Struthio camelus camelus

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Struzzo nordafricano
Struthio camelus camelus
Stato di conservazione
Critico
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Aves
Sottoclasse Neornithes
Superordine Paleognathae
Ordine Struthioniformes
Famiglia Struthionidae
Genere Struthio
Specie S. camelus
Sottospecie S. c. camelus
Nomenclatura trinomiale
Struthio camelus camelus
Linnaeus, 1758
Areale


Areale di S.c.camelus (in arancione)

Lo struzzo nordafricano (Struthio camelus camelus (Linnaeus, 1758)) è una sottospecie di struzzo appartenente alla famiglia Struthionidae.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Lo struzzo nordafricano raggiunge un'altezza di 2,75 m e un peso di 150 kg, queste dimensioni lo rendono la più grande sottospecie di Struthio camelus nonché il più grande uccello vivente. Il collo è di un rosa scuro, il piumaggio nei maschi è nero e bianco e nelle femmine è grigio.[1]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Lo struzzo nordafricano un tempo era comune nella zona occidentale e settentrionale dell'Africa. Il suo areale storico si estendeva dall'Etiopia all'est fino alla Mauritania e al Senegal all'ovest e al nord fino all'Egitto e il Marocco meridionale. Oggi è scomparso da molte zone del suo antico areale e rimane esclusivamente in 6 dei 18 stati in cui abitava.[2] Questa sottospecie probabilmente abitava anche nella penisola del Sinai, dove un tempo viveva lo struzzo d'Arabia. Predilige le zone aperte e di savana, specialmente l'area del Sahel.[3]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La popolazione dello struzzo nordafricano è molto ridotta, è stato inserito nel CITES Appendix I e alcuni lo ritengono in pericolo critico.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Clive Roots, Flightless Birds, 2006, p. 26.
  2. ^ a b (EN) Ostrich, su saharaconservation.org. URL consultato il 29 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2010).
  3. ^ (EN) Severe decline of large birds in the Northern Sahel of West Africa: a long-term assessment, su cambridge.org. URL consultato il 29 marzo 2017.

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