The Crafte of Nombrynge

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The Crafte of Nombrynge
1ª ed. originale1300
GenereTrattato
Lingua originaleinglese medio

The Crafte of Nombrynge è un trattato matematico scritto in inglese medio che risale al 1300 circa, nel quale viene spiegata l'arte della numerazione, ampliando e traducendo dal latino i concetti matematici espressi nel Carmen de Algorismo di Alexander de Villa Dei.[1]

In particolare, nel 1º capitolo dedicato alla notazione posizionale, viene spiegato l'utilizzo dello zero, che fino ad allora era reputato un simbolo del quale c'era poco da fidarsi, in quanto il concetto di un numero che indicava nulla era ancora troppo astratto per essere compreso ed usato agevolmente:

(ENM)

«Euery of þese figuris bitokens hym selfe & no more, yf he stonde in þe first place of þe rewele [...] If it stonde in the secunde place of þe rewle, he betokens tene tymes hym selfe, as þis figure 2 here 20 tokens ten tyme hym selfe, þat is twenty, for he hym selfe betokenes tweyne, & ten tymes twene is twenty [...] And so go forth.»

(IT)

«Ciascuno di questi simboli [le cifre] indica sé stesso e non di più, se occupa il primo posto della riga [la posizione più a destra] [...] Se occupa il secondo posto della riga [un posto a sinistra], vale dieci volte sé stesso come questo simbolo 2 qui [in] 20 rappresenta dieci volte sé stesso, cioè venti, perché in sé stesso vale due e dieci volte due fa venti [...] E così si procede.»

È finalmente chiaro l'utilizzo posizionale dello zero come cifra.

Si tenga presente che ancora nel Medioevo non erano infrequenti editti che vietavano esplicitamente l'uso dei numeri scritti con le cifre, raccomandandone viceversa la scrittura in lettere con la spiegazione che con i numeri era facile imbrogliare ed in particolare l'uso dello zero era sconsigliato dalle autorità religiose che non lo vedevano di buon occhio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Steele, p. v
  2. ^ Steele, p. 4

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

(EN) N.N., The Crafte of Nombrynge, in Robert Steele (a cura di), The Earliest arithmetics in English, Londra, Early English Text Society by Humphrey Milford, Oxford University Press, 1922, pp. 3-32.

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