Havighurst,  p. 75.
  64. ^ Havighurst,  p. 76.
  65. ^ Havighurst,  p. 42.
  66. ^ Havighurst,  p. 77.
  67. ^ Havighurst,  p. 8.
  68. ^ Campbell, 1860,  p. 398. Per una trattazione completa della controversia, si consulti la monografia di Ford, che contiene in appendice i relativi atti della House of Burgesses.
  69. ^ Havighurst,  p. 78.
  70. ^ a b Havighurst,  p. 74.
  71. ^ Havighurst,  p. 73.
  72. ^ Shefveland,  pp. 99-100.
  73. ^ Fiske,  p. 366-367.
  74. ^ Lee,  pp. 95, 99.
  75. ^ Lee,  p. 105.
  76. ^ Lee,  p. 127.
  77. ^ Havighurst,  p. 81; Lee,  pp. 123.
  78. ^ Campbell, 1860,  p. 397; Lee,  p. 124.
  79. ^ Lee,  pp. 130-131.
  80. ^ Havighurst,  p. 83.
  81. ^ Campbell, 1860,  p. 400.
  82. ^ Havighurst,  p. 85.
  83. ^ Havighurst,  p. 86.
  84. ^ Havighurst,  p. 87.
  85. ^ Havighurst,  p. 88.
  86. ^ Havighurst,  pp. 89-90.
  87. ^ Havighurst,  pp. 91-92.
  88. ^ Equivalenti a circa 350 km2.
  89. ^ a b Havighurst,  p. 107.
  90. ^ Havighurst,  p. 92.
  91. ^ Havighurst,  p. 105.
  92. ^ Havighurst,  p. 90.
  93. ^ Havighurst,  p. 91.
  94. ^ Lettera del 1º febbraio 1720 diretta al Board of Trade di Londra, in The Official Letters of Alexander Spotswood,  pp. 328-335.
  95. ^ Havighurst,  p. 97.
  96. ^ Havighurst,  p. 98.
  97. ^ a b Havighurst,  p. 99.
  98. ^ Shefveland,  p. 108.
  99. ^ Havighurst,  p. 100.
  100. ^ Il testo integrale del trattato è reperibile in: (EN) Edmund Bailey O'Callaghan (a cura di), Documents Relative to the Colonial History of the State of New York, vol. 5, Albany, Weed, Parsons, and Co., pp. 657-681. URL consultato il 23 settembre 2018.
  101. ^ Campbell, 1860,  p. 408; Havighurst,  pp. 101-102.
  102. ^ Havighurst,  p. 103.
  103. ^ Fiske,  p. 389; Howison,  p. 422.
  104. ^ Havighurst,  p. 103.
  105. ^ Havighurst,  p. 104; Howison,  p. 414.
  106. ^ Ford,  pp. 27-28.
  107. ^ Campbell, 1860,  pp. 403-404; Fiske,  p. 389.
  108. ^ Havighurst,  pp. 104-105.
  109. ^ Havighurst, p. vii.
  110. ^ Fiske,  pp. 303, 370-372.
  111. ^ (EN) Cathy Hershberger Miller, Alexander Spotswood, su e-WV: The West Virginia Encyclopedia, 5 settembre 2017. URL consultato il 19 novembre 2018.
  112. ^ Havighurst,  p. 109.
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  114. ^ Havighurst,  p. 108.
  115. ^ Campbell, 1860,  p. 405.
  116. ^ Byrd,  p. 132.
  117. ^ William Byrd, A Progress to the Mines, in The Westover Manuscripts, Petersburg, Edmund Ruffin, 1841, pp. 123-143. URL consultato il 3 dicembre 2018.
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  119. ^ Campbell, 1868,  p. 17.
  120. ^ Campbell, 1860,  p. 404; Havighurst,  p. 111.
  121. ^ Smith,  p. 268.
  122. ^ Campbell, 1860,  p. 422; Smith,  p. 269.
  123. ^ Smith,  p. 270.
  124. ^ (EN) Leo Lemay, The life of Benjamin Franklin, vol. 2, Filadelfia, University of Pennsylvania Press, 2006, p. 384, ISBN 9780812238556.
  125. ^ Havighurst,  p. 113.
  126. ^ a b Havighurst,  p. 114.
  127. ^ Campbell, 1860,  p. 407; Campbell, 1868,  p. 18.
  128. ^ L'ipotesi di una sepoltura a Yorktown, sebbene non supportata dalla presenza di una lapide, pare trovare riscontro nei ritrovamenti. Cfr. (EN) Most of Virginia History (PDF), in Richmond Times-Dispatch, 1º gennaio 1915, p. 6. URL consultato il 3 dicembre 2018.
  129. ^ Havighurst,  p. 112.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Germanna Research Group, Alexander Spotswood, su alexanderspotswood.com. URL consultato il 29 agosto 2016
  • (EN) Randall Shrock, Alexander Spotswood (1676–1740), su Encyclopedia Virginia, Virginia Foundation for the Humanities, 31 dicembre 2014. URL consultato il 23 agosto 2016.

Carteggi[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Mastro generale delle Poste delle tredici colonie Successore
John Lloyd 17301739 Head Lynch

[[Categoria:Governatori coloniali della Virginia