Stazione di Colonna (SFV)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Colonna
stazione ferroviaria
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàSan Cesareo
Coordinate41°50′23.31″N 12°45′27.44″E / 41.839807°N 12.757621°E41.839807; 12.757621
Lineeferrovia Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone
Storia
Stato attualeAdibita a museo
Attivazione1916
Soppressione1984
Caratteristiche
TipoStazione in superficie, passante
Binari4 + 2 tronchi
InterscambiFermata RFI di Colonna Galleria sulla ferrovia Roma-Cassino-Napoli
DintorniColonna

La stazione di Colonna è una stazione ferroviaria dismessa posta sul tracciato della ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone, soppressa dal 24 febbraio 1984. Nelle vicinanze è presente la fermata RFI di Colonna Galleria posta sulla ferrovia Roma-Cassino-Napoli.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La stazione venne inaugurata il 12 giugno 1916 in concomitanza con l'apertura al servizio del tronco da Roma a Genezzano della ferrovia Roma-Frosinone[1].

Venne soppressa il 25 febbraio del 1984 con la chiusura del tronco San Cesareo-Pantano Borghese[2].

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

La stazione possiede un fabbricato viaggiatori, uno scalo merci e tre binari di cui uno al servizio anche della banchina dello scalo.

Lo scalo è composto da un magazzino, che sotto il tetto esterno ospitava anche le mensole della linea aerea (ancora esistenti), e da un piano caricatore.

Il piazzale binari dispone di 6 binari tra cui 2 tronchi. Il binario 4, originariamente passante, con la sistemazione del piazzale nel 2006 divenne tronco.

Museo ferroviario[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2008 ha sede presso l'impianto la Ferrovia-museo della stazione di Colonna, museo fondato da Giuseppe Arena, deceduto nello stesso anno[3].

I primi due rotabili sono giunti nella stazione, allora in stato di abbandono dopo quasi vent'anni dalla soppressione del servizio extraurbano[4], nel 2006: le locomotive 434 e 04 accompagnate dal tram 402[5] e da carri merci di vario tipo[4].

Negli anni successivi arrivarono al museo anche altri rotabili tra cui l'elettrotreno 801, restaurato e riportato in livrea originaria Isabella.

Movimento[modifica | modifica wikitesto]

La stazione negli anni di servizio fu interessata da traffico sia passeggeri sia merci, tutti e due espletati dalla STEFER.

Servizi[modifica | modifica wikitesto]

La stazione disponeva di:

  • Biglietteria a sportello Biglietteria a sportello
  • Sala d'attesa Sala d'attesa
  • Servizi igienici Servizi igienici

Interscambi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Foro amministrativo, Volume 7, A. Giuffrè, 1958.
  • Vittorio Formigari e Piero Muscolino, Le tramvie del Lazio: storia dalle origini, Calosci, 2004.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]