Spina Reale

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Lo stesso argomento in dettaglio: Circoscrizioni di Torino.
Spina Reale
Percorso ciclopedonale di via Stradella
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàTorino
CircoscrizioneCircoscrizione 5
QuartiereBorgata Vittoria, Madonna di Campagna, Barriera di Lanzo
Informazioni generali
Tipoquartiere
Lunghezza1,5 km.
IntitolazioneCosì detta in quanto sviluppata lungo la direttrice per la Reggia di Venaria Reale
Collegamenti
Inizio1992

La Spina Reale (Spin-a Regia in piemontese) è un'opera urbanistica della città di Torino, sviluppata lungo l'asse della vecchia ferrovia Torino-Ceres in seguito all'interramento dei binari.

Si tratta di una lunga arteria stradale caratterizzata da un suggestivo percorso ciclopedonale che, a progetto compiuto, collegherà Torino alla Reggia di Venaria Reale.[1]
Il primo tratto, ad oggi già realizzato, è composto da un viale alberato che interessa in particolar modo Via Stradella e Via Andrea Cesalpino, sino a largo Grosseto.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Progettata a partire dal 1992, in seguito all'interramento del precedente trincerone ferroviario,[2] la Spina Reale assolve all'intento di recuperare il percorso storico che in passato collegava Torino alla residenza reale di Venaria (da qui l'aggettivo Reale). Il progetto urbanistico prevedeva l'insediamento di un percorso ciclabile e pedonale, con annesse aree verdi, luoghi di sosta, parcheggi e servizi pubblici e privati.[3]

Sulla base di tale progetto, negli anni novanta si diede inizio al primo tratto della Spina, a partire indicativamente da Largo Errico Giacchino per finire in Via Lucento, all'altezza della stazione di Madonna di Campagna.

In quest'area il sedime della vecchia ferrovia venne coperto da una lunga passeggiata alberata, dotata di panchine e punti di ritrovo, un vero e proprio viale pedonale e ciclabile sopraelevato rispetto al piano della strada. Il percorso ciclopedonale fu realizzato in pavé e l'intera passeggiata venne piantumata con piante mediterranee, un filare di lecci e diverse specie arbustive, messe a dimora in apposite nicchie di mattoni. Sempre in mattone furono realizzati anche i muretti di cinta e furono installate numerose fontanelle.[2]

L'impatto di quest'opera ha permesso un'effettiva riqualificazione dell'area che attraversa, rivalutando case ed esercizi pubblici del circondario.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Spezzata “l'isola” della Spina Reale, in La Stampa, 28 dicembre 2001.
  2. ^ a b Nuove trame per la città (PDF), in ACER, gennaio 2005. URL consultato il 10 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2013).
  3. ^ PTC - Piano Territoriale di Coordinamento - Interventi sull'assetto viario (PDF), in Sistemapiemonte, agosto 2003.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]