Sportswashing

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Da sinistra, in primo piano: il generale Rudolf Hess, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Henri de Baillet-Latour, e il dittatore Adolf Hitler nel 1936 alla cerimonia di apertura dei Giochi della XI Olimpiade di Berlino, nella Germania nazista; questi Giochi sono riconosciuti tra i primi casi di sportwashing nella storia.

Sportswashing è un termine utilizzato per descrivere la pratica tramite la quale individui, gruppi, corporazioni o governi si avvalgano dello sport per recuperare reputazione compromessa od offuscare condotte illecite.

Come forma di propaganda, lo sportswashing potrebbe conformarsi mediante eventi sportivi, acquisendo, promuovendo società e rappresentanze sportive o partecipando direttamente alle competizioni in atto.

A livello internazionale, si ritiene che lo sportswashing sia stato usato per distogliere l'attenzione da scandali inerenti corruzione ed infrangimento dei diritti umani. A livello locale e corporativo, si configura in tentativi di copertura di atti illeciti o ripristino dell'immagine pubblica di un ente politico e sociale.

Panoramica[modifica | modifica wikitesto]

Internazionalmente, lo sportswashing è stato descritto come facente parte del soft power di una nazione.[1][2][3][4] Il campionato mondiale di calcio 2022 è stato citato come esempio, essendo la reputazione del paese ospitante globalmente compromessa a causa della politica estera, come leva per spostare l'attenzione sul successo dell’evento.[5]

La risposta delle nazioni accusate di sportswashing solitamente si dissocia dalle argomentazioni sottolineando l'inefficacia di eventuali sanzioni oltre che la delusione che ne deriverebbe in seno agli appassionati di sport.[6]

Lo sportswashing è generalmente dispendioso per gli enti che ne facciano uso. Per esempio, a marzo 2021, l'organizzazione per i diritti umani Grant Liberty ha asserito che il solo governo d'Arabia Saudita abbia investito un miliardo e mezzo di dollari americani in attività sportive al fine di placare le obiezioni sulla propria condotta.[7][8]

Sportswashing etico[modifica | modifica wikitesto]

Si è profilata un'ulteriore direzione verso la quale indirizzare tale pratica. Ad esempio a giugno 2021, a Ginevra, all'approssimarsi del campionato mondiale FIFA nel Qatar, è sorto un nuovo centro per i diritti umani legato agli eventi sportivi con lo scopo di vigilare sull'attività degli enti promotori affinché s'incarichino di mantenere il decoro pubblicizzato anche oltre il termine del loro patrocinio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sportswashing, a new word for an old idea – Sportstar, su sportstar.thehindu.com, 24 aprile 2020. URL consultato il 18 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2020).
  2. ^ (EN) Saudi uses sports 'soft power' as lever of influence, su France 24, 2 gennaio 2020. URL consultato il 18 febbraio 2021.
  3. ^ (EN) Qatar's soft power sports diplomacy, su Middle East Institute. URL consultato il 18 febbraio 2021.
  4. ^ Bangkok Post Public Company Limited, Saudi uses sports 'soft power' as lever of influence, in Bangkok Post. URL consultato il 18 febbraio 2021.
  5. ^ (EN) Sportswashing: a growing threat to sport, su Upstart, 17 settembre 2020. URL consultato il 18 febbraio 2021.
  6. ^ (EN) 'Sportswashing': unethical but sadly here to stay, su Palatinate. URL consultato il 13 aprile 2021.
  7. ^ (EN) Saudi Arabia has spent at least $1.5bn on 'sportswashing', report reveals, su The Guardian, 28 marzo 2021. URL consultato il 22 aprile 2021.
  8. ^ (EN) Saudi Arabia has spent 'at least' $1.5bn on 'sportswashing', su Middle East Monitor, 29 marzo 2021. URL consultato il 22 aprile 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]