Syconycteris carolinae

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Syconycteris carolinae
Immagine di Syconycteris carolinae mancante
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SuperordineLaurasiatheria
OrdineChiroptera
SottordineMegachiroptera
FamigliaPteropodidae
GenereSyconycteris
SpecieS. carolinae
Nomenclatura binomiale
Syconycteris carolinae
Rozendaal, 1984
Areale

Syconycteris carolinae (Rozendaal, 1984) è un pipistrello appartenente alla famiglia degli Pteropodidi, endemico delle Isole Molucche settentrionali.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Pipistrello di medie dimensioni con la lunghezza della testa e del corpo tra 83 e 97,8 mm, la lunghezza dell'avambraccio tra 55,6 e 61,6 mm e un peso fino a 47 g.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Le parti dorsali sono marroni scure, più scure sulla testa e la nuca, mentre le parti ventrali sono grigie, con le punte dei singoli peli argentate, che donano alla pelliccia un aspetto brizzolato. Il muso è lungo ed affusolato, gli occhi sono grandi. Le membrane alari sono nere. La coda, l'uropatagio e il calcar sono ridotti.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

La dieta di questa specie consiste principalmente in nettare e polline.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa sulle isole di Halmahera e Bacan, nelle Isole Molucche settentrionali.

Vive nelle foreste secondarie e nei giardini.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato l'areale ristretto e il continuo degrado del proprio habitat, classifica S. carolinae come specie vulnerabile (VU).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Helgen, K. & Salas, L. 2008, Syconycteris carolinae, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Syconycteris carolinae, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Flannery, 1995.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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