Trésor des Chartes

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Registro del Tresor de Chartes contenente la copia dei trattati e delle negoziazioni tra Filippo il Bello e il figlio Filippo l'Ardito con l'Inghilterra.

I Trésor des Chartes (in latino Thesaurus chartarum et privilegiorum domini regis), conservati presso gli Archives nationales, costituiscono il più antico fondo archivistico della Corona di Francia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La nascita del fondo archivistico è legata a un evento leggendario, avvenuto Il 5 luglio 1194: Filippo Augusto affrontò Riccardo Cuor di Leone ai margini della foresta di Fréteval, nei pressi di Vendôme. In quell'occasione, Riccardo gli inflisse una cocente sconfitta, a seguito della quale il re di Francia avrebbe perso il tesoro e gli archivi (compreso il sigillo reale) che aveva con sé, trasportandoli durante le sue campagne militari. A partire dal 1194, quindi, la monarchia francese avrebbe deciso di attribuire una collocazione stabile ai propri archivi.[1]

Filippo Augusto sarebbe stato quindi costretto a ricostruire gli archivi e i registri degli archivi particolari della Corona reale. Nel 1204 affidò questa missione a Gauthier II di Nemours, all'epoca gran ciambellano. Dopo la morte di questi, nel 1220, il compito passò al custode dei sigilli, ossia il guardasigilli Guérin .[2]

A partire dal 1231 i documenti furono depositati al palazzo reale.[3]

Alla fine del regno di San Luigi gli archivi, e più tardi, verso il 1300-1302, i registri della cancelleria contenenti spesso delle carte di atti reali sigillati con cera verde, furono depositati al primo piano della sagrestia della Sainte-Chapelle del palazzo, sopra i quali, al secondo piano, vi erano i gioielli regali e le reliquie della Passione. Per questa vicinanza alle regalie, ai tesori reali, l'archivio venne denominato "tesoro". L'archivio rimase nella cappella fino all'incendio del 1776 della Casa del re.[4] Gli archivi di Filippo il Bello e dei suoi tre figli, Luigi X, Filippo V e Carlo IV, costituiscono circa un terzo dei documenti conservati. Vennero chiamate « layettes » le cassapanche che contennero questo archivio.

Pierre Dupuy, custode della biblioteca del re e scrittore, lavorò con ardore per undici anni all'inventario del "trésor des chartes", su commissione del primo presidente del parlamento di Parigi Mathieu Molé.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Charles Homer Haskins, III- I libri e le biblioteche, in Il rinascimento del XII secolo, collana Le Navi, traduzione di Paola Marziale Bartole, Castelvecchi, p. 55, ISBN 978-88-69-443275.
  2. ^ Histoire littéraire de la France, Antoine Rivet de la Grange, François Clément, Charles Clémencet, Pierre Claude François, vol. 17, suite du XIIIe siècle jusqu'à 1226, 1832, p. 214.
  3. ^ (PDF) Trésor des Chartes Série J (1 020 cartons, 422 registres) Archivi nazionali.
  4. ^ (FR) La Conciergerie, su structurae.info, Structurae. URL consultato il 27 marzo 2019 (archiviato il 26 marzo 2019).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Calames. Manuscrits de la Bibliothèque de l'Institut de France, Ms 430-442. Inventaire du Trésor des chartes, di Pierre Dupuy e Théodore Godefroy, XVII° s.
  • Le Trésor des chartes, sa création, ses gardes et leurs travaux, depuis l'origine jusqu'en 1582, par L. Dessalles, Louis Doüet D'Arcq, Bibliothèque de l'école des chartes, 1845, Vol. 6, no 6, p. 79-82.
  • Thesaurus chartarum Franciæ : Layettes du Trésor des chartes / Ministère d'État - Archives de l'Empire.
  • Étude sur la constitution du Trésor des chartes, v. 5, p. [i]-ccxxiv. Vols. 1-2, tome 1. De l'année 755 à l'année 1223, par A. Teulet, t. 2. De l'année 1224 à l'année 1246, par A. Teulet, tome 3. De l'année 1247 à l'année 1260 et Tables, par J. de Laborde, 2 vol., tome 4. De l'année 1261 à l'année 1270, par E. Berger, tome 5. Ancienne série des sacs dite aujourd'hui supplément / par H.-F. Delaborde. Archives nationales, Paris : H. Plon 1963-1909.
  • Layettes du Trésor des Chartes, Paris, 1863-1902, 4 vol. in-4°, tomo I : 755-1223, di Alexandre Teulet, 1863.
  • Note sur une série de registres du Trésor des chartes anciennement cotés par lettres, Henri-François Delaborde, Bibliothèque de l'école des chartes, 1900, Volume 61, n. 61, p. 5-11.
  • Registres du trésor des chartes, inventario analitico a cura degli Archives nationales sotto la direzione di Robert Fawtier, 1958, Impr. nationale, 3 volumi.
  • Krzysztof Pomian, Les Archives, du Trésor des Chartes au Caran, in Pierre Nora (dir.), Les lieux de mémoire, tome III, vol. 3, Paris Gallimard, 1992.
  • Yann Potin, La mise en archives du trésor des chartes (XIIIe-XIXe siècles), École des chartes, 2007.
  • Olivier Guyotjeannin e Yann Potin, La fabrique de la perpétuité : le trésor des chartes et les archives du royaume, XIIIe-XIXe s., Revue de synthèse. Fabrique des archives, fabrique de l’histoire, 5ª serie, 2004, p. 15-44.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]