Thomas Hemerford

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Beato Thomas Hemerford
Ritratto di Thomas Hemerford a p. 134 dell'edizione del 1929 di Il primato spirituale di Pietro difeso dal sangue dei martiri inglesi, di Celestino Testore
 

Presbitero

 
NascitaDorset, 1554
MorteTyburn, 12 febbraio 1584
Venerato daChiesa cattolica
Beatificazione15 dicembre 1929 da papa Pio XI

Thomas Hemerford (Dorset, 1554Tyburn, 12 febbraio 1584) è stato un presbitero inglese, giustiziato nei pressi di Londra sotto Elisabetta I Tudor. Dichiarato martire della fede cattolica, è stato beatificato da papa Pio XI nel 1929.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Originario del Dorset, studiò diritto civile a Oxford conseguendo il grado di baccelliere.[1]

Al diffondersi delle idee riformate in Inghilterra, emigrò prima a Reims e poi a Roma, dove fu alunno del Venerabile Collegio Inglese. Nel diario dell'istituto è descritto come di bassa statura, con barba scura e aspetto severo, ma di dolci disposizioni, molto piacevole ed esemplare nelle conversazioni.[1]

Ricevette l'ordine sacro nel 1583 e tornò in Inghilterra; poco dopo il suo arrivo, fu denunciato come sospetto sacerdote cattolico e arrestato.[1]

Fu rinchiuso nella fossa della torre delle prigioni di Marshalsea insieme con gli altri sacerdoti John Nutter e George Haydock.[2]

Condannato a essere impiccato, sventrato e squartato il 7 febbraio 1584, la sentenza fu eseguita il 12 febbraio successivo a Tyburn.[2]

Insieme con lui furono messi a morte James Fenn, John Nutter e John Munden.

Il culto[modifica | modifica wikitesto]

È il capofila dei 107 martiri dell'Inghilterra e del Galles[3] beatificati da papa Pio XI il 15 dicembre 1929.[4]

Il suo elogio si legge nel martirologio romano al 12 febbraio.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Giovanni Battista Proja, BSS, vol. VII (1966), col. 583.
  2. ^ a b Giovanni Battista Proja, BSS, vol. VII (1966), col. 584.
  3. ^ Index ac status causarum (1999), pp. 628-629.
  4. ^ Index ac status causarum (1999), p. 482.
  5. ^ Martirologio romano (2004), p. 200.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, LEV, Città del Vaticano 2004.
  • Congregatio de Causis Sanctorum, Index ac status causarum, Città del Vaticano 1999.
  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.
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